(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo amareggiata per la privazione del mio amabile Gesù, e mi lamentavo con Lui ché ogni privazione che mi faceva era una morte che mi dava, e morte crudele, che mentre si sente la morte non si può morire, e dicevo: “Come hai cuore di darmi tante morti? ” E Gesù alla sfuggita mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non ti abbattere, la mia Umanità stando sulla terra conteneva tutte le vite delle creature, e tutte da Me uscivano queste vite, ma quante non ritornavano in Me perché morivano e si seppellivano nell’inferno, ed Io sentivo la morte di ciascuno che straziava la mia Umanità. Queste morti furono la pena più dolorosa e crudele di tutta la mia Vita, fino all’ultimo respiro. Figlia mia, non vuoi prendere parte alle mie pene? La morte che senti della mia privazione, non è altro che un’ombra delle pene delle morti che sentii della perdita delle anime, perciò dalla a Me per raddolcire le tante morti crudeli che subì la mia Umanità, questa pena falla scorrere nella mia Volontà e vi troverai la mia, e unendosi insieme correrà a bene di tutti, specie per quelli che stanno per cadere nell’abisso; se la terrai per te, si formeranno delle nuvole tra Me e te, e la corrente del mio Volere verrà spezzata tra te e Me, le tue pene non troveranno le mie, e no ti potrai diffondere a bene di tutti, e vi sentirai tutto il peso. Invece, se tutto ciò che potrai soffrire, pensi come farlo scorrere nel mio Volere, per te non si saranno nuvole, e le stesse pene ti porteranno luce e apriranno nuove correnti di unione, d’amore e di grazie”.