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Messaggio del 25 giugno 1982:Pregate e digiunate.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1903

6-7 Novembre 24, 1903 Come ogni parola di Gesù sono tanti anelli di grazia.

(1) Continuando il mio solito stato, quando appena ho visto il benedetto Gesù nel mio interno, e come se volesse seguitare a togliermi i dubbi, mi ha detto:

(2) “Figlia, Io sono la verità stessa, e mai può uscire da Me la falsità, al più qualche cosa che l’uomo non comprende, e questo lo faccio per far vedere che se non si comprende bene la parola, come si può comprendere in tutto il Creatore? Ma però, l’anima deve corrispondere col mettere in pratica la mia parola, ché ogni parola sono tanti anelli di grazia che escono da Me, facendone dono alla creatura, e se corrisponde, questi anelli l’incatena agli altri già acquistati; se poi no, li rimanda indietro al suo Creatore, non solo questo, ma allora Io parlo quando veggo la capacità della creatura che può ricevere quel dono, e corrispondendomi non solo acquista tanti anelli di grazia, ma acquista pure tanti anelli di sapienza divina, e se li veggo incatenati con la corrispondenza, mi dispone a dargli altri doni; se poi veggo i miei doni rimandati indietro, mi ritiro facendo silenzio”.

6-8 Dicembre 3, 1903 Con la Divina Volontà siamo tutto, e senza di Essa siamo niente.

(1) Continuando il mio solito stato, per poco è venuto il mio benedetto Gesù dicendomi:

(2) “Figlia mia, qualunque azione umana che non ha nessun nesso con la Volontà Divina, mette fuori Iddio dalla sua propria creazione; anche lo stesso patire, per quanto santo, nobile e prezioso fosse ai miei occhi, eppure, se non è parto della mia Volontà, anziché piacermi m’indegna e mi è disgustoso”.

(3) Oh! potenza della Volontà Divina, quanto sei santa, adorabile ed amabile, con Te siamo tutto, ancorché niente facessimo, perché la tua Volontà è feconda e tutti i beni ci partorisce, e senza di Te siamo niente, ancorché tutto facessimo, perché la volontà umana è sterile e sterilisce ogni cosa.

6-9 Dicembre 5, 1903 Come il santo desiderio di ricevere Gesù, supplisce il sacramento, facendo che l’anima respiri a Dio, e che Dio respiri l’anima.

(1) Non avendo potuto ricevere la comunione questa mattina, me ne stavo tutta afflitta, ma rassegnata, e pensavo tra me che se non fosse stato che mi trovavo in questa posizione di stare in letto, e d’essere vittima, certamente l’avrei potuto ricevere, e dicevo al Signore: “Vedi, lo stato di vittima mi sottopone al sacrificio di privarmi di ricevere Te in sacramento, almeno accetta il sacrificio di privarmi di Te per contentare Te, come un atto più intenso d’amore per Te, ché almeno il pensare che la tua stessa privazione attesta di più il mio amore per Te, raddolcisce l’amarezza della tua privazione”. E mentre ciò dicevo, le lacrime mi scendevano dagli occhi, ma oh bontà del mio buon Gesù, non appena mi sono assopita, senza farmi tanto aspettare e cercare secondo il solito, è venuto subito e mettendomi le mani al volto, tutta mi carezzava e mi diceva:

(2) “Figlia mia, povera figlia, coraggio, la mia privazione eccita maggiormente il desiderio, ed in questo desiderio eccitato l’anima respira Dio, e Dio, sentendosi più acceso da questo eccitamento dell’anima, respira l’anima, ed in questo respirarsi a vicenda Dio e l’anima, s’accende maggiormente la sete dell’amore, ed essendo l’amore fuoco, vi forma il purgatorio dell’anima, e questo purgatorio d’amore le serve non d’una sola comunione al giorno, come permette la Chiesa, ma d’una continua comunione, per quanto è continuo il respiro, ma tutte comunioni di purissimo amore, solo di spirito e non di corpo, ed essendo lo spirito più perfetto, ne avviene che l’amore è più intenso. Così ripago Io, non chi non vuole ricevermi, ma chi non può ricevermi, privandosi di Me per contentare Me”.

6-10 Dicembre 10, 1903 Chi cerca il Signore, ogni volta riceve una tinta, un lineamento divino.

(1) Continuando il mio stato, mi sentivo un peso sull’anima mio, come se sopra di me gravitasse tutto il mondo, per la privazione del benedetto Gesù, e nella mia immensa amarezza facevo quanto più potevo a cercarlo. Onde, avendo venuto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ogniqualvolta l’anima mi cerca, riceve una tinta, un lineamento divino ed altrettante volte rinasce in Me, ed Io rinasco in lei”.

(3) Mentre ciò diceva, stavo pensando a quello che aveva detto, quasi meravigliandomi e dicendo: “Signore, che dite?”

(4) E Lui ha soggiunto: “Oh! se sapessi la gloria, il gusto che sente tutto il Cielo nel ricevere questa nota dalla terra, di un’anima che cerca sempre Dio, tutta conforme alla loro. Che cosa è la vita dei beati? Chi è che la forma? Questo rinascere continuamente in Dio e Dio in loro; questo è quel detto: “Che Dio è sempre vecchio e sempre nuovo”. Né mai si prova stanchezza, perché stanno in continua attitudine di nuova vita in Dio”.

6-11 Dicembre 17, 1903 Il vero spirito d’adorazione consiste in questo: Che la creatura sperda sé stessa e si trovi nell’ambiente divino, e adori tutto ciò che opera Dio, e con Lui si unisca.

(1) Continuando il mio solito stato, per pochi istanti ho visto il benedetto Gesù con la croce sulle spalle, nell’atto d’incontrarsi con la sua Santissima Madre, ed io gli ho detto: “Signore, che cosa fece la vostra Madre in questo incontro dolorosissimo?”

(2) E Lui: “Figlia mia, non fece altro che un atto d’adorazione profondissimo e semplicissimo, e siccome l’atto quanto più semplice, altrettanto facile ad unirsi con Dio, Spirito semplicissimo, perciò in questo atto s’infuse in Me e continuò ciò che operavo Io stesso nel mio interno; e questo mi fu sommamente gradito che se mi avesse fatto qualunque altra cosa più grande, perché il vero spirito d’adorazione in questo consiste: Che la creatura sperde sé stessa e si trova nell’ambiente divino, e adora tutto ciò che opera Dio, e con Lui si unisce. Credi tu che sia vera adorazione quella che la bocca adora, e la mente sta ad altro? Ossia, la mente adora e la volontà sta lontana da Me? Oppure, che una potenza mi adora e le altre stanno tutte disordinate? No, Io voglio tutto per Me, e tutto ciò che le ho dato in Me, e questo è l’atto più grande di culto, d’adorazione che la creatura può farmi”.

6-12 Dicembre 21, 1903 Gloria che gode in Cielo la Celeste Mamma.

(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e guardando nella volta del cielo vi vedevo sette soli risplendintissimi, ma la forma era diversa dal sole che noi vediamo, incominciava a forma di croce ed andava a finire in punta, e questa punta stava dentro d’un cuore. In primo non si vedeva bene, perché era tanta la luce di questi soli che non lasciavano vedere chi dentro vi stava, ma quanto più mi avvicinavo, tanto più si distingueva che dentro ci stava la Regina Mamma, e nel mio interno andavo dicendo: “Quanto vorrei dirle, se volesse che mi sforzassi ad uscire da questo stato senza che aspettassi il sacerdote”. In questo mentre mi sono trovata vicino e l’ho detto, e mi ha risposto un no reciso. Io sono lasciata mortificata da questa risposta, e la Santissima Vergine si ha voltato ad una moltitudine di persone che le facevano corona e le ha detto:

(2) “Sentite che vuol fare”.

(3) E tutti hanno detto: “No, no”.

(4) Poi, avvicinandosi a me, tutta benignità mi ha detto:

(5) “Figlia mia, coraggio nella via del dolore, vedi questi sette soli che mi escono da dentro il cuore, sono i sette miei dolori che mi fruttarono tanta gloria e splendore, questi soli, frutto dei miei dolori, saettano continuamente il trono della Santissima Trinità, la quale, sentendosi ferita mi mandano sette canali di grazia continuamente, rendendomi patrona ed Io li dispongo a gloria di tutto il Cielo, a sollievo delle anime purganti, ed a benefizio di tutti i viatori”.

(6) Mentre ciò diceva è scomparsa, ed io mi sono trovata in me stessa.

6-13 Dicembre 22, 1903 La croce forma la incarnazione di Gesù nel seno delle anime, e l’incarnazione dell’anima in Dio.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, è venuto il mio adorabile Gesù crocifisso, ed avendomi partecipato le sue pene, mentre io soffrivo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nella Creazione Io diedi all’anima la mia immagine, nell’incarnazione diedi la mia Divinità, divinizzando l’umanità. E siccome nell’atto stesso che s’incarnò la Divinità nell’umanità, in quel medesimo istante s’incarnò nella croce, sicché da che fui concepito, concepii unito con la croce, sicché si può dire che siccome la croce fu unita con Me nell’incarnazione che feci nel seno di mia Madre, così la croce forma altrettante mie incarnazioni nel seno delle anime; e siccome forma la mia nelle anime, così la croce è l’incarnazione dell’anima in Dio, distruggendole tutto ciò che dà di natura, e riempiendosi tanto della Divinità, da formare una specie d’incarnazione: Dio nell’anima e l’anima in Dio”.

(3) Io sono restata come incantata nel sentire che la croce è l’incarnazione dell’anima in Dio, e Lui ha ripetuto:

(4) “Non dico unione, ma incarnazione, perché la croce s’intromette tanto nella natura, da far diventare la stessa natura dolore, e dove c’è il dolore là vi è Dio, senza poter stare separato Dio e il dolore; e la croce formando questa specie d’incarnazione, rende l’unione più stabile, e quasi difficile la separazione di Dio con l’anima, com’è difficile separare il dolore dalla natura. Mentre con l’unione, facilmente può avvenire la separazione. S’intende sempre che non sono incarnazione, ma similitudine d’incarnazione”.

(5) Detto ciò è scomparso, ma dopo poco è ritornato nell’atto della sua Passione quando fu coperto d’obbrobri, d’ignominie, di sputi, ed io gli ho detto: “Signore, insegnatemi che cosa potrei fare per allontanare da Voi questi obbrobri e restituirvi gli onori, le lodi e adorazioni”.

(6) E Lui ha detto: “Figlia mia, intorno al mio trono c’è un vuoto, e questo vuoto dev’essere riempito dalla gloria che mi deve la Creazione; onde, chi mi vede disprezzato dalle altre creature e mi onora, non solo per sé, ma per gli altri, mi fa rinascere gli onori in questo vuoto; quando non mi vede amato e mi ama, mi fa rinascere l’amore; quando vede che riempio le creature di benefizi e non mi sono grate e neppure mi ringraziano, ed essa mi è grata come se fossero fatti ad essa i benefizi e mi ringrazia, mi fa rinascere in questo vuoto il fiore della gratitudine e del ringraziamento, e così di tutto il resto che mi deve la Creazione e che con ingratitudine nera mi nega. Ora, essendo tutto questo un trabocco della carità dell’anima, che non solo mi rende quello che mi deve per sé, e quello che trabocca da sé me lo fa per altri, essendo frutto della carità questa gloria, questi fiori che mi manda in questo vuoto intorno al mio trono, ne ricevono una tinta più bella e a Me gradita”.

6-14 Dicembre 24, 1903 Il desiderio fa che Gesù faccia le sue nascite nell’anima. Lo stesso fa il demonio.

(1) Questa mattina, trovandomi nel solito mio stato è venuto il bambino Gesù, ed io vedendolo piccino piccino, come se allora fosse nato, gli ho detto: “Carino mio, qual fu la causa, chi vi fece venire dal Cielo e nascere così piccino nel mondo?”

(2) E Lui: “L’amore ne fu la cagione, non solo, ma la mia nascita nel tempo fu lo sbocco d’amore della Santissima Trinità verso le creature. In uno sbocco d’amore di mia Madre, nacqui dal suo seno, ed in uno sbocco d’amore rinasco nelle anime. Ma questo sbocco viene formato dal desiderio, non appena l’anima incomincia a desiderarmi, Io resto già concepito, quanto più s’inoltra nel desiderio, così mi vado ingrandendo nell’anima, quando questo desiderio riempie tutto l’interno e giunge a farne lo sbocco fuori, allora rinasco in tutto l’uomo, cioè, nella mente, nella bocca, nelle opere e nei passi.

(3) All’opposto anche il demonio fa le sue nascite nelle anime, non appena l’anima incomincia a desiderare ed a volere il male, resta concepito il demonio con le sue opere perverse, e se questo desiderio viene nutrito, il demonio s’ingrandisce e riempie tutto l’interno di passioni, le più brutte e schifose, e giunge a farne lo sbocco fuori, dando tutto l’uomo la rotta a tutti i vizi. Figlia mia, quante nascite fa il demonio in questi tristissimi tempi, se avessero potere, gli uomini ed i demoni avrebbero distrutto le mie nascite nelle anime”.

6-15 Dicembre 28, 1903 Come tutte le vite stanno in Cristo.

(1) Dopo aver molto stentato, quando appena è venuto il mio benedetto Gesù, e mi faceva vedere molte anime umane nella sua Umanità, e mentre ciò vedevo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutte le vite umane stanno nella mia Umanità in Cielo come dentro d’un chiostro, e stando dentro del mio chiostro, da Me parte il regime delle loro vite, non solo, ma la mia Umanità essendo chiostro, fa tutte le vite di ciascun’anima; quale n’è la mia gioia quando le anime si stanno in questo chiostro, e l’eco che esce della mia Umanità si combina con l’eco di ciascuna vita umana della terra. E qual’è la mia amarezza quando veggo che le anime non sono contente e se ne escono, ed altre si stanno, ma forzate e malvolentieri, non si sottopongono alle regole ed al regime del mio chiostro, quindi, l’eco non si combina insieme”.