MaM
Messaggio del 25 novembre 1995:Cari figli! Oggi invito ciascuno di voi a ricominciare di nuovo ad amare: prima Dio, che ha salvato e redento ciascuno di voi, e poi i fratelli e le sorelle che vi sono vicini. Senza amore, figlioli, non potete crescere nella santità e non potete fare opere buone. Perciò, figlioli, pregate, pregate senza sosta, perché Dio vi riveli il suo amore. Io vi ho invitati tutti ad unirvi a Me e ad amare. Anche oggi sono con voi e vi invito a scoprire l'amore nei vostri cuori e nelle vostre famiglie. Perché Dio possa vivere nei vostri cuori, dovete amare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 16-54 Marzo 13, 1924 La natura del vero amore. La Volontà Divina è luce purissima che contiene tutto e che inondando l’anima le porta tutto.

(1) Mi sentivo morire per la privazione del mio dolce Gesù. Onde dopo molto stentare si è mosso nel mio interno e mi ha partecipato le sue pene, ma tanto che mi sentivo soffocare, sentivo il rantolo dell’agonia, eppure io stessa non so dire chi era la causa delle mie pene, mi sentivo solo in una luce immensa, e questa luce si cangiava in pena per me; onde dopo d’aver in qualche modo sofferto, il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, perciò non volevo venire, perché erano tante le pene che Io soffrivo e venendo da te, come fida inseparabile da Me, il mio amore mi avrebbe portato a fartene parte, ed Io vedendoti soffrire avrei sofferto nel vederti penare per causa mia”.

(3) Ed io: “Ah! mio Gesù, come ti sei cambiato, si vede che non vuoi soffrire più insieme con me, vuoi fare da solo. Del resto, se non sono più degna di soffrire insieme con Te, non nasconderti, ma vieni senza farmi soffrire, è vero che sarà un chiodo troppo trafiggente per me il non prendere parte alle tue pene, ma sarà meno doloroso della tua privazione”.

(4) E Gesù: “Figlia mia, tu non conosci la natura del vero amore e perciò parli così, il vero amore non sa nascondere nulla alla persona amata, né le gioie né le pene, anche un pensiero dolente, per una fibra del cuore che nasconde e che non versa nella persona amata, si sente come diviso da lei, scontento, irrequieto, e fino a tanto che non versa in chi ama tutto il suo cuore, non gli è dato di trovar riposo. Sicché venir e non versare in te tutto il mio cuore, le mie pene, le mie gioie e l’ingratitudine degli uomini, mi sarebbe troppo duro, mi contenterei piuttosto di starmi come celato nel fondo dell’anima tua, anziché venire e non metterti a parte delle mie pene e dei miei più intimi segreti. Quindi mi contenterò di soffrire nel vederti soffrire anziché non versare in te tutto il mio cuore”.

(5) Ed io: “Mio Gesù, perdonami, ho detto ciò perché Tu hai detto che soffrivi nel vedermi penare, ma mai sia che ci sia cosa che ci renda divisi nell’amore; qualunque pena piuttosto, ma divisi non mai”.

(6) E Gesù ha soggiunto: “Non temere figlia mia, dove c’è la mia Volontà non ci può essere separazione nell’amore, difatti, Io non ti ho fatto nulla, è stata la luce della mia Volontà che ti ha fatto soffrire, Essa, penetrante in te come luce purissima, ti portava le mie pene fin nelle più intime fibre del tuo cuore, la mia Volontà è più penetrante di qualunque ferro, dei chiodi, spine e flagelli, Essa, qual luce purissima, nella sua immensità vede e raccoglie tutto, quindi contiene la potenza di tutti i dolori, e come fa penetrare la sua luce nell’anima, porta le pene che vuole. Onde, la tua volontà e la mia essendo una sola, la corrente della sua luce ti portava le mie pene; così operava la mia Volontà Divina nella mia Umanità, la sua luce purissima mi portava pene ad ogni respiro, ad ogni palpito, ad ogni moto, in tutta la mia persona. Ad Essa nulla l’era nascosto, né di ciò che ci voleva per reintegrare la gloria del Padre per parte delle creature, né le offese di queste, né quello che ci voleva per metterle in salvo, quindi nulla mi risparmiava, la sua luce purissima mi crocifiggeva le più intime fibre, i miei palpiti di fuoco, sicché mi rendeva il continuato crocifisso, non le sole mani ed i piedi, ma la sua luce, squadrandomi tutto mi crocifiggeva le più piccole particelle della mia persona. Ah! se sapessero le creature ciò che fece soffrire la mia Divina Volontà alla mia Umanità per amor loro, resterebbero come da calamita potente portate ad amarmi, ma non possono per ora, perché hanno il gusto rozzo e profanato dalla volontà umana, e non gusterebbero i dolci frutti delle pene della Volontà Divina, molto più che vivendo nel basso della volontà umana non capirebbero l’altezza, la potenza, l’attitudine, i beni che contiene la Volontà Divina. Ma tempo verrà quando la Volontà Suprema, facendosi strada in mezzo alle creature e facendosi più capire, manifesterà le pene che la mia Volontà Eterna fece soffrire alla mia Umanità. Perciò, quando la luce della mia Volontà scorre in te, lasciati squadrare da Essa, affinché compia in te il suo perfetto e pieno lavoro, e se non mi vedi spesso, non ti affliggere, sono gli eventi nuovi che si preparano e cose impreviste per il povero mondo, ma la luce della mia Volontà non ti mancherà mai”.

(7) Dopo ciò, il mio amabile Gesù mi è scomparso, ed io mi sentivo come inabissata nella sua Volontà. La mia povera piccolezza me la sentivo al contatto della grandezza, altezza ed immensità divina; la mia miseria al tocco delle ricchezze divine; la mia bruttezza toccava la bellezza eterna; sicché nella sua Volontà io vivevo ai riflessi di Dio, e mentre io ricevevo tutto da Lui, trovavo tutto e portavo tutta la Creazione come nel mio grembo ai piedi dell’Eterna Maestà. Mi sembrava che nella sua Volontà io non facevo altro che salire al Cielo e scendere in terra per risalire di nuovo per portare tutte le generazioni, per amarlo per tutti e farlo riamare da tutti. Onde mentre ciò facevo, il mio Gesù si è fatto vedere di nuovo e mi ha detto:

(8) “Figlia mia, com’è bello e dilettevole vedere la creatura vivere nel nostro Volere; vive ai nostri riflessi, e mentre vive dei nostri riflessi assorbe in sé la somiglianza del suo Creatore, sicché si abbellisce, si arricchisce, s’ingrandisce tanto, da poter prendere tutti e portarci tutto, e attinge da Noi tanto amore da poterci amare per tutti, e Noi troviamo tutto in lei, tutto il nostro amore messo fuori nella Creazione, la nostra soddisfazione, il nostro contento ed il ricambio delle opere nostre. E’ tale e tanto il nostro amore verso dell’anima che vive nel nostro Volere, che ciò che Noi siamo per natura, l’anima lo diventa in virtù della nostra Volontà, tutto versiamo in lei, neppure una fibra le lasciamo che non sia riempita del nostro; la riempiamo tanto, fino a traboccarne fuori, da formare fiumi e mari divini intorno a lei ed in questi mari Noi scendiamo a divertirci e miriamo con amore le opere nostre, sentendoci del tutto glorificati. Perciò figlia mia, vivi nella luce purissima della mia Volontà, se vuoi che il tuo Gesù ripeta di nuovo quella parola che disse nel creare l’uomo: In virtù della nostra Volontà, facciamo quest’anima a nostra Immagine e Somiglianza”.