(1) Mi sentivo immersa nel Voler Divino, e pensavo tra me: “Chi sa quante altre cose dirà il mio dolce Gesù alle altre anime sulla sua Volontà, se a me che sono tanto indegna ed incapace me ne ha detto tanto, chi sa quante cose più sublimi dirà alla altre, che sono più buone”. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutta la legge ed i beni della Redenzione furono scritti da Me e deposti nel cuore della mia cara Mamma. Era giusto che siccome fu Lei la prima che visse nel mio Volere e perciò mi attirò dal Cielo e mi concepì nel suo seno, che conoscesse tutte le leggi e fosse depositrice di tutti i beni della Redenzione, e non aggiunsi una virgola di più, e non perché fossi incapace, quando uscendo fuori alla mia vita pubblica la manifestai alle gente, agli apostoli, e gli stessi apostoli e tutta la Chiesa nulla ha aggiunto di più di quello che dissi e feci Io quando stetti sulla terra. Nessun altro Vangelo ha fatto e nessun altro sacramento in più ha istituito, ma si gira sempre a tutto ciò che Io feci e dissi. Chi è chiamato per primo è necessario che riceva il fondo di tutto quel bene che voglio fare a tutte le umane generazioni; è vero che la Chiesa ha commentato il Vangelo, ha scritto tanto su tutto ciò che Io feci e dissi, ma mai si è allontanata dalla mia fonte, dall’origine dei miei insegnamenti. Così sarà della mia Volontà: Metterò in te il fondo della legge eterna del mio Volere, ciò che è necessario per farla comprendere e gli insegnamenti che ci vogliono, e se la Chiesa si allargherà nelle spiegazioni e nei commenti, non si partirà mai dall’origine, dalla fonte da Me costituita; e se qualcuno vorrà partirsi, resterà senza luce e nel buio oscuro, e sarà costretto, se volesse la luce, a ritornare alla fonte, cioè ai miei insegnamenti”.
(3) Io, nel sentir ciò ho detto: “Dolce amor mio, quando i re costituiscono le leggi, chiamano i ministri come testimoni delle leggi che stabiliscono per deporle nelle loro mani, affinché le pubblichino e le facciano osservare dai popoli. Io non sono ministro, anzi tanto piccola ed incapace che non sono buona a nulla”.
(4) E Gesù ha soggiunto: “Io non sono come i re della terra, che se la fanno coi grandi, Io amo meglio farmela coi piccoli, perché sono più docili e nulla attribuiscono a loro, ma tutto alla mia bontà. Ma con tutto ciò, anch’Io ho scelto un mio ministro, che ti assista in questo tuo stato, e per quanto tu mi hai pregato che ti liberassi della sua venuta giornaliera, non ti ho dato mai retta, e ancorché tu non fossi più soggetta a ricadere in quello stato, Io non permetterò che ti manchi la sua assistenza. Era questa la causa perché avessi un mio ministro che fosse a giorno della legge della mia Volontà, e conoscendo i miei insegnamenti fosse testimone e depositario di legge sì santa, e come mio fedele ministro pubblichi nella mia Chiesa il gran bene che voglio fare ad Essa, col far conoscere la mia Volontà”.
(5) Onde son rimasta tanto immersa nel Divino Volere, che mi sentivo come se nuotassi in un mare immenso e la mia povera mente si sperdeva, e dove prendevo una stilla della Volontà Divina, e dove un’altra, e affluivano tanto le conoscenze di Essa, che la mia capacità era impotente a riceverle tutte, e tra me dicevo: “Com’è grande, profondo, alto, immenso, santo il tuo Volere, oh mio Gesù! Tu vuoi mettere tutto insieme ciò che le riguarda, ed io essendo piccola mi affogo in Esso. Perciò, se vuoi che comprenda ciò che vuoi farmi capire, infondilo in me a poco a poco, così potrò manifestarlo a chi vuoi Tu”.
(6) E Gesù: “Figlia mia, certo che è immensa la mia Volontà, Essa contiene tutta quanta l’eternità. Se tu sapessi tutto il bene che contiene anche una sola parola sulla mia Volontà e un atto solo in Essa fatto dalla creatura, tu rimarresti stordita, in quell’atto prende come in pugno Cielo e terra. Il mio Volere è vita di tutto e scorre ovunque, ed essa insieme col mio Volere scorre in ogni affetto, in ogni palpito, in ogni pensiero ed in tutto il resto che fanno le creature; scorre in ogni atto del Creatore, in ogni bene che faccio, nella luce che mando all’intelligenza, nel perdono che elargisco, nell’amore che invio, nell’anime che infervoro, nei comprensori che beatifico, in tutto; non c’è bene che faccio, né punto dell’eternità in cui non tiene il suo piccolo posticino. Oh! come mi è cara, come me la sento inseparabile, è la vera fida della mia Volontà, senza lasciarla mai sola. Perciò corri in Essa e toccherai con mano ciò che ti dico”.
(7) E mentre ciò diceva, mi gettavo nel mare immenso del suo Volere, ed io correvo, correvo, ma chi può dire tutto! Toccavo tutto, scorrevo ovunque, toccavo con mano ciò che Gesù mi diceva, ma non so metterlo su carta; se Gesù vorrà, mi darà altra capacità; perciò, per ora faccio punto. . .