(1) La mia povera mente me la sentivo immersa nella Santissima Volontà di Dio, oh! come avrei voluto che neppure un respiro, un palpito, un moto, io facessi fuori del Voler Supremo! Mi sembrava che tutto ciò che si fa fuori della Volontà di Dio ci fa perdere nuova bellezza, nuova grazia e luce, e ci mette come in dissomiglianza col nostro Creatore, mentre Gesù vuole che in tutto somigliamo al nostro Supremo Fattore; e in che altro modo più facile possiamo rassomigliarlo, che ricevere in noi la Vita continua della sua Santissima Volontà? Essa ci porta i riflessi, i lineamenti del nostro Padre Celeste, ci mantiene integro lo scopo della Creazione, ci accerchia in modo da conservarci belli e santi qual Dio ci ha creato, e ci dà quel sempre nuovo di bellezza, di luce, d’amore non mai interrotto che solo in Dio si trova. Ora, mentre la mia mente si perdeva nel Voler Eterno, il mio dolce Gesù stringendomi a Sé, con voce sensibile mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non c’è cosa che possa uguagliare il gran male di non fare la mia Volontà, non c’è bene che possa pareggiarlo, non c’è virtù che possa stargli di fronte, sicché il bene che si perde col non fare la mia Volontà è irreparabile, e solo col ritornare di nuovo in Essa può trovare rimedio, ed essere restituiti i beni che la nostra Volontà aveva stabilito di dare alla creatura. Invano s’illudono le creature di fare altre opere, virtù, sacrifici, se non sono parto della mia Volontà e per compirla, non sono da Me riconosciuti; molto più ché sta stabilito di dare la grazia, gli aiuti, la luce, i beni ed il giusto premio a chi opera per compire la mia Volontà. E poi, la mia Volontà è eterna, non ha principio né avrà fine; e chi può calcolare un atto fatto nella mia Volontà, senza principio e senza fine? Quel atto viene circondato, riempito di beni senza fine, qual è la mia Volontà tale rende l’atto. Invece, le altre virtù, le opere e sacrifici senza della mia Volontà, hanno un principio, come pure la fine; che gran che di premio possono ricevere cose soggette a perire? Oltre di ciò, la mia Volontà è l’equilibrio dei miei attributi: Se la mia potenza non avesse questa Volontà Santa, si svolgerebbe in tirannia verso chi tanto mi offende, invece equilibrando la mia potenza, mi fa versare grazie dove dovrei versare furore e distruzione. La mia sapienza, se non fosse per la mia Volontà che le dà vita sempre nuova, non manifesterebbe tanto arte e maestria nelle opere nostre. La nostra bellezza sarebbe scolorita e senza attrattiva se non fosse sostenuta da questa Volontà eterna. La misericordia si convertirebbe in debolezza se non fosse equilibrata dalla mia Volontà; e così di tutto il resto dei nostri attributi. Ora, la nostra paterna bontà ha tanto amore verso delle creature, che ha stabilito l’equilibrio dell’uomo nella nostra Volontà, era giusto che essendo uscito quest’uomo dalla Volontà Suprema, Essa si facesse vita, mantenesse l’equilibrio a tutto l’operato dell’uomo, dandogli la somiglianza del suo Creatore, sicché si doveva vedere in lui tale dignità, maestà, ordine nell’agire, da riconoscerlo come parto del suo Fattore. Onde, anche dall’agire si può vedere se c’è l’equilibrio della mia Volontà, oppure quello dell’umana. Ecco perciò la causa di tante opere, forse anche buone, ma non si vede l’equilibrio, il regime, l’ordine, perché manca l’esecuzione della mia Volontà, e perciò, invece di ammirarsi si biasimano, ed invece di gettare luce gettano tenebre. Se tutto il bene viene dalla mia Volontà, senza di Essa sono beni apparenti, senza vita, e forse anche velenosi, che avvelenano chi ne prende parte”.