MaM
Messaggio del 2 settembre 2005:Cari figli, io come Madre vengo a voi e vi mostro quanto vi ama Dio, vostro Padre. Voi, figli miei, dove siete? cosa è al primo posto nel vostro cuore? Cosa vi ostacola nel mettere mio Figlio al primo posto? Permettete, figli miei, che la benedizione di Dio scenda su di voi. Che la pace di Dio vi penetri. La pace che dà mio Figlio, solo Lui.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 17-52 Luglio 9, 1925 Il patire insieme con Gesù serve di busso continuo, col quale Gesù picchia alle porte dell’anima, e l’anima picchia alle porte della sua.

(1) Mi sentivo che non potevo più stare senza del mio dolce Gesù. Per parecchi giorni ho dovuto sospirare il suo ritorno, ma invano, e gli dicevo di cuore:

(2) “Amor mio, ritorna alla tua piccola figlia, non vedi che non ne posso più? Ahi! a qual duro martirio esponi la mia povera esistenza col privarmi di Te!”.

(3) E stanca e sfinita mi abbandonavo nel suo Santissimo Volere. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, stavo leggendo e mi sono sentita stendere le braccia al collo, la mia mente è restata assopita e mi sono trovata stretta dalle braccia di Gesù, tutta adombrata e nascosta in Lui. Io volevo dirgli il mio dolore, ma non mi ha dato tempo di farlo; ha parlato Gesù dicendomi:

(4) “Figlia mia, non vuoi persuaderti che quando la mia giustizia vuole, per giusta ragione, castigare le gente, Io sono costretto a nascondermi da te, perché tu non sei altro che una piccola particella che vincola tutte le altre particelle delle altre creature, e stare alla famigliare con te e come in festa, e colpire le altre particelle vincolate a te, la mia giustizia si trova in contrasto, e si sente distogliere dal colpire le altre particelle. Quindi, in questi scorsi giorni ci sono stati castighi nel mondo, ed Io mi sono tenuto da te nascosto, ma in te sempre”.

(5) Ora, mentre ciò diceva mi sono trovata fuori di me stessa, e mi faceva vedere che in vari punti della terra c’erano stati: dove terremoti, dove gravi incendi con morte di gente, e dove altri guai, e pareva che altri gravi mali seguiranno. Io sono restata spaventata e pregavo, ed il mio amabile Gesù è ritornato, ed io mi vedevo innanzi a Lui tutta brutta, come appassita e gli ho detto:

(6) “Vita mia e mio tutto, guardami come mi sono fatta brutta, come sto in atto d’appassire, ah! senza di Te come mi cambio! La tua privazione mi fa perdere la freschezza, la bellezza, mi sento come sotto d’un sole ardente, che togliendomi tutti gli umori vitali mi fa appassire e consumare”.

(7) E Gesù mi ha fatto patire un poco insieme con Lui; quel patire si convertiva sopra dell’anima mia come in celeste rugiada, che mi restituiva gli umori vitali; e prendendo la povera anima mia nelle sue mani ha soggiunto:

(8) “Povera figlia mia, non temere, se la mia privazione ti ha fatto appassire, il mio ritorno ti restituirà la freschezza, la bellezza, il colorito, e tutti i miei lineamenti; ed il patire insieme con Me non solo ti sarà come rugiada da farti ringiovanire, ma servirà di busso continuo, col quale picchiare alle porte dell’anima tua, e tu alla mia, in modo che le porte restino sempre aperte e tu liberamente puoi entrare in Me ed Io in te, ed il mio soffio ti servirà come venticello da conservarti la bella freschezza con cui ti creai”.

(9) E mentre ciò diceva mi soffiava forte forte, e stringendomi a Sé, mi e scomparso.