MaM
Messaggio del 25 giugno 2002: Cari figli, oggi prego per voi e con voi che lo Spirito Santo vi aiuti e aumenti la vostra fede affinché accettiate ancor di più i miei messaggi che vi do qui in questo luogo santo. Figlioli, comprendete che questo è il tempo della grazia per ognuno di voi, e con me figlioli siete sicuri. Desidero condurvi tutti sulla via della santità. Vivete i miei messaggi e mettete nella vita ogni parola che io vi do. Siano preziose per voi perché vengono dal cielo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 16-65 Giugno 1, 1924 Il gran bene che procura all’anima il ricordarsi di tutto ciò che Gesù fece, patì e disse nella sua Vita.

(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e vedevo il mio ultimo confessore defunto circondato da tante persone che stavano tutte attente e come rapite ad ascoltarlo, e lui che diceva e diceva, che s’infiammava tanto che faceva infiammare gli altri. Io mi sono avvicinata per sentire ciò che diceva, e con mia sorpresa sentivo che stava dicendo tutto ciò che il mio benedetto Gesù mi aveva detto, le sue finezze d’amore, le tante condiscendenze di Gesù verso di me, e quando parlava degli stratagemmi dell’amore di Gesù verso di me, lui spiccava luce, da restare trasfuso non solo lui in quella luce, ma anche quelli che lo ascoltavano. Io son rimasta meravigliata e dicevo tra me: “Il confessore non solo lo ha fatto in vita, di dire le cose dell’anima mia agli altri, ma anche dopo morto lo sta facendo nell’altra vita”. E aspettavo che fosse finito di dire, per potermi avvicinare a lui e dirgli qualche mia difficoltà, ma non la finiva, ed io mi son trovata in me stessa.

(2) Onde, secondo il mio solito ho seguito il mio amato Gesù nella sua Passione, compatendolo, riparandolo e facendo mie le sue pene, e Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(3)Figlia mia, quanto gran bene procura all’anima il ricordarsi di Me e di tutto ciò che feci e patii e dissi nella mia Vita, lei, col compatirmi e facendo sue le mie intenzioni, e ricordando ad una ad una le mie pene, le mie opere, le mie parole, le chiama in sé e le dispone in bell’ordine nell’anima sua, in modo che viene a prendere i frutti di ciò che Io feci, patii e dissi, e questo produce nell’anima una specie di umido divino, dove il sole della mia grazia si diletta di sorgere e di formare, in virtù di quell’umido, la rugiada celeste, e questa rugiada non solo abbellisce l’anima in modo meraviglioso, ma tiene virtù di mitigare i raggi del sole cocente della divina giustizia, quando trovando le anime bruciate dal fuoco della colpa sta per colpirle, per bruciarle e seccarle di più; questa rugiada divina, temperando i suoi raggi, se ne serve per formare la rugiada benefica per non far colpire le creature, e si costituisce umido vitale per non farle seccare. Oh! come simboleggia la natura, quando dopo una giornata di sole ardente, le piante stanno per seccare, basta una nottata umida, che sorgendo di nuovo il sole su quell’umido vi forma la sua rugiada, ed invece di farle perire, il suo calore serve a fecondarle e a portare a fine la maturazione dei frutti. Più sorprendente succede nell’ordine soprannaturale, il ricordo è il principio d’un bene, il ricordo forma tanti sorsi all’anima per darle vita; quando il bene, le cose, si dimenticano, perdono per l’anima la virtù vitale, perdono la loro attrattiva, la gratitudine, la corrispondenza, la stima, l’amore, il valore. E questo ricordo non solo produce in vita l’origine d’ogni bene, ma anche dopo morto produce l’origine della gloria. Non hai sentito il tuo confessore defunto, come si dilettava nel parlare delle grazie che ti ho fatto? Era perché in vita ci teneva a sentirle, le ricordava, il suo interno ne restava riempito fino a traboccarne fuori; e ora, quanto bene non gli apportò nell’altra vita? Per lui è come una fonte di bene che straripa a bene altrui, sicché quanto più ricorda l’anima ciò che a Me appartiene, le grazie, le lezioni che le ho dato, tanto più cresce in lei la fonte dei miei beni, che non potendoli contenere in sé straripa a bene altrui”.