MaM
Messaggio del 25 Dicembre 1991: Cari figli, oggi in modo speciale vi porto il piccolo Gesù perché vi benedica con la Sua benedizione di pace e di amore. Cari figli, non dimenticate che questa e' una grazia che molta gente non comprende e non accetta. Perciò voi, che dite di essere Miei e chiedete il Mio aiuto, date tutto di voi stessi, anzitutto date il vostro amore e l'esempio nelle vostre famiglie. Voi dite che Natale e' la festa della famiglia; allora cari figli, mettete Dio nelle vostre famiglie al primo posto, affinché Egli possa donarvi la pace e proteggervi non solo dalla guerra ma, anche in tempo di pace, da ogni assalto satanico. Se Dio e' con voi avete tutto, mentre quando non lo avete, siete poveri e persi e non capite dalla parte di chi state. Perciò, cari figli, decidetevi per Dio e poi riceverete tutto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1923

15-13 Aprile 2, 1923 La Divina Volontà è germe di risurrezione alla Grazia, alla Santità ed alla Gloria. Nella Divina Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino. La conoscenza sono gli occhi dell’anima.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto amabile e maestoso, e come coinvolto dentro d’una rete di luce: Luce mandava dai suoi occhi, luce sprigionava dalla sua bocca, e ad ogni sua parola, ad ogni suo palpito, ad ogni suo moto e passo, insomma, la sua Umanità era un abisso di luce. E Gesù guardandomi mi concatenava con questa luce dicendomi:

(2)Figlia mia, quanta luce, quanta gloria ebbe la mia Umanità nella mia Risurrezione, perché nel corso della mia Vita su questa terra non fece altro che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

15-14 Aprile 9, 1923 Iddio è il primo moto di tutta la Creazione, e chi opera nel Divin Volere opera nel primi moto.

(1) Mi sentivo tutta immersa nel Divin Volere e dicevo al mio dolce Gesù: “Ah! ti prego di non farmi uscire mai dalla tua Santissima Volontà, fa che pensi, che parli, che operi, che ami sempre in questo tuo amabile Volere”. Ora, mentre ciò dicevo mi son sentita circondata da una luce purissima, e poi ho visto il mio sommo ed unico bene e mi ha detto:

(2) “Figlia diletta mia, amo tanto questi atti fatti nel mio Volere, che non appena l’anima entra in Esso per agire, l’ombra della mia luce la circonda, ed Io corro per fare che il mio atto ed il suo fosse un solo, e siccome Io sono l’atto primo di tutta la Creazione, onde senza del mio primo moto tutte le cose create resterebbero paralizzate, senza forza ed impotenti al minimo moto; la vita sta nel moto, senza di esso tutto è morto, quindi Io sono il primo moto, che do vita ed attitudine a tutti gli altri moti, sicché al mio primo moto la Creazione si mette in giro, succede come ad una macchina, al tocco del moto primo della prima ruota, tutte le altre rotelle si mettono in giro. Vedi dunque come quasi è naturale che chi opera nella mia Volontà si muove nel mio primo moto, ed operando nel mio viene a trovarsi ed opera nel moto di tutte le creature; ed Io veggo la creatura, la sento, ché scorrendo nel mio stesso moto, in tutti i moti di esse mi dà tanti atti divini per quanti atti umani offensivi fanno tutte le altre, e questo solo perché ha operato nel mio primo moto, perciò dico che chi vive nel mio Volere mi sostituisce per tutti, mi difende da tutti e mette in salvo il mio moto, cioè la mia stessa Vita. Ecco perciò che l’operare nel mio Volere è il prodigio dei prodigi, ma senza strepito, senza acclamazioni umani, ma è il mio vero trionfo su tutta la Creazione, ed essendo il trionfo tutto divino, l’umano tace e non ha vocaboli equivalenti come acclamare il trionfo della mia Suprema Volontà”.

15-15 Aprile 14, 1923 Come Iddio nel far le opere che devono servire al bene generale, accentra in una della umana famiglia tutto il bene che vuol dare.

(1) Stavo pensando a tutto ciò che il mio sempre amabile Gesù mi va manifestando sulla sua Santissima Volontà, e molti dubbi e difficoltà si facevano nella mia mente, che non credo che sia necessario il dirle qui. Onde, movendosi nel mio interno e stringendomi forte al suo cuore mi ha detto:

(2) “Figlia diletta della mia Volontà, tu devi sapere che quando voglio fare opere grandi, opere che tutta l’umana famiglia deve prendere parte, sempre che il volesse, è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

15-16 Aprile 20, 1923 Dio vuol fare le opere più grandi in anime sconosciute.

(1) Stavo ripensando a ciò che sta detto di sopra, e la mia povera mente nuotava nel mare della Divina Volontà, mi sentivo come affogata in Essa; in molte cose mi mancano i vocaboli, in altre, siccome sono tante, non so tenere l’ordine e mi sembra che le metto sconnesse sulla carta, ma Gesù pare che mi tollera, basta che le scriva, e se ciò non faccio mi rimprovera dicendomi:

(2) “Bada, che non sono cose che devono servire a te sola, ma devono servire anche agli altri”.

(3) Ora pensavo tra me: “Se Gesù ama tanto che questo modo di vivere nel Divin Volere sia conosciuto, ché dovendo essere una nuova epoca che tanto bene deve portare, da sorpassare gli stessi beni della sua Redenzione, poteva parlare al Papa, che come capo della Chiesa, avendone autorità potrebbe influire subito sulle membra di tutta la Chiesa col far conoscere questa celeste dottrina, e portare questo gran bene alle umane generazioni, oppure a qualche persona autorevole, a questa sarebbe più facile, ma a me, povera ignorante, sconosciuta, come potrò far conoscere questo gran bene?” E Gesù, sospirando e stringendomi più forte a Lui mi ha detto:

(4) “Figlia carissima al mio Supremo Volere, è mio solito di fare le mie opere più grandi in anime vergini e sconosciute, e non solo vergini di natura, ma vergini d’affetti, di cuore, di pensieri, perché la vera verginità è l’ombra divina, ed Io solo alla mia ombra posso fecondare le mie opere più grandi; anche ai tempi che venni a redimere vi erano i pontefici, le autorità, ma non andai da loro perché l’ombra mia non c’era, perciò elessi una Vergine sconosciuta a tutti, ma ben nota a Me, e se la vera verginità è l’ombra mia, con l’eleggerla sconosciuta era la gelosia divina, che volendola tutta a Me la rendeva sconosciuta a tutti gli altri, ma con tutto ciò che questa Vergine Celestiale fosse sconosciuta, Io mi feci conoscere, facendomi strada per far conoscere a tutti la Redenzione. Quanto più grande l’opera che voglio fare, tanto più vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più ordinarie; ora, le persone che tu dici, la gelosia divina, essendo persone conosciute non potrebbe mantenere la sua sentinella, e l’ombra divina, oh! quanto è difficile il trovarla, e poi, Io eleggo chi mi piace; è stabilito che due Vergini devono venire in aiuto dell’umanità: Una per far salvare l’uomo, l’altra per far regnare la mia Volontà sulla terra per dare all’uomo la sua felicità terrestre, per unire le due volontà, la Divina e l’umana e farne una sola, affinché lo scopo per cui fu creato l’uomo abbia il suo pieno compimento; ci penserò Io a farmi via per far conoscere ciò che voglio. Quello che mi sta a cuore è che abbia la prima creatura dove accentrare questo mio Volere, e che in lei abbia vita come in Cielo così in terra; il resto verrà da per sé, perciò ti dico sempre: “Il tuo volo nel mio Volere”. Perché la volontà umana contiene debolezze, passioni, miserie, che sono veli che impediscono d’entrare nel Volere Eterno, e se son peccati gravi, sono barricate che si formano tra l’una e l’altra, e se il mio Fiat come in Cielo così in terra non regna sulla terra, è appunto questo che lo impedisce. Onde, a te è dato di rompere questi veli, di abbattere queste barricate e di fare di tutti gli atti umani come un solo atto nella potenza del mio Volere, travolgendoli tutti, e portarli ai piedi del mio Celeste Padre, come baciati e suggellati dal suo stesso Volere, onde vedendo che una creatura ha coperto tutta l’umana famiglia con la sua Volontà, attratto, compiaciuto, per mezzo di essa faccia scendere la sua Volontà sulla terra, facendola regnare come in Cielo così in terra”.

15-17 Aprile 21, 1923 Il punto più nero della società presente.

(1) Questa mattina il mio sempre amabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, in un luogo dove si vedevano bandiere sventolate, cortei dove tutte le classi di persone prendevano parte, anche sacerdoti, e Gesù come offeso di tutto ciò, voleva stringere nella sua mano le creature per stritolarle, ed io prendendo la sua nella mia me l’ho stretto dicendole:

(2) “Mio Gesù, che fai? Del resto sembra che non sono cose male che fanno, anzi piuttosto buone, pare che la Chiesa si unisce coi tuoi nemici di prima, e questi non mostrano più quell’avversione di trattare con le persone della Chiesa, anzi li chiamano a benedire le bandiere, non è questo un segno buono? E Tu invece di gradirlo sembra che ti offendi”. E Gesù sospirando e sommamente afflitto mi ha detto:

(3) “Figlia mia, come ti inganni, questo è il punto più nero della società presente, e l’unione significa che hanno tutti un colore, i nemici non hanno più timore, orrore di avvicinare le persone della Chiesa, perché non essendo in loro vera fonte di virtù e di religione, anzi, certi celebrano il divin sacrificio senza credere alla mia esistenza, altri, se credono, è fede senza opere e la loro vita è una catena di sacrilegi enormi, quindi, che bene possono fare se non l’hanno in loro? Come possono richiamare all’adempimento di vero cristiano, col far conoscere che gran male è il peccato, se manca in loro la vita della grazia? Con tutte le unione che fanno, non ci sono più uomini che fanno il precetto, quindi non è l’unione del trionfo della religione, è il trionfo del partito, cui mascherandosi, cercano di coprire il male che vanno macchinando, è la vera rivoluzione che sotto queste maschere si nasconde, ed Io resto sempre il Dio offeso, tanto dai cattivi che fingono una tinta di pietà per rafforzare il loro partito, e così poter fare male più grave, tanto dalle persone della Chiesa, ché avendo loro una falsa pietà, non sono più buoni a tirare i popoli alla mia sequela, anzi quelli trascinano loro. Si può dare tempo più triste di questo? La finzione è il peccato più brutto e lo che più ferisce il mio cuore, perciò prega e ripara”.

15-18 Aprile 25, 1923 La Volontà di Dio è la via reggia che conduce alla Santità della somiglianza del Creatore. Luisa col seguire da dove Adamo restò, Dio la costituì come capo di tutti e portatrice della felicità e beni che erano stati assegnati a tutti.

(1) Stavo pregando, ed il mio dolce Gesù è venuto, mettendosi a me vicino per pregare insieme con me, anzi la sua intelligenza rifletteva nella mia, ed io pregavo con la sua; la sua voce faceva eco nella mia, e pregavo con la sua parola; ma chi può dire gli effetti interminabili di questa preghiera? Onde dopo il mio amato Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ho voluto pregare insieme con te per raffermarti nella mia Volontà, e darti la grazia di trovarti innanzi alla Maestà Suprema nell’atto della creazione dell’uomo, e siccome lo dotammo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

15-19 Aprile 28, 1923 Luisa deve calpestare il capo infernale. Il vivere nel Divin Volere è il trionfo completo del Creatore sulla creatura. Lo scopo principale della venuta di Gesù sulla terra fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana.

(1) Mi sentivo come immersa nella luce interminabile della Eterna Volontà, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Divinità non ha bisogno d’operare per far uscire le opere fuori, ma solo il volerle, sicché voglio e faccio, le opere più grandi, più belle escono fuori solo che le voglia; invece la creatura ancorché le volesse, se non lavora, non si muove, nulla fa. Ora, per chi fa suo il mio Volere e vive in Esso, come nella sua propria reggia, le viene comunicato, quanto a creatura è possibile, lo stesso potere”.

(3) Ora, mentre ciò diceva mi sentivo tirare fuori di me stessa, e mi trovavo sotto ai miei piedi un brutto mostro, che tutto si mordeva per la rabbia, e Gesù stando a me vicino ha soggiunto:

(4) “Come la mia Vergine Madre schiacciò il capo alla serpe infernale, così voglio che un’altra vergine, che dev’essere la prima posseditrice della Volontà Suprema, prema di nuovo quel capo infernale, per schiacciarlo e debilitarlo in modo da rintanarlo nell’inferno, affinché abbia pieno dominio su di lui e non ardisca d’avvicinarsi a chi deve vivere nel mio Volere, perciò metti il tuo piede sul suo capo e schiaccialo”.

(5) Io, ardita, l’ho fatto, e quello si mordeva di più, e per non sentire il mio tocco si rintanava nei più cupi abissi. Onde Gesù ha ripreso il suo dire:

(6) “Figlia mia, tu credi che sia nulla il vivere nel mio Volere, no, no, anzi è il tutto, è il compimento di tutte le santità, è il dominio assoluto di sé stesso, delle sue passioni e dei suoi capitali nemici, è il trionfo completo del Creatore sulla creatura, sicché se lei aderisce ed Io giungo a che viva nel mio Volere, senza voler conoscere più il suo, non ho più che voler della creatura, e lei non ha più che darmi, tutte le mie brame sono compite, i miei disegni realizzati, non resta altro che felicitarci a vicenda. E’ vero che venni sulla terra per redimere l’uomo, ma il mio scopo principale fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana con l’accordare insieme queste due volontà e farne una sola, col portarla in quella Volontà donde era uscita, era questa la principale offesa che il mio Celeste Padre ricevette dall’uomo, ed Io dovevo risarcirlo, altrimenti non gli avrei dato piena soddisfazione. Ma per ottenere il primo scopo, dovetti primo mettere fuori il secondo, cioè salvarlo, dargli la mano perché caduto, lavarlo dal fango in cui giaceva; come potevo dire vieni a vivere nel mio Volere, se era orrido a vedersi, e sotto la schiavitù del nemico infernale? Quindi, dopo aver ottenuto il secondo scopo, voglio mettere in salvo il primo: Che la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo, e l’uomo uscito dalla mia Volontà rientri di nuovo nella mia, e per ottenere ciò, do a questa prima creatura tutti i miei meriti, tutte le mie opere, i passi, il mio cuore palpitante, le mie piaghe, il mio sangue, tutta la mia Umanità, per disporla, per prepararla, per farla entrare nella mia Volontà, perché prima deve prendere il frutto completo della mia Redenzione, e come in trionfo entra in possesso del mare immenso della mia Suprema Volontà, non voglio che entri da estranea ma da figlia, non povera ma ricca, non brutta ma bella, come se fosse un’altro Me. Perciò tutta la mia vita voglio accentrare in te”.

(7) E mentre ciò diceva uscivano da Lui come tanti mari che si riversavano su di Me, ed io vi restavo dentro, innabbisatta, e nel medesimo tempo un Sole che batteva la sua luce, ché riceveva il frutto completo della Redenzione per poter dare il frutto completo del suo Volere alla creatura, era il Sole dell’Eterno Volere che festeggiava l’entrata della volontà umana nella sua.

(8) E Gesù: “Questa mia Volontà Divina crebbe come un fiore nella mia Umanità, cui Io trapiantai dal Cielo nel vero eden della mia Umanità terrestre; germogliò nel mio sangue, sbucò dalle mie piaghe per farne il dono più grande alla creatura, non vuoi tu riceverlo?”

(9) Ed io: “Sì”.

(10) E Lui: “Voglio trapiantarlo in te, amalo e sappilo custodire”.

15-20 Maggio 2, 1923 Quando il Fiat Voluntas Tua avrà il suo compimento come in Cielo così in terra, allora verrà il pieno compimento della seconda parte del Pater Noster.

(1) La mia povera mente me la sentivo come sperduta nell’immensità dell’Eterno Volere, ed il mio dolce Gesù, ritornando al suo dire sulla Santissima Volontà di Dio mi ha detto:

(2) “Figlia mia, oh! come armonizzano bene i tuoi atti fatti nel mio Volere, armonizzano coi miei, con quelli della mia diletta Mamma, e l’uno scomparisce nell’altro e formano uno solo, sembra il Cielo in terra e la terra in Cielo, e l’eco dell’uno nei tre e dei tre in uno della Trinità Sacrosanta, oh! come risuona dolce al nostro udito, come ci rapisce, ma tanto, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

15-21 Maggio 5, 1923 Quante volte l’anima entra nel Voler Divino, tante vie apre tra il Creatore e le creature, che servono per incontrarsi con Lui, ed in questo incontro lei copia le virtù del suo Creatore, assorbe in sé nuova Vita Divina, e tutto ciò che fa non è più umano, ma divino.

(1) Trovandomi nel mio solito stato, mi sentii tirata fuori di me stessa, ma non vedevo il cielo azzurro né il sole del nostro orizzonte, ma un altro cielo, tutto d’oro, tempestato di stelle di vari colori, fulgidissimo più che sole. Io mi sentivo tirata verso su, ed aprendosi innanzi a me questo cielo, mi son trovata davanti ad una luce purissima, innanzi alla quale, sprofondandomi, ho richiamato nelle mia intelligenza tutte le intelligenze umane, da dove Adamo aveva incominciato, col sottrarsi dalla Volontà Divina, a spezzare l’unione della sua intelligenza con quella del suo Creatore, fino all’ultimo che esisterà sulla terra, e cercavo di dare al mio Dio tutto l’onore, la gloria, la sottomissione, eccetera, di tutte le intelligenze create, e così facevo di tutti gli altri miei sensi, richiamando nei miei tutti quelli delle altre creature, sempre tutto ciò nel suo amabile Volere, dove tutto si trova, niente sfugge, ad onta che al presente non esistano e tutto si può fare. Onde mentre ciò facevo, una voce è uscita da dentro l’immensità di quella luce dicendo:

(2) “Quante volte l’anima entra nel Voler Divino per pregare, operare, amare ed altro, tante vie apre tra il Creatore e le creature, e la Divinità vedendo che la creatura si fa via per andare a Lui, apre le sue vie per incontrarsi con la sua creatura. In questo incontro lei copia le virtù del suo Creatore, assorbe in sé sempre nuova Vita Divina, s’addentra più dentro negli eterni segreti del Voler Supremo, e tutto ciò che fa non è più umano in lei, ma divino, e questo operato divino in lei forma un cielo d’oro, dove la Divinità, dilettandosi di trovare l’operato suo nella creatura, passeggia su questo cielo, aspettando la creatura per ricevere i suoi atti divini e quindi aprirle altre vie nella sua Divinità, e va ripetendo con tanto amore: Ecco, ecco come nel mio Volere la creatura si avvicina alla mia somiglianza, come realizza i miei disegni, come compie lo scopo della Creazione”.

(3) E mentre ciò sentivo, mi son trovata in me stessa.

15-22 Maggio 8, 1923 La sola Volontà Divina mette al sicuro tutte le grazie del Cielo.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, mi pareva di fare una via lunghissima, dove incontravo tanta gente: chi faceva orrore a vederli, chi parevano demoni incarnati, pochissimi i buoni. La via era tanto lunga che non finiva mai, ed io stanca volevo ritornare in me stessa, ma una persona a me vicino me lo impediva dicendomi:

(2) “Avanti, cammina, devi giungere al principio, e per giungere a ciò devi passare tutte le generazioni, devi averle tutte sott’occhio per portarle al tuo Creatore. Il tuo principio è Dio, e tu devi giungere a quel punto dell’eternità quando l’Eterno creava l’uomo, per ricevere tutti i vincoli della Creazione e riannodare tutte le armonie che possono esistere tra Creatore e creatura”.

(3) Quindi una forza suprema mi faceva andare avanti, ed ero costretta a vedere i mali della terra e quelli che verranno, purtroppo raccapriccianti. Onde dopo ciò ho trovato il mio dolce Gesù, ed io, stanca, mi son gettata nelle sue braccia dicendogli:

(4) “Amor mio, che via lunga ho dovuto attraversare, mi parevano secoli che non ti vedevo e che non trovavo Colui che forma la mia Vita”.

(5) E Gesù, tutto amore: “Ah! sì figlia mia, riposati nelle mie braccia, vieni nel tuo principio da donde uscisti, anch’Io ti aspettavo con ansia per ricevere da te nel mio Volere tutto ciò che la Creazione mi deve, e per dare a te nel mio stesso Volere tutto ciò che devo dare a tutta la Creazione. La sola mia Volontà può mettere al sicuro e custodire con gelosia tutti i beni che voglio dare alla creatura, fuori della mia Volontà i miei beni sono sempre in pericolo e mal custoditi, invece in Essa, Io abbondo e do ad una ciò che dovrei dare a tutte, perciò voglio vincolare in te la Creazione tutta, voglio metterti nel punto primo della creazione dell’uomo; è mio solito trattare al tu per tu con una sola creatura ciò che voglio darle e quello che voglio da lei, e poi da questa far derivare i beni agli altri. Ah! figlia mia, Io avevo creato l’uomo come un fiore che doveva crescere, colorirsi, profumarsi nella mia stessa Divinità, col sottrarsi dalla mia Volontà successe a lui come ad un fiore che si strappa da una pianta, finché sta nella pianta il fiore è bello, vivace nel suo colore, olezzante nel suo profumo; strappato dalla pianta appassisce, scolorisce, si trasforma in brutto e giunge a dare un cattivo odore. Qual sorte fu la sua e qual dolore per Me, che con tanto amore volevo crescere questo fiore nella mia Divinità per deliziarmi e ricrearmi con lui! Ora questo fiore strappato, voglio di nuovo con la mia onnipotenza, voglio farlo sbocciare col trapiantarlo di nuovo nel seno della mia Divinità, ma voglio un’anima che voglia vivere nel seno del mio Volere, lei sarà il seme che mi presterà, e la mia Volontà farà tutto il resto, così ritorneranno le mie delizie della Creazione, mi ricreerò con questo mistico fiore e mi rifarò della Creazione”.