15-13 Aprile 2, 1923 La Divina Volontà è germe di risurrezione alla Grazia, alla Santità ed alla Gloria. Nella Divina Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino. La conoscenza sono gli occhi dell’anima.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto amabile e maestoso, e come coinvolto dentro d’una rete di luce: Luce mandava dai suoi occhi, luce sprigionava dalla sua bocca, e ad ogni sua parola, ad ogni suo palpito, ad ogni suo moto e passo, insomma, la sua Umanità era un abisso di luce. E Gesù guardandomi mi concatenava con questa luce dicendomi:
(2) “Figlia mia, quanta luce, quanta gloria ebbe la mia Umanità nella mia Risurrezione, perché nel corso della mia Vita su questa terra non fece altro che
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto amabile e maestoso, e come coinvolto dentro d’una rete di luce: Luce mandava dai suoi occhi, luce sprigionava dalla sua bocca, e ad ogni sua parola, ad ogni suo palpito, ad ogni suo moto e passo, insomma, la sua Umanità era un abisso di luce. E Gesù guardandomi mi concatenava con questa luce dicendomi:
(2) “Figlia mia, quanta luce, quanta gloria ebbe la mia Umanità nella mia Risurrezione, perché nel corso della mia Vita su questa terra non fece altro che racchiudere in ogni mio atto, respiro, sguardo, in tutto, la Volontà Suprema, e come la racchiudevo, così il Divin Volere mi preparava la gloria, la luce nella mia Risurrezione, e contenendo in Me il mare immenso della luce della mia Volontà, non è meraviglia che se guardo, se parlo, se mi muovo, esca tanta luce da Me da poter dare luce a tutti. Onde voglio incatenarti e travolgerti in questa luce, per gettare in te tanti germi di risurrezione per quanti atti vai facendo nella mia Volontà, Essa è la sola che fa risorgere l’anima ed il corpo alla gloria, Essa è germe di risurrezione alla grazia, germe di risurrezione alla più alta e perfetta santità, germe di risurrezione alla gloria. Sicché come l’anima emette i suoi atti nel mio Volere, così va incatenando nuova luce divina, perché il mio Volere di sua natura è luce, e chi in Esso vive ha virtù di trasmutare i pensieri, le parole, le opere, e tutto ciò che fa, in luce”.
(3) Onde dopo stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Prego nel tuo Volere affinché la mia parola, moltiplicandosi in Esso, abbia per ogni parola di ciascuna creatura una parola di preghiera, di lode, di benedizione, d’amore, di riparazione; vorrei che la mia voce innalzandosi tra il Cielo e la terra, assorbisse in sé tutte le voci umane per ridonarle a Te in omaggio e gloria, secondo che vorresti che la creatura se ne servisse della parola”. Ora, mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù ha messo la sua bocca vicino alla mia, e col suo alito, soffiando, assorbiva il mio alito, la mia voce, il mio respiro nel suo, e mettendolo come in via nel suo Volere percorreva ciascuna parola umana, e cambiava le parole, le voci, a seconda che io avevo detto; e come le percorreva così si elevano in alto per fare l’ufficio presso Dio a nome di tutti, di tutte le voci umane. Io ne sono restata meravigliata, e ricordandomi che Gesù non mi parla più così spesso del suo Volere, gli ho detto:
(4) “Dimmi Amor mio, perché non mi parli così spesso del tuo Volere? Forse non sono stata attenta alle tue lezioni e fedele nel mettere in pratica i tuoi insegnamenti?”
(5) E Gesù: “Figlia mia, nella mia Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino, e questo vuoto dev’essere riempito da chi vive nel mio Volere, quanto più starai attenta a vivere nel mio Volere, e nel farlo conoscere agli altri, tanto più subito sarà riempito questo vuoto, in modo che il mio Volere, vedendosi aleggiare nel suo il volere umano, come ritornando al principio donde ne uscì, si sentirà soddisfatto e vedrà compiute le sue brame sulla generazione umana fossero pochi ed anche uno solo, perché il mio Volere con la sua potenza può rifarsi di tutto, anche d’uno solo quando non trova altri, ma è sempre una volontà umana che deve venire nella mia a riempire tutto ciò che gli altri non fanno, questo mi sarà tanto accetto, da squarciare i Cieli per far scendere il mio Volere e far conoscere il bene ed i prodigi che contiene. Ogni entrata che fai in più nel mio Volere, mi dà la spinta a darti nuove conoscenze su di Esso, narrarti altri prodigi, perché voglio che conosca il bene che fai perché l’apprezzi ed ami di possederlo, ed Io, vedendo che l’ami e l’apprezzi, te ne do il possesso. La conoscenza è gli occhi dell’anima, l’anima che non conosce è come cieca a quel bene, a quelle verità. Nella mia Volontà non ci sono anime cieche, anzi ogni conoscenza le porta una lunghezza di vista maggiore, perciò entra spesso nel mio Volere, allarga i tuoi confini nella mia, ed Io, come vedrò ciò, ritornerò a dirti cose più sorprendenti della mia Volontà”.
(6) Ora, mentre ciò diceva, abbiamo girato insieme un poco la terra, ma, oh! spavento, molti volevano ferire il mio amato Gesù: chi con coltelli, chi con spade, e tra questi c’erano vescovi, sacerdoti, religiosi, che lo ferivano fin nel cuore, ma con tale strazio che metteva spavento. Oh! come soffriva e si gettava nelle mie braccia per essere difeso, io me l’ho stretto e l’ho pregato che mi facesse parte delle sue pene, Lui mi ha contentato col trapassarmi il cuore con tale veemenza, da sentirmi tutto il giorno una piaga profonda, e Gesù ripetute volte tornava a ferirmi. Ora, la seguente mattina, sentendo forte il dolore, il mio dolce Gesù è ritornato dicendomi:
(7) “Lasciami vedere il tuo cuore”.
(8) E mentre lo guardava mi ha detto: “Vuoi che ti risani per alleviarti il dolore che soffri?”
(9) Ed io: “Mio sommo bene, perché vuoi sanarmi? Non sono io degna di soffrire per Te? Il tuo cuore è tutto ferito, ed il mio a confronto del tuo, oh! come è scarso il mio patire, piuttosto, se a Te piace dammi più pene”. E Lui, stringendomi tutta a Sé, ha continuato a trapassarmi il cuore con più dolore, e mi ha lasciato.
(10) Sia tutto a gloria sua.
15-14 Aprile 9, 1923 Iddio è il primo moto di tutta la Creazione, e chi opera nel Divin Volere opera nel primi moto.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Divin Volere e dicevo al mio dolce Gesù: “Ah! ti prego di non farmi uscire mai dalla tua Santissima Volontà, fa che pensi, che parli, che operi, che ami sempre in questo tuo amabile Volere”. Ora, mentre ciò dicevo mi son sentita circondata da una luce purissima, e poi ho visto il mio sommo ed unico bene e mi ha detto:
(2) “Figlia diletta mia, amo tanto questi atti fatti nel mio Volere, che non appena l’anima entra in Esso per agire, l’ombra della mia luce la circonda, ed Io corro per fare che il mio atto ed il suo fosse un solo, e siccome Io sono l’atto primo di tutta la Creazione, onde senza del mio primo moto tutte le cose create resterebbero paralizzate, senza forza ed impotenti al minimo moto; la vita sta nel moto, senza di esso tutto è morto, quindi Io sono il primo moto, che do vita ed attitudine a tutti gli altri moti, sicché al mio primo moto la Creazione si mette in giro, succede come ad una macchina, al tocco del moto primo della prima ruota, tutte le altre rotelle si mettono in giro. Vedi dunque come quasi è naturale che chi opera nella mia Volontà si muove nel mio primo moto, ed operando nel mio viene a trovarsi ed opera nel moto di tutte le creature; ed Io veggo la creatura, la sento, ché scorrendo nel mio stesso moto, in tutti i moti di esse mi dà tanti atti divini per quanti atti umani offensivi fanno tutte le altre, e questo solo perché ha operato nel mio primo moto, perciò dico che chi vive nel mio Volere mi sostituisce per tutti, mi difende da tutti e mette in salvo il mio moto, cioè la mia stessa Vita. Ecco perciò che l’operare nel mio Volere è il prodigio dei prodigi, ma senza strepito, senza acclamazioni umani, ma è il mio vero trionfo su tutta la Creazione, ed essendo il trionfo tutto divino, l’umano tace e non ha vocaboli equivalenti come acclamare il trionfo della mia Suprema Volontà”.
15-15 Aprile 14, 1923 Come Iddio nel far le opere che devono servire al bene generale, accentra in una della umana famiglia tutto il bene che vuol dare.
(1) Stavo pensando a tutto ciò che il mio sempre amabile Gesù mi va manifestando sulla sua Santissima Volontà, e molti dubbi e difficoltà si facevano nella mia mente, che non credo che sia necessario il dirle qui. Onde, movendosi nel mio interno e stringendomi forte al suo cuore mi ha detto:
(2) “Figlia diletta della mia Volontà, tu devi sapere che quando voglio fare opere grandi, opere che tutta l’umana famiglia deve prendere parte, sempre che il volesse, è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa
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(1) Stavo pensando a tutto ciò che il mio sempre amabile Gesù mi va manifestando sulla sua Santissima Volontà, e molti dubbi e difficoltà si facevano nella mia mente, che non credo che sia necessario il dirle qui. Onde, movendosi nel mio interno e stringendomi forte al suo cuore mi ha detto:
(2) “Figlia diletta della mia Volontà, tu devi sapere che quando voglio fare opere grandi, opere che tutta l’umana famiglia deve prendere parte, sempre che il volesse, è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa opera contiene, affinché tutti gli altri, come a fonte, possano attingere quel bene quanto ne vogliano. Quando faccio opere individuale do cose limitate, invece quando faccio opere che devono servire al bene generale, do cose senza limite, ciò feci nell’opera della Redenzione: Per poter elevare una creatura a concepire un’uomo e Dio, dovetti accentrare in Lei tutti i beni possibili ed immaginabili, dovetti elevarla tanto, da mettere in Lei il germe della stessa fecondità Paterna, e come il mio Celeste Padre mi generò vergine nel suo seno, col germe verginale della sua fecondità eterna, senza opera di donna, ed in questo stesso germe procedette lo Spirito Santo, così la mia Celeste Mamma, con questo germe eterno, tutto verginale della fecondità Paterna, mi concepì nel suo seno vergine, senza opera d’uomo. La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo a questa Vergine Divina per poter concepire Me, Figlio di Dio. Mai la mia Santa Mamma poteva concepirmi non avendo Lei nessun germe, ora, siccome Lei era della razza umana, questo germe della fecondità eterna diede virtù di concepirlo uomo, e siccome il germe era divino, nel medesimo tempo mi concepì Dio; e siccome nel generarmi il Padre nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo, così nel medesimo tempo che generai nel seno della mia Mamma, procedette la generazione delle anime, sicché tutto ciò che ab eterno successe alla Santissima Trinità in Cielo, ripete nel seno della cara Mamma mia. L’opera era grandissima ed incalcolabile a mente creata; doveva accentrare tutti i beni ed anche Me stesso per fare che tutti potessero trovare ciò che volevano, perciò dovendo essere l’opera della Redenzione tanto grande da travolgere tutte le generazioni, volli per tanti secoli le preghiere, i sospiri, le lacrime, le penitenze di tanti patriarchi e profeti e di tutto il popolo dell’antico testamento, e ciò feci per disporli a ricevere un tanto bene, e per muovermi ad accentrare in questa celeste creatura tutti i beni che tutti dovevano fruire. Ora, che moveva a pregare, a sospirare, eccetera, questo popolo? La promessa del futuro Messia, questa promessa era come il germe di tante suppliche e lacrime, se non ci fosse questa promessa, nessuno si sarebbe dato pensiero, nessuno avrebbe sperato salvezza.
(3) Ora figlia mia, veniamo alla mia Volontà, tu credi che sia una Santità come le altre santità? Un bene, una grazia quasi pari alle altre che ho fatto per tanti secoli agli altri santi ed a tutta la Chiesa? No, no! qui si tratta d’una epoca nuova, d’un bene che deve servire a tutte le generazioni; ma è necessario che tutto questo bene l’accentri primo in una sola, come feci nella Redenzione accentrando tutto nella mia Mamma, e vedi un po’ come le cose vanno pari passo: Per far venire la Redenzione e disporre le anime a questo, feci la promessa del futuro Messia, affinché con lo sperarlo non solo si disponessero, ma potessero trovare anche essi nel futuro Redentore la loro salvezza. Ora, per disporre le anime a vivere nel mio Volere e mettergli a parte dei beni che Esso contiene e fare ritornare l’uomo sulla via della sua origine, come da Me fu creato, volli Io pregare per il primo, facendo risuonare la mia voce da un punto all’altro della terra fin nell’alto del Cielo dicendo: “Padre nostro che sei nei Cieli”. Non dissi Padre mio, ma lo chiamai Padre di tutta l’umana famiglia, per impegnarlo in ciò che doveva soggiungere: “Che tutti santifichino il tuo nome, affinché venga il regno tuo sulla terra, e la tua Volontà si faccia come in Cielo così in terra”. Era questo lo scopo della Creazione, ed Io chiedevo al Padre che fosse compiuto. Come Io pregai, il Padre cedette alle mie suppliche, e formai il germe d’un tanto bene, e per fare che questo germe fosse conosciuto, insegnai agli apostoli la mia preghiera, e questi la trasmisero a tutta la Chiesa, affinché come il popolo del futuro Redentore trovavano la salvezza in Esso e si disponevano a ricevere il promesso Messia, così con questo germe formato da Me la Chiesa prega e ripete tante volte la stessa mia preghiera, e si dispone a ricevere che riconoscano ed amino il mio Celeste Padre come Padre loro, in modo da meritare d’essere amati da figli e ricevano il gran bene che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra. I stessi santi in questo germe ed in questa speranza che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra, hanno formato la loro santità, il martire ha sparso il suo sangue, non c’è bene che da questo germe non deriva, sicché tutta la Chiesa prega, e siccome le lacrime, le penitenze, le preghiere per avere il Messia erano dirette quella Vergine eccelsa, cui doveva disporre per accentrare un tanto bene per poter ricevere il loro Salvatore, sebbene non conoscevano chi fosse, così ora, la Chiesa quando recita il Pater Noster è proprio per te che prega, per fare che accentrasse in te tutto il bene che contiene il mio Volere, il modo, il come che la Volontà Divina abbia vita in terra come in Cielo. E sebbene non sei conosciuta, la Chiesa facendo eco alla mia preghiera: Sia fatta la Volontà tua come in Cielo così in terra, mi prega, mi pressa che accentri tutto questo bene in una seconda vergine, affinché come un’altra salvatrice salva l’umanità pericolante, e facendo uso del mio inseparabile amore e misericordia esaudisca la mia stessa preghiera unita a quella di tutta la Chiesa faccio ritornare l’uomo alla sua origine, allo scopo con cui l’ho creato, cioè, che la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo, è questo proprio il vivere nel mio Volere, tutto ciò che ti vado manifestando a questo ti spinge, in questo ti confermo, questo è il gran fondamento che vado formando nell’anima tua, e per far ciò vo accentrando tutte le grazie passate, presente e future che ho fatto a tutte le generazioni, anzi le raddoppio, le moltiplico, perché essendo il mio Volere la cosa più grande, più santa, più nobile, che non ha né principio né fine, per deporlo in una creatura è giusto e decoroso che accentri in essa tutti i beni possibile, grazie innumerevoli, purità e nobiltà divina, affinché abbia lo stesso corteggio che tiene nel Cielo questa mia Volontà. E’ la stessa che operò nella Redenzione, che volle servirsi d’una Vergine, quali portenti e prodigi di grazie non operò in essa? Lei è grande, contiene tutti i beni e nell’operare agisce da magnanima, e se si tratta da fare opere, da fare bene a tutta l’umanità, mette a repentaglio tutti i suoi beni. Ora vuol servirsi d’una altra vergine per accentrare la sua Volontà e dar principio a far conoscere che la sua Volontà si faccia in terra come in Cielo. E se nella Redenzione volle venire a salvare l’uomo perduto, a soddisfare le sue colpe, cui lui era impotente di farlo, a dargli un rifugio e tant’altri beni che la Redenzione contiene, ora la mia Volontà volendo sfoggiare più in amore che nella stessa Redenzione col fare che si faccia in terra come in Cielo, viene a dare all’uomo il suo stato d’origine, la sua nobiltà, lo scopo con cui fu creato, viene ad aprire la corrente tra la Volontà sua e l’umana, in modo che assorbita da questa Volontà Divina, dominata le darà vita in essa e Lei regnerà in terra come in Cielo”.
15-16 Aprile 20, 1923 Dio vuol fare le opere più grandi in anime sconosciute.
(1) Stavo ripensando a ciò che sta detto di sopra, e la mia povera mente nuotava nel mare della Divina Volontà, mi sentivo come affogata in Essa; in molte cose mi mancano i vocaboli, in altre, siccome sono tante, non so tenere l’ordine e mi sembra che le metto sconnesse sulla carta, ma Gesù pare che mi tollera, basta che le scriva, e se ciò non faccio mi rimprovera dicendomi:
(2) “Bada, che non sono cose che devono servire a te sola, ma devono servire anche agli altri”.
(3) Ora pensavo tra me: “Se Gesù ama tanto che questo modo di vivere nel Divin Volere sia conosciuto, ché dovendo essere una nuova epoca che tanto bene deve portare, da sorpassare gli stessi beni della sua Redenzione, poteva parlare al Papa, che come capo della Chiesa, avendone autorità potrebbe influire subito sulle membra di tutta la Chiesa col far conoscere questa celeste dottrina, e portare questo gran bene alle umane generazioni, oppure a qualche persona autorevole, a questa sarebbe più facile, ma a me, povera ignorante, sconosciuta, come potrò far conoscere questo gran bene?” E Gesù, sospirando e stringendomi più forte a Lui mi ha detto:
(4) “Figlia carissima al mio Supremo Volere, è mio solito di fare le mie opere più grandi in anime vergini e sconosciute, e non solo vergini di natura, ma vergini d’affetti, di cuore, di pensieri, perché la vera verginità è l’ombra divina, ed Io solo alla mia ombra posso fecondare le mie opere più grandi; anche ai tempi che venni a redimere vi erano i pontefici, le autorità, ma non andai da loro perché l’ombra mia non c’era, perciò elessi una Vergine sconosciuta a tutti, ma ben nota a Me, e se la vera verginità è l’ombra mia, con l’eleggerla sconosciuta era la gelosia divina, che volendola tutta a Me la rendeva sconosciuta a tutti gli altri, ma con tutto ciò che questa Vergine Celestiale fosse sconosciuta, Io mi feci conoscere, facendomi strada per far conoscere a tutti la Redenzione. Quanto più grande l’opera che voglio fare, tanto più vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più ordinarie; ora, le persone che tu dici, la gelosia divina, essendo persone conosciute non potrebbe mantenere la sua sentinella, e l’ombra divina, oh! quanto è difficile il trovarla, e poi, Io eleggo chi mi piace; è stabilito che due Vergini devono venire in aiuto dell’umanità: Una per far salvare l’uomo, l’altra per far regnare la mia Volontà sulla terra per dare all’uomo la sua felicità terrestre, per unire le due volontà, la Divina e l’umana e farne una sola, affinché lo scopo per cui fu creato l’uomo abbia il suo pieno compimento; ci penserò Io a farmi via per far conoscere ciò che voglio. Quello che mi sta a cuore è che abbia la prima creatura dove accentrare questo mio Volere, e che in lei abbia vita come in Cielo così in terra; il resto verrà da per sé, perciò ti dico sempre: “Il tuo volo nel mio Volere”. Perché la volontà umana contiene debolezze, passioni, miserie, che sono veli che impediscono d’entrare nel Volere Eterno, e se son peccati gravi, sono barricate che si formano tra l’una e l’altra, e se il mio Fiat come in Cielo così in terra non regna sulla terra, è appunto questo che lo impedisce. Onde, a te è dato di rompere questi veli, di abbattere queste barricate e di fare di tutti gli atti umani come un solo atto nella potenza del mio Volere, travolgendoli tutti, e portarli ai piedi del mio Celeste Padre, come baciati e suggellati dal suo stesso Volere, onde vedendo che una creatura ha coperto tutta l’umana famiglia con la sua Volontà, attratto, compiaciuto, per mezzo di essa faccia scendere la sua Volontà sulla terra, facendola regnare come in Cielo così in terra”.
15-17 Aprile 21, 1923 Il punto più nero della società presente.
(1) Questa mattina il mio sempre amabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, in un luogo dove si vedevano bandiere sventolate, cortei dove tutte le classi di persone prendevano parte, anche sacerdoti, e Gesù come offeso di tutto ciò, voleva stringere nella sua mano le creature per stritolarle, ed io prendendo la sua nella mia me l’ho stretto dicendole:
(2) “Mio Gesù, che fai? Del resto sembra che non sono cose male che fanno, anzi piuttosto buone, pare che la Chiesa si unisce coi tuoi nemici di prima, e questi non mostrano più quell’avversione di trattare con le persone della Chiesa, anzi li chiamano a benedire le bandiere, non è questo un segno buono? E Tu invece di gradirlo sembra che ti offendi”. E Gesù sospirando e sommamente afflitto mi ha detto:
(3) “Figlia mia, come ti inganni, questo è il punto più nero della società presente, e l’unione significa che hanno tutti un colore, i nemici non hanno più timore, orrore di avvicinare le persone della Chiesa, perché non essendo in loro vera fonte di virtù e di religione, anzi, certi celebrano il divin sacrificio senza credere alla mia esistenza, altri, se credono, è fede senza opere e la loro vita è una catena di sacrilegi enormi, quindi, che bene possono fare se non l’hanno in loro? Come possono richiamare all’adempimento di vero cristiano, col far conoscere che gran male è il peccato, se manca in loro la vita della grazia? Con tutte le unione che fanno, non ci sono più uomini che fanno il precetto, quindi non è l’unione del trionfo della religione, è il trionfo del partito, cui mascherandosi, cercano di coprire il male che vanno macchinando, è la vera rivoluzione che sotto queste maschere si nasconde, ed Io resto sempre il Dio offeso, tanto dai cattivi che fingono una tinta di pietà per rafforzare il loro partito, e così poter fare male più grave, tanto dalle persone della Chiesa, ché avendo loro una falsa pietà, non sono più buoni a tirare i popoli alla mia sequela, anzi quelli trascinano loro. Si può dare tempo più triste di questo? La finzione è il peccato più brutto e lo che più ferisce il mio cuore, perciò prega e ripara”.
15-18 Aprile 25, 1923 La Volontà di Dio è la via reggia che conduce alla Santità della somiglianza del Creatore. Luisa col seguire da dove Adamo restò, Dio la costituì come capo di tutti e portatrice della felicità e beni che erano stati assegnati a tutti.
(1) Stavo pregando, ed il mio dolce Gesù è venuto, mettendosi a me vicino per pregare insieme con me, anzi la sua intelligenza rifletteva nella mia, ed io pregavo con la sua; la sua voce faceva eco nella mia, e pregavo con la sua parola; ma chi può dire gli effetti interminabili di questa preghiera? Onde dopo il mio amato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ho voluto pregare insieme con te per raffermarti nella mia Volontà, e darti la grazia di trovarti innanzi alla Maestà Suprema nell’atto della creazione dell’uomo, e siccome lo dotammo
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(1) Stavo pregando, ed il mio dolce Gesù è venuto, mettendosi a me vicino per pregare insieme con me, anzi la sua intelligenza rifletteva nella mia, ed io pregavo con la sua; la sua voce faceva eco nella mia, e pregavo con la sua parola; ma chi può dire gli effetti interminabili di questa preghiera? Onde dopo il mio amato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ho voluto pregare insieme con te per raffermarti nella mia Volontà, e darti la grazia di trovarti innanzi alla Maestà Suprema nell’atto della creazione dell’uomo, e siccome lo dotammo di tutti i beni, e la sua volontà era la nostra, e la nostra la sua, tutto era armonia tra lui e Noi, ciò che voleva prendeva da Noi: Santità, sapienza, potenza, felicità, eccetera, era il nostro prototipo, il nostro ritratto, il nostro figlio felice, sicché Adamo nel principio della sua esistenza ebbe un’epoca che compiva a maraviglia lo scopo per cui fu creato, provò che significa vivere del Volere del suo Creatore, eravamo felici a vicenda nel veder riprodurre nella nostra immagine i nostri stessi atti. Onde, come ruppe la sua volontà con la nostra, restò diviso da Noi; quindi i primi atti dell’uomo ci sono nella nostra, ed Io non voglio altro da te, che venga nel nostro Volere per seguire da dove Adamo lasciò, per poter vincolare in te tutte le armonie che lui spezzò. E come questa prima creatura essendo creata da Noi come capo di tutta l’umana famiglia, col sottrarsi dal nostro Volere portò l’infelicità a tutti, così tu col venire a seguire da dove lui lasciò, ti costituiamo come capo di tutti, quindi portatrice di quella felicità e beni che erano stati assegnati a tutti se avessero vissuti nel nostro Volere”.
(3) Ed io: “Mio Gesù, come può essere ciò possibile, se col venire Tu stesso sulla terra a redimerci ed a soffrire tante pene, neppure si è acquistato la felicità che il primo uomo perdette per sé e per tutti, come può essere ora che col vincolarmi nel tuo Eterno Volere possa restituire questa felicità perduta?”
(4) E Gesù: “Figlia mia, tutti i tempi sono nelle mie mani, do a chi voglio, e me ne servo per mezzo di chi voglio. Potevo benissimo portare la felicità che contiene la mia Volontà sulla terra, ma non trovai nessuna volontà umana che volesse far vita perenne nella mia, per riannodare i vincoli della Creazione e ridarmi tutti gli atti del primo uomo come se li avesse fatto tutti col suggello della Volontà Suprema, e quindi mettere in campo la felicità perduta. E vero che ci aveva la mia cara Mamma, ma Lei doveva coperare insieme con Me alla Redenzione. L’uomo, poi, era schiavo, imprigionato dalle sue stesse colpe, infermo, coperto di piaghe, le più schifose, ed Io come padre amante venivo a sborsare il mio sangue per riscattarlo, come medico a guarirlo, come maestro ad insegnarle la via, lo scampo per non farlo precipitare nell’inferno; povero malato, come avrebbe potuto spaziarsi nei eterni voli del mio Volere se non sapeva camminare; se Io avessi voluto dare la felicità che contiene la mia Volontà, sarebbe come darla ai morti e farla calpestare, era indisposto di ricevere un tanto bene, e perciò volli insegnare la preghiera per disporli, e mi contentai d’aspettare altre epoche, far passare secoli e secoli per far conoscere il vivere nel mio Volere, per dare il principio a questa felicità”.
(5) Ed io: “Amor mio, se con la tua Redenzione non tutti si salvano, come può essere che la tua Volontà darà a tutti questa felicità?”
(6) E Gesù: “L’uomo sarà sempre libero, non gli toglierò mai i diritti che gli diedi nel crearlo; solo che nella Redenzione venni ad aprire tante vie, viottoli, scorciatoie per facilitare la salvezza, la santità dell’uomo; con la mia Volontà vengo ad aprire la via reggia e diritta che conduce alla santità della somiglianza del loro Creatore e che contiene la vera felicità, ma con tutto ciò saranno sempre liberi di restare, chi nella via reggia, chi nei viottoli, e chi fuori del tutto, ma ci sarà nel mondo ciò che ora non c’è, la felicità del Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra. L’uomo fece i primi atti nel mio Volere e poi si sottrò, perciò rovinò, e siccome era il capo di tutti, tutte le membra rovinarono insieme. La mia Umanità formò il piano di tutti gli atti umani nella Volontà Divina, la mia Mamma mi segui fedelmente, sicché tutto è preparato. Ora non ci vuole altro che un’altra creatura, che volendo vivere perennemente in questo Volere, venga a prendere il possesso del piano da Me fatto, ed apra questa via reggia a tutti, che conduce alla felicità terrestre e Celeste”.
15-19 Aprile 28, 1923 Luisa deve calpestare il capo infernale. Il vivere nel Divin Volere è il trionfo completo del Creatore sulla creatura. Lo scopo principale della venuta di Gesù sulla terra fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana.
(1) Mi sentivo come immersa nella luce interminabile della Eterna Volontà, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divinità non ha bisogno d’operare per far uscire le opere fuori, ma solo il volerle, sicché voglio e faccio, le opere più grandi, più belle escono fuori solo che le voglia; invece la creatura ancorché le volesse, se non lavora, non si muove, nulla fa. Ora, per chi fa suo il mio Volere e vive in Esso, come nella sua propria reggia, le viene comunicato, quanto a creatura è possibile, lo stesso potere”.
(3) Ora, mentre ciò diceva mi sentivo tirare fuori di me stessa, e mi trovavo sotto ai miei piedi un brutto mostro, che tutto si mordeva per la rabbia, e Gesù stando a me vicino ha soggiunto:
(4) “Come la mia Vergine Madre schiacciò il capo alla serpe infernale, così voglio che un’altra vergine, che dev’essere la prima posseditrice della Volontà Suprema, prema di nuovo quel capo infernale, per schiacciarlo e debilitarlo in modo da rintanarlo nell’inferno, affinché abbia pieno dominio su di lui e non ardisca d’avvicinarsi a chi deve vivere nel mio Volere, perciò metti il tuo piede sul suo capo e schiaccialo”.
(5) Io, ardita, l’ho fatto, e quello si mordeva di più, e per non sentire il mio tocco si rintanava nei più cupi abissi. Onde Gesù ha ripreso il suo dire:
(6) “Figlia mia, tu credi che sia nulla il vivere nel mio Volere, no, no, anzi è il tutto, è il compimento di tutte le santità, è il dominio assoluto di sé stesso, delle sue passioni e dei suoi capitali nemici, è il trionfo completo del Creatore sulla creatura, sicché se lei aderisce ed Io giungo a che viva nel mio Volere, senza voler conoscere più il suo, non ho più che voler della creatura, e lei non ha più che darmi, tutte le mie brame sono compite, i miei disegni realizzati, non resta altro che felicitarci a vicenda. E’ vero che venni sulla terra per redimere l’uomo, ma il mio scopo principale fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana con l’accordare insieme queste due volontà e farne una sola, col portarla in quella Volontà donde era uscita, era questa la principale offesa che il mio Celeste Padre ricevette dall’uomo, ed Io dovevo risarcirlo, altrimenti non gli avrei dato piena soddisfazione. Ma per ottenere il primo scopo, dovetti primo mettere fuori il secondo, cioè salvarlo, dargli la mano perché caduto, lavarlo dal fango in cui giaceva; come potevo dire vieni a vivere nel mio Volere, se era orrido a vedersi, e sotto la schiavitù del nemico infernale? Quindi, dopo aver ottenuto il secondo scopo, voglio mettere in salvo il primo: Che la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo, e l’uomo uscito dalla mia Volontà rientri di nuovo nella mia, e per ottenere ciò, do a questa prima creatura tutti i miei meriti, tutte le mie opere, i passi, il mio cuore palpitante, le mie piaghe, il mio sangue, tutta la mia Umanità, per disporla, per prepararla, per farla entrare nella mia Volontà, perché prima deve prendere il frutto completo della mia Redenzione, e come in trionfo entra in possesso del mare immenso della mia Suprema Volontà, non voglio che entri da estranea ma da figlia, non povera ma ricca, non brutta ma bella, come se fosse un’altro Me. Perciò tutta la mia vita voglio accentrare in te”.
(7) E mentre ciò diceva uscivano da Lui come tanti mari che si riversavano su di Me, ed io vi restavo dentro, innabbisatta, e nel medesimo tempo un Sole che batteva la sua luce, ché riceveva il frutto completo della Redenzione per poter dare il frutto completo del suo Volere alla creatura, era il Sole dell’Eterno Volere che festeggiava l’entrata della volontà umana nella sua.
(8) E Gesù: “Questa mia Volontà Divina crebbe come un fiore nella mia Umanità, cui Io trapiantai dal Cielo nel vero eden della mia Umanità terrestre; germogliò nel mio sangue, sbucò dalle mie piaghe per farne il dono più grande alla creatura, non vuoi tu riceverlo?”
(9) Ed io: “Sì”.
(10) E Lui: “Voglio trapiantarlo in te, amalo e sappilo custodire”.
15-20 Maggio 2, 1923 Quando il Fiat Voluntas Tua avrà il suo compimento come in Cielo così in terra, allora verrà il pieno compimento della seconda parte del Pater Noster.
(1) La mia povera mente me la sentivo come sperduta nell’immensità dell’Eterno Volere, ed il mio dolce Gesù, ritornando al suo dire sulla Santissima Volontà di Dio mi ha detto:
(2) “Figlia mia, oh! come armonizzano bene i tuoi atti fatti nel mio Volere, armonizzano coi miei, con quelli della mia diletta Mamma, e l’uno scomparisce nell’altro e formano uno solo, sembra il Cielo in terra e la terra in Cielo, e l’eco dell’uno nei tre e dei tre in uno della Trinità Sacrosanta, oh! come risuona dolce al nostro udito, come ci rapisce, ma tanto,
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(1) La mia povera mente me la sentivo come sperduta nell’immensità dell’Eterno Volere, ed il mio dolce Gesù, ritornando al suo dire sulla Santissima Volontà di Dio mi ha detto:
(2) “Figlia mia, oh! come armonizzano bene i tuoi atti fatti nel mio Volere, armonizzano coi miei, con quelli della mia diletta Mamma, e l’uno scomparisce nell’altro e formano uno solo, sembra il Cielo in terra e la terra in Cielo, e l’eco dell’uno nei tre e dei tre in uno della Trinità Sacrosanta, oh! come risuona dolce al nostro udito, come ci rapisce, ma tanto, da rapire la nostra Volontà dal Cielo in terra. E quando il mio Fiat Voluntas Tua avrà il suo compimento come in Cielo così in terra, allora verrà il pieno compimento della seconda parte del Pater Noster, cioè, dacci oggi il nostro pane quotidiano. Io dicevo: Padre nostro, a nome di tutti, tre specie di pane ogni giorno vi chiedo: il pane della tua Volontà, anzi più che pane, perché se il pane è necessario due o tre volte al giorno, invece questo è necessario ogni momento, in tutte le circostanze, anzi dev’essere non solo pane, ma come aria balsamica che porta la vita, la circolazione della Vita Divina nella creatura; Padre, se non è dato questo pane della tua Volontà, non potrò mai ricevere tutti i frutti della mia Vita Sacramentale, che è il secondo pane che tutti i giorni ti chiediamo; oh! come si trova male la mia Vita Sacramentale perché il pane della tua Volontà non li alimenta, anzi trova il pane corrotto della volontà umana, oh! come mi fa schifo! come lo rifuggo! e sebbene vado a loro, ma i frutti, i beni, gli effetti, la santità, non posso darli, perché non trovo il pane nostro, e se qualche cosa do è in piccola proporzione, a seconda delle loro disposizioni, ma non tutti i beni che contengo, e la mia Vita Sacramentale aspetta paziente che l’uomo prenda il pane della Volontà Suprema per poter dare tutto il bene della mia Vita Sacramentale. Vedi dunque che il sacramento dell’Eucaristia, non solo, ma tutti i sacramenti lasciati alla mia Chiesa ed istituiti da Me, daranno tutti i frutti che contengono e pieno compimento quando il pane nostro, cioè la Volontà di Dio si farà come in Cielo così in terra. Dopo chiedevo il terzo pane, cioè il materiale. Come potevo dire: dacci oggi il nostro pane, in vista che l’uomo dovendo fare la nostra Volontà ciò che era nostro era suo, ed il Padre non doveva dare più il pane della sua Volontà, il pane della mia Vita Sacramentale, il pane giornaliero della vita naturale a figli illegittimi, usurpatori, cattivi, ma ai figli legittimi, buoni, che terranno in comune i beni del Padre, perciò dicevo: Dacci il nostro pane, allora mangeranno il pane benedetto, tutto le sorriderà intorno, la terra ed il Cielo porterà l’impronta dell’armonia del loro Creatore. Onde dopo soggiunsi: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Sicché anche la carità sarà perfetta, allora sarà perfetto il perdono, avrà l’impronta dell’eroismo come lo ebbi Io sulla croce, quando l’uomo avrà mangiato il pane della mia Volontà come lo mangiava la mia Umanità, allora le virtù saranno assorbite nella mia Volontà e riceveranno l’impronta del vero eroismo e di virtù divine, saranno come tanti fiumicelli che sbucheranno dal seno del gran mare della mia Volontà. E se soggiunsi: “E non c’indurre in tentazione”. Come mai Iddio lo poteva indurre in tentazione? Era perché l’uomo è sempre uomo, libero da sé stesso, perché Io non gli tolgo mai i diritti che nel crearlo gli ho dato, e lui, spaventato e temendo di sé, grida tacitamente, prega senza esprimersi in parole: “Dacci il pane della tua Volontà, affinché possiamo respingere tutte le tentazioni, ed in virtù di questo pane liberaci da ogni male. Così sia.
(3) Vedi dunque che tutti i beni dell’uomo ritrovano il loro rannodamento, il vincolo stretto del facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, la validità d’ogni loro atto, la restituzione dei beni perduti, la firma ed assicurazione che gli viene ridata la loro perduta felicità terrestre e celeste. Onde era tanto necessario che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra, che Io non ebbi altro interesse né insegnai altra preghiera, se non il Pater Noster, e la Chiesa, fedele esecutrice e depositaria dei miei insegnamenti l’ha sempre in bocca ed in ogni circostanza, e tutti, dotti ed ignoranti, piccoli e grandi, sacerdoti e secolari, re e sudditi, tutti mi pregano che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra. Non vuoi tu dunque che la mia Volontà scenda sulla terra? Ma come la Redenzione ebbe il suo principio in una Vergine, non concepì in tutti gli uomini per redimerli, sebbene chiunque vuole può entrare nel bene della Redenzione e ricevermi ciascuno per sé solo nel sacramento, così ora la mia Volontà deve avere il suo principio, il possesso, la crescita e lo svolgimento in una vergine creatura; e poi, chi si disponga e voglia entrerà nei beni che il vivere nella mia Volontà contiene. Se non fossi stato concepito nella mia diletta Mamma, mai la Redenzione sarebbe venuta; così se non opero il prodigio di far vivere un’anima nella mia Suprema Volontà, il Fiat Voluntas Tua come in Cielo sulla terra non avrà luogo nelle umane generazioni”.
15-21 Maggio 5, 1923 Quante volte l’anima entra nel Voler Divino, tante vie apre tra il Creatore e le creature, che servono per incontrarsi con Lui, ed in questo incontro lei copia le virtù del suo Creatore, assorbe in sé nuova Vita Divina, e tutto ciò che fa non è più umano, ma divino.
(1) Trovandomi nel mio solito stato, mi sentii tirata fuori di me stessa, ma non vedevo il cielo azzurro né il sole del nostro orizzonte, ma un altro cielo, tutto d’oro, tempestato di stelle di vari colori, fulgidissimo più che sole. Io mi sentivo tirata verso su, ed aprendosi innanzi a me questo cielo, mi son trovata davanti ad una luce purissima, innanzi alla quale, sprofondandomi, ho richiamato nelle mia intelligenza tutte le intelligenze umane, da dove Adamo aveva incominciato, col sottrarsi dalla Volontà Divina, a spezzare l’unione della sua intelligenza con quella del suo Creatore, fino all’ultimo che esisterà sulla terra, e cercavo di dare al mio Dio tutto l’onore, la gloria, la sottomissione, eccetera, di tutte le intelligenze create, e così facevo di tutti gli altri miei sensi, richiamando nei miei tutti quelli delle altre creature, sempre tutto ciò nel suo amabile Volere, dove tutto si trova, niente sfugge, ad onta che al presente non esistano e tutto si può fare. Onde mentre ciò facevo, una voce è uscita da dentro l’immensità di quella luce dicendo:
(2) “Quante volte l’anima entra nel Voler Divino per pregare, operare, amare ed altro, tante vie apre tra il Creatore e le creature, e la Divinità vedendo che la creatura si fa via per andare a Lui, apre le sue vie per incontrarsi con la sua creatura. In questo incontro lei copia le virtù del suo Creatore, assorbe in sé sempre nuova Vita Divina, s’addentra più dentro negli eterni segreti del Voler Supremo, e tutto ciò che fa non è più umano in lei, ma divino, e questo operato divino in lei forma un cielo d’oro, dove la Divinità, dilettandosi di trovare l’operato suo nella creatura, passeggia su questo cielo, aspettando la creatura per ricevere i suoi atti divini e quindi aprirle altre vie nella sua Divinità, e va ripetendo con tanto amore: Ecco, ecco come nel mio Volere la creatura si avvicina alla mia somiglianza, come realizza i miei disegni, come compie lo scopo della Creazione”.
(3) E mentre ciò sentivo, mi son trovata in me stessa.
15-22 Maggio 8, 1923 La sola Volontà Divina mette al sicuro tutte le grazie del Cielo.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, mi pareva di fare una via lunghissima, dove incontravo tanta gente: chi faceva orrore a vederli, chi parevano demoni incarnati, pochissimi i buoni. La via era tanto lunga che non finiva mai, ed io stanca volevo ritornare in me stessa, ma una persona a me vicino me lo impediva dicendomi:
(2) “Avanti, cammina, devi giungere al principio, e per giungere a ciò devi passare tutte le generazioni, devi averle tutte sott’occhio per portarle al tuo Creatore. Il tuo principio è Dio, e tu devi giungere a quel punto dell’eternità quando l’Eterno creava l’uomo, per ricevere tutti i vincoli della Creazione e riannodare tutte le armonie che possono esistere tra Creatore e creatura”.
(3) Quindi una forza suprema mi faceva andare avanti, ed ero costretta a vedere i mali della terra e quelli che verranno, purtroppo raccapriccianti. Onde dopo ciò ho trovato il mio dolce Gesù, ed io, stanca, mi son gettata nelle sue braccia dicendogli:
(4) “Amor mio, che via lunga ho dovuto attraversare, mi parevano secoli che non ti vedevo e che non trovavo Colui che forma la mia Vita”.
(5) E Gesù, tutto amore: “Ah! sì figlia mia, riposati nelle mie braccia, vieni nel tuo principio da donde uscisti, anch’Io ti aspettavo con ansia per ricevere da te nel mio Volere tutto ciò che la Creazione mi deve, e per dare a te nel mio stesso Volere tutto ciò che devo dare a tutta la Creazione. La sola mia Volontà può mettere al sicuro e custodire con gelosia tutti i beni che voglio dare alla creatura, fuori della mia Volontà i miei beni sono sempre in pericolo e mal custoditi, invece in Essa, Io abbondo e do ad una ciò che dovrei dare a tutte, perciò voglio vincolare in te la Creazione tutta, voglio metterti nel punto primo della creazione dell’uomo; è mio solito trattare al tu per tu con una sola creatura ciò che voglio darle e quello che voglio da lei, e poi da questa far derivare i beni agli altri. Ah! figlia mia, Io avevo creato l’uomo come un fiore che doveva crescere, colorirsi, profumarsi nella mia stessa Divinità, col sottrarsi dalla mia Volontà successe a lui come ad un fiore che si strappa da una pianta, finché sta nella pianta il fiore è bello, vivace nel suo colore, olezzante nel suo profumo; strappato dalla pianta appassisce, scolorisce, si trasforma in brutto e giunge a dare un cattivo odore. Qual sorte fu la sua e qual dolore per Me, che con tanto amore volevo crescere questo fiore nella mia Divinità per deliziarmi e ricrearmi con lui! Ora questo fiore strappato, voglio di nuovo con la mia onnipotenza, voglio farlo sbocciare col trapiantarlo di nuovo nel seno della mia Divinità, ma voglio un’anima che voglia vivere nel seno del mio Volere, lei sarà il seme che mi presterà, e la mia Volontà farà tutto il resto, così ritorneranno le mie delizie della Creazione, mi ricreerò con questo mistico fiore e mi rifarò della Creazione”.