(1) Mi sentivo tutta immersa nel Divin Volere e dicevo al mio dolce Gesù: “Ah! ti prego di non farmi uscire mai dalla tua Santissima Volontà, fa che pensi, che parli, che operi, che ami sempre in questo tuo amabile Volere”. Ora, mentre ciò dicevo mi son sentita circondata da una luce purissima, e poi ho visto il mio sommo ed unico bene e mi ha detto:
(2) “Figlia diletta mia, amo tanto questi atti fatti nel mio Volere, che non appena l’anima entra in Esso per agire, l’ombra della mia luce la circonda, ed Io corro per fare che il mio atto ed il suo fosse un solo, e siccome Io sono l’atto primo di tutta la Creazione, onde senza del mio primo moto tutte le cose create resterebbero paralizzate, senza forza ed impotenti al minimo moto; la vita sta nel moto, senza di esso tutto è morto, quindi Io sono il primo moto, che do vita ed attitudine a tutti gli altri moti, sicché al mio primo moto la Creazione si mette in giro, succede come ad una macchina, al tocco del moto primo della prima ruota, tutte le altre rotelle si mettono in giro. Vedi dunque come quasi è naturale che chi opera nella mia Volontà si muove nel mio primo moto, ed operando nel mio viene a trovarsi ed opera nel moto di tutte le creature; ed Io veggo la creatura, la sento, ché scorrendo nel mio stesso moto, in tutti i moti di esse mi dà tanti atti divini per quanti atti umani offensivi fanno tutte le altre, e questo solo perché ha operato nel mio primo moto, perciò dico che chi vive nel mio Volere mi sostituisce per tutti, mi difende da tutti e mette in salvo il mio moto, cioè la mia stessa Vita. Ecco perciò che l’operare nel mio Volere è il prodigio dei prodigi, ma senza strepito, senza acclamazioni umani, ma è il mio vero trionfo su tutta la Creazione, ed essendo il trionfo tutto divino, l’umano tace e non ha vocaboli equivalenti come acclamare il trionfo della mia Suprema Volontà”.