(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il mio sempre amabile Gesù, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, le altre virtù, per quanto alte e sublimi, fanno sempre distinguere la creatura ed il Creatore, solo l’amore è quello che trasforma l’anima in Dio e la forma una sol cosa. Sicché il solo amore è quello che trionfa su di tutte le imperfezioni umane, che consuma ciò che l’impedisce per far passare l’anima a prendere Vita Divina in Dio. Ma però non si può dare vero amore se non riceve vita, alimento, della mia Volontà, sicché la mia Volontà congiunta all’Amore è quella che forma la vera trasformazione con Me, sta a continuo contatto della mia Potenza, Santità e di tutto ciò che Io sono, sicché può dire ch’è un altro Me, tutto è prezioso, tutto è santità per quell’anima, si può dire che il suo respiro, il contatto con la terra che calpesta è prezioso, è santo, perché non sono altro che effetti del mio Volere”.
(3) Poi ha soggiunto: “Oh! se tutti conoscessero il mio Amore ed il mio Volere, finirebbero d’appoggiarsi a loro stessi e molto più agli altri, gli appoggi umani finirebbero. Oh! quanti li troverebbero insignificanti, dolorosi, scomodi, tutti si appoggerebbero al solo mio Amore, ché essendo spirito purissimo, non contenendo materia, si troverebbero al loro bell’agio appoggiati in Me, e gli effetti da loro voluti.
(4) Figlia mia, l’Amore vuol trovare le anime sgombrate di tutto, altrimenti non può vestirle della veste dell’amore, succederebbe come a quel tale che volendo vestire un abito, quell’abito è ingombrato di dentro, quindi non se lo può assestare, fa per uscire un braccio e trova l’ingombro, sicché il poveretto, o deve rimetterlo o fare una cattiva figura. Così l’Amore, quando la vuol vestire di sé, se non trova l’anima sgombrata del tutto, amareggiato si ritira”.
(1) Pregando per una persona, il benedetto Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’Amore simboleggiando il sole, succede come a quelle persone che fino a tanto che tengono gli occhi bassi, la luce del sole scende blanda nei loro occhi, quindi possono fare benissimo le loro azioni, ma se vogliono fissare gli occhi nel sole, specie se è al meriggio, la vista resta abbacinata e sono costretti ad abbassarli, altrimenti perderebbero l’attitudine delle loro azioni, e il peggio sarebbe per loro, al sole non farebbero nulla di danno, continuerebbe con la sua maestà il suo corso. Tal’è figlia mia per chi mi ama davvero, l’amore per loro è più che sole maestoso, imponente; le persone, se lo guardano da lontano, la luce dell’amore scende blanda nei loro occhi, quindi possono progettare, tramare insidie, dirne male, ma se si fanno per avvicinarlo, fissarlo, la luce dell’amore risplenderà nei loro occhi e finiranno con l’allontanarsi e col non pensarci più, e l’anima amante continuerà il suo corso senza neppure pensarci se la guardano o non la guardano, perché sa che l’amore la difenderà del tutto e la terrà al sicuro”.
(1) Stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: “L’unico mio timore è che Tu mi potessi lasciare, ritirandoti da me”.
(2) E Gesù: “Figlia mia, non posso lasciarti, perché tu non vi rifletti su di te, né prendi nessuna cura di te; le riflessioni, le cure personali, anche sul bene, per chi mi ama davvero sono tanti vuoti che forma all’amore, quindi la mia Vita non riempie tutta, tutta l’anima, sto come da banda, ad un angolo e mi danno occasione di fare le mie ritiratine, mentre per chi non è portato alle riflessioni delle cure proprie, e pensa solo ad amarmi, prende cura di Me, ed Io la riempio tutta, non c’è punto della sua vita in che non trovi la mia, e volendo fare le mie ritiratine, dovrei distruggere Me stesso, ciò che non può essere mai.
(3) Figlia mia, se sapessero le anime il male che fanno le riflessioni proprie! incurvano l’anima, l’abbassano, le fanno tenere la faccia rivolta a sé stessa, e più si guardano più umane diventano, più riflettono, più sentono le miserie e più ammiseriscono, mentre il solo pensiero di Me, d’amarmi, di starsi abbandonata tutta in Me, fa dritta l’anima, e col tenere la faccia a guardare Me solo, s’innalzano e crescono; più mi guardano più divine diventano, quanto più riflettono su di Me più si sentono ricche, forti, coraggiose”.
(4) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, le anime che stanno unite col mio Volere e che mi fanno fare la mia Vita in loro e pensano solo ad amarmi, sono unite con Me come i raggi al sole; chi forma i raggi? Chi li dà vita? Il sole; se il sole non potesse formare i raggi non potrebbe stendere la sua luce, il suo calore, sicché i raggi aiutano il sole a fare il suo corso e lo abbelliscono di più. Così Io, per mezzo solo di questi raggi che formano una sola cosa con Me, Io mi distendo su tutte le regioni e do luce, grazia, calore e mi sento più abbellito che se non li avessi.
(5) Or, si potrebbe domandare ad un raggio di sole quante vie ha fatto, quanta luce, quanto calore ha dato? Se avesse ragione risponderebbe: “Non mi voglio prendere la briga di ciò, lo sa il sole e basta; solo che se avessi altre terre da dare luce e calore lo darei, perché il sole che mi dà vita, a tutto può giungere”. E se il raggio volesse riflettere, rivolgersi indietro a ciò che ha fatto, perderebbe il suo corso e si oscurerebbe. Tali sono le mie anime amanti, sono i miei raggi viventi, non riflettono di ciò che fanno, starsi nel Sole Divino è tutto il loro intento, e se volessero riflettere succederebbe a loro come al raggio del sole, molto ci perderebbero”.
(1) Continuando il mio solito stato, quando appena il benedetto Gesù è venuto, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, Io sto con le anime, dentro e fuori, ma chi esperimenta gli effetti? Chi si avvicina con la sua volontà alla mia, chi mi chiama, chi prega, chi conosce il mio Potere e il bene che posso fargli, altrimenti succede come a quel tale che tiene l’acqua in casa e non si avvicina per prenderla e bere, ad onta che c’è l’acqua, non gode il beneficio dell’acqua e brucia dalla sete; così se si sente freddo, e mentre c’è il fuoco non si avvicina a riscaldarsi, non godrà il beneficio del calore, e così di tutto il resto. Quale non è il mio dispiacere, che mentre voglio dare non c’è chi prenda i miei benefici”.
(1) Scrivo cose passate. Stavo pensando tra me: “Il Signore, a chi ha parlato della Passione, a chi del suo cuore, a chi della croce e tante altre cose, io vorrei sapere chi è stata la più preferita da Gesù”. Ed il mio amabile Gesù nel venire mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sai chi è stata preferita più da Me? L’anima a cui ho manifestato i prodigi, la potenza del mio Santissimo Volere. Tutte le altre cose sono parte di Me, invece la mia Volontà è il centro e la vita, il reggitore di tutto; sicché la mia Volontà ha diretto la Passione, ha dato vita al mio cuore, ha sublimato la croce, la mia Volontà comprende tutto, afferra tutto e dà effetto a tutto, sicché la mia Volontà è più di tutto, di conseguenza a chi ho parlato del mio Volere, essa è stata la più preferita di tutti e sopra a tutto. Quanto dovresti ringraziarmi d’esserti ammessa ai segreti del mio Volere! Molto più, chi sta nella mia Volontà è la mia Passione, è il mio cuore, è la mia croce, ed è la mia stessa Redenzione, non ci sono cose dissimili tra Me e lei, perciò, tutta nella mia Volontà ti voglio se vuoi prendere parte a tutti i miei beni”.
(3) Per chi opera nella Divina Volontà, Gesù dispone le intenzioni.
(4) Stavo un’altra volta pensando come sarebbe meglio offerire le nostre azioni, preghiere, ecc., per riparazioni, per adorazioni, ecc. Ed il mio sempre benigno Gesù mi ha detto:
(5) “Figlia mia, chi sta nella mia Volontà e fa le sue cose perché le voglio Io, non è necessario che disponga lei le sue intenzioni, stando nella mia Volontà, come opera, prega, soffre, così Io stesso le dispongo come più mi piace; mi piace la riparazione, e me la metto per riparazione; mi piace per amore, e la prendo come amore, essendo Io il padrone ne faccio quello che voglio, non così per chi non sta nella mia Volontà, dispongono loro e sto alla volontà loro”.
(6) Uso dei beni naturali nella Divina Volontà.
(7) Un altro giorno, avendo letto dentro il libro d’una santa, che prima non aveva quasi bisogno di cibo, e poi doveva nutrirsi spesso spesso, ed era tanta la necessità che giungeva a piangere se nulla le davano, io ne sono rimasta impensierita pensando al mio stato, che prima prendevo pochissimo cibo ed ero costretta a rovesciarlo, e ora ne prendo di più e non rovescio, e dicevo tra me: “Gesù benedetto, come va questo? Io, per me lo tengo che sia immortificazione, la mia cattiveria mi porta a queste miserie”. E Gesù benedetto nel venire mi ha detto:
(8) “Figlia mia, vuoi sapere il perché? Eccomi a contentarti. Prima, l’anima per farla tutta mia, per vuotarla di tutto il sensibile e metterle tutto il celeste, il divino, la distacco anche dalla necessità del cibo, in modo da non averne quasi bisogno, sicché trovandosi in queste condizioni, tocca con mano che solo Gesù basta, nulla le è più necessario, e l’anima si eleva in alto, disprezza tutto, di più nulla si cura, la sua vita è celeste. Dopo d’averla ben bene fondata per anni e anni, non avendo Io più timore che il sensibile le porterà l’ombra delle impressioni, perché dopo d’aver gustato il celeste è quasi impossibile che l’anima gusti le fecce, lo sterco, Io la restituisco alla vita ordinaria, perché voglio che i miei figli prendano parte alle cose da Me create per loro amore secondo la mia Volontà, non secondo la loro, ed è solo per amore di questi figli che sono costretto a nutrire gli altri; non solo, ma è per Me la più bella riparazione di tutti quelli che usano delle cose naturali non secondo la mia Volontà, vedere questi figli celesti prendere le cose necessarie con sacrificio, con distacco e secondo la mia Volontà. Come vuoi dire tu che per questo c’è cattiveria in te? Nulla affatto, che male c’è nel prendere un po’ di feccia di più o di meno nella mia Volontà? Nulla, nulla, nella mia Volontà nulla ci può essere di male, ma sempre bene, anche nelle cose più indifferenti”.
(1) Trovandomi nel mio solito stato mi lamentavo con Gesù benedetto del mio povero stato e dicevo: “Che mi giova che per il passato mi hai fatto tante grazie, hai giunto fino a crocifiggermi con Te, se ora tutto è finito? “.
(2) E Gesù: “Figlia mia, che dici? Come, nulla ti giova? Tutto è finito? Falso, t’inganni, niente è finito e tutto ti giova. Tu devi sapere che tutto ciò che faccio all’anima è suggellato col suggello dell’eterno, e non c’è potenza che possa togliere all’anima l’operato della mia grazia. Sicché tutto ciò che ho fatto all’anima tua, tutto esiste e tengono vita in te, e ti danno alimento continuo, sicché se ti ho crocifisso, la crocifissione esiste ed esiste quante volte ti ho crocifisso. Io molte volte mi diletto di operare nelle anime e di mettere a deposito, e poi rinnovo di nuovo il mio operato senza togliere ciò che ho fatto prima. Quindi, come puoi dire che nulla ti giova e tutto è finito? Ah! figlia mia, i tempi sono tanto tristi che la mia Giustizia giunge a rigettare le anime che prendono i fulmini su di loro e l’impediscono di cadere sul mondo, queste sono le più care vittime del mio cuore, ed il mondo mi costringe a tenerle quasi inoperose, ma non è inoperosità la loro, perché stando nella mia Volontà, mentre pare che fanno nulla fanno tutto, anzi abbracciano l’immenso, l’eterno, solo che il mondo per la sua cattiveria non ne gode tutti gli effetti”.
(1) Questa mattina, quando appena è venuto il mio sempre amabile Gesù, tutto afflitto e piangente, io ho pianto insieme con Lui, e poi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi è che ci fa piangere e ci opprime tanto? La causa del mondo, è vero? ”
(3) Ed io: “Sì”.
(4) E Lui: “Per una causa sì santa e sì disinteressata noi piangemmo, eppure, chi è che la calcola? Anzi ridono della afflizione che ci prendiamo di loro. Ahi! le cose sono ancora a principio, laverò la faccia della terra col sangue di loro stessi”.
(5) Ed io vedevo tanto sangue umana spargersi che ho detto: “Ah! Gesù, che fai? Gesù, che fai? ”
(1) Stando molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, stavo pregando e riparando per tutti, e nell’estrema mia amarezza volsi il pensiero a me e dissi: “Pietà di me, perdona a quest’alma; il tuo sangue, le tue pene non sono anche mie? Valgono forse meno per me? ” Mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù da dentro il mio interno mi ha detto:
(2) “Ah! figlia mia, che fai pensando a te? Tu ora scendi e da padrona ti riduci alla misera condizione di chiedere, povera figlia, col pensare a te stessa t’impoverisci, perché stando nella mia Volontà tu sei padrona e da te stessa puoi prendere ciò che vuoi; se c’è da fare nella mia Volontà, è pregare, riparare per gli altri”.
(3) Ed io: “Dolcissimo Gesù, Tu ami tanto che chi sta nella tua Volontà non pensassi a sé stesso, e Tu pensi a Te stesso? (Che domanda spropositata) ”.
(4) E Gesù: “No, non penso a Me stesso, pensa a sé stesso chi ha bisogno di qualche cosa, Io non ho bisogno di nulla, Io sono la stessa santità, la stessa felicità, la stessa immensità, altezza, profondità, nulla, nulla mi manca, il mio Essere contiene in Sé stesso tutti i beni possibili ed immaginabili. Se pensiero mi potesse occupare, è il genere umano, che avendolo uscito da Me voglio che ritorni in Me. Ed in tale condizione metto le anime che vogliono fare veramente la mia Volontà, sono una sola cosa con Me, le rendo padrone dei miei beni, perché nella mia Volontà non ci sono schiavitù, ciò che è mio è di loro, e ciò che voglio Io vogliono loro. Onde, se uno sente bisogno di qualche cosa, significa che non sta davvero nella mia Volontà, o al più fa delle scese, come ora stai facendo tu, niente meno! Non ti pare strano che chi ha formato una sola cosa, un solo volere con Me, mi domanda pietà, perdono, sangue, pene, mentre l’ho costituito padrona insieme con Me? Io non so che pietà, che perdono darle, mentre le ho dato tutto, al più dovrei aver pietà, perdonare Me stesso di qualche fallo, ciò che non può essere mai. Quindi ti raccomando non uscire dalla mia Volontà, e seguita a non pensare a te stessa ma agli altri, come hai fatto finora, altrimenti verresti ad impoverire ed a sentire bisogno di tutto”.
(1) Continuando la mia afflizione dicevo tra me: “Non mi riconosco più, dolce vita mia, dove sei? Che cosa dovrei fare per ritrovarti? Mancando Tu, amor mio, non trovo la bellezza che mi abbellisce, la fortezza che mi fortifica, la vita che mi vivifica, mi manca tutto, tutto è morte per me, e la stessa vita senza di Te è più straziante di qualunque morte, ah! è sempre morire, vieni oh! Gesù, non posso più! Oh! luce suprema, vieni, non più farmi aspettare, mi fai sentire i tocchi delle tue mani, e mentre faccio per prenderti mi sfuggi, mi fai vedere la tua ombra, e mentre faccio per guardare dentro dell’ombra la maestà, la bellezza del mio Sole Gesù, sperdo ombra e Sole. Deh! pietà, il mio cuore è straziato, è lacerato a brani, non posso più vivere. Ah! potessi morire almeno! ” Mentre ciò dicevo, appena è venuto il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sono qui dentro di te, se vuoi riconoscerti vieni in Me, e dentro di Me vieni a riconoscerti. Se verrai in Me a riconoscerti ti metterai nell’ordine, perché in Me troverai la tua immagine fatta da Me e simile a Me, troverai tutto ciò che bisogna a conservare e ad abbellire questa immagine, e venendo a riconoscerti in Me, riconoscerai anche il prossimo in Me, e vedendo come Io amo te, e come amo il prossimo, salirai al grado del vero amor divino, e tutto, dentro e fuori di te, le cose prenderanno il vero ordine, che è l’ordine divino. Invece, se ti vuoi riconoscere dentro di te, primo, che non ti riconoscerai davvero, perché ti mancherà il lume divino; secondo, tutte le cose le troverai in disordine e cozzeranno tra loro; la miseria, la debolezza, le tenebre, le passioni e tutto il resto, sarà il disordine che troverai dentro e fuori di te, che non solo guerreggeranno te, ma anche tra loro, a chi più potrà farti male, e immaginati tu stessa in che ordine ti metteranno il prossimo. E non solo voglio che debba riconoscerti in Me, ma se vuoi ricordarti di te devi venire a farlo in Me, altrimenti se vuoi ricordarti di te senza di Me, farai più male che bene”.
(1) Questa mattina il mio sempre amabile Gesù pare che è venuto secondo il solito di prima, ma però mi pareva come se fosse di passaggio, e teneva un’ansia di rivedermi e trattenersi con me alla famigliare. Io, vedendolo così buono, dolce, benigno, ho dimenticato tutti i suoi crucci, le privazioni, e vedendolo con una corona di spine grande e ben folta gli ho detto: “Dolce amor mio e vita mia, fammi vedere che continui a volermi bene, questa corona che ti cinge la testa levala da Te e mettila a me con le tue stesse mani”. E l’amabile ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)