MaM
Messaggio del 1 dicembre 1983:Grazie a tutti voi che venite in chiesa per pregare Gesù nonostante la neve, il gelo e il cattivo tempo. Continuate così e siate perseveranti. Sapete bene che quando un amico vi chiede con insistenza qualcosa, voi gliela date. Lo stesso fa Gesù con voi: quando pregate con perseveranza e venite a messa nonostante la vostra stanchezza, egli vi dà tutto ciò che gli chiedete. Perciò, figli miei, pregate, pregate, pregate

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1912

11-3 Febbraio 14, 1912 Gesù dice che nella sua Volontà, qualunque cosa ha lo stesso valore, e parla della sua Volontà.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto ed io stavo dicendogli: “Dimmi oh! Gesù, come va che dopo che hai disposto l’anima al patire, la quale conoscendo il bene che c’è nel patire ama il patire, patisce quasi con passione, e mentre crede che il suo retaggio è il patire, al più bello tu le togli questo tesoro? ”

(2) E Gesù: “Figlia mia, il mio Amore è grande, il mio regime è insuperabile, i miei insegnamenti sono sublimi, le mie istruzioni divine, creatrici ed inimitabili, quindi, per fare che tutte le cose, siano grandi o piccole, patire o godere, naturale o spirituale, acquistino un solo colore e abbiano un solo valore, permetto che quando l’anima si è addestrata a patire e giunge ad amarlo, Io questo patire lo faccio passare come proprietà propria nella volontà, sicché ogniqualvolta Io le manderò il patire, tenendo la proprietà, le disposizioni nella volontà, si troverà sempre disposta a patire e ad amarlo. Quindi, Io guardo le cose nella volontà, ed è per l’anima come se sempre patisse, ad onta che non patisce; e affinché il godere avesse il valore dello stesso patire, e il pregare, l’operare, il mangiare, il sonno, insomma, tutto, perché il tutto sta se le cose sono di mia Volontà, per fare che qualunque siano avessero un solo valore, permetto che l’anima si addestri a tutte le cose nella mia Volontà con santa indifferenza. Sicché pare per l’anima che mentre Io le do una cosa, poi gliela tolgo, ma non è vero; piuttosto è che in principio, quando l’anima non è ben addestrata, sente la sensibilità nel patire, nel pregare, nell’amare, ma quando, con l’addestrarsi passano come proprietà proprie nella volontà, cessa la sensibilità; ma succedendole l’occasione d’aver bisogno di servirsene di queste proprietà divine che le ho fatto acquistare, con passo fermo e con animo imperturbabile si mette ad esercitarsi nell’occasione che si presenta; come per esempio: Si presenta il patire? Trovano in loro la forza, la vita del patire. Devono pregare? Trovano in loro la vita della preghiera, e così di tutto il resto”.

(3) A me sembra così, secondo che dice Gesù: Suppongo che io abbia ricevuto un dono, fino a tanto che non mi decida dove debbo conservare quel dono, io lo guardo, lo apprezzo, sento una certa sensibilità d’amare quel dono; ma se lo conservo sotto chiave, non guardandolo più, la sensibilità cessa, ma con ciò non posso dire che il dono non è più mio, anzi è più certo mio, perché lo tengo sotto chiave, mentre prima stava in pericolo e me lo potevano rubare.

(4) Gesù continua: “Nella mia Volontà tutte le cose si danno la mano tra loro, tutte si rassomigliano, tutte sono d’accordo, sicché il patire dà il luogo al godere e dice: “Ho fatto la mia parte nella Volontà di Dio, fa ora la tua, e solo che Gesù vorrà mi metterò di nuovo in campo”. Il fervore dice al freddo: “Tu sarai più ardente di me se ti contenterai di stare nella Volontà del mio eterno Amore”. La preghiera all’operare, il sonno alla veglia, l’infermità alla sanità, tutte, tutte fra loro, pare che uno cede il posto all’altra a stare in campo, ma tutte hanno il loro posto distinto. Poi, chi vive nella mia Volontà non è necessario che faccia la via per mettersi in attitudine a fare quello che voglio, ma come filo elettrico già si trova in Me a fare quello che voglio”.

11-4 Febbraio, 1912 Offerta d’una vittima.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio adorabile Gesù si faceva vedere crocifisso con un’anima vicina, la quale si offeriva vittima a Gesù, e Gesù le ha detto:

(2) “Figlia mia, ti accetto vittima del dolore, tutto ciò che potrai soffrire lo soffrirai come se stessi con Me sulla croce, e con le tue sofferenze mi solleverai; molte volte ti sfugge questo di sollevarmi con le tue sofferenze, sappi però che Io fui vittima e ostia pacifica, anche tu non ti voglio vittima oppressa, ma pacifica ed allegra, sarai come una agnellina docile ed il tuo belare, cioè le preghiere, le sofferenze, le opere tue, serviranno a raddolcire le mie piaghe inasprite”.

11-5 Febbraio 18, 1912 Come chi vive della vita di Gesù, può dire che la sua vita è finita.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre e tutto amabile Gesù è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che fai per Me, anche un respiro, entra in Me come pegno del tuo amore per Me, ed Io in contraccambio te li do a te i miei pegni d’Amore, sicché l’anima può dire: Io vivo dei pegni che mi dà il mio diletto Gesù”.

(3) Poi ha soggiunto:

(4)Figlia diletta mia, vivendo tu della mia Vita, la tua vita si può dire che è finita, non più vivi, onde, non vivendo più tu, ma Io, tutto ciò che ti fanno, piaceri o dispiaceri, Io lo ricevo come fatto a Me proprio; e ciò lo puoi comprendere da questo, che ciò che ti fanno, o piaceri o dispiaceri, tu non senti niente, ciò significa che ci deve essere un altro che deve sentire quel piacere o dispiaceri, e chi altro lo può sentire se non Io che vivo in te e che ti amo tanto, tanto? ”

11-6 Febbraio 24, 1912 L’anima che fa la Divina Volontà perde il suo temperamento, e acquista il temperamento di Gesù. Sorriso di Gesù.

(1) Avendo visto varie anime intorno a Gesù, specie una più sensibile, Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, le anime di temperamento sensibile, se si mettono al bene fanno più progresso delle altre, perché la loro sensibilità le porta ad imprese ardue e grandi”.

(3) Io l’ho pregato che le togliesse quel resto di sensibilità umana che le restava, che la stringesse più a Sé, che le dicesse che l’amava, ché al sentirsi dire che l’amava la conquiderebbe del tutto; vedrai che riuscirete, non hai vinto a me così, dicendomi che mi amavi tanto, tanto? ”

(4) E Gesù: “Sì, sì, lo farò, ma ci voglio la sua cooperazione, che sfugga quanto più possa dalle persone che le eccitano la sensibilità”.

(5) Onde io ho soggiunto: “Mio amore, dimmi, ed il mio temperamento qual’è? ”

(6) E Gesù: “Chi vive nella mia Volontà perde il suo temperamento ed acquista il mio. Sicché nell’anima che fa la mia Volontà si scorge un temperamento piacevole, attraente, penetrante, dignitoso ed insieme semplice, d’una semplicità infantile, insomma, mi rassomiglia in tutto. Anzi, di più ancora, tiene in suo potere il temperamento come lo vuole e come ci vuole, siccome vive nella mia Volontà prende parte alla mia Potenza, quindi tiene le cose e sé stesso a sua disposizione, quindi, a seconda le circostanze e le persone che tratta, prende il mio temperamento e lo svolge”.

(7) Ed io: “Dimmi, mi dai un primo posto nel tuo Volere? ”

(8) Gesù ha sorriso: “Sì, sì, te lo prometto, dalla mia Volontà non ti farò uscire giammai, e prenderai e farai ciò che vuoi”.

(9) Ed io: “Gesù, voglio essere povera, povera e piccola, piccola; delle stesse cose tue non voglio niente, meglio che le tieni Tu stesso, solo Te voglio, e come bisogne le cose Tu me le darai, non è vero, oh! Gesù? ”

(10) E Gesù: “Bravo, bravo alla figlia mia, finalmente ho trovato una che non vuole niente. Tutti vogliono qualche cosa da Me, ma non il tutto, cioè Me solo; mentre tu, col non voler niente hai voluto tutto, e qui sta tutta la finezza e l’astuzia del vero amore”.

(11) Io ho sorriso e Gesù ha scomparso.

11-7 Febbraio 26,1912 Il mendicante d’amore. La creatura è fatta solo d’amore.

(1) Ritornando il mio tutto e sempre amabile Gesù, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io sono Amore e feci le creature tutto amore: i nervi, le ossa, le carni, sono tessuti d’amore; dopo d’averli tessuto d’amore vi feci scorrere in tutte le particelle, come coprendole d’una veste, il sangue, per dar loro vita d’amore, sicché la creatura non è altro che un complesso d’amore e non si muove per altro che per amore; al più ci possono essere diversità d’amori, ma sempre per amore si muove, ci può essere amor divino, amor di sé stesso, amor di creature, amor cattivo, ma sempre amore, né può fare diversamente, perché la sua vita è amore, creata dall’Amore Eterno, quindi, portata da una forza irresistibile all’amore, sicché la creatura, anche nel male, nel peccato, in fondo ci deve essere un amore che l’ha spinto a fare quel male. Ah! figlia mia, quale non dev’essere il mio dolore, nel vedere nelle creature la proprietà del mio Amore che ho messo fuori, profanato, contaminato in altro uso! Io, per custodire questo amore uscito da Me e dato alle creature, me ne sto intorno ad esse come un povero mendicante, e come la creatura si muove, palpita, respira, opera, parla, cammina, le vo mendicando tutto, e la prego, la supplico, la scongiuro che desse tutto a Me dicendole: “Figlia, non ti chiedo se non ciò che ti ho dato, è per tuo bene, non mi rubare ciò che è mio: Il respiro è mio, respira solo per Me; il palpito, il movimento è mio, palpita e muoviti solo per Me, e così del resto”. Ma con sommo mio dolore sono costretto a vedere che il palpito prende una via, il respiro un’altra, ed Io, il povero mendicante, ne resto digiuno, mentre l’amore di sé stesso, delle creature, delle stesse passioni, ne restano satolli; ci può essere torto maggiore di questo? Figlia mia, voglio sfogare con te il mio Amore ed il mio dolore, solo chi mi ama mi può compatire”.

11-8 Febbraio 28, 1912 Segni per conoscere se si ama solo il Signore.

(1) Questa mattina, nel vedere il mio adorabile Gesù gli ho detto: “Oh! cuor mio, vita mia e tutto mio, come si può conoscere se si ama Voi solo, o anche altri? “.

(2) “Figlia mia, se l’anima è tutta piena di Me fino all’orlo, fino a sovrabbondare fuori, cioè, non pensa, non cerca, non parla, non ama che Me solo, tutto il resto pare che non esista per lei, anzi il resto la annoia, l’infastidisce, al più cede la feccia e l’ultimo posto a ciò che non è Dio, come fosse l’ultimo pensiero, una parola, un atto per una cosa necessaria della vita naturale, questo non è altro che dare la scoria alla natura, questo lo fanno i santi, lo feci anch’Io con Me, cogli apostoli, dando qualche disposizione, dove si doveva pernottare, che mangiare. Quindi, dare questo alla natura non nuoce né all’amore né alla santità vera, ed è segno che ama Me solo. Se poi l’anima è intramezzata da varie cose, ora pensa a Me, ora ad altro; ora parla di Me e poi a lungo parla di altro, e così del resto, è segno che non ama Me solo ed Io non ne sono contento, se poi, l’ultimo pensiero, l’ultima parola, un ultimo atto è solo per Me, è segno che non mi ama, e se mi dà qualche cosa non è altro che la feccia che mi dà, eppure questo fa la maggioranza delle creature. Ah! figlia mia, quelli che mi amano sono con Me uniti come i rami sono uniti al tronco dell’albero, ci può essere mai separazione, dimenticanza, nutrimento diverso tra i rami ed il tronco? Una è la vita, uno lo scopo, unanimi i frutti, anzi il tronco è la vita dei rami, i rami la gloria del tronco, uno e l’altro sono la stessa cosa. Così sono con Me le anime che mi amano”.

11-9 Marzo 3, 1912 Il temperamento di Gesù lo forma la sua Volontà, e l’anima che fa la Volontà di Dio prende parte a tutte le qualità del suo temperamento.

(1) Continuando il mio solito stato, è venuto il mio adorabile Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà perde il suo temperamento e prende il mio, e siccome nel mio temperamento ci sono tante musiche che formano il paradiso dei beati, cioè: musica è il mio temperamento dolce, musica la Bontà, musica la Santità, musica la Bellezza, la Potenza, la Sapienza, l’Immensità e così di tutto il resto del mio Essere, onde l’anima prendendo parte a tutte le qualità del mio temperamento, riceve in sé tutte le varietà di queste musiche, e come va facendo anche le più piccole azioni, mi fa una musica ed Io nel sentirla conosco subito ch’è musica che l’anima ha preso dalla mia Volontà, cioè dal mio temperamento, e corro e me la vado a sentire, e mi piace tanto che ne resto ricreato e rinfrancato da tutti gli affronti che mi fanno le altre creature. Figlia mia, che sarà quando queste musiche passeranno in Cielo? All’anima la metterò a Me di fronte, Io farò la mia musica e lei la sua, ci saetteremo a vicenda, il suono dell’uno sarà l’eco del suono dell’altro, le armonie si confonderanno insieme, a chiare note si conoscerà da tutti i beati che quest’anima non è altro che frutto del mio Volere, portento della mia Volontà, e tutto il Cielo ne godrà un paradiso di più. Queste sono le anime a cui vado ripetendo: “Se non avessi creato il cielo, per te sola lo crearei”. Distendo il cielo del mio Volere in loro e vi faccio le mie vere immagini, ed in questi cieli Io vado spaziando, divertendomi e scherzando con loro; a questi cieli Io ripeto: “Se non mi avessi lasciato nel Sacramento, per voi sole mi avrei lasciato”. Perché esse sono le mie vere ostie, ed Io, come non potrei vivere senza d’un Volere, così non posso vivere senza di questi cieli della mia Volontà; anzi non solo sono le mie vere ostie, ma il mio calvario e la mia stessa Vita. Questi cieli del mio Volere mi sono più cari, più privilegiati dei tabernacoli e delle stesse ostie consacrate, perché nell’ostia, col consumarsi le specie la mia Vita finisce, ed invece in questi cieli del mio Volere, la mia Vita non finisce mai, anzi mi servono di ostie in terra e saranno ostie eterne in Cielo. A questi cieli del mio Volere aggiungo: “Se non mi fossi incarnato nel seno di mia Madre, per queste sole anime mi sarei incarnato, per queste avrei sofferto la passione”. Perché in loro trovo il vero frutto della mia incarnazione e passione”.

11-10 Marzo 8, 1912 Cosa significa vittima.

(1) Questa mattina si è offerto vittima il padre G. a Nostro Signore, ed io stavo pregando ed offerendolo che lo accettasse. Onde il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io lo accetto di buon cuore, e digli che la sua vita non sarà più la sua, ma la mia, anzi lo scelgo vittima della mia Vita nascosta. La mia Vita nascosta fu vittima di tutto l’interno dell’uomo, sicché soddisfece per i pensieri, desideri, tendenze, affetti cattivi. Tutto ciò che fa di esterno l’uomo, non è altro che lo sbocco dell’interno, se tanto male si vede nell’esterno, che sarà dell’interno? Quindi, molto mi costò il rifacimento dell’interno dell’uomo, basta dire che vi impiegai la prolissità di trent’anni; il mio pensiero, il mio palpito, il respiro, i desideri, erano sempre intenti a correre presso il pensiero, il palpito, il respiro, il desiderio dell’uomo per ripararli, per soddisfarli, per santificarli; così scelgo lui vittima per questo punto della mia Vita nascosta, sicché voglio tutto il suo interno unito con Me ed offerto a Me per soddisfarmi l’interno cattivo delle altre creature; e a bella posta lo scelgo per questo, ché essendo lui sacerdote conosce più degli altri l’interno delle anime, il marciume, la melma che c’è dentro di loro, e da ciò può conoscere di più quanto mi costò questo mio stato di vittima, a cui voglio che prenda parte, non solo lui, ma degli altri cui lui avvicina. Figlia mia, digli che grazia grande che gli fo accettandolo vittima, perché il farsi vittima non è altro che un secondo battesimo, anzi più del battesimo, perché si tratta di risorgere nella mia stessa Vita, e dovendo la vittima vivere con Me e di Me, mi è necessario lavarla d’ogni macchia, dandole un nuovo battesimo e raffermarla nella grazia per poterla ammettere a vivere con Me, sicché, d’ora in poi tutto ciò che farà non dirà più che è cosa sua, ma mia, sicché, se prega, se parla, se opera, dirà che sono cose mie”.

(3) Poi, Gesù pareva che guardava intorno, ed io: “Che guardi oh! Gesù? Non siamo soli? ”

(4) E Lui: “No, ci sono persone, le attiro attorno a te per averle più strette con Me”.

(5) Ed io: “Le vuoi bene? ”

(6) E Lui: “Sì, ma le vorrei più sciolte, più fiduciose, più ardite e più intime con Me, senza alcun pensiero di loro stesse, perché devono sapere che le vittime non sono più padroni di loro stesse, altrimenti annullano lo stato di vittima”.

(7) Ond’io, sentendomi un po’ di tosse, ho detto: “Gesù fammi venire presto, fammi morire di tisi, presto, presto, fammi venire, portami con Te”.

(8) E Gesù: “Non mi far vedere che resti scontenta, altrimenti Io soffro. Sì, morrai di tisi, un altro poco, e se non morrai di tisi corporale, morrai di tisi d’amore. Deh! non uscire dalla mia Volontà, ché la mia Volontà sarà il tuo paradiso, anzi il paradiso del mio Volere; quanti giorni starai in terra, altrettanti paradisi di più ti darò in Cielo”.

11-11 Marzo 13, 1912 Effetti dello stato di vittima.

Continua Gesù a parlare sullo stato di vittima dicendomi:

(1) “Figlia mia, il battesimo della nascita è di acqua, perciò ha virtù di purificare, ma non di togliere le tendenze, le passioni, ma il battesimo di vittima è battesimo di fuoco, perciò ha virtù di purificare, non solo, ma di consumare qualunque passione e tendenze cattive, anzi, Io stesso la vado battezzando parte per parte: Il mio pensiero battezza il pensiero dell’anima, il mio palpito il suo palpito, il mio desiderio il suo desiderio, e così del resto. Ma però, questo battesimo si svolge tra Me e l’anima a seconda che si dà a Me e non più riprende quello che mi ha dato, ecco perciò figlia mia non avverti tendenze cattive e altro, questo ti avviene dallo stato di vittima, e te lo dico per tua consolazione, perciò di’ al padre G. che stia bene attento, che questa è la missione delle missioni e l’apostolato degli apostolati, sempre con Me lo voglio e tutto intento in Me”.

11-12 Marzo 15, 1912 Chi fa la Volontà di Dio agisce alla divina. La Divina Volontà è la Santità delle santità.

(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo un desiderio grande di fare la Volontà Santissima di Gesù benedetto, e Lui nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà è la Santità delle santità, sicché l’anima che fa la mia Volontà, per quanto fosse piccola, ignorante, ignota, lascia tutti gli altri santi dietro, ad onta dei portenti, delle conversioni strepitose, dei miracoli, anzi, confrontandole, le anime che fanno la mia Volontà sono regine, e tutte le altre le stanno come a servizio. L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente e fa tutto, perché stando nella mia Volontà agiscono alla divina, nascostamente ed in modo sorprendente, sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, sono fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli, quelli che li fanno sono i canali, in queste, invece, ne risiede la potenza, sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime dei superiori, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere in Cielo ed in terra. Ecco come posso ben dire che sono le mie vere ostie, ma ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l’ostia non sono pieni di vita né fluiscono alla mia Vita, ma l’anima è piena di vita, e facendo la mia Volontà fluisce e vi concorre a tutto ciò che faccio Io, ecco perciò mi sono più care queste ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse ostie sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle ostie sacramentali, è per formare le ostie sacramentali della mia Volontà. Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa, immaginati tu stessa che sarà di quelle anime che la fanno, Io trovo tutti i contenti in loro e do tutti i contenti a loro, la loro vita è la vita dei beati, due sole cose loro stanno a cuore, desiderano, agognano: La Volontà mia e l’Amore. Poco hanno da fare, mentre fanno tutto, le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno più che ci fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo divino, immenso ed interminabile, questa è la vita dei beati”.