MaM
Messaggio del 5 dicembre 1985:Cari figli, vi invito a prepararvi al Natale con la penitenza, la preghiera e le opere di carità. Non guardate, cari figli, alle cose materiali, perché allora non potrete gustare il Natale. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1935

33-52 Novembre 4, 1935 Chi vive nella Divina Volontà possiede il suo Gesù in modo perenne, e Lui ripete il miracolo che operò nell’istituire il Santissimo Sacramento di ricevere Sé stesso.

(1) Il mio abbandono continua nel Voler Divino, ma quanto più cammino nel suo mare, tanto più sento il bisogno della sua Vita per continuare a vivere, e avendo fatto la Santa Comunione, sentivo il bisogno d’amarlo. Ma il mio povero nulla non aveva amore sufficiente per amare Colui che tanto mi ama, era così scarso il mio amore che sentivo vergogna innanzi all’amore di Gesù, che ne aveva tanto, che non si veggono i confini, eppure volevo amarlo. Ed il mio amato Gesù facendomi coraggio mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, non ti abbattere, per chi vive nella mia Volontà, il nulla lo tiene nel tutto, e volendomi amare mi ama col mio stesso Amore, Io trovo in esso il mio Amore potente, sapiente, attraente, immenso, in modo che questo nulla della creatura mi prende da tutti i lati, ed Io mi sento legato dal suo amore, che è il mio stesso amore, in modo che non posso sfuggirla, e ora mi ferisce, ora mi freccia fino a farmi venir meno, e sento il bisogno di riposarmi nelle braccia del suo amore. Ma questo non è tutto, chi vive nella mia Volontà possiede il suo Gesù in modo perenne, perché Essa tiene virtù di formare, crescere e alimentare la mia Vita nella creatura, e ricevendomi nel Sacramento Io trovo un altro Gesù, cioè Me stesso, che mi ama, mi adora, mi ringrazia, mi ripara, posso dire che ripeto il gran miracolo che feci nell’istituire il Sacramento dell’Eucaristia, che comunicai Me stesso, cioè il tuo Gesù ricevette Gesù, era l’onore più grande, la soddisfazione più completa, il contraccambio dell’eroismo del mio Amore, ricevere Me stesso, nulla mi mancava di tutto ciò che mi era dovuto alla mia Vita Sacramentale, un Dio pareggiava lo stesso Dio, potevo dire che ciò che Io davo mi si ridava. Ora per chi vive nella mia Volontà, il non possedere il suo Gesù è impossibile, quindi ricevendomi in Sacramento Io posso dire: “Io vado a trovare Me stesso nella creatura, e trovo ciò che Io voglio, la mia Vita che unificandosi insieme forma una sola, trovo la mia reggia, trovo l’amore che sempre mi ama, trovo il compenso del grande sacrificio di tutto ciò che faccio e soffro nella mia Vita Sacramentale. Il mio Amore eccessivo mi porta con una forza irresistibile a ripetere il miracolo di ricevere Me stesso, ma mi è dato di farlo solo nella creatura dove regna la mia Divina Volontà”.

33-53 Novembre 17, 1935 Tutto ciò che si fa nella Divina Volontà prende il suo posto in Dio.

(1) Mi sento nelle braccia della Divina Volontà, mi sembra che mi aspetta per operare nel piccolo atto mio per darmi il riposo nelle opere sue, e per riposarsi anch’Essa, ed il mio dolce Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come la creatura opera nella mia Volontà, così i suoi atti prendono il loro posto nel nostro Essere Divino, la nostra Bontà è tanta, che tiene tanti vuoti per ricevere tutti gli atti umani che posseggono la virtù creatrice nel nostro Volere, essi vengono al loro Creatore tutti festanti e riempiono questi vuoti che il nostro Amore tiene a bella posta formati in Noi per poter dire coi fatti: “Sono atti nostri, ciò che facciamo Noi fa la creatura, ciò che si fa nella nostra Volontà nulla resta fuori di Noi, né possono restare, sarebbe se ciò si potesse dare, come se la nostra Vita fosse soggetta a separarsi, ciò che non può essere, perché possediamo non solo l’inseparabilità del nostro Ente Supremo, ma di tutti gli atti nostri e di chi vive nel nostro Volere, teniamo posti per tutti, e di tutto formiamo un solo atto. Ora, questi atti trovano in Noi non solo il loro posto d’onore, la vita perenne ed il loro riposo, e Noi sentiamo la felicità, la gioia che la creatura ha chiuso nel suo atto col farlo nella nostra Volontà, sentiamo che il nostro Fiat ci ama, ci glorifica, ci felicita, ci beatifica nell’atto della creatura come Noi meritiamo. Oh! come ci sentiamo felici, sentire la felicità in Noi è natura, sentire la felicità che ci può dare la creatura, sentiamo il contraccambio dell’opera della Creazione, e ti par poco che diamo la virtù alla creatura di poter felicitare il suo Creatore? E’ tale e tanta la gioia che proviamo, che ci abbandoniamo nelle braccia della creatura e stringendola nelle nostre riposiamo in essa, ed essa riposa in Noi, e allora viene rotto il nostro riposo quando ci sorprende con altri suoi atti, per goderci la felicità che ci porta. Sicché non facciamo altro che passare dalla felicità al riposo, dal riposo alla felicità, beata creatura che vivendo nella nostra Volontà Divina può felicitare Colui che possiede il pelago delle infinite gioie e felicità senza fine”.

33-54 Novembre 24, 1935 Il vero amore chiama sempre colui che ama, e lo chiude dentro. Come tutto è velato senza della Divina Volontà. Esempio.

(1) La mia povera mente si trova sotto le onde impetuose del Voler Divino, impetuose ma pacifiche, portatrici di felicità, tanto che la povera creatura si sente stretta ed incapace di poterle ricevere tutte, e mentre seguivo gli atti del Fiat, sono giunta al punto della creazione dell’uomo, e pensavo tra me: “Con quanto amore poteva amare il Signore l’Adamo innocente prima di peccare”. Ed il mio amato Gesù sorprendendomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, mi amò tanto per quanto a creatura è possibile. Lui era un complesso d’amore, neppure una fibra era vuota dell’amore ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-1 Dicembre 2, 1935 Come la Divina Volontà dardeggia la creatura e vi forma la nobiltà Divina, e facendola d’Attore rende inseparabile Dio e la creatura. Esempio, il sole.

(1) Mio Re d’amore Gesù e mia Regina Mamma mia Divina, deh! intrecciate la mia volontà con la vostra e fatene una sola, anzi chiudetemi nei vostri cuori, affinché scriva non fuori di voi, ma o dentro del cuore del mio Gesù, o nel grembo della mia Madre Celeste, affinché possa dire: “E’ Gesù che scrive e la mia Mamma che mi imbocca le parole”. Perciò aiutatemi e datemi grazia di vincere la grande ripugnanza che sento, nell’incominciare un’altro volume, voi che sapete il povero mio stato, sento il bisogno d’essere sostenuta, fortificata e tutta rinnovata dalla Potenza del vostro Fiat Divino per poter fare in tutto e sempre la vostra Divina Volontà.

(2) Onde mi sentivo immersa nel Voler Divino, il quale prendeva aspetto d’Attore, per poter entrare nei più intimi ripostigli dell’anima mia, e formare il suo atto operante in me; io sono rimasta sorpresa, ed il mio dolce visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(3) “Figlia mia benedetta, quando la creatura fa e vive nella Divina Volontà, il nostro Essere Supremo la dardeggia con la sua luce continuamente, le dardeggia la mente e vi getta in essa la nobiltà dei pensieri divini, in modo che sente nella sua intelligenza, memoria e volontà, la Santità, il ricordo del suo Creatore, l’Amore, la Volontà di Colui che facendole d’Attore forma in essa l’ordine, la Sapienza Divina, dardeggiandola vi getta coi suoi baci di luce la Sostanza Divina nella sua mente, in modo che tutto è nobile, tutto è santo, tutto è sacro in essa. Questo Attore del mio Volere, formando la sua sede nella intelligenza creata, con la sua Potenza e maestria vi forma la sua immagine; le dardeggia il cuore e forma la nobiltà dell’amore, dei desideri, degli affetti, dei palpiti; dardeggia la bocca e forma la nobiltà delle parole; dardeggia le opere ed i passi e forma le opere sante, la nobiltà dei passi; e non solo dardeggia l’anima, ma anche il corpo, e con la sua luce investe il sangue e lo nobilita, in modo che la creatura si sente scorrere nel suo sangue, nelle sue membra la pienezza, la santità, la sostanza della Nobiltà Divina. Quest’Attore della mia Divina Volontà prende l’ufficio d’Artefice insuperabile, di trasformare Dio nella creatura, e la creatura in Dio. Quando la mia Volontà è giunta a questo, ch’è l’atto più grande che può fare, - cioè di formare di Dio e della creatura una sol vita, rendendoli inseparabili l’uno dall’altro -, si riposa nell’opera sua e vi sente tale felicità, perché ha vinto la creatura, ha formato il suo lavoro in essa, e ha compiuto la sua Volontà. Allora pare che dice nell’enfasi del suo amore: “Ho fatto tutto, non mi resta altro che possederla e amarla”.

(4) Io sono restata impensierita nel sentir ciò, ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, perché ne dubiti? Non lo fa anche il sole questo ufficio: Come dardeggia il fiore con la sua luce, così le dà la sostanza del colore e del profumo; come dardeggia il frutto, così l’infonde la dolcezza ed il sapore; come dardeggia le piante, così 35[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta comunica a ciascuna la sostanza, gli effetti che ad esse ci vuole. Se ciò lo fa il sole, molto più la mia Volontà Divina che tutto può, e tutto sa fare, e come il sole va trovando il seme per dare ciò che possiede, così la mia Divina Volontà va trovando le disposizioni delle creature che vogliono vivere di mia Volontà, che subito la dardeggia e vi comunica la sostanza e Nobiltà Divina, e forma e fa crescere la sua Vita”.

34-2 Dicembre 8, 1935 Prodigi dell’Immacolato Concepimento. Comunicazione dei diritti divini. Come Dio non vuol fare nulla senza della sua Madre Celeste.

(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e giunta nell’atto che il Fiat Onnipotente creò la Vergine Immacolata mi sono fermata, ed oh! quale sorpresa di prodigi mai uditi uniti insieme, l’incanto del cielo, del sole e di tutta la Creazione non potevano paragonarsi, oh! come restavano dietro innanzi alla Sovrana Regina, ed il mio dolce Gesù nel vedermi così sorpresa mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che non vi è bellezza, né valore, né prodigi che possano paragonarsi all’Immacolato Concepimento di questa celeste creatura, il mio Fiat ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-3 Dicembre 15, 1935 Come il vero amore vuol farsi conoscere, si spande e corre e vola in cerca di chi ama, perché sente il bisogno d’essere riamato. Potenza dell’atto creante che si riceve quando si gira nella Creazione.

(1) La mia povera mente è sempre trasportata nel mare della Divina Volontà, la quale mi fa presente e tiene come in atto tutto ciò che ha fatto per amore delle creature, e sospira che esse riconoscano ciò che ha fatto, quanto ci ha amato, e ci aspetta negli atti suoi per dirle: “Facciamo insieme, non mi fare operare da sola, affinché ciò che feci Io, faccia tu, e così potremo dire, con uguale amore ci abbiamo amato”. Com’è bello potersi dire a vicenda: “Mi hai amato e ti ho amato”. E’ il compenso delle opere più grandi e dei sacrifici più dolorosi.

(2) Onde la mia mente girava nella Creazione, in quell’atto quando il Fiat Onnipotente pronunziandosi creava e stendeva il cielo azzurro, ed il mio eterno amore per avermi insieme con Lui in quest’atto, ed il mio dolce Gesù faceva festa ché teneva la sua compagnia, e soffermandomi mi ha detto:

(3) “Figlia mia buona, amare e non farsi conoscere è contro la natura del vero amore, perché il vero amore da per sé stesso si spande e corre, vola in cerca di chi ama, e allora si ferma quando trovandola se la chiude, la nasconde nel suo amore, e trasformandola nelle sue stesse fiamme vuol trovare il suo stesso amore in essa, le sue stesse opere fatte da chi ama per amor suo. E siccome la creatura mai può fare ciò che facciamo Noi per essa, il nostro Amore per avere l’intento chiama la creatura a sé, la nasconde nel suo stesso amore e la fa operare insieme col nostro atto creante e conservante, e così in realtà la creatura può dire: “Ti ho amato, ciò che hai fatto Tu per me l’ho fatto io per te”. E Noi ci sentiamo in realtà riamati da essa col nostro Amore e con le stesse opere nostre. Tu devi sapere che come la creatura si eleva con la sua volontà nella nostra nelle cose da Noi create, il nostro Ente Supremo rinnova sopra di essa l’atto creante, ed oh! le maraviglie che facciamo di grazie, di santità, di cielo, di soli nella sua anima, il nostro atto si diletta di ripetersi, e come essa gira nelle cose create, il nostro Amore vuol farsi conoscere, vuol far toccare con mano quanto l’ama, e ripete sopra di essa il nostro atto creante che non è mai soggetto a cessare, in modo che sente tutta la foga del nostro Amore, la potenza delle nostre opere, e presa da stupore ci ama con la nostra forza creatrice che abbiamo infuso in essa; ed oh! il nostro contento nel vederci conosciuti e amati da chi tanto amiamo. Ecco perciò creammo tante cose, perché aspettavamo la creatura per farci conoscere quanto l’amiamo, e per dare ad essa in ogni cosa creata la potenzialità del nostro Amore per farci amare; l’amore quando non è conosciuto si rende infelice, e quando non è riamato da chi ama, si sente perdere la vita, inceppato, spezzare i passi, e mettere nell’oblio le sue opere più belle. Invece quando è conosciuto e amato, la sua vita si moltiplica, ecco il nostro atto creante sopra della creatura per essere amato come Noi l’amiamo, i nostri passi sono liberi, anzi volano per prenderci l’amata creatura, stringerla al nostro seno per amarla e farci amare, il nostro Amore sente la felicità dell’amore che essa le porta. Perciò non c’è onore più grande che può darci che venire nella nostra Volontà Divina, Noi come la vediamo venire mettiamo a sua disposizione tutta la Creazione, perché è sua, per essa fu fatta, e come gira in ciascuna cosa creata trova la nostra potenza creatrice, che investendola comunica il nostro Amore che ciascuna possiede, e ci può amare con la nostra forza creatrice ch’è sorgente, e ci può amare come vuole e quanto vuole, e così l’amore del Creatore e della creatura si danno il bacio, l’uno si riposa nell’altro, e tutti e due sentono il contento d’amarsi davvero. Oh! come è bella la compagnia di chi ci ama, è tanto il nostro contento, che il nostro Amore sorge ed inventa altre opere più belle, altre industrie amorose per amare e farci amare”.

34-4 Dicembre 29, 1935 Il Reggio posto della creatura nell’unione dell’unità divina, come resta racchiusa in Essa e come può formare le bellezze più rare e l’incanto al suo stesso Creatore.

(1) Sono tra le braccia del Fiat Divino, il quale mi attira tanto che il mio piccolo nulla si sente sperduto nel Tutto, e sebbene sperduto sente la sua vita sostenuta, alimentata, vivificata dal Tutto, e se mai sia, volessi sottrarmi, ciò che non può essere, perché non troverei neppure un buco dove potermi chiudere che non trovassi il mio Tutto, oh! allora mi sentirei il mio piccolo nulla senza vita. Onde mi sentivo che il Voler Divino soffiava il mio nulla e mi faceva sentire la sua Vita, il suo Amore, la sua Potenza, ma mentre la mia mente nuotava nel Tutto, nella sua interminabile, il mio amato Gesù visitando la mia piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia della mia Volontà, com’è sorprendente, meraviglioso, sublime, operare nel mio Voler Divino, come la creatura fa il suo atto in Esso, il suo atto resta spogliato dall’umano, e unificandosi acquista l’unione dell’unità dell’atto Divino. Ora, la creatura tiene il suo reggio posto, il suo atto nell’unità del solo atto nostro, e quindi se ama, ama nella nostra unità; se ci adora, se ci benedice, è dentro della nostra unità; se ci comprende, è dentro della nostra unità; nulla vede, fa e sente fuori di Noi, ma tutto dentro del nostro Essere Divino, essa può dire: “Non conosco altro, né amo, né voglio, che il solo Voler Divino, ché la sua unità mi tiene racchiusa dentro”.

(3) Ora, la fortuna più grande, la grazia più sublime per la creatura; la gloria, l’onore più grande per Noi, è possedere la volontà umana, il suo atto nella nostra unità, e sai perché? Perché possiamo dare amore quando ne vogliamo, e farci amare quando ne desideriamo, arricchirla di grazia, di santità, di bellezza, da sentirci rapire dai beni e bellezza che l’abbiamo infuso. Insomma possiamo avere che ci fare con la creatura, amarla, fidare il Tutto al nulla, giacché tiene del nostro, e sentirà tal potenza e amore da poter difendere il Tutto, e Noi ci sentiamo sicuri in questo nulla, perché le abbiamo cedute le nostre armi per tenerci sicuri e difesi. Ma ciò non è tutto, tutto ciò che la creatura può fare: Le azioni naturali, gli atti più indifferenti, le parole, le opere, i passi, possedendo il suo atto nella nostra unità, diventano effetto del suo atto unito col nostro, simbolo del sole che cogli effetti della sua luce forma la bellezza, le fioriture, l’incanto a tutto il creato, così essa investita dalla luce del mio Fiat, tutto diventa effetto suo, uno è l’atto, una è la Volontà, ma gli effetti sono innumerevoli, che possono formare le bellezze più rare e l’incanto più seducente a Colui che l’ha creata, e che la possiede nella sua unità. Figlia mia, il nostro Ente Supremo possiede un solo atto, sicché la Creazione tutta, ciascuna creatura, non sono altro che effetto dell’unità del nostro atto, onde la volontà umana unificandosi diventa il nostro effetto continuo. E questo effetto sai che significa? Darle sempre e ricevere sempre dalla creatura”.

(4) Ora io sono rimasta stupita e fissa nel Voler Divino, e comprendevo tante cose di questa unione nell’unità divina, e mentre era una racchiudeva tutta la Creazione e tutti erano racchiusi in questa unità e sboccati da Essa, ma sostenuti, unificati, vincolati in questa unità, e siccome è uno e tutto, sostiene e dà vita a tutto; in questo mentre ho guardato il cielo, e si vedevano tante luci di svariata bellezza che possedevano tutta la varietà dei colori, ma con un modo mirabile che rapivano, queste luci serpeggiavano nella volta azzurra, e mentre erano tante formavano una sola, penetravano nei Cieli, scendevano nel basso, volevano dar vita di luce a tutti, non si fermavano mai, correvano, volavano, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, queste luci sono le maraviglie degli atti fatti nel mio Voler Divino, come sono belli, portano l’impronta del loro Creatore”.