(1) Quest’oggi stavo fondendomi tutta in Gesù, ma tanto, da sentire al vivo e reale tutto Gesù in me, e mentre lo sentivo mi ha detto, ma in modo sì tenero e commovente, che il mio povero cuore si sentiva crepare:
(2) “Figlia mia, mi è troppo duro non contentare chi fa la mia Volontà, come tu vedi non ho più mani, né piedi, né cuore, né occhi, né bocca, nulla mi resta, nella mia Volontà che ti hai preso, di tutto ti sei impadronita, e a Me nulla mi resta. Ecco perciò ai tanti gravi mali che inondano la terra, non piovono i flagelli meritati, perché mi è duro non contentarti, e poi come lo posso ché non ho le mani, e tu non me le cedi. Se mi saranno assolutamente necessarie, sarò costretto a farti un furto, oppure convincerti, in modo che tu stessa me le cederai. Come mi è duro, come mi è duro dispiacere chi fa la mia Volontà! dispiacerei me stesso”.
(3) Io ne sono rimasta stupita di questo parlare di Gesù, non solo, ma vedevo davvero che io tenevo le mani, i piedi, gli occhi di Gesù, e gli ho detto: “Gesù, fammi venire”.
(4) E Lui: “Dammi un altro poco di vita in te e poi verrai”.