MaM
Messaggio del 7 settembre 1982:Prima di ogni festa liturgica preparatevi con la preghiera e digiunando a pane ed acqua.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1914

11-78 Agosto 15, 1914 L’anima mitiga i dolori di Gesù.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, fuori del suo solito che tiene con me in questo periodo della mia vita, cioè, che se viene è per poco, alla sfuggita ed a lampo, e quasi con la totale cessazione delle sofferenze che nel venire mi comunicava, il solo suo santo Volere è quello che mi supplisce per tutto. Onde, questa mattina è venuto, trattenendosi parecchie ore, ma in uno stato che faceva piangere le pietre, tutto si doleva e a tutte le parti della sua Santissima Umanità voleva essere lenito, pareva che se ciò non fosse, il mondo lo ridurrebbe ad un mucchio, pareva che non voleva andarsene per non vedere le stragi e i gravi spettacoli del mondo, e che quasi lo costringevano a fare cose peggiori. Ond’io me l’ho stretto e volendolo lenire mi fondevo nella sua intelligenza, per potermi trovare in tutte le intelligenze delle creature, e così dare ad ogni pensiero cattivo il mio pensiero buono, per riparare e per lenire tutti i pensieri offesi di Gesù; così mi fondevo nei suoi desideri, per potermi trovare in tutti i desideri cattivi delle creature, per mettere il mio desiderio buono per lenire i desideri offesi di Gesù, e così di tutto il resto. Onde, dopo che l’ho lenito parte per parte, come se si fosse rinfrancato mi ha lasciato.

11-79 Settembre 25, 1914 Effetti delle preghiere fatte nella Divina Volontà.

(1) Stavo offerendo le mie povere preghiere al benedetto Gesù, e pensavo tra me a chi era meglio che Gesù benedetto le applicasse. E Lui benignamente mi ha detto:

(2) “Figlia mia, le preghiere fatte insieme con Me e con la stessa mia Volontà, possono darsi a tutti, senza escludere nessuno, e tutti hanno la loro parte ed i loro effetti come se si fossero offerte ad una sola, però agiscono a seconda le disposizioni delle creature, come la Comunione, la mia Passione, per tutti e a ciascuna Io la do, ma gli effetti sono secondo le disposizioni loro, e col riceverla dieci, non è meno il frutto che se l’avessero ricevuto cinque. Tale è la preghiera fatta insieme con Me e dalla mia Volontà”.

11-80 Ottobre, 1914 Valore delle ore della Passione, e ricompensa che darà a quelli che le faranno.

(1) Stavo scrivendo le ore della Passione e pensavo tra me: “Quanti sacrifici nello scrivere queste benedette ore della Passione, specie nel mettere su carta certi atti interni che solo tra me e Gesù erano passati, quale ne sarà la ricompensa che Egli mi darà? ” E Gesù facendomi sentire la sua voce tenera e dolce mi ha detto:

(2) “Figlia mia, per compenso che hai scritto le ore della mia Passione, ad ogni parola che hai scritto ti darò un bacio, un’anima”.

(3) Ed io: “Amor mio, questo a me, ed a quelle che le faranno che le darai? “.

(4) E Gesù: “Se le faranno insieme con Me e con la mia stessa Volontà, ad ogni parola che reciteranno le darò anche un’anima, perché tutta la maggiore o minore efficacia di queste ore della mia Passione sta nella maggiore o minore unione che hanno con Me, e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde nel mio Volere, e agendo il mio Volere posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola, e questo ogni volta che le farete”.

(5) Un’altra volta stavo lamentandomi con Gesù, che dopo tanti sacrifici nello scrivere queste ore della Passione, erano tante poche le anime che le facevano, ed Egli:

(6) “Figlia mia, non ti lamentare, ancorché fosse una sola ne dovresti essere contenta, non avrei sofferto tutta la mia Passione ancorché si dovesse salvare una sola anima? Così anche tu, mai si deve omettere il bene perché pochi se ne avvalgono, tutto il male è per chi non profitta, e come la mia Passione fece acquistare il merito alla mia Umanità come se tutti si salvassero, ad onta che non tutti si salvano, perché la mia Volontà era quella di salvarli tutti, e meritai a seconda che Io volevo, non a seconda il profitto che ne farebbero le creature; così tu, a seconda che la tua volontà si è immedesimata con la mia Volontà, di voler e di fare bene a tutti, così ne resterai ricompensata, tutto il male è di quelle che potendo non le fanno, queste ore sono le più preziose di tutte, perché non è altro che ripetere ciò che feci nel corso della mia Vita mortale, e ciò che continuo nel Santissimo Sacramento. Quando sento queste ore della mia Passione, sento la mia stessa voce, le mie stesse preghiere, veggo la mia Volontà in quell’anima, qual’è di volere il bene di tutti e di riparare per tutti, ed Io mi sento trasportato a dimorare in essa per poter fare in lei ciò che fa lei stessa. Oh! quanto amerei che anche una sola per paese facesse queste ore della mia Passione! sentirei Me stesso in ogni paese, e la mia Giustizia in questi tempi grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata”.

(7) Aggiungo che un giorno stavo facendo l’ora quando la Celeste Mamma diede sepoltura a Gesù, ed io la seguii per tenerle compagnia nella sua amara desolazione per compatirla. Questa non era solito di farla sempre, solo qualche volta, ora stavo indecisa se dovevo farla o no, e Gesù benedetto, tutto amore e come se mi pregasse mi ha detto:

(8) “Figlia mia, non voglio che la tralasci, la farai per amor mio in onore della mia Mamma. Sappi che ogni qualvolta tu la fai, la mia Mamma si sente come se stesse in persona in terra e ripetere la sua vita, e quindi riceve Essa quella gloria e amore che diede a Me sulla terra, ed Io sento come se stesse di nuovo la mia Mamma in terra, le sue tenerezze materne, il suo amore e tutta la gloria che Ella mi diede, quindi ti terrò in conto di madre”.

(9) Onde, abbracciandomi, mi sentivo dire zitto zitto: “Mamma mia, mamma”. E mi suggeriva ciò che fece e soffrì in quest’ora la dolce Mamma, ed io la seguii, e d’allora in poi non l’ho più tralasciata aiutata dalla sua grazia.

11-81 Ottobre 29, 1914 Gli atti uniti con la Volontà di Dio sono atti compiuti e perfetti.

(1) Stavo lamentandomi con Gesù benedetto delle sue privazioni, ed il mio povero cuore oppresso dava in delirio, e spropositando ho detto: “Amor mio, come, hai dimenticato che senza di Te non so e non posso stare? O con Te in terra, o con Te in Cielo, forse vuoi che te lo ricordi? Vuoi stare in silenzio, dormire, corrucciato? stia pure, purché sempre stia con me, ma mi sento che mi hai messo fuori del tuo cuore. Ah! ti ha bastato il cuore di farlo? ” Ma mentre dicevo questi ed altri spropositi, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chetati, sto qui, e dicendomi che ti ho messo fuori del mio cuore è un insulto che mi fai, mentre ti tengo in fondo al mio cuore, e tanto stretta, che tutto il mio Essere scorre in te e il tuo in Me, quindi sii attenta che di questo mio Essere che scorre in te niente ti sfugga, e che ogni tuo atto sia unito con la mia Volontà, perché la mia Volontà contiene atti tutti compiuti, basta un solo atto di mia Volontà per creare mille mondi, e tutti perfetti e completi, non ho bisogno di atti susseguenti, uno solo mi basta per tutti. Onde, tu facendo l’atto più semplice unito con la mia Volontà, mi darai un atto completo, cioè di amore, di lode, di riparazione, tutto insomma mi racchiuderai in quest’atto, anzi racchiuderai anche Me stesso e darai Me a Me. Ah! sì, solo questi atti uniti con la mia Volontà mi possono stare di fronte, perché ad un Essere perfetto che non sa fare atti incompleti, ci vogliono atti completi e perfetti per dargli onore e compiacimento, e la creatura solo nella mia Volontà troverà questi atti completi e perfetti, fuori della mia Volontà, per quanto buoni fossero i loro atti, saranno sempre imperfetti e incompleti, perché la creatura ha bisogno di atti susseguenti per completare e perfezionare un’opera, se pure vi riesce; quindi, tutto ciò che la creatura fa fuori della mia Volontà, Io lo guardo come un nonnulla. Perciò la mia Volontà sia la tua vita, il tuo regime, il tuo tutto, e così, racchiudendo la mia Volontà, tu starai in Me ed Io in te, e ti guarderai bene di dire un’altra volta che ti ho messo fuori del mio cuore”.

11-82 Novembre 4, 1914 Compiacimento di Gesù per le ore della Passione.

(1) Stavo facendo le ore della Passione, e Gesù tutto compiacendosi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se tu sapessi il mio grande compiacimento che provo nel vederti ripetere quest’ore della mia Passione e sempre ripeterle, e di nuovo ripeterle, tu ne resteresti felice. E’ vero che i miei santi hanno meditato la mia Passione e hanno compreso quanto ho sofferto, e si sono sciolti in lacrime di compassione, tanto, da sentirsi consumare per amore delle mie pene, ma però non così continuato e tante volte ripetute con quest’ordine, sicché posso dire che tu sei la prima che mi dai questo gusto sì grande e speciale, e vai sminuzzando in te ora per ora la mia Vita e ciò che soffrii, ed Io mi sento tanto tirato, che ora per ora te ne do il cibo e mangio teco lo stesso cibo, e faccio insieme con te ciò che fai tu. Sappi però che te ne compenserò abbondantemente di nuova luce e nuove grazie, e anche dopo la tua morte, ogniqualvolta si faranno dalle anime su questa terra queste ore della mia Passione, Io in Cielo ti ammanterò sempre di nuova luce e gloria”.

11-83 Novembre 6, 1914 Chi fa le ore della Passione fa sua la Vita di Gesù, e prende il stesso uffizio di Lui.

(1) Continuando le solite ore della Passione, il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il mondo sta in continuo atto di rinnovare la mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutti, dentro e fuori delle creature, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine, flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella Passione, e anche più. Ora, chi fa queste ore della mia Passione, dal contatto di queste mi sento togliere i chiodi, frantumare le spine, raddolcire le piaghe, togliere gli sputi, mi sento contraccambiare in bene il male che mi fanno gli altri, ed Io, sentendo che il loro contatto non mi fa male, ma bene, mi poggio sempre più su loro”.

(3) Oltre di ciò, ritornando il benedetto Gesù a parlare di queste ore della Passione ha detto:

(4) “Figlia mia, sappi che col fare queste ore, l’anima prende i miei pensieri e li fa suoi, le mie riparazioni, le preghiere, i desideri, gli affetti, anche le più intime mie fibre e le fa sue, ed elevandosi su, tra il Cielo e la terra fa il mio stesso uffizio, e come corredentrice dice insieme con Me: “Ecce ego mitte me, voglio ripararti per tutti, risponderti per tutti ed impetrare il bene a tutti”.

11-84 Novembre 20, 1914 Necessità di scrivere circa i castighi. La Divina Volontà ed il Amore formano nell’anima la Vita e Passione di Gesù.

(1) Mi sentivo molto afflitta per le privazioni di Gesù benedetto, e molto più per i flagelli che attualmente stanno piovendo sulla terra, e che tante volte Gesù mia aveva detto tanti anni prima. Mi pare proprio che in tanti anni che mi ha tenuto in letto, dividevamo insieme il peso del mondo, soffrivamo e lavoravamo insieme a pro di tutte le creature. Mi pare che lo stato di vittima in cui l’amabile Gesù mi aveva messo, concatenava insieme tra me e Lui tutte le creature, non vi era cosa che facesse, o castigo che doveva mandare, che Gesù ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

11-85 Dicembre 17, 1914 La Divina Volontà forma la vera e perfetta consacrazione della Vita Divina nell’anima.

(1) Continuando il mio solito stato e stando molto afflitta per le privazioni di Gesù, dopo molti stenti è venuto, facendosi vedere in tutto il mio povero essere, ed io, mi pareva come se fossi la veste di Gesù, e rompendo il suo silenzio mi ha detto:

(2) “Figlia mia, anche tu puoi formare delle ostie e consacrarle. Vedi la veste che mi copre nel Sacramento? Sono gli accidenti del pane con cui viene formata l’ostia, la Vita che esiste in quest’ostia è il mio corpo, il mio sangue e la mia Divinità, l’attitudine che contiene questa Vita è la mia Suprema Volontà, e questa Volontà svolge l’amore, la riparazione, l’immolazione e tutto il resto che faccio nel Sacramento, cui mai si sposta un punto dal mio Volere; non c’è cosa che esca da Me, cui il mio Volere non va innanzi. Ed ecco come anche tu puoi formare l’ostia: L’ostia è materiale e del tutto umana, anche tu hai un corpo materiale e una volontà umana, questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani da qualunque ombra di peccato, sono gli accidenti, i veli per potermi consacrare e vivere nascosto in te. Ma non basta, ciò sarebbe come all’ostia senza la consacrazione, onde ci vuole la mia Vita; la mia Vita è composta di santità, di amore, di sapienza, di potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà, quindi, dopo che hai preparato l’ostia, devi far morire la tua volontà nell’ostia, la devi cuocere ben bene per fare che più non rinasca, e devi far sottentrare in tutto l’essere tuo la mia Volontà, e questa, che contiene tutta la mia Vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Sicché non avrà più vita il pensiero umano, ma il pensiero del mio Volere, e questa consacrazione creerà la mia sapienza nella tua mente, non più vita dell’umano, la debolezza, l’incostanza, perché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita Divina, della fortezza, della fermezza e tutto ciò che Io sono. Onde, ogniqualvolta farai scorrere la tua volontà nella mia, i tuoi desideri e in tutto ciò che sei e potrai fare, Io rinnoverò la consacrazione, e come ostia vivente, non morta quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia Vita in te. Ma non è tutto, nelle ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto, non vi è sensibilmente un palpito, uno slancio d’amore che possa rispondere a tanto mio amore. Se non fosse ché Io aspetto i cuori per darmi a loro, Io sarei ben infelice e ne resterei defraudato nel mio Amore, e senza scopo la mia Vita Sacramentale; e se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollererei nelle ostie viventi. Quindi, alla vita è necessaria la nutrizione, ed Io nel Sacramento voglio essere nutrito, e voglio essere nutrito del mio stesso cibo, cioè, l’anima farà sua la mia Volontà, il mio Amore, le mie preghiere, le riparazioni, i sacrifici, e li darà a Me come cose sue, ed Io mi nutrirò. L’anima si unirà con Me, tenderà le sue orecchie per sentire ciò che sto facendo per farlo insieme con Me, e mano mano che replicherà i miei stessi atti, mi darà il suo cibo ed Io ne sarò felice, e solo in queste ostie viventi troverò il compenso della solitudine, del digiuno e di ciò che soffro nei tabernacoli”.

11-86 Dicembre 21, 1914 Avere compagnia alle pene è il più grande sollievo per Gesù.

(1) Stavo nel solito mio stato, ed il benedetto Gesù, venendo, tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ne posso più per il mondo, sollevami tu per tutti, fammi palpitare nel tuo cuore, affinché sentendo per mezzo del tuo cuore i palpiti di tutti, i peccati non mi vengano diretti, ma indiretti per mezzo del tuo cuore, altrimenti la mia Giustizia metterà fuori tutti i castighi che mai ci sono stati”.

(3) E nell’atto di ciò dire ha immedesimato il suo cuore al mio e mi ha fatto sentire il suo palpito, ma chi può dire ciò che si sentiva, i peccati come saette ferivano quel cuore, e mentre io prendevo parte, Gesù ne aveva sollievo. Poi, sentendomi tutta immedesimata in Lui, pareva che racchiudevo la sua intelligenza, le sue mani, i suoi piedi e così di tutto il resto, ed io prendevo parte a tutte le offese di ciascun senso di creature, ma chi può dire come ciò succedeva? Poi Gesù ha soggiunto:

(4) “Avere compagnia alle pene è il più grande sollievo per Me, ecco perciò il mio Divino Padre dopo la mia Incarnazione non fu così inesorabile, ma più mite, perché le offese non le riceveva dirette, ma indirette, cioè, attraverso della mia Umanità, la quale gli faceva continuo riparo. Così Io vo trovando anime che si mettano attraverso tra Me e le creature, altrimenti il mondo lo renderò un mucchio di rovine”.