MaM
Messaggio del 15 maggio 2009:“Cari figli, anche oggi la Madre vi invita: pregate, pregate per le mie intenzioni. Cari figli, desidero realizzare con voi i miei piani. In particolare, cari figli, vi invito a pregare per le famiglie. Oggi più che mai satana desidera distruggere le famiglie. Perciò siate perseveranti nella preghiera, riportate la preghiera nelle vostre famiglie. Grazie, cari figli, perché mi avete accolto e avete accolto i miei messaggi e vivete i miei messaggi”.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1901

4-74 Luglio 20, 1901 Come a Gesù le è dolce la voce dell’anima.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù non ci veniva. Onde dopo d’avere stentato e quasi perduto la speranza di rivederlo, tutto all’improvviso è venuto, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la tua voce mi è dolce come al piccolo uccellino è dolce la voce della madre, che avendolo lasciato per andare buscando il cibo come nutrirlo, nel ritornare, che fa l’uccellino nel sentire la voce, ne sente una dolcezza e ne fa festa. E dopo che la madre l’imbocca il cibo, tutto si rannicchia e si nasconde sotto l’ala materna per riscaldarsi, liberarsi dalle intemperie dell’aria, e prendere sicuro riposo; oh! come riesce caro e gradito al piccolo uccellino questo starsi sotto l’ala materna. Tale sei tu per Me, sei ala che mi riscalda, mi ripara, mi difende, e mi fai prendere sicuro riposo. Oh! come mi è caro e gradito starmene al di sotto di quest’ala”.

(3) Detto ciò è scomparso, ed io sono restata tutta confusa e piena di vergogna, conoscendomi tanto cattiva; ma l’ubbidienza ha voluto accrescere la mia confusione, volendo che ciò scrivessi. Sia fatta sempre la santissima Volontà di Dio.

4-75 Luglio 23, 1901 Gesù parla della sua Volontà e della carità.

(1) Trovandomi con tanti dubbi sul mio stato, nel venire il mio adorabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia, non temere, quello che ti raccomando è di starti sempre uniformata alla mia Volontà; ché quando nell’anima c’è la Volontà Divina, non hanno forza di entrare nell’anima, né la volontà diabolica, né l’umana, a farne gioco dell’anima”.

(3) Dopo ciò mi pareva di vederlo crocifisso, ed avendomi il Signore partecipato non solo le sue pene, ma alcune sofferenze d’un altra persona, ha soggiunto:

(4) “Questa è la vera carità: Distruggere sé stesso per dare la vita ad altri, e prendere sopra di sé i mali altrui, e darmi beni propri”.

4-76 Luglio 27, 1901 Dubbi del confessore, risposta di Gesù.

(1) Avendo mosso alcuni dubbi il confessore, nel venire il benedetto Gesù, vedevo insieme il confessore e gli andava dicendo:

(2) “Il mio operare è sempre appoggiato alla verità, e sebbene molte volte pare oscuro sotto enigmi, ma però non si può fare a meno di dire che è la verità, e sebbene la creatura non capisce con chiarezza il mio operare, ciò non distrugge la verità, anzi fa comprendere molto meglio che è modo d’operare divino, ché essendo la creatura finita non può abbracciare e comprendere l’infinito; al più può comprendere e abbracciare qualche barlume, come le tante cose dette da Me nelle scritture, ed il mio modo d’operare nei santi è stato forse compreso con tutta chiarezza? Oh! quante cose sono lasciato allo scuro e nell’enigma! eppure quante menti di dotti e sapienti si sono stancate nell’interpretarle? E che cosa hanno compreso ancora? Si può dire un bel nulla, a ciò che resta a conoscere. Con ciò pregiudica forse alla verità? Nulla affatto, anzi la fa risplendere maggiormente. Perciò il tuo occhio dev’essere, se c’è la vera virtù, se si sente in tutto, sebbene delle volte allo scuro, che c’è la verità, e del resto bisogna starsi tranquilla ed in santa pace”.

(3) Detto ciò è scomparso, ed io sono ritornata in me stessa.

4-77 Luglio 30, 1901 Vista del mondo, e come la maggior parte sono ciechi.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il benedetto Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa in mezzo a tanta gente, qual cecità! quasi tutti erano ciechi, e pochi di corta vista; appena qualcuno si scorgeva come il sole in mezzo alle stelle, di vista acutissima, tutto intento al Sole Divino, e questa vista le veniva concessa perché fissa se ne stava nella luce del Verbo Umanato. Gesù, tutto compassionevole mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come ha rovinato il mondo la superbia, ha giunto a distruggere quel piccolo lumicino di ragione che tutti portano con sé appena nati; sappi però che la virtù che più esalta Iddio è l’umiltà, e la virtù che più esalta la creatura innanzi a Dio, e presso gli uomini, è l’umiltà”.

(3) Detto ciò è scomparso; più tardi è ritornato tutto affannato ed afflitto ed ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, stanno per succedere tre terribili castighi”.

(5) E come lampo è scomparso, senza darmi tempo di dirgli una parola.

4-78 Agosto 3, 1901 L’anima che possiede la grazia tiene potestà sull’inferno, sugli uomini e sopra Dio.

(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù non ci veniva, onde dopo molto aspettare è venuta la Vergine Mamma conducendolo quasi per forza, ma Gesù sfuggiva. Onde la Vergine Santissima mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ti stancare nel chiederlo, ma sii importuna, che questo sfuggire che fa è segno che vuol fare qualche castigo, perciò sfugge la vista delle persone amate, ma tu non ti arrestare, perché l’anima che possiede la grazia tiene potestà sull’inferno, sugli uomini e sopra Dio stesso, perché essendo la Grazia parte di Dio stesso, e possedendola l’anima, non tiene forse il potere sopra ciò che essa stessa possiede?”

(3) Onde dopo molto stentare costretto dalla Mamma Regina, ed importunato da me è venuto, ma con aspetto imponente, serio, in modo che non si ardiva di parlare, non sapevo come fare per farlo spezzare quell’aspetto sì imponente. Ho pensato di uscire a parlare cogli spropositi dicendogli: “Dolce mio bene, vogliamoci bene, se non ci amiamo noi, chi ci deve amare? E se non vi contentate del mio amore, chi mai potrà contentarvi? Deh! dammi un segno certo che sei contento del mio amore, altrimenti io vengo meno, io muoio”. Ma chi può dire tutti i spropositi che ho detto? Credo meglio passarle innanzi, ma con ciò pare che sono riuscita a spezzare quell’aria imponente che teneva, e mi ha detto:

(4) “Allora sarò contento del tuo amore, quando il tuo amore sorpasserà il fiume dell’iniquità degli uomini, perciò pensa ad accrescere il tuo amore, che di più sarò contento di te”.

(5) Detto ciò è scomparso.

4-79 Agosto 5, 1901 Come le mortificazioni sono gli occhi dell’anima.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio benedetto Gesù indugiava a venire, onde io mi sentivo morire per pena della sua privazione, quando tutto all’improvviso è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come gli occhi sono la vista del corpo, così la mortificazione è la vista dell’anima, sicché si può dire occhi dell’anima la mortificazione”.

(3) Ed è scomparso.

4-80 Agosto 6, 1901 L’amore dei beati è proprietà Divina, ma l’amor dei viatori è come proprietà che sta in atto di farne acquisto.

(1) Questa mattina, avendo fatto la comunione, il mio adorabile Gesù si faceva vedere tutto sofferente ed offeso che muoveva a compassione; io l’ho stretto tutto a me e gli ho detto: “Dolce mio bene, quanto sei amabile e desiderabile, come gli uomini non ti amano, anzi vi offendono; amando voi tutto si trova e l’amarti tutti i beni contiene, e non amandoti ogni bene ci sfugge; eppure chi è che ti ama? Ma deh! tesoro mio carissimo, mettete da parte le offese degli uomini e per poco sfoghiamoci in amarci”. Allora Gesù ha chiamato tutta la corte celeste ad essere spettatori del nostro amore, ed ha detto:

(2)L’amor di tutto il Cielo non mi renderebbe pago e contento, se non ci fosse il tuo unito, molto più che quell’amore è proprietà mia che nessuno mi può togliere, ma l’amor dei viatori è come proprietà che sto in atto di farne acquisto; e siccome la mia grazia è parte di Me stesso, entrando nei cuori, essendo l’Essere mio attivissimo, i viatori ne possono fare un traffico dell’amore, e questo traffico ingrandisce le proprietà dell’amor mio, ed Io ne sento tale un gusto e piacere, che mancandomi ne resterei amareggiato. Ecco perciò che senza del tuo amore, l’amore di tutto il Cielo non mi renderebbe appieno contento, e tu sappi ben trafficare il mio amore, ché amandomi in tutto, mi renderai felice e contento”.

(3) Chi può dire quanto sono lasciata stupita nel sentire ciò, e quante cose comprendevo su questo amore, ma la mia lingua si rende balbuziente, perciò faccio punto.

4-81 Agosto 21, 1901 La Celeste Mamma l’insegna il segreto della felicità.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa, onde dopo d’aver girato e rigirato in cerca di Gesù, ho trovato invece la Regina Mamma, ed oppressa e stanca come era le ho detto: “Dolcissima Mamma mia, ho perduta la via per trovare Gesù, non so più dove andare né che fare per ritrovarlo”. E mentre ciò dicevo piangevo, ed Ella mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vieni appresso a Me e troverai la via a Gesù; anzi voglio insegnarti il segreto come potrai star sempre con Gesù, e come vivere sempre contenta e felice anche su questa terra, cioè fissarti nel tuo interno che solo Gesù e tu ci siate nel mondo, e nessun altro, a cui solo devi piacere, compiacere ed amare, e da Lui solo aspettare d’essere riamata e contentata in tutto. Stando in questo modo tu e Gesù, non ti farà più impressione se sarai circondata da disprezzi o lodi, da parenti o stranieri, d’amici o nemici, solo Gesù sarà tutto il tuo contento, e solo Gesù ti basterà per tutti. Figlia mia, fino a tanto che tutto ciò che esiste quaggiù non scomparisca affatto dell’anima, non si può trovare vero e perpetuo contento”.

(3) Ora mentre ciò diceva, come da dentro un lampo è uscito Gesù in mezzo a noi, ed io me l’ho preso e l’ho portato con me, e mi sono trovata in me stessa.

4-82 Settembre 2, 1901 Gesù parla della Chiesa e della società presente.

(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù si faceva vedere unito col Santo Padre e pareva che gli dicesse:

(2) “Le cose fin qui sofferte non solo altro che tutto ciò che Io passai dal principio della mia Passione fino che fui condannato alla morte; figliolo mio, non ti resta altro che portare la croce al Calvario”.

(3) E mentre ciò diceva, pareva che Gesù benedetto prendesse la croce e la metteva sulle spalle del Santo Padre, aiutandolo Lui stesso a portarla. Ora, mentre ciò faceva, ha soggiunto:

(4) “La mia Chiesa pare che stia come moribonda, specie in riguardo delle condizioni sociali, che con ansia aspettano il grido di morte; ma coraggio figliolo mio; dopo che sarai giunto sul monte, all’innalzarsi che si farà della croce, tutti si scuoteranno, e la Chiesa deporrà l’aspetto di moribonda e riacquisterà il suo pieno vigore. La sola croce ne è il mezzo, come la sola croce fu l’unico mezzo per riempire il vuoto che il peccato aveva fatto, e per unire l’abisso di distanza infinita che ci era tra Dio e l’uomo, così a questi tempi la sola croce farà innalzare la fronte della mia Chiesa coraggiosa e risplendente, per confondere e mettere in fuga i nemici”.

(5) Detto ciò è scomparso, e dopo poco è ritornato il mio diletto Gesù tutto afflitto, riprendendo il suo dire:

(6) “Figlia mia, quanto mi duole la società presente, sono mie membra e non posso farne a meno di amarli; succede a Me come a quel tale che avesse un braccio, una mano infetta e piagata; l’odia egli forse? L’aborrisce? Ah! non già, anzi le prodiga tutte le cure, chi sa quanto spenda per vedersi guarito, e gli è causa di fargli dolorare tutto il corpo, di tenerlo oppresso, afflitto, fino a tanto che non giunge ad ottenere l’intento di vedersi guarito. Tale è la mia condizione: Veggo le mie membra infette, piagate, e vi sento dolore e pena, e per questo mi sento più tirato ad amarle. Oh! come è ben diverso l’amor mio da quello delle creature, Io sono costretto d’amarle perché cosa mia, ma loro non mi amano come cosa loro, e se mi amano, mi amano per proprio loro bene”.

(7) Dopo ciò è scomparso ed io mi sono ritrovata in me stessa.

4-83 Settembre 4, 1901 Ardori del cuore di Gesù per la gloria della Maestà Divina e del bene delle anime.

(1) Continuando a venire il mio adorabile Gesù, questa mattina appena visto mi sentivo un’ansia di chiedergli se mi avesse perdonato i miei peccati, perciò gli ho detto: “Dolce amor mio, quanto bramo di sentire dalla vostra bocca se mi avete perdonato i tanti miei peccati”. E Gesù si è avvicinato al mio orecchio, e col suo sguardo pareva che mi scrutinasse tutto il mio interno e mi ha detto:

(2) “Tutto sta perdonato e te li rimetto, non ti resta altro che qualche difetto fatto da te alla sfuggita, senza tua avvertenza e pure te le rimetto”.

(3) Dopo ciò pareva che Gesù si mettesse da dietro le spalle, e toccandomi i reni con la sua mano, tutte me li fortificava. Chi può dire ciò che sentivo a quel tocco? So dire solamente che vi sentivo un fuoco refrigerante, una purezza unita ad una fortezza, onde dopo che mi ha toccato le reni, l’ho pregato che facesse lo stesso al cuore, e Gesù per contentarmi ha condisceso, e dopo mi pareva come se Gesù benedetto fosse stanco per causa mia, e gli ho detto: “Dolce mia vita, siete stanco per causa mia, non è vero?”

(4) E Lui: “Sì, almeno sii grata alle grazie che ti sto facendo, ché la gratitudine è la chiave per poter aprire a proprio piacere i tesori che Dio contiene; sappi però che questo che ho fatto ti servirà per preservarti dalla corruzione per corroborarti e per disporre l’anima ed il corpo tuo alla gloria eterna”.

(5) Dopo ciò pareva che mi trasportasse fuori di me stessa, e mi faceva vedere la moltitudine delle gente, ed il bene che potevano fare e non fanno e quindi la gloria che Dio deve ricevere e non riceve, e Gesù tutto afflitto ha soggiunto:

(6) “Diletta mia, il mio cuore arde per l’onore della gloria mia e del bene delle anime; tutto il bene che omettono, tanti vuoti riceve la mia gloria e le anime loro, ancorché non facessero il male, non facendo il bene che potrebbero fare sono come quelle stanze vuote, che sebbene belle, ma non c’è niente d’ammirare, che colpisce lo sguardo, e quindi nessuna gloria ne riceve il padrone, e se un bene si fa e l’altro si tralascia, sono come quelle stanze tutte spopolate che appena qualche oggetto si scorge senza nessun ordine. Diletta mia, entra a parte di queste pene, degli ardori del mio cuore che sente per la gloria della Maestà Divina e del bene delle anime, e cerca di riempire questi vuoti della mia gloria, e potrai farlo col non far passare momento della tua vita che non sia unita colla mia, cioè, in tutte le tue azioni, sia preghiera o patimento, riposo o lavoro, silenzio o conversazione, tristezza o allegrezza, anche il cibo che prenderai, insomma tutto ciò che ti potrà accadere, metterai l’intenzione di darmi tutta la gloria che in tale azioni dovrebbero darmi, e di supplire al bene che dovrebbero fare e non fanno, intendendo di replicare l’intenzione per quanta gloria non ricevo e per quanto bene omettono. Se ciò farai, riempirai in qualche modo il vuoto della gloria che devo ricevere dalle creature, ed il mio cuore vi proverà un refrigerio ai miei ardori, e da questo refrigerio scorreranno rivoli di grazia a pro dei mortali, che infonderà maggior fortezza per fare il bene”.

(7) Dopo ciò mi sono trovata in me stessa.