(1) Questa mattina, avendo fatto la comunione, il mio adorabile Gesù si faceva vedere tutto sofferente ed offeso che muoveva a compassione; io l’ho stretto tutto a me e gli ho detto: “Dolce mio bene, quanto sei amabile e desiderabile, come gli uomini non ti amano, anzi vi offendono; amando voi tutto si trova e l’amarti tutti i beni contiene, e non amandoti ogni bene ci sfugge; eppure chi è che ti ama? Ma deh! tesoro mio carissimo, mettete da parte le offese degli uomini e per poco sfoghiamoci in amarci”. Allora Gesù ha chiamato tutta la corte celeste ad essere spettatori del nostro amore, ed ha detto:
(2) “L’amor di tutto il Cielo non mi renderebbe pago e contento, se non ci fosse il tuo unito, molto più che quell’amore è proprietà mia che nessuno mi può togliere, ma l’amor dei viatori è come proprietà che sto in atto di farne acquisto; e siccome la mia grazia è parte di Me stesso, entrando nei cuori, essendo l’Essere mio attivissimo, i viatori ne possono fare un traffico dell’amore, e questo traffico ingrandisce le proprietà dell’amor mio, ed Io ne sento tale un gusto e piacere, che mancandomi ne resterei amareggiato. Ecco perciò che senza del tuo amore, l’amore di tutto il Cielo non mi renderebbe appieno contento, e tu sappi ben trafficare il mio amore, ché amandomi in tutto, mi renderai felice e contento”.
(3) Chi può dire quanto sono lasciata stupita nel sentire ciò, e quante cose comprendevo su questo amore, ma la mia lingua si rende balbuziente, perciò faccio punto.