20-3 Settembre 23, 1926 Come chi deve far beni universali, deve supplire per tutti. Tre piani nella Volontà di Dio.
(1) Mi stavo tutta fondendomi nel Santo Voler Divino, con la trafittura nell’anima di non aver visto il mio dolce Gesù, oh! come mentre cercavo di fare i miei atti nel suo Volere, come non me lo sentivo insieme con me, mi sentivo strappare un brano di me stessa, sicché la mia piccola e povera esistenza me la sentivo fare a brandelli senza di Gesù e pregavo che avesse di me pietà e che subito ritornasse alla povera anima mia. Onde dopo molto stentare è ritornato, ma tanto afflitto per causa della perfidia umana, sembrava che nazioni e nazioni si azzuffavano tra loro, preparando fino i depositi delle armi per combattersi, preparando cose impreviste per far sorgere i combattimenti. Che pazzia, che cecità umana, sembra che non hanno più vista per vedere il bene, l’ordine, l’armonia, ma hanno vista solo per vedere il male e questa cecità le fa toccare il cervello e fanno cose da pazzi. Onde nel vederlo così afflitto per causa di ciò, gli ho detto: “Amor mio, lascia questa mestizia, Tu le darai lume e non lo faranno e se occorrono le mie pene, sono pronta purché stiano tutti in pace”. E Gesù con una dignità e severità mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ti tengo per me, per formare in te il mio regno del Fiat Supremo, non per loro. Ti ho fatto soffrire fin troppo per risparmiare il mondo, ma la loro perfidia non meritano che Io ti faccia soffrire più per causa loro”.
(3) E mentre ciò diceva, pareva che tenesse nelle sue mani una bacchetta di ferro, in atto di menarla sopra le creature. Io son rimasta spaventata e volevo sollevare Gesù dalla sua afflizione e perciò gli ho detto: “Gesù, Vita mia, occupiamoci del regno del tuo Volere per ora, affinché ti sollevi, io so che la tua gioia, la tua festa è il darti il campo per farti parlare di esso, perciò insieme con me scorrano i tuoi atti nei miei, affinché con la luce del tuo Volere investono più che sole tutte le creature ed io posso costituirmi atto per ciascun atto, pensiero, per ciascun pensiero, racchiuderò tutto, prenderò come in pugno tutti gli atti loro, per fare tutto ciò che loro non ti fanno e così troverai tutto in me e la tua afflizione si partirà dal tuo cuore”. E Gesù condiscendendo alle mie brame, ha girato insieme con me e dopo mi ha detto:
(4) “Figlia mia, che Potenza contiene la mia Volontà; Essa come luce penetra ovunque, si allarga, si dà a ciascun atto, si moltiplica all’infinito; ma mentre fa tante cose, si moltiplica in ciascuna cosa, resta poi sempre una qual’è, conservando tutti gli atti suoi senza sperderne uno. Vedi figlia mia, il primo piano fatto nella mia Volontà a nome e per tutte le creature, fu fatto dalla Sovrana Regina e ottenne il bene sommo a tutte le creature di far scendere sulla terra il sospirato Redentore, chi fa per tutti, a nome di tutti e supplisce per tutti, merita beni universali, che possono servire a tutti.
(5) Il secondo piano fatto nella Suprema Volontà, fu fatto dalla mia Umanità, abbracciai tutto e tutti come se fosse un solo, soddisfeci per tutti, non lasciai nessun atto di creatura senza costituirvi il mio, per fare che al mio Celeste Padre completa fosse la gloria, l’amore, l’adorazione per ciascun atto di creatura e questo impetrò il frutto della mia venuta sulla terra, meritò la salvezza, la santità a tutti, che molti non la prendono, la colpa è di loro, non per mancanza del donatore. Quindi la mia Vita impetrò beni universali a tutti, aprii le porte del Cielo per tutti.
(6) Il terzo piano nella mia Volontà lo farai tu e perciò in tutte le cose che tu fai, ti faccio fare per tutti, abbracciare tutto, supplire a nome di ciascun atto di loro. Il tuo piano deve eguagliarsi al mio, deve unificarsi a quello dell’Imperatrice Celeste e questo servirà ad impetrare il regno del Fiat Supremo. Chi deve fare bene universale, non deve nulla sfuggire, per vincolare il bene che vuol dare a tutte le creature. Gli atti fatti nella mia Volontà, per supplire a tutti formano doppie catene, ma catene di luce che sono le più forti, le più lunghe, non soggette a spezzarsi, nessuno può avere abilità di rompere una catena di luce, essa è più che raggio solare che nessuno può frangere, molto meno impedirgli il passo dove la lunghezza e larghezza del raggio vuol giungere e queste catene di luce vincolano Dio a dare beni universali e la creatura a riceverli”.
20-4 Settembre 26, 1926 La sola parola Volontà di Dio contiene un prodigio eterno e come tutto si converte in amore e preghiera.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Volere Supremo e la mia povera mente pensava ai tanti mirabili effetti che Esso produce ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la sola parola Volontà di Dio contiene un portento eterno che non c’è chi lo può eguagliare; è una parola che abbraccia tutto, Cielo e terra. Questo Fiat contiene la sorgente creatrice e non c’è cosa di bene che non può uscire. Sicché, chi possiede la mia Volontà, in virtù di Essa acquista con diritto tutti i beni che questo Fiat possiede, perciò acquista il diritto alla somiglianza del suo Creatore, acquista il diritto alla Santità Divina, alla sua Bontà, al suo Amore, con diritto cielo e terra è suo, perché tutti ebbero esistenza da questo Fiat, con ragione i suoi diritti si stendono su tutto. Sicché il più gran dono, la grazia più grande che posso dare alla creatura è dargli la mia Volontà, perché con Essa vengono legati tutti i beni possibili ed immaginabili e con diritto perché tutto ad Essa appartiene”.
(3) Onde dopo il mio dolce Gesù si faceva vedere che usciva da dentro il mio interno e mi guardava, ma tanto fissava i suoi sguardi sopra di me, come se si volesse dipingersi, imprimersi dentro della povera anima mia ed io nel veder ciò gli ho detto: “Amor mio Gesù, abbi pietà di me, non vedi come son brutta? La tua privazione in questi giorni mi ha resa più brutta ancora, mi sento che non sono buona a far nulla, gli stessi giri nel tuo Volere mi riescono stentati. Oh! come mi sento male, la tua privazione è per me come fuoco consumatore, che bruciandomi tutto mi toglie la vita d’operare il bene, mi lascia solo la tua Volontà adorabile che legandomi tutta a Sé, non mi fa volere altro che il tuo Fiat, né vedere, né toccare altro che la tua Santissima Volontà”. E Gesù riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, dove sta la mia Volontà tutto è santità, tutto è amore, tutto è preghiera. Sicché stando la sua sorgente, i tuoi pensieri, i tuoi sguardi, le tue parole, il tuo palpito e anche i tuoi moti, tutti sono amore e preghiere, non è la forma delle parole che forma la preghiera, no, è la mia Volontà operante che, dominando tutto l’essere tuo forma dei tuoi pensieri, parole, sguardi, palpiti e moti, tante fontanine che sorgono dalla Volontà Suprema ed elevandosi fino al Cielo, nel loro muto linguaggio, chi prega, chi ama, chi adora, chi benedice, insomma Essa la fa fare ciò ch’è santo, ciò che appartiene all’Essere Divino. Perciò l’anima che possiede come vita il Voler Supremo, è il vero cielo, che, ancorché fosse muto narra la gloria di Dio e si annunzia come opera delle sue mani creatrici. Com’è bello vedere l’anima dove regna il mio Volere! Com’essa pensa, guarda, parla, palpita, respira, si muove, così forma le stelle per ornare il suo cielo, per più narrare la gloria di Colui che l’ha creata. La mia Volontà abbraccia come d’un sol fiato tutto e nulla fa sfuggire all’anima di tutto ciò ch’è buono e santo”.
20-5 Settembre 28, 1926 La sua grande afflizione per la stampa degli scritti. Gesù vuole la consegna. Gesù spinge il Padre che deve occuparsi.
(1) Mi sentivo oppressa e come schiacciata sotto il peso d’una umiliazione profonda, perché mi era stato detto che non solo ciò che riguarda la Volontà di Dio si deve mettere in stampa, ma pure ciò che riguarda tutte le altre cose che mi ha detto il mio amabile Gesù; era tanto il dolore che mi toglieva fin le parole, per poter addurre parole per non farlo fare, né sapevo pregare il mio amato Gesù perché ciò non permettesse, tutto era silenzio dentro e fuori di me. Onde il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha stretto a Sé per infondermi coraggio e forza e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non voglio che guardi come cosa tua ciò che hai scritto, ma lo guardi come cosa mia e come cosa che a te non appartiene, tu non ci devi entrare affatto in mezzo, me la veggo tutto Io e perciò voglio che me ne faccia la consegna e come scrivi voglio che me ne faccia un dono, affinché Io resti libero di fare quello che voglio e per te, ti resti solo quello che ti conviene per vivere nella mia Volontà. Io ti ho fatto tanti doni preziosi per quante conoscenze ti ho manifestato e tu nessun dono mi vuoi fare? ”.
(3) Ed io: “Mio Gesù perdonami, non vorrei sentire neppure io ciò che mi sento, il pensare che ciò ch’è passato tra me e Te devono saperlo gli altri, mi rende irrequieta e mi da tale pena che io stessa non so spiegare, perciò dammi la forza, in Te mi abbandono e tutto a Te dono”. E Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, così va bene, tutto ciò lo richiede la mia gloria ed il trionfo della mia Volontà; ma il primo trionfo lo vuole, lo esige su di te, non sei tu contenta che diventi la vittoria, il trionfo di questa Volontà Suprema? Non vuoi tu dunque fare qualunque sacrificio per fare che questo regno supremo sia conosciuto e posseduto dalle creature? Lo so anch’Io che tu soffri molto nel vedere che dopo lunghi anni di segreto tra Me e te e che con tanta gelosia ti ho tenuto nascosta e ora nel veder uscire fuori i nostri segreti, senti le tue forti impressioni, ma quando lo voglio Io, lo devi volere anche tu, perciò mettiamoci d’accordo e non ti dar pensiero”.
(5) Quindi dopo di ciò mi faceva vedere il reverendo padre, e Gesù standogli vicino gli metteva la sua santa destra sul suo capo, per infondergli fermezza, aiuto e volontà, dicendogli: “Figlio mio, fa presto, non perdere tempo, Io ti aiuterò, ti starò vicino, affinché il tutto vada bene e secondo la mia Volontà. Come m’interessa che la mia Volontà sia conosciuta e come con Paterna bontà ho dettato gli scritti che riguardano il regno del Fiat Supremo, così aiuterò la stampa, starò in mezzo a quelli che si occuperanno, affinché il tutto sia regolato da Me. Perciò presto, presto”.
20-6 Ottobre 2, 1926 Come le generazioni sono legate tra loro e perciò, chi prega, chi riceve e chi possiede. Come Gesù dona a secondo le nostre disposizioni. La sua parola è nuova creazione. Come in cielo non ci sono segreti.
(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, oh! come mi sentivo male, non ne potevo più, ma quando son giunta come agli estremi del dolore, si è mosso nel mio interno e tutto afflitto mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sto guardando quanto debbo allargare i confini del regno della mia Volontà, per darne il possesso alle creature, so che esse non possono prendere l’interminabilità che contiene il regno del mio Volere, perché non li è dato, come creatura, di valicare e di abbracciare una Volontà corrispondente ad un regno
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(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, oh! come mi sentivo male, non ne potevo più, ma quando son giunta come agli estremi del dolore, si è mosso nel mio interno e tutto afflitto mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sto guardando quanto debbo allargare i confini del regno della mia Volontà, per darne il possesso alle creature, so che esse non possono prendere l’interminabilità che contiene il regno del mio Volere, perché non li è dato, come creatura, di valicare e di abbracciare una Volontà corrispondente ad un regno che non ha confini, perché essendo creata è sempre ristretta e limitata, ma ad onta ch’è limitata, a secondo le sue disposizioni, così Io dispongo più o meno i beni, la larghezza dei confini che deve possedere. Ecco perciò sto guardando i posteri, che disposizioni terranno; sto guardando i presenti per vedere le disposizioni che tengono, perché i presenti devono pregare, impetrare, preparare il regno del Fiat Supremo ai posteri e a secondo le disposizioni dei posteri e l’interesse dei presenti, così vado allargando i confini del regno mio, perché le generazioni son tanto legate tra loro, che sempre così succede, che una prega, l’altra prepara, l’altra impetra, un’altra possiede. Così successe nella mia venuta sulla terra per formare la Redenzione, non furono i presenti che pregarono, che sospirarono, che piansero per ottenere i suoi beni, questi li godono e li posseggono, ma furono quelli che stavano prima della mia venuta e a secondo le disposizioni dei presenti e le preghiere e disposizioni dei passati io allargavo i confini dei beni della Redenzione, perché un bene allora viene da Me dato, quando può essere utile alle creature; ma se utile non le porta, a che pro darlo? E questo utile viene preso da loro se hanno più disposizioni. Ma sai tu quando allargo i suoi confini? Quando ti manifesto una conoscenza nuova che riguarda il regno della mia Volontà. Perciò prima di manifestartela do uno sguardo a tutti, per vedere le loro disposizioni, se le sarà utile, oppure sarà per loro come non detto; e vedendo che Io voglio allargare di più i miei confini per dargli più beni, più gioie, più felicità da possedere, perché esse non son disposte, mi sento afflitto e aspetto le tue preghiere, i tuoi giri nel mio Volere, le tue pene, per disporre i presenti ed i posteri e poi ritorno alle nuove sorprese delle mie manifestazioni sulla mia Volontà. Perciò quando non ti parlo sono afflitto, la mia parola è il dono più grande, è una nuova creazione e non potendolo uscire da Me, perché le creature non son disposte a riceverlo, sento in Me il peso del dono che voglio dare e non potendolo dare rimango afflitto e taciturno. E molto più cresce la mia afflizione nel vederti afflitta per causa mia, se tu sapessi come sento la tua mestizia! Come si riversa tutta nel mio cuore, perché la mia Volontà me la porta fin nell’intimo del cuore mio, perché Io non ho due Volontà, ma una e siccome regna in te, come conseguenza mi porta fin dentro di Me le tue afflizioni, perciò prega ed il tuo volo sia continuo nel Fiat Supremo, affinché impetri che le creature si dispongono ed Io ritorno a prendere di nuovo la parola”.
(3) Detto ciò ha fatto silenzio ed io son rimasta più afflitta di prima e sentivo tutto il peso che sentiva Gesù per le indisposizioni delle creature, sentivo come se Gesù non mi dovesse più parlare per allora; ma Gesù volendomi sollevare dalla mia afflizione e anche per sollevare Sé stesso, mi ha detto:
(4) “Figlia mia, coraggio, credi tu che tutto si conoscerà ciò ch’è passato tra Me e te? No figlia mia. Farò conoscere ciò che sarà necessario, ciò che riguarda il regno del Fiat Supremo, anzi sarò più largo ancora di ciò che prenderanno le creature di questo mio regno, per dargli il campo libero di sempre più camminare per fargli allargare il loro possesso nel Fiat Supremo, affinché mai possano dire basta, non abbiamo dov’altro giungere, no, no, metterò tale larghezza che l’uomo terrà sempre da prendere e di allungare il suo cammino. Ma ad onta di tale larghezza non tutti conosceranno i nostri segreti, come non tutti conoscono ciò che passò tra me e la Mamma mia per formare il regno della Redenzione, le grazie sorprendenti, i favori innumerevoli; lo conosceranno in Cielo dove non ci sono segreti, ma in terra conobbero ciò che soprabbondavo per il loro bene. Così farò con te, se ho guardato è stato per chi vuol venire a vivere nel regno della mia Volontà; ma per te, per la piccola figlia del mio Volere, per chi ha formato insieme con Me questo regno con tanto sacrificio, potrà mai l’amor mio dirti basta? Negarti la parola? Non versare in te il continuo flusso delle mie grazie? No, non posso piccola figlia mia, non è della natura del mio cuore, né della mia Volontà che contiene un atto continuato, non mai interrotto di dare e sempre dare nuove sorprese a chi non conosce altra vita se non la sua. E se mi vedi taciturno non è per te, perché tra Me e te non c’è bisogno di parole per intenderci, vederci è comprenderci e tutto Io mi verso in te e tu in Me e col versarmi Io verso in te nuove grazie e tu le prendi, perché ciò ch’è necessario a te che dev’essere come causa prima per formare il regno del Fiat eterno, non sarà necessario a chi solo deve vivere in esso. Con te non si tratta solo di vivere, ma di formarlo e perciò il tuo Gesù deve tanto largheggiarti per darti le materie prime, per la formazione di un regno sì santo. Ciò succede anche nel basso mondo, per chi deve formare un regno ha bisogno di molti mezzi, di tante materie prime; invece chi deve formare una sola città ha bisogno di meno; e chi passa solo ad abitare in essa, con pochissimi mezzi può vivere in questa città ed i sacrifici che deve fare chi deve formare un regno, non sono necessari per chi si decide di voler vivere in tale regno. Perciò voglio solo che lavori nella formazione del regno del Fiat Supremo ed il tuo Gesù ci penserà a tutto il resto”.
20-7 Ottobre 6, 1926 Martirio nuovo. Chi non fa la Volontà Divina tronca la Vita Divina in essa. Privazione degli scritti. Gesù la consola facendole vedere tutto scritto nel fondo dell’anima.
(1) Mi trovavo tutta immersa nel vivo dolore della privazione del mio dolce Gesù e dicevo tra me: “Mio Gesù, come non hai compassione di questa piccola figlia tua, che come si sente priva di Te si sente strappare la vita; non è una pena sola che sento, che sarebbe più tollerabile, ma è vita che mi sento mancare; sono piccola, sono debole e se non per altro, almeno per la mia troppa piccolezza avresti dovuto aver compassione di questa povera piccina che sta quasi in continuo atto di sentirsi mancare la vita e di riprenderla per sentirsi di
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(1) Mi trovavo tutta immersa nel vivo dolore della privazione del mio dolce Gesù e dicevo tra me: “Mio Gesù, come non hai compassione di questa piccola figlia tua, che come si sente priva di Te si sente strappare la vita; non è una pena sola che sento, che sarebbe più tollerabile, ma è vita che mi sento mancare; sono piccola, sono debole e se non per altro, almeno per la mia troppa piccolezza avresti dovuto aver compassione di questa povera piccina che sta quasi in continuo atto di sentirsi mancare la vita e di riprenderla per sentirsi di nuovo morire. Mio Gesù, amor mio, che martirio nuovo è mai questo? Non mai sentito, morire tante e tante volte e mai morire, sentirmi mancare la vita senza la dolce speranza di prendere il volo per la mia patria celeste”. Ora mentre ciò pensavo il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e con accento tenero mi ha detto:
(2) “Piccola figlia del mio Volere, coraggio, tu hai ragione ch’è vita che ti senti mancare, perché privandoti di Me ti senti mancare, finire la Vita del tuo Gesù in te e con ragione tu, piccola piccina qual sei, senti il duro martirio che la vita finisce in te. Ma tu devi sapere che la mia Volontà è vita e ogni qualvolta le creature non la fanno, la respingono, è una Vita Divina che respingono e che distruggono in loro e ti par poco il dolore, il martirio continuato del mio Volere, nel sentirsi troncare come sotto d’un ferro micidiale tanti atti di vita che con tanta bontà vuol far sorgere nelle creature? E per ricambio di questa Vita Divina troncata in loro, fanno sorgere la vita delle passioni, del peccato, delle tenebre, delle debolezze. Il non fare la mia Volontà è Vita Divina che perdono le creature e perciò Essa regnante in te, ti fa sentire col privarti di Me, il dolore di tante vite divine che gli troncano le creature, per ripararsi e rifarsi in te tutti questi atti di vita che le fanno perdere. Non sai tu che per formare il regno del Fiat Divino deve trovare in te tanti atti suoi per quanti ne ha perduti? E perciò l’alternativo della mia presenza e della mia assenza, per darti occasione di farti formare tanti atti di sottomissione alla mia Volontà, per fare rientrare in te questi atti di Vita Divina che gli altri hanno respinto. E poi non ti ricordi che Io domandavo da te quando ti manifestai la tua missione sul Fiat eterno, il sacrificio di soffrire tante morti per quante creature uscivano alla luce del giorno, per quanti avevano respinto la Vita della mia Volontà? Ah! figlia mia, il non fare la mia Volontà è Vita Divina che respingono le creature, non è come non fare le virtù, che respingono le gemme, le pietre preziose, gli ornamenti, le vesti, che non volendole se ne possono fare a meno. Respingere invece il mio Volere è respingere i mezzi per vivere, distruggere la fonte della vita, è il più gran male che può esistere e perciò chi fa tanto male non merita che viva, anzi merita che muoia a tutti i beni. Non vuoi tu dunque rifare la mia Volontà di tutte queste vite che gli hanno troncato le creature? E per far ciò non ti conviene soffrire una pena, ma una mancanza di Vita Divina, qual è la mia privazione. La mia Volontà per formare il suo regno in te, vuole trovare in te tutte le soddisfazioni che le creature non gli hanno dato, tutte le sue vite che doveva far sorgere in loro, altrimenti sarebbe un regno senza fondamento, senza dargli i diritti di giustizia e senza le dovute riparazioni. Ma sappi però che il tuo Gesù non ti lascerà a lungo, perché lo so anch’Io che non puoi vivere sotto il torchio d’un martirio sì duro”.
(3) Oltre di ciò mi sentivo afflitta perché essendo venuto il reverendo padre che deve occuparsi per la stampa degli scritti sulla Santissima Volontà di Dio, volle essere consegnato tutti gli scritti, senza lasciarmi neppure quelli che lui già ne teneva le copie. Onde il pensiero che le cose più intime tra me e Gesù erano fuori e il non poter neppure rivedere ciò che Gesù mi aveva detto sul suo Santo Volere, mi tormentava. E Gesù ritornando mi ha detto:
(4) “Figlia mia, perché tanto ti affliggi? Tu devi sapere che ciò che ti ho fatto scrivere sulla carta, l’ho scritto prima Io stesso nel fondo dell’anima tua e poi te l’ho fatto passare sulla carta. Anzi ci sono più cose scritte in te che sulla carta, perciò quando tu senta il bisogno di rivedere ciò che riguarda le verità sul Fiat Supremo, quando darai uno sguardo nel tuo interno e subito rivedrai ciò che vuoi e per essere certa di ciò che ti dico, guarda adesso nell’anima tua e vedrai tutto in ordine ciò che ti ho manifestato”.
(5) Ora mentre ciò diceva, io ho guardato nel mio interno ed in un solo sguardo vedevo tutto, vedevo pure quello che Gesù mi aveva detto ed io avevo omesso di scrivere, quindi ho ringraziato il mio amato bene e mi sono rassegnata offerendo tutto a Lui il mio duro sacrificio e che per compenso mi desse la grazia che la sua Volontà sia conosciuta, amata e glorificata.
20-8 Ottobre 9, 1926 Il regno della Volontà di Dio sarà nuova creazione. Gusto di Gesù nel sentire parlare della sua Volontà.
(1) Stavo secondo il mio solito facendo il mio giro nel Volere Supremo ed il mio dolce Gesù faceva vedere un globo di luce nel mio interno e come ripetevo i miei atti nel Fiat Divino, così si faceva più grande ed i raggi che da esso uscivano si facevano più lunghi ed il mio sempre amato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quanto più spesso giri nella mia Volontà per ripetere i tuoi atti, tanto più grande si forma la rotondità del globo di luce e quanta più forza di luce possiede, tanto più si possono stendere i suoi raggi che devono illuminare il regno del Fiat eterno. I tuoi atti fusi, sperduti nel mio Volere, formeranno il sole speciale che deve illuminare un regno sì santo, questo sole possederà la forza creatrice e come stenderà i suoi raggi, così resterà l’impronta della sua santità, della bontà, della luce, della bellezza e della somiglianza Divina. Chi si farà illuminare dalla sua luce sentirà la forza d’una nuova creazione continua di gioia, di contenti e di beni senza fine. Perciò il regno della mia Volontà, dominando Essa tutti gli atti di coloro che vivono in Essa sarà continua creazione, sicché la creatura starà sotto un atto nuovo continuato di questo Supremo Volere, che la terrà tanto assorbita, da fargli mancare il campo d’azione al proprio io. Perciò amo tanto che il regno della mia Volontà sia conosciuto, per il gran bene che riceveranno le creature e per il libero campo d’azione che Essa terrà, perché adesso è inceppato dal proprio io il Supremo Volere, invece quando sarà conosciuto, i suoi raggi vivificanti, penetranti e pieni di viva luce, eclisseranno l’umana volontà, resterà abbagliata dalla sua fulgida luce e vedendo il gran bene che le verrà, darà libertà d’azione alla mia Volontà dandole il totale dominio. Sicché per la mia Volontà in questo suo regno, incomincerà una nuova era, una creazione continua, metterà fuori tutto ciò che aveva stabilito di dare alle creature se avessero fatto sempre la sua Volontà, che per tanti secoli ha dovuto tenere in Sé, come in deposito, per poi uscirli a bene dei figli del regno suo”.
(3) Dopo ciò ho seguitato a pregare, ma mentre pregavo vedevo che il mio sommo Bene Gesù, in fretta, in fretta usciva dal fondo del mio interno e spingendo un involto di luce che gli stava sopra, che lo teneva come eclissato sotto di essa dentro di me e mi impediva di vederlo, perciò Lui spingendolo in fretta è uscito fuori ed io gli ho detto: “Mio Gesù, che cosa è questa fretta che hai? E’ forse qualche cosa che ti interessa molto? ”.
(4) E Gesù: “Certo, certo figlia ch’è la cosa che più mi interessa, sai, ho sentito fin dentro di te il padre che si è portato i nostri scritti, che parlava della mia Volontà a chi lo circondava, con tanto amore che mi son sentito ferire fin nel cuore e perciò ho voluto uscire fuori di te per ascoltarlo, sono le mie stesse parole che ho detto sulla mia Volontà che mi risuonano al mio udito, sento l’eco mio e perciò voglio prendermi tutto il gusto di sentirlo e voglio farlo prendere anche a te, per compenso dei sacrifici che hai fatto”.
(5) In questo mentre, io vedevo che un raggio di luce usciva da Gesù, che si dilungava tanto, che arrivava fin dove si trovava il reverendo padre, che investendolo lo faceva parlare e Gesù tutto si consolava nel sentire parlare della sua adorabile Volontà.
20-9 Ottobre 12, 1926 Che significa essere figlia primogenita della Volontà Divina. Come Gesù si sente tirato da Essa a visitare l’anima e la dispone a trattare con Lui.
(1) Mi sentivo immersa nel mare del dolore della privazione del mio Sommo Bene Gesù e per quanto lo chiedeva girando cielo e terra, invano mi era dato di trovare Colui che tanto sospiravo e perciò le acque del dolore gonfiandosi sempre più, mi affogavano di pene e di dolore, ma di quel dolore che solo Gesù può dare e sa dare, ad un povero e piccolo cuore che ama e perché piccolo, non può sostenere tutta l’immensità delle acque amare del dolore della sua privazione e perciò resto affogata e oppressa aspettando Colui che tanto anelo e sospiro.
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(1) Mi sentivo immersa nel mare del dolore della privazione del mio Sommo Bene Gesù e per quanto lo chiedeva girando cielo e terra, invano mi era dato di trovare Colui che tanto sospiravo e perciò le acque del dolore gonfiandosi sempre più, mi affogavano di pene e di dolore, ma di quel dolore che solo Gesù può dare e sa dare, ad un povero e piccolo cuore che ama e perché piccolo, non può sostenere tutta l’immensità delle acque amare del dolore della sua privazione e perciò resto affogata e oppressa aspettando Colui che tanto anelo e sospiro. Onde mentre mi trovavo tutta oppressa, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, in mezzo ad una nube di luce e mi ha detto:
(2) “Figlia primogenita della mia Volontà, perché sei così oppressa? Se tu pensi alla tua grande fortuna la tua oppressione partirà da te. Sai tu che significa figlia primogenita della mia Volontà? Significa prima figlia nell’amore del nostro Padre Celeste e prima di tutto ad essere amata; significa prima figlia della grazia, della luce, prima figlia della gloria, prima figlia posseditrice delle ricchezze del suo Divin Padre, prima figlia della Creazione. Come primogenita figlia del Supremo Volere contiene tutti i vincoli, tutti i rapporti, tutti i diritti che conviene ad una figlia primogenita: Vincoli di figliolanza, rapporti di comunicazione a tutte le disposizioni del suo Celeste Padre, diritti di possedimento di tutti i suoi beni. Ma tutto ciò non è tutto, sai tu che significa prima figlia uscita dalla mia Volontà? Significa non solo essere come prima nell’amore ed in tutte le cose del suo Creatore, ma racchiudere in sé tutto l’amore e tutti i beni degli altri figli, sicché se gli altri possederanno ciascuno la sua parte, essa come primogenita possederà tutto insieme i beni degli altri e ciò con diritto e con giustizia, perché come primogenita la mia Volontà a lei tutto affidò, tutto donò, perciò in essa si trova l’origine di tutte le cose, la causa perché fu creata la Creazione, lo scopo perché uscì in campo l’azione e l’amore Divino. Causa primaria di tutto l’operato d’un Dio fu, per chi doveva essere figlia primogenita della nostra Volontà, quindi, da essa come conseguenza tutti i beni derivano, da lei partono e a lei ritornano. Vedi dunque come sei fortunata, tu non puoi comprendere del tutto che significa tenere il primato nell’amore ed in tutte le cose del tuo Creatore”.
(3) Ond’io nel sentire ciò Gli ho detto: “Amor mio, che dici? E poi, che mi giova tanta fortuna che Tu dici quando mi privi di Te? Tutti i beni mi si convertono in amarezze senza di Te e poi, te l’ho detto tante volte, solo Te voglio, perché Tu mi basti per tutto e se tutto avessi senza di Te, tutto mi si cambia in martirio ed in dolore indescrivibile. L’amore, la grazia, la luce, la Creazione tutta mi parlano di Te, mi fanno conoscere chi sei Tu e non trovandoti do in delirio, in smanie mortali, perciò il primato, la primogenitura dali a chi vuoi, a me non m’interessano, se vuoi rendermi felice restati Tu solo con me e ciò mi basta”. E Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, non deve bastarti Me solo, né voglio che dici che tutto il resto non t’interessa, no, no, se non mi basta a Me il darti Me solo, se non ti do tutte le cose mie, se m’interessa a Me che il primato, la figlia primogenita sia tu, deve interessare anche te, e non sai tu che il mio spesso venire sta legato perché sei la mia figlia primogenita? Non sai tu che Adamo fino a tanto che si mantenne il figlio primogenito della mia Volontà e per conseguenza teneva il primato su tutto, Io lo visitavo spesso? La mia Volontà regnante in lui gli somministrava tutti i modi necessari per trattenersi con Me come figlio che forma la consolazione di suo Padre, sicché Io parlavo con lui come a figlio e lui con Me come a suo Padre, come si sottrasse dalla mia Volontà perdette il primato, la primogenitura ed insieme perdette tutti i miei beni, né sentivasi più la forza di sostenere la mia presenza, né Io mi sentivo tirato da una forza e Volontà Divina di andare a lui, perciò tutti i suoi vincoli con Me restarono spezzati, per diritto nulla più gli toccava, né più mi vide svelato, ma fra lampi ed eclissato nella mia luce, in quella luce della mia Volontà che lui aveva respinto. Ora, non sai tu che il primato che perdette Adamo, come figlio primogenito della mia Volontà è passato a te ed Io debbo racchiudere in te tutti i beni che dovevo racchiudere in lui se non si fosse sottratto dalla mia Volontà? Perciò Io ti guardo come la prima creatura uscita dalle nostre mani, perché chi vive in Essa è sempre la prima presso il suo Creatore e ad onta che nel tempo sia nata dopo, questo dice nulla, nel nostro Volere è sempre prima chi non ha fatto nessuna uscita da dentro di Esso. Vedi dunque tutto ti deve interessare, la mia stessa venuta è la forza irresistibile della mia Volontà che ti tira a Me e dispone te. Perciò voglio somma gratitudine alla tua grande fortuna d’essere la figlia primogenita della mia Volontà”.
(5) Io non ho saputo che rispondere, sono rimasta confusa e nell’intimo dell’anima mia dicevo: “Fiat Fiat”.
20-10 Ottobre 13, 1926 Come la Divina Volontà formerà l’eclisse alla volontà umana.
(1) Stavo tutta fondendomi nel santo Voler Divino e mentre giravo in Esso facendo i miei atti, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ogni atto, preghiera e pena che l’anima fa entrare nella luce della mia Volontà, diventano luce e forma un raggio di più nel sole dell’eterno Volere; questi raggi formano la gloria più bella che la creatura può dare al Fiat Divino, in modo che vedendosi così glorificato dalla sua stessa luce, investe questi raggi di nuove sue conoscenze, che convertendosi in voci, manifestano all’anima altre sorprese della mia volontà, ma sai tu che cosa formano queste mie conoscenze alla creatura? Formano l’eclisse alla volontà umana, quanto più forte è la luce, quanti più raggi ci sono, tanto più forte la volontà umana resta abbagliata ed eclissata dalla luce delle mie conoscenze, in modo che quasi si sente impotente ad agire e dà il campo all’azione della luce della mia Volontà; la umana volontà resta occupata nell’azione della mia e le manca il tempo, il luogo di fare agire la sua; è come all’occhio umano quando si fissa a guardare il sole, la forza della luce investe la pupilla e signoreggiandola la rende impotente a guardare altre cose, ma con tutto ciò non ha perduto la vista, è la forza della luce che tiene questa potenza, che chiunque la guarda le toglie qualunque altro oggetto e non le fa guardare altro che luce. Io non toglierò mai il libero arbitrio alla volontà umana, dono grande datogli nel crearla e che le fanno distinguere se vogliono essere veri figli miei, oppure no. Ma piuttosto con la luce delle mie conoscenze della mia Volontà, formerò più che raggi solari, che chiunque vorrà conoscerli e guardarli, resterà investito da questa luce, in modo che la volontà umana eclissata prenderà diletto e amore a guardare la luce e si sentirà fortunata che l’azione della luce prenda posto invece della sua e perderà l’amore, il diletto alle altre cose, perciò ne sto dicendo tanto sulla mia Volontà, per formare la luce forte, perché quanto più forte è, tanto è più l’eclisse che forma per occupare l’umana volontà. Guarda il cielo, è immagine di ciò, se tu lo guardi di notte, lo vedi tempestato di stelle, ma se lo guardi di giorno, le stelle non esistono più per l’occhio umano, ma in cielo sono già al loro posto come stanno di notte. Chi ha avuto questa forza di fare scomparire le stelle mentre stanno nel pieno giorno? Il sole con la forza della sua luce le ha eclissate, ma non le ha distrutte, tanto vero che come il sole incomincerà il suo tramonto, così ritornano a farsi vedere nella volta dei cieli; sembra che hanno paura della luce e si nascondono per dare il campo all’azione della luce del sole, perché sanno nel loro muto linguaggio che il sole contiene più effetti di beni per la terra ed è giusto che le diano il campo all’azione grande del sole e che loro come omaggio ad esso, si fanno eclissare dalla sua luce, ma come l’eclisse finisce, così loro si fanno vedere che stanno al loro posto. Così sarà tra il Sole delle conoscenze del Fiat Supremo e tra le volontà umane che si faranno illuminare da questi raggi di luce delle mie conoscenze, esse porteranno l’eclisse alle volontà umane, le quali vedendo il gran bene dell’azione della sua luce, avranno vergogna, paura d’agire con la volontà umana e daranno il campo libero all’azione della luce del Voler Divino, perciò quanto più tu preghi e soffri in Esso, tante più conoscenze attiri a manifestarti e più forte si forma la luce per poter formare il dolce eclisse all’umana volontà, così potrò stabilire il regno del Fiat Supremo”.
20-11 Ottobre 15, 1926 Come tanto di felicità si avrà in Cielo per quanta Volontà Divina hanno racchiuso in terra.
(1) Continuando il mio solito giro nella Volontà Suprema dicevo tra me: “Mio Gesù, la tua Volontà abbraccia e racchiude tutto ed io a nome della prima creatura uscita dalle tue mani creatrici, fino all’ultima che sarà creata, intendo di riparare tutte le opposizioni delle volontà umane fatte alla tua e prendere in me tutti gli atti della tua adorabile Volontà che le creature hanno respinto, per ricambiarli tutti in amore, in adorazione, in modo che non ci sia atto tuo che non corrisponda un atto mio, perché trovando in ogni tuo atto il piccolo atto mio, come bilocato
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(1) Continuando il mio solito giro nella Volontà Suprema dicevo tra me: “Mio Gesù, la tua Volontà abbraccia e racchiude tutto ed io a nome della prima creatura uscita dalle tue mani creatrici, fino all’ultima che sarà creata, intendo di riparare tutte le opposizioni delle volontà umane fatte alla tua e prendere in me tutti gli atti della tua adorabile Volontà che le creature hanno respinto, per ricambiarli tutti in amore, in adorazione, in modo che non ci sia atto tuo che non corrisponda un atto mio, perché trovando in ogni tuo atto il piccolo atto mio, come bilocato nei tuoi, tu resti soddisfatto e vieni a regnare come in trionfo sulla terra. Non è forse sopra degli atti umani che il tuo Fiat eterno vuol trovare l’appoggio dove dominare? Perciò ti offro in ogni tuo atto il mio come terreno per farti distendere il tuo regno”. Ora mentre ciò pensavo e dicevo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia piccola del mio Volere, è giusto, è necessario, è di diritto d’ambi le parti, tanto tua quanto della mia Volontà, che chi è figlia sua, essa segua la molteplicità degli atti del mio Volere ed Esso li riceve nei suoi. Un padre sarebbe infelice se non si sentisse il suo figlio al fianco per essere nei suoi atti seguito dal suo figlio, né il figlio si sentirebbe amato dal Padre, se il padre mettendolo da parte non si facesse seguire dal suo figlio. Perciò, figlia della mia Volontà e neonata in Essa significa proprio questo: Seguire come figlia fedele tutti gli atti suoi. Perché tu devi sapere che la mia Volontà uscì in campo d’azione nella Creazione negli atti umani della creatura, ma per agire vuole l’atto della creatura nel suo per svolgere il suo operato e poter dire: Il mio regno è in mezzo ai figli miei e proprio nell’intimo degli atti loro. Perché la creatura per quanto prende della mia Volontà, Io stendo il mio regno in essa e lei stende il suo regno nella mia Volontà, ma a secondo che mi fa dominare negli atti suoi, così allarga i suoi confini nel regno mio ed Io do ed essa prende più gioia, più felicità, più beni e più gloria. Perché è stabilito che nella Patria Celeste, tanto di gloria, di beatitudine, di felicità, riceveranno per quanto della mia Volontà hanno racchiuso nelle anime loro in terra; sarà misurata la loro gloria da quella stessa mia Volontà che possederanno le anime loro, né più potranno ricevere, perché la loro capacità e larghezza viene formata da quella stessa Volontà Divina che hanno fatto e posseduto mentre vivevano sulla terra e ancorché la mia liberalità volesse darle di più, le mancherebbe il posto dove contenerle e strariperebbe fuori. Ora figlia mia, di tutto ciò che la mia Volontà ha stabilito di dare alle creature, di tutti gli atti suoi, finora poco hanno preso, poco hanno conosciuto, perché il suo regno non solo non è stato conosciuto, ma neppure posseduto, quindi in Cielo non può dare tutta la sua gloria completa, né tutte le gioie e felicità che possiede, perché si trova in mezzo a figli incapaci e di piccola statura. E perciò aspetta con tanto amore e ansia il tempo del regno suo, per avere il suo totale dominio e dare dal suo Fiat tutto ciò che aveva stabilito di dare alle creature e così formarsi i figli capaci per potergli dare tutti i suoi beni. E solo questi figli nella Patria Celeste faranno completare la gloria a tutti i beati, ai figli del regno del mio Volere, perché hanno racchiuso ciò che Essa voleva, dandole libero campo d’azione e di dominio, perciò avranno la gloria essenziale, perché ne terranno la capacità e lo spazio dove contenerla, agli altri per mezzo di questi avranno la gloria accidentale e tutti godranno insieme la gloria completa e la piena felicità della mia Volontà. Sicché sarà il pieno trionfo del Cielo e della terra il regno del Fiat Supremo”.
(3) Ora pensavo tra me: “Nostro Signore nel Pater Noster c’insegna a dire, a pregare, “sia fatta la tua Volontà”, ora perché dice che vuole che si viva in Essa? ” E Gesù sempre benigno, muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, “sia fatta la tua Volontà” che Io insegnai a pregare nel Pater Noster, significava che tutti dovevano pregare che almeno facessero la Volontà di Dio e questo è di tutti i cristiani e di tutti i tempi, né si può dire cristiano se non si dispone a fare la Volontà del suo Padre Celeste. Ma tu non hai pensato all’altra postilla che viene immediatamente dopo: “Come in Cielo così in terra”. Il come in Cielo così in terra significa vivere nel Voler Divino, significa pregare che venga il regno della mia Volontà sulla terra per vivere in Esso. Nel Cielo non solo fanno la mia Volontà, ma vivono in Essa, la posseggono come cosa e regno proprio e se la farebbero e non la possedessero non sarebbe piena la loro felicità; perché la vera felicità incomincia dal fondo dell’anima. Fare la Volontà di Dio non significa possederla, ma sottoporsi ai suoi comandi, invece vivere in Essa è possesso. Quindi nel Pater Noster, sta la preghiera; nella parola sia fatta la Volontà tua, che tutti facciano la Volontà Suprema; e nel come in Cielo così in terra, che l’uomo ritorni in quella Volontà da dove uscì per riacquistare la sua felicità, i beni perduti ed il possesso del suo regno divino”.
20-12 Ottobre 17, 1926 Come gira in tutta la Creazione e Redenzione, e chiede il Fiat. Come Esso è base.
(1) Mi sembra che non posso fare a meno di seguire il mio giro nella Volontà Suprema, sento ch’è la vera casa mia e allora son contenta quando giro in Essa, perché trovo tutto ciò che appartiene al mio dolce Gesù, che in virtù della sua Volontà tutto ciò ch’è suo è anche mio. Quindi ho molto da dare al mio amato Bene, anzi c’è tale e tanto da dargli, che non finisco mai di dargli tutto. Onde mi rimane sempre il desiderio di ritornare a seguire il mio giro, per potergli dare tutto ciò che appartiene alla sua
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(1) Mi sembra che non posso fare a meno di seguire il mio giro nella Volontà Suprema, sento ch’è la vera casa mia e allora son contenta quando giro in Essa, perché trovo tutto ciò che appartiene al mio dolce Gesù, che in virtù della sua Volontà tutto ciò ch’è suo è anche mio. Quindi ho molto da dare al mio amato Bene, anzi c’è tale e tanto da dargli, che non finisco mai di dargli tutto. Onde mi rimane sempre il desiderio di ritornare a seguire il mio giro, per potergli dare tutto ciò che appartiene alla sua adorabile Volontà e pensando al gran bene che porta all’anima il Voler Supremo, mentre giravo pregavo Gesù che subito lo facesse conoscere a tutti, affinché potessero prendere parte a sì gran bene e per ottenere ciò gli dicevo come giungevo a ciascuna cosa creata: “Vengo nel sole a fare compagnia alla tua Volontà regnante e dominante in esso, in tutto lo splendore della sua maestà, ma mentre ti faccio compagnia nel sole, ti prego che il tuo Fiat eterno sia conosciuto e come regna nel sole trionfante venga a regnare trionfante in mezzo alle creature, vedi, anche il sole ti prega, tutta la sua luce si converte in preghiera e come si stende sulla terra ed investe con la sua luce piante e fiori, monti e pianure, mari e fiumi, così prega che il tuo Fiat sia uno sulla terra che si armonizza con tutte le creature. Sicché non sono io sola che prego, ma è la Potenza della tua stessa Volontà che regna nel sole che prega, prega la luce, pregano i suoi innumerevoli effetti, i beni, i colori che contiene, tutti pregano che il tuo Fiat regni su tutti. Puoi tu resistere ad una massa di luce sì grande, che prega con la Potenza del tuo stesso Volere? Ed io piccola qual sono mentre ti faccio compagnia in questo sole, benedico, adoro, glorifico, la tua Volontà adorabile, con quella magnificenza e gloria che la tua stessa Volontà si glorifica nelle opere sue. Sicché solo nelle creature non deve trovare la tua Volontà la perfetta gloria delle opere sue? Perciò venga, venga il tuo Fiat”. Ma mentre ciò faccio, sento che tutta la luce del sole prega che venga il Fiat eterno, cioè la sua stessa adorabile Volontà che investendo la luce prega ed io lasciandola a pregare, passo nelle altre cose create a fare la mia piccola visitina, per tenere un poco di compagnia all’adorabile Volontà in ciascun atto suo che esercita in ciascuna cosa creata. Perciò passo il cielo, le stelle, il mare, affinché il cielo pregi, le stelle pregino, il mare col suo mormorio pregi che il Fiat supremo sia conosciuto e regni trionfante su tutte le creature come regna in loro. Onde dopo aver girato su tutte le cose create per tenere compagnia al Fiat Divino e chiedere in ciascuna cosa che venga a regnare sulla terra, come è bello vedere, sentire che tutta la Creazione prega che venga il suo regno in mezzo alle creature, poi scendo in tutto ciò che fece il mio Gesù nella Redenzione, nelle sue lacrime, nei suoi gemiti infantili, nelle sue opere passi e parole, nelle sue pene, nelle sue piaghe, nel suo sangue fin nella sua morte affinché le sue lacrime pregino che venga il suo Fiat; i suoi gemiti e tutto ciò che fece supplicano tutti in coro che il suo Fiat sia conosciuto e che la sua stessa morte faccia risorgere la Vita della sua Volontà Divina nelle creature. Onde mentre ciò facevo e altro, perché sarei troppo lunga se io volessi dir tutto, il mio dolce Gesù stringendomi a Sé mi ha detto:
(2) “Piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che la mia Volontà si lasciò regnante in tutta la Creazione per dare il campo alle creature di farle tante visite per quante cose creò, voleva la compagnia della creatura nel muto linguaggio di tutto l’universo. Com’è duro l’isolamento di questa Volontà sì santa, che vuole santificare e non trova a chi partecipare la sua Santità; sì ricca, che vuole dare e non trova a chi dare; sì bella e non trova chi abbellire; sì felice e non trova a chi felicitare. Poter dare, voler dare e non avere a chi dare è sempre un dolore e una pena inenarrabile e per maggior dolore essere lasciata sola. Onde nel vederle uscire nel campo della Creazione per tenerle compagnia si sente felicitare e compiere lo scopo perché si lasciò regnante in ciascuna cosa creata. Ma quello che la rende più felice, più glorificata, è che tu come giungi in ciascuna cosa creata gli chiedi che il suo Fiat sia conosciuto e regni su tutto e muovi la mia stessa Volontà nel sole, nel cielo, nel mare, in tutto a pregare che venga il regno del mio Volere, perché stando in te il mio Fiat si può dire che è Essa stessa che prega e che muove tutte le opere mie, fin le mie lacrime e sospiri che venga il regno della mia Volontà. Tu non puoi capire qual contento mi dai, qual breccia al mio cuore e alla mia stessa Volontà, sentire tutte le opere nostre che pregano che vogliono il nostro Fiat. Vedi dunque il mio contento ché non ti veggo chiedere nulla per te, né gloria, né amore, né grazie, e vedendo la tua piccolezza che non puoi ottenere un regno sì grande, giri in tutte le opere mie, dovunque si trova un atto della mia Volontà facendo il suo ufficio e fai dire al mio Fiat stesso: “Venga il tuo regno”. Deh! fa che sia conosciuto e amato e posseduto dalle umane generazioni. Una volontà Divina che prega insieme con le opere nostre, insieme con la piccola figlia sua, è il più grande portento, è una potenza pari alla nostra che prega e il non esaudirla ci riesce impossibile. Com’è santo, com’è puro, nobile e tutto divino, senza ombra d’umano il regno della nostra Volontà, la sua base, il suo fondamento e la profondità di esso sarà lo stesso Fiat nostro che stendendosi sotto, in mezzo, e sopra a questi figli della famiglia celeste, renderà fermo il passo ed incrollabile per loro il regno della mia Volontà”.