MaM
Messaggio del 25 novembre 1993:Cari figli, vi invito a preparavi in questo tempo, come mai prima d'ora per la venuta di Gesù. Che il piccolo Gesù regni nei vostri cuori e sarete felici solo quando Gesù è vostro amico. Non vi sarà difficile né pregare, né offrire sacrifici, né testimoniare la grandezza di Gesù nella vostra vita, perché lui vi darà la forza e la gioia in questo tempo. Io vi sono vicina con la mia intercessione e la preghiera. Vi amo e benedico tutti. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1926

19-33 Luglio 2, 1926 La grande differenza tra la santità delle virtù e quella del vivere nell’unità della luce del Voler Divino.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù faceva vedere la divina giustizia in atto di sgravarsi sulla terra, comandando agli elementi che si scatenassero contro le creature, io tremavo nel vedere che dove, le acque inondavano i paesi quasi per seppellirli; dove il vento, che con forza impetuosa trasportava e sradicava piante, alberi, case, da farne un mucchio, da rimanere varie regioni nella più squallida miseria; dove serpeggiavano terremoti con notevole danno, ma chi può dire tutti i mali che stanno per piombare sulla terra? Oltre di ciò, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19-34 Luglio 5, 1926 Gesù si fa vedere che scrive nel fondo dell’anima ciò che dice sulla sua Volontà, e poi ne dà un cenno in parole.

(1) Mi sentivo investita ed in preda della luce suprema del Voler Eterno, ed il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere nel fondo dell’anima mia in piedi, con una penna di luce in mano, in atto di scrivere sopra d’una luce fitta che sembrava tela, ma era luce distesa nell’anima mia, e Gesù scriveva, scriveva nel fondo di questa luce; come era bello vederlo scrivere con una maestria e velocità indescrivibile. Onde dopo avere scritto, come se aprisse le porte del mio interno, e con la sua mano chiamava il confessore dicendogli:

(2) “Vieni a vedere ciò che Io stesso scrivo nel fondo di quest’anima. Io non scrivo mai su carta o su tela, perché sono soggetti a perire, ma mi diletto a scrivere nel fondo della luce ridotta in quest’anima in virtù della mia Volontà, i miei caratteri di luce sono incancellabili e di valore infinito. Onde, quando debbo manifestarle le verità sulla mia Volontà, prima fo il lavoro di scriverle nel fondo di lei e poi le parlo, accennandole quello che in essa ho scritto. Ecco perciò che quando dice ciò che Io le ho detto, lo dice con poche parole, invece quando scrive si diffonde a lungo, è il mio scritto che straripando fuori dell’anima sua non vi mette il piccolo cenno, ma la mia verità distesa come Io stesso l’ho scritto nell’intimo del suo interno”.

(3) Io sono restata meravigliata e con una gioia indicibile nel vedere il mio dolce Gesù scrivere dentro di me, e toccavo con mano che mentre nel parlare poco so dire di ciò che Lui mi dice, anzi mi sembra che solo il tema mi ha dato, che poi nello scrivere sarà suo interesse aiutarmi a svolgerlo come a Lui piace, e Gesù tutto bontà mi ha detto:

(4) “Figlia mia, ora cessa la tua maraviglia, che mentre scrivi senti in te sorgere, come da una fonte, le verità, è il lavoro del tuo Gesù fatto in te, che straripando da tutte le parti dell’anima tua getta l’ordine sulla carta e le verità in te scritte e suggellate con caratteri di luce, perciò cessino i tuoi timori, né volerti attenere al piccolo cenno delle mie parole, né volermi resistere quando Io voglio dilungarmi e farti scrivere su carta ciò che Io con tanto amore ho scritto nell’anima tua; quante volte mi costringi ad usare la forza e a travolgerti, affinché tu non mi resista di scrivere quello che voglio. Perciò lasciami fare, sarà cura del tuo Gesù che in tutto splenda la verità”.

19-35 Luglio 8, 1926 Minacce di nuovi castighi. Come chi deve fare un bene universale deve far e soffrire più di tutti.

(1) Mi stavo tutta fondendo nel santo Voler Divino, ed il mio dolce Gesù si faceva vedere nel mio interno con le braccia alzate, in atto d’impedire che la divina giustizia si riversasse sulle creature, mettendo anche me nella sua stessa posizione per farmi fare ciò che Lui stesso faceva, ma le creature sembrava che incitavano la giustizia divina a colpirle, e Gesù, come stanco, abbassando le sue braccia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che perfidia umana! ma è giusto, è necessario che dopo tanto tollerare mi liberi da tanta roba vecchia che occupa la Creazione, ché essendo infetta porta l’infezione alla roba nuova, alle pianticelle novelle. Sono stanco che la Creazione, abitazione mia data all’uomo, ma è sempre mia, perché da Me conservata e vivificata continuamente, sia occupata da servi, da ingrati, da nemici e fin da quelli che neppure mi riconoscono, perciò voglio spacciarmi col distruggere regioni intere e ciò che serve per loro alimento; i ministri di giustizia saranno gli elementi, che investendoli faranno sentire la fortezza divina sopra di loro. Voglio purificare la terra per preparare l’abitazione ai figli miei, tu starai sempre insieme con Me, la mia Volontà sarà sempre il tuo punto di partenza anche nei più piccoli tuoi atti, perché anche nelle cose più piccole il mio Volere vuol tenere la sua Vita Divina, il suo principio ed il suo fine, né tollera che la volontà umana faccia le sue piccole affacciatine nel suo Regno, altrimenti verresti ad uscire spesso nel regno vizioso della tua volontà, la quale ti snobiliterebbe, ciò che non conviene affatto a chi deve vivere nel Regno della mia Volontà.

(3) Ora figlia mia, come le pene della Celeste Regina e le mie e la mia morte, come sole fecero maturare, fecondare, raddolcire i frutti che ci sono nel Regno della Redenzione, in modo che tutti possono prenderli, e sono frutti che portano la salute agli infermi, la santità ai sani, così le tue pene, innestate con le nostre e maturate col calore del Sole del mio Volere, faranno maturare i frutti che ci sono nel Regno della mia Volontà, saranno tanti e tanto dolci e gustosi, che chi vorrà prenderli e gustarli non più si adatterà ai frutti acerbi, scipiti e nocivi del regno misero e squallido della volontà umana. Tu devi sapere che chi deve essere il primo a formare un Regno, a portare un bene, a formare un lavoro, deve soffrire più di tutti e fare più che tutti, deve stradare, facilitare le cose, i mezzi e preparare ciò che conviene per fare che gli altri, trovando le materie prime di quel lavoro e vedendolo fatto, lo possano imitare; perciò molto ti ho dato e ti do, per fare che tu potessi formare le materie prime per chi deve vivere nel regno della mia Volontà. Perciò sii attenta e disposta a ciò che ti do e a fare quello che voglio da te”.

19-36 Luglio 11, 1926 Come per formare il Regno della Redenzione i più che soffrirono furono Gesù e la sua Mamma. Così sarà necessario conoscere chi ha sofferto per il Regno del Fiat Supremo.

(1) Da parecchi giorni il mio dolce Gesù non mi aveva detto nulla sulla sua Santissima Volontà, piuttosto si faceva vedere mesto, in atto di colpire le creature. Oggi, come se volesse uscire dalla sua mestizia, perché quando parla della sua Volontà sembra che si mette in festa, nell’uscire da dentro il mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, voglio sollevarmi, fammi parlare del Regno del mio Supremo Volere”.

(3) Ed io: “Amor mio e vita mia, Gesù, se Tu non mi dici tutti i segreti che ci sono in Esso, io, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19-37 Luglio 14, 1926 Come Gesù teneva preparato il Regno della sua Volontà nella sua Umanità, per darlo di nuovo alle creature. Tutti gl’interessi divini e umani stanno in pericolo se non si vive nella Divina Volontà.

(1) Continuo le mie solite fusioni nel Santo Volere, il mio dolce Gesù molte volte mi accompagna nella ripetizione di questi atti, altre volte sta a vedere se qualche cosa mi sfugge di tutto ciò che ha fatto, sia nella Creazione come nella Redenzione, e Lui con tutta bontà me la fa presente, affinché io vi metta fosse pure un piccolo ti amo, un grazie, un’adorazione, dicendomi che è necessario riconoscere fin dove la sua Volontà ha steso i confini del Regno del suo Volere per amore della creatura, affinché lei giri in questo Regno per goderselo e col ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19-38 Luglio 18, 1926 Perché Nostro Signore nel venire sulla terra non manifestò il Regno del suo Volere.

(1) La mia povera mente stava pensando a ciò che sta scritto qui sopra, ed il mio dolce Gesù ha continuato sullo stesso argomento dicendomi:

(2) “Figlia mia, vedi dunque la necessità come col venire sulla terra non diedi il Regno del mio Volere né lo feci conoscere, volli far prova novella della creatura, volli darle cose minori di quelle che le diedi nella Creazione, rimedi e beni per guarirla, perché nel crearlo, l’uomo non era malato, ma sano e santo, quindi poteva benissimo vivere nel Regno del mio Volere, ma sottraendosi dal Voler Supremo cadde ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19-39 Luglio 20, 1926 La parola di Gesù è lavoro, il suo silenzio è riposo. Il riposo di Gesù in mezzo alle sue opere.

(1) Continuando a sentirmi tutta abbandonata nel Supremo Volere, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto silenzioso, in atto di guardare tutta la Creazione, tutte le opere sue, e mentre le guardava restava come rapito profondamente innanzi alla magnificenza, santità, molteplicità e grandezza delle sue opere, ed io, insieme con Gesù, mi sentivo un silenzio profondo nel mirare le opere sue, molte cose si comprendevano, ma restava tutto nel fondo dell’intelligenza, senza vocaboli di sorta. Come era bello stare insieme con Gesù in un profondo silenzio. Onde dopo ciò, il caro mio bene, la dolce mia vita mi ha detto:

(2) “Figlia mia carissima, tu devi sapere che la mia parola è lavoro, il mio silenzio è riposo, e non solo è lavoro per Me la mia parola, ma anche per te, ed è solito mio che dopo aver lavorato, voglio riposarmi in mezzo alle mie stesse opere, esse sono il mio letto più soffice nel mio riposo, e siccome tu hai ascoltato la mia parola e hai lavorato insieme con Me, perciò insieme prendi riposo. Guarda figlia mia com’è bella tutta la Creazione, fu la parola del tuo Gesù che con un Fiat la lavorò, ma sai tu qual è il mio incanto che mi rapisce? Il tuo piccolo ti amo su ciascuna cosa creata, questo tuo piccolo ti amo impresso su ciascuna di esse mi parlano tutte del tuo amore, mi parlano della mia neonata della mia Volontà, sento l’eco armonioso di tutta la Creazione che mi parla di te, oh! come mi rapisce, come ne sono contento nel vedere che il mio Fiat nella Creazione e quello insegnato a te si danno la mano, s’intrecciano insieme e compiendo la mia Volontà mi danno riposo. Ma non sono contento a riposarmi solo, voglio insieme con Me colei che mi dà riposo, affinché lei prenda riposo e godiamo insieme i frutti del nostro lavoro. Guarda, non ti pare più bella tutta la Creazione e tutte le opere della mia Redenzione col tuo ti amo, con la tua adorazione e con la tua volontà trasfusa nella mia, che fa vita in mezzo alle sfere celesti? Sicché non c’è più solitudine né quel silenzio sepolcrale che c’era prima nelle sfere celesti ed in tutte le opere mie, ma c’è la piccola figlia del mio Volere, che fa compagnia, che fa sentire la sua voce, che ama, che adora, che prega e che mantenendo i suoi diritti, dategli dalla mia Volontà, possiede tutto, e quando c’è chi possiede non c’è più solitudine né silenzio di tomba. Ecco perciò che dopo d’averti molto parlato faccio silenzio, è il riposo che si richiede per Me e per te, onde poter riprendere di nuovo la mia parola e così continuare il mio ed il tuo lavoro. Ma mentre riposo contemplo tutte le opere mie, il mio amore sorge in Me e riflettendo in Me stesso e compiacendomi, concepisco in Me altre mie immagini simili a Me, e la mia Volontà me le mette fuori come trionfo del mio amore e come prediletta generazione del mio Fiat Supremo, sicché nel mio riposo genero i figli alla mia Volontà, tutti simili a Me, e nella mia parola li partorisco e li do lo sviluppo, la bellezza, l’altezza, onde la mia parola li va formando degni figli del Fiat Supremo. Perciò figlia mia, ogni mia parola è un dono che ti faccio, e se ti chiamo al riposo è perché tu contempli il mio dono, e compiacendoti e amandolo fai sorgere da te altri doni simili a quelli che ti ho dato, e mettendoli fuori formeranno insieme la generazione dei figli del Fiat Supremo, quanto ne saremo contenti”.

19-40 Luglio 23, 1926 Timori d’essere lasciata da Gesù. Chi vive nel Voler Divino perde ogni via d’uscita, né Gesù può lasciarla né lei può lasciare Gesù. La Creazione e specchio, la Volontà Divina è Vita.

(1) Avendo molto aspettato e sospirato la venuta del mio dolce Gesù, pensavo tra me: “Come farò, se chi forma la mia vita mi lascia sola e abbandonata! Potrei io vivere? E se io vivo, perché ora capisco che non sono le pene che fanno morire, se così fosse, dopo tante sue privazioni sarei morta, al più fanno sentire la morte, ma non la sanno dare, fanno vivere come sotto d’un torchio, premuta, schiacciata, ma il potere della morte lo tiene solo il Voler Supremo”. Ma mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù si è mosso nel mio interno, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19-41 Luglio 26, 1926 Quattro gradi che ci sono nel Supremo Volere.

(1) Continuo il mio solito abbandono nel Supremo Volere, ed il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come la luce del sole da tutti non viene goduta egualmente, non da parte del sole, perché le opere mie, contenendo il bene universale, fanno il bene a tutti senza restrizione alcuna, ma da parte delle creature. Supponi che una persona stia nella sua stanza, questa tale non gode tutta la vivezza della luce, e se gode una luce mite, non gode il suo calore; invece un’altra sta fuori dell’abitato, questa gode più luce, sente il calore del sole; il calore purifica, disinfetta l’aria putrida e nel godere l’aria purificata s’invigorisce e sente più sanità, sicché la seconda gode di più dei beni che porta il sole alla terra. Ma passa avanti, una terza persona si va a mettere in quel punto dove i raggi solari battono la superficie della terra, questa si sente investita dai suoi raggi, si sente scottare dal calore del sole, la vivezza della sua luce è tanta, che riempiendosi l’occhio stentatamente può guardare la terra, si vede come trasfusa nella stessa luce, si può dire, ma perché poggia i piedi sulla terra, è che poco sente della terra, di sé stessa, ma vive tutta per il sole. Vedi che gran differenza c’è tra la prima, la seconda e la terza, ma passa avanti ancora, una quarta spicca il volo nei raggi solari, s’innalza fino al centro della sua sfera, questa resta bruciata dall’intensità del calore che il sole contiene nel suo centro, l’intensità della luce la eclissa totalmente, in modo che resta sperduta, consumata nello stesso sole; questa quarta non può più guardare la terra, né pensare a sé stessa, e se guarderà, guarderà luce, sentirà fuoco, sicché per lei tutte le cose sono finite, la luce e il calore si sono sostituiti alla sua vita; che gran differenza tra la terza e la quarta! Ma tutta questa diversità non è da parte del sole, ma da parte delle creature e a seconda che si espongono alla luce del sole. Ora, il sole è l’immagine della mia Volontà, che più che sole dardeggia i suoi raggi per convertire coloro che vogliono vivere nel suo Regno tutti in luce e amore. L’immagine di queste persone sono i quattro gradi di vivere nella mia Volontà: La prima si può dire che non vive nel suo Regno, ma solo alla luce che dal mio Regno spande a tutti il Sole del mio Volere, si può dire che è fuori dei suoi confini, e se gode una scarsa luce è per la natura della luce che si spande ovunque; la sua natura, le sue debolezze e passioni le formano come un’abitazione intorno e formano l’aria infetta e putrida, che respirandola vive malaticcia e senza vivezza di forza nel fare il bene, ma con tutto ciò è rassegnata, sopporta alla meglio gl’incontri della vita, perché la luce della mia Volontà, per quanto mite, porta sempre il suo bene. La seconda è l’immagine di chi è entrato nei primi passi dei confini del Regno del Supremo Volere, questa gode non solo più luce, ma gode pure il calore, quindi l’aria che respira è pura, e respirandola, si sente morire le passioni, è costante nel bene, sopporta non solo con pazienza le croci, ma con amore, ma siccome è ai primi passi dei confini, guarda la terra, sente il peso della natura umana. Invece la terza, essendo l’immagine di chi si è inoltrato nei confini di questo Regno, è tale e tanta la sua luce, che le fa dimenticare tutto, non sente più nulla di sé stessa, il bene, le virtù, le croci, si cambiano in natura; l’eclissa, la trasforma e appena le lascia di guardare da lontano ciò che a lei più non appartiene. La quarta è la più felice, perché è l’immagine di chi non solo vive nel mio Regno, ma di chi ne ha fatto acquisto, questa subisce la consumazione totale nel sole supremo del mio Volere, l’ecclise della luce è tanto fitto, che essa stessa diventa luce e calore, né può guardare altro che luce e fuoco, e tutte le cose si convertono per lei in luce e amore. Quindi ci sarà differenza di gradi nel Regno della mia Volontà a seconda che le creature vorranno prendere dei suoi beni, ma i primi gradi saranno spinte e vie per giungere all’ultimo. Per te poi, che lo devi far conoscere, c’è tutta la necessità che viva nell’ultimo grado”.

19-42 Luglio 29, 1926 Tutto ciò che faceva Nostro Signore, in virtù del Voler Divino investiva tutta la Creazione. Chi metterà di nuovo in festa a tutta la Creazione?

(1) Stavo facendo i miei soliti giri nel Regno del Supremo Volere, ed essendo giunta a quel punto di ciò che aveva fatto il Divino Volere nell’Umanità di Nostro Signore, guardavo le sue lacrime, i suoi sospiri, i gemiti suoi, e tutto ciò che faceva, investiti della luce della sua Volontà, sicché i suoi raggi erano imperlati dalle lacrime di Gesù, riempiti dai suoi sospiri, investiti dai suoi gemiti dolenti e amorosi. E siccome la Creazione è pregna e investita dal Supremo Volere, i suoi raggi di luce, investendo tutto, imperlavano tutte le cose create delle sue lacrime. Tutte ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)