MaM
Messaggio del 1 febbraio 1984:«Ora piove e voi dite: “Perché piove tanto? Perché non smette di piovere? Non si può andare in chiesa con tutto questo fango per la strada”. Non dite mai più così. Avete pregato tanto Dio che vi mandasse la pioggia che feconda la terra. Ora non dovete rivoltarvi contro la benedizione di Dio. Dovete piuttosto ringraziarlo con la preghiera e il digiuno».

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 13-44 Dicembre 23, 1921 Chi opera e vive nel Divino Volere gli dà il campo a Gesù per far uscire nuove opere, nuovo amore e nuova potenza. Effetti del sonno di Gesù.

(1) Mi sentivo tutta immersa nel Divino Volere, ed il mio dolce Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, come operi e vivi nel mio Volere così fai uscire dalla mia Volontà altri atti nuovi da dentro di Essa, mi dai il campo a nuove opere, a nuovo amore, ed a nuova potenza; come mi sento felice che la creatura vivendo nel mio Volere mi dà il campo di agire. Invece, chi nella mia Volontà non vive, mi piega le mani e rende inutile il mio Volere per lei, mentre il mio Essere è portato dalla forza irresistibile del mio amore al moto, all’opera, e solo chi vive nella mia Volontà mi dà libero il campo, ed Io animo anche i più piccoli atti del mio Voler Divino, non disdegno anche le cose più basse, di mettervi l’impronta di virtù divina. Ecco perciò amo tanto chi vive nel mio Volere, circondo ogni suo atto di tanta grazia, di tale dignità e decoro, perché ne voglio l’onore, la gloria del mio operato divino, perciò sii attenta e pensaci bene che se tutto ciò che fai, non lo fai nella mia Volontà, darai l’inutilità al tuo Gesù. Ah! se sapessi quanto mi pesa l’ozio, come mi contrista, staresti più attenta, non è vero?”

(3) Onde dopo ciò, stavo per chiudere gli occhi al sonno, e dicevo tra me: “Anche il mio sonno nel tuo Volere, anzi, il mio respiro si trasformi nel tuo, affinché ciò che faceva Gesù quando dormiva, faccia pure io. E poi, veramente il mio Gesù dormiva?” E Gesù è ritornato ed ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, brevissimo era il mio sonno, ma dormivo, ma non dormivo per Me ma per le creature, Io come capo rappresentavo tutta l’umana famiglia e dovevo stendere la mia Umanità su di tutti, per darli riposo. Io vedevo tutte le creature coperte d’un manto di turbazione, di lotte, d’irrequietezze; chi cadeva nella colpa e restava triste, chi dominato da tiranniche passioni che voleva vincere e restava turbato, chi voleva far il bene e lottava per farlo, insomma, pace non vi era, perché la vera pace si possiede quando la volontà della creatura ritorna nella Volontà del suo Creatore, donde ne uscì; fuori dal centro, spostata dal principio, pace non vi è. Onde, la mia Umanità dormendo si stendeva su tutti, avvolgendoli come dentro d’un manto, come la gallina quando chiama i suoi pulcini sotto le ali materne per farli dormire, così stendendomi su tutti, chiamavo tutti i miei figli sotto le mie ali per dare a chi, il perdono della colpa, a chi la vittoria sulle passioni, a chi la forza nella lotta, per dare a tutti la pace ed il riposo, e per non darli timore e dar loro coraggio lo facevo dormendo, chi teme d’una persona che dorme?

(5) Ora il mondo non è cambiato, anzi più che mai è in lotte, e perciò voglio chi dorma nel mio Volere, per poter ripetere gli effetti del sonno della mia Umanità”.

(6) E poi con accento afflitto ha ripetuto: “E gli altri miei figli dove sono? Perché non vengono tutti a Me per ricevere il riposo e la pace? Chiamemoli, chiamemoli insieme”.

(7) E pareva che Gesù li chiamava a nome, uno per uno, ma pochi erano quelli che venivano.