(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, appena si è fatto vedere mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il flagello è grande, eppure i popoli non si scuotono, anzi se ne stanno quasi indifferenti, come se dovessero assistere ad una scena tragica e non ad una realtà, invece di venire tutti unanimi a piangere ai miei piedi e implorare pietà, perdono, stanno piuttosto sull’attenti a sentire ciò che succede. Ah! figlia, quanto è grande la perfidia umana! Vedi come ai governi sono ubbidienti; sacerdoti, secolari, non pretendono nulla, non si rifiutano i sacrifici e devono stare pronti a dare la propria vita; oh! solo per Me non vi era ubbidienza, né sacrifici, e se qualche cosa facevano, erano più le pretensioni, gli interessi, e questo, perché il governo usa la forza, Io che faccio uso dell’amore, dalle creature questo amore è disconosciuto e se ne stanno indifferenti, come se Io non meritassi nulla da loro! ”
(3) Ma mentre ciò diceva ha rotto in pianto, che strazio crudele veder piangere Gesù! Poi ha ripreso:
(4) “Ma il sangue ed il fuoco purificheranno tutto e ridoneranno l’uomo pentito, e quanto più tarderà, più sangue si spargerà e sarà tanta la carneficina, che l’uomo mai se l’avrà pensato”.
(5) E mentre ciò diceva faceva vedere carneficina umana. Che strazio vivere in questi tempi, ma il Voler Divino sia sempre fatto.