MaM
Messaggio del 18 marzo 1995:Cari figli! Come madre, già da tanti anni vi insegno la fede e l’amore di Dio. Voi non avete mostrato gratitudine al caro Padre nè gli avete dato gloria. Siete diventati vuoti e il vostro cuore è diventato duro e senza amore per il vostro prossimo che vive nella sofferenza. Io vi insegno l’amore e vi mostro quanto il caro Padre ha amato voi, ma voi non amate lui. Egli ha offerto in sacrificio il suo unigenito Figlio per la vostra salvezza, figli miei. Se non amate non riconoscerete l’amore che il Padre vostro ha per voi. Non conoscerete Dio perché Dio è amore. Amate e non abbiate paura, figli miei, perché nell’amore non c’è timore. Se i vostri cuori sono aperti al Padre e se sono pieni di amore per lui, perché aver paura di quello che accadrà? Hanno paura quelli che non amano perché aspettano il castigo sapendo quanto sono vuoti e duri. Figli miei, io vi invito all’amore verso il caro Padre. Io vi guido verso la vita eterna. La vita eterna è mio Figlio: accettatelo e avrete accettato l’amore!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 11-86 Dicembre 21, 1914 Avere compagnia alle pene è il più grande sollievo per Gesù.

(1) Stavo nel solito mio stato, ed il benedetto Gesù, venendo, tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ne posso più per il mondo, sollevami tu per tutti, fammi palpitare nel tuo cuore, affinché sentendo per mezzo del tuo cuore i palpiti di tutti, i peccati non mi vengano diretti, ma indiretti per mezzo del tuo cuore, altrimenti la mia Giustizia metterà fuori tutti i castighi che mai ci sono stati”.

(3) E nell’atto di ciò dire ha immedesimato il suo cuore al mio e mi ha fatto sentire il suo palpito, ma chi può dire ciò che si sentiva, i peccati come saette ferivano quel cuore, e mentre io prendevo parte, Gesù ne aveva sollievo. Poi, sentendomi tutta immedesimata in Lui, pareva che racchiudevo la sua intelligenza, le sue mani, i suoi piedi e così di tutto il resto, ed io prendevo parte a tutte le offese di ciascun senso di creature, ma chi può dire come ciò succedeva? Poi Gesù ha soggiunto:

(4) “Avere compagnia alle pene è il più grande sollievo per Me, ecco perciò il mio Divino Padre dopo la mia Incarnazione non fu così inesorabile, ma più mite, perché le offese non le riceveva dirette, ma indirette, cioè, attraverso della mia Umanità, la quale gli faceva continuo riparo. Così Io vo trovando anime che si mettano attraverso tra Me e le creature, altrimenti il mondo lo renderò un mucchio di rovine”.