MaM
Messaggio del 25 gennaio 2003:Cari figli, con questo messaggio vi invito di nuovo a pregare per la pace. Specialmente adesso quando la pace è in crisi, voi siate quelli che pregano, e testimoniano la pace. Figlioli, siate pace in questo mondo inquieto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1945

Una lettera a Mammina


« Vengo ai tuoi piedi umiliata, confusa e pentita. E perché vengo? A salutarti, a felicitarmi con Te nella festa della tua Natività. Tu sei benedetta, Tu sei pura, sei bella, sei santissima! Benedetto sia Colui che Ti ha creata! Benedetta sia l'ora in cui sei venuta al mondo! Senza di Te non avrei Gesù! Mammina, vorrei avere una infinità di anime da offrirti, di cuori per amarti, di lingue per lodarti! E non ho nulla! Il mio corpo non possiede quell'anima, quel cuore, quella lin­gua degni di esserti offerti. Che povertà, che miseria! Mammina, accetta la mia offerta, non respingerla: come prova del mio amore Ti do la mia verginità, la mia purezza, il mio corpo, interamente.

Sono tua in tutto e per sempre. E per consolarti di più e meglio, per riparare le ingiurie fatte al tuo Cuore immacolato, Ti offro il Tuo e mio Gesù nella Comunione di oggi e le sofferenze di questo giorno, insieme ai fiori creati dal loro Autore. Mammina, non ho altro da darti, non so più cosa offrirti. Sono la tua figlia più povera e indegna.

Conservami per Gesù. Dammi il tuo amore.


Sarà questa l'ultima lettera che Ti scrivo? Fra un anno sarò già in cielo? Non pensavo di essere ancora sulla terra. Ma spero tra poco di venire a lodare Te e Gesù eternamente. Mammina, accetta l'amore, le felicitazioni di coloro che mi sono cari. Conservali tutti nel Tuo Cuore e in quello di Gesù. Difendi anche il mondo intero.

Baci e saluti dalla tua povera figlia e da coloro che sono cari al mio cuore... » (8-9-1945).

Nel giorno di Mammina mi sono sforzata assai per con­solarla e provarle il mio amore, senza riuscirvi. Ho scritto di mio pugno quanto avevo nel cuore... Ho fatto collocare la let­tera ai piedi della statuetta con un mazzo di fiori: mi sono mostrata gioiosa ed entusiasta, ma dentro di me tutto era morte; mi pareva di ingannare e mentire a me stessa. Nel raccomandarle nuovamente quanto Le dicevo nella let­tera, sentivo come se non Le fosse gradito e lo respingesse. Da allora sono rimasta come se la mia vita vagasse tra cielo e terra: non sono del mondo, non sono del cielo... (dia­rio, 11-9-1945).

Ridurrò i Miei colloqui, ma resto in te come mai» (Momenti della Passione)


... - Non temere il peso della croce: venga ciò che deve venire; ti ferisca ciò che ti deve ferire; vincerai con Me. La barchetta avanzerà sicura nel mare, anche se la tempesta la insidierà da ogni parte. La mia divina causa vince. - Sentivo come se io fossi una barchetta che andava tra le onde alte di impetuose tempeste. Non ne era scossa, non affon­dava, non temeva, perché in essa vi era Gesù. - Figlia mia, ridurrò i miei colloqui e la loro durata... Il mio amore e la mia divina Luce saranno in te come il sole che filtra fra le nubi e a mala pena riesce ad illuminare e a riscaldare. Tutto corre verso la fine: persino le meraviglie che opero in te e gli effetti sensibili del mio amore. Abbi coraggio! Più che non mai tu Mi ami e più che non mai Io sono in te. Ora mi dono a te nell'Eucarestia. Come prova che sei la mia vera crocifissa, ti prometto di non lasciarti alcun venerdì senza la Comunione: l'avrai per mezzo dei miei discepoli, o degli angeli oppure da Me stesso, come sto per fare ora. - Gesù prese nelle Sue santissime mani un'Ostia e disse: - Corpus Domini Jesu Christi... Sono la tua vita, il tuo alimento. Credi che sono Io? Chiedimi ciò che vuoi. - Credo, perché credo nella Tua parola... - Mi fece gustare una gran pace. - Gesù, Ti chiedo di essere santa, come Tu lo vuoi, se lo vuoi.. - (diario, 14-9-1945).

« ... Grazie per quanto ha fatto per me e per i miei. Sol­tanto Gesù la può ricompensare.

Perdoni il mio silenzio; le mie poche energie non mi con­sentono di più; se non fosse per la mia forza di volontà, non farei nulla. Le sofferenze del corpo e dell'anima sono talvolta insop­portabili; quanto si soffre, padre mio! Il mondo non lo com­prende. Io non vivo se non per soffrire, e, tante volte, mi pare di vivere solo per peccare...

Muoio nell'abbandono, nelle tenebre, senza amore per Gesù, e quasi sempre tormentata dal demonio che tanto fa perché io offenda Gesù. Preghi, padre mio, e faccia pregare per me Gesù e Mam­mina perché abbia la forza di resistere a tutto. Sono soltanto mise­ria, ma non voglio davvero peccare, né macchiare la mia anima.

Il giorno 11 mi sono unita alla festa dei novizi. Li ho racchiusi tutti nel Cuore divino di Gesù e per tutti ho chiesto amore. Non potendo scrivere a tutti, non scrivo a nessuno, ma possono star certi che Gesù è contento di loro, se non Lo offendono, se Lo amano e fanno la Sua divina volontà... » (lettera a d. Umberto, 15-9-1945).

Sono pazza di vergogna e di amore (Momenti della Passione)


Passai la notte triste, ma in unione con Gesù... Uscii dalla prigione... Sentivo in me Gesù che, pazzo di amore, camminava tra una moltitudine, preoccupato soltanto di dare a tutti il cielo: solo l'amore di un Dio poteva affron­tare così grande martirio... Lo vidi cadere; vidi il Suo santis­simo Volto contuso, ferito, con sguardo di compassione e pro­fonda tristezza. Quali sguardi dolci che invitano e attirano le anime! Io non potevo resistere a quell'invito di Gesù; non sopportavo quel dolore, stavo per svenire. Lo vidi molto chia­ramente: croce sulle spalle, un ginocchio a terra e l'altro alzato mentre faceva un grande sforzo per rialzarsi. Dietro di Lui camminava una donna; non ne ho veduto il volto, ma solo la folta capigliatura sciolta... Quando, giunta al Calvario, mi tolsero le vesti, brandelli di carne vi rimasero incollate. I dolori dei nervi, o non so di che, furono tali che si ripercossero nel cuore a tal punto che mi lasciarono senza respiro e quasi senza vita. La mia lingua ferita era tanto gonfia che mi pareva non poterla contenere nella bocca. Il mio volto non era volto: sentivo che non aveva forma umana... (diario, 21-9-1945).

Tornai a ricevere Gesù Eucaristico. Dove scese mai! Nella cecità del mio spirito, nelle tenebre orribili, nel mare immenso e spaventoso di corruzione... Questo mare, lo sento in me e, allo stesso tempo, separato da me: mi causa orrore e non mi appartiene. Non posso permettere che Gesù vi scenda e non so come fare. Egli si lascia trasportare e va a ferirsi in questo fango tanto avvelenato: è immondizia che ha spine le quali feriscono e lo fanno sanguinare. Vorrei impedire che Gesù si posi in esse e non riesco. Sono pazza di vergogna e pazza di amore: di vergogna nel sentirmi in quello stato, di amore che va in cerca di tutti i mezzi possibili per impedire che Gesù si posi su ciò che tanto Lo ferisce.

Ma questa mia pazzia di amore si avvolge nella notte te­nebrosa del mio spirito...

Il mio povero spirito, rifiutato dal cielo e dalla terra, vaga in una regione che non vide mai luce. Va come l'uccello che, senza tregua, batte le ali, giorno e notte, e non riesce a ripo­sare: se sale, non trova via d'uscita; se scende e si immerge, non la trova ugualmente; non c'è cammino per cui io possa uscire dalle tenebre. Il cuore e l'anima tremano e piangono sgomenti. Che orrore, mio Dio, che disperazione in me! Ma sono disperazioni che mi permettono di restare calma e serena. È la Tua volontà di­vina, o Gesù, e io l'accetto. Quante volte sento bere avidamente nel mio cuore fino alla stanchezza! Chi beve lo fa con molta dolcezza, lo fa con tanto gusto ma non è mai sazio. Io pure non mi sazio; non vi è nulla che mi soddisfi e consoli. Per quanto soffra, nulla soffro e nulla ho da offrire per consolare Gesù. E le mie anime muoiono di fame; voglio sal­varle; non posso vederle morire... (diario, 24-9-1945).

Anniversario della mia prima crocifissione


« .. Come è stata dura la nostra prova! Come si può resi­stere a tanto? Se è per la gloria di Dio e per il bene delle anime, sia benedetta! Gli uomini ci hanno separato, ma Gesù no. Creda, mio buon padre, fu grande e doloroso questo penare, ma la sento molto intimamente unita nel cuore e nell'anima. Quanto Gesù unisce gli uomini non possono separare. Nella nostra lontananza e nel nostro silenzio si sono raddoppiate le preghiere; e lei è sempre nel luogo ove Gesù l'ha collocata: il primo posto nel mio cuore. Gesù non è ingrato, e soltanto Lui sa quanto le devo, sa quanto lei mi ha insegnato ad amarlo. È un peccato che le cose di Gesù siano così mal comprese. Non ho parole per dire quanto ho sofferto e fatto soffrire, anche se involontariamente, coloro che mi attorniano. Per quan­to volessi nascondere il mio dolore, non ho avuto forze per fare di più. Padre mio, sono stata quasi abbandonata, con le sole bri­ciole che le anime sante mi vogliono dare. Ma queste stesse briciole me le hanno nuovamente tolte, lasciandomi sola, senza luce, senza conforto, senza niente. Povera me, se non ci fosse il mio medico! Quante ore per infondermi coraggio e fiducia! Ma, padre mio, ora non ne posso più. Gesù la porti qui in fretta per guidare l'anima mia a Lui e a Mammina, perché io possa andare a riposare nella mia Patria. Ho iniziato questa mia il giorno 24 per terminarla il 3 ot­tobre. Che triste data! Sette anni fa, la mia prima crocifissione! Se Gesù mi avesse mostrato subito tutto, sarei morta di paura. Quante sofferenze mi ha procurato la prima crocifissione! Che vita così mal compresa! Ma che amore e follia di Gesù per la mia anima! Sì, io voglio soffrire tutto per amore di Gesù e delle anime! Prego per coloro che mi hanno fatta soffrire: non voglio male a nessuno; voglio vedere tutti in cielo. Padre mio, questa lettera rimane qui ad attenderla. Non voglio disobbedire mai. Gesù è degno del nostro sacrificio... » (lettera a p. Pinho, 24-9-1945).

... Senza volerlo vidi la mia vita di grande sofferenza: mi si presentò tutto dalla data della mia prima crocifissione, av­venuta sette anni fa; ho rivissuto ogni ora, ogni momento. Ho risentito gli spaventi, gli sgomenti di quelle ore amare; ho provato l'afflizione che il mio direttore in questa occasione ha sofferto presso di me; ho sentito le lacrime che i miei, ter­rorizzati, hanno versato. Se Gesù mi avesse mostrato tutto, la morte avrebbe vinto; senza un miracolo sarei morta. E ho sofferto tutto questo in una grande cecità di spirito. Il demonio ne approfittò per i suoi fini... A notte alta, men­tre era grande la mia agonia del corpo e dell'anima, venne Gesù; con un gesto della Sua mano santissima fece cessare la lotta infernale: - Vattene, non vinci; la vittoria è della mia vittima... Figlia mia, vengo ad assicurarti che non hai peccato; sono Io che voglio questa grande riparazione: la posso chiedere soltanto ad un cuore puro. Vengo a sollevarti dalla tua sfini­tezza, ad alleggerire il peso della tua croce... Tu sei un tesoro per i peccatori. Guai a loro senza la tua dolorosa crocifissione! Dopo questa lotta, non potevo lasciarti in così grande pro­strazione e non potevo lasciar trascorrere le ultime ore del­l'anniversario del felice giorno in cui ti ho crocifissa per la prima volta [senza venire]; abbi fiducia!... La tua crocifissione è la più reale e la più assomigliante alla mia. Quanto ti amo e quanto amo le anime! Faccio tutto per loro. Ritorna alle tue tenebre, riprendi la tua croce, portala con­tenta per amore. - Le parole di Gesù sono state per me come una brezza che passa, una luce che sparisce. La mia croce!... (diario, 4-10-1945).

O santa obbedienza che tutto puoi!


« ... Non ho proprio forza né disposizione per nulla, pro­prio per nulla. Gesù e Mammina abbiano compassione di me. Non so dire la sofferenza della mia anima: è impossibile de­scriverla. Ho paura di lei e di tutti gli amici. Non so dove fuggire, né dove nascondermi. Che cosa sarà di me? Sono diventata cieca [spiritualmente]; la mia cecità è completa. Quanto costa vivere così! Appare soltanto la mia miseria, il mio nulla, e tanto chiaramente che mi causa dolore. Preghi per me, mio buon padre, e chieda a tutti di ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Spoglia di tutto... Gesù, non resisto! (Momenti della Passione)


... Gesù mi disse: - Riposa qui un poco, mia colomba, amata, per riprendere poi la tua sofferenza senza pari, per por­tare fino alla meta la tua croce. Riposa senza le mie conso­lazioni. Va' poi a chiedere al mondo orazioni e penitenza. - Ho riposato, vicino a Gesù, come chi stanco si rifà al­l'ombra di un albero. Non sentivo né gioia né dolore: era come colui che dorme. Dopo alcuni minuti mi sentii senza Gesù; mi riavvolse il dolore...

Fino al termine di questa giornata, sia nelle piccole che nelle evenienze più importanti... tutto fu tristezza profonda e un continuo navigare nella mia oscurità. Sia benedetto Gesù: sono la Sua vittima (diario, 19-10-1945).

... Sento forti tentazioni contro la fede. A volte mi pare di non credere alla vita di Gesù, alle sue cose, grandezze, mera­viglie e prodigi. Mi pare che nulla sia vero... Mi pare di non essere nel mondo, di esserne scomparsa completamente; vi è rimasto solo il mio dolore, la mia oscurità, la mia miseria, con un senso di vergogna senza limiti.

Ho paura di vedere vicino a me coloro che mi sono cari; potessi nascondermi da tutti!

È notte, per me non è mai giorno; non potrò più avere nel mondo un momento di gioia.

Perdonami, o Gesù, i miei sfoghi. Sono felice di soffrire per tuo amore, senza sentirlo... (diario, 23-10-1945).

Fuori dal cielo, fuori dal mondo, sono vissuta in una regione sconosciuta; ma anche là, spoglia di tutto, vergognosa e confusa. La mia anima vorrebbe gridare, ma quelle grida che si sprigionano in me sono grida disperate: - Gesù, non resisto! Abbi pietà di me! Chi mi soccorre in così grande dolore? Ho paura e sete di Te! Ho vergogna, ma ansie ardenti di posse­derti eternamente. Non posso stare qui di più. O cielo, quando verrà il cielo?

Voglio venire, Gesù, voglio volare, ma temo di comparire a darti i miei conti. Vedo su di me un mondo di miserie di cui io debbo rispondere. Non posso camminare. Non so nuo­tare; affogo nelle mie tenebre... Sento i gemiti dell'inferno, mi sento coinvolta in essi, O Gesù, perderti per sempre! Però anche là vorrei vederti, abbracciarti, e non posso! Che disperazione! Sento che si avvicina la vera morte, che voglio chiamare vita. Spade di fuoco, spade di amore vengono a darmi il taglio definitivo. Sono spade che vengono da Gesù; questo amore viene da Lui; quell'ultimo momento sarà di amore... (diario, 25-10-1945).

Questa notte si unirono due orti; non me lo aspettavo. Mi pareva che quello permesso da Gesù potesse bastare, invece se ne aggiunse un altro da parte delle creature. Come posso resistere a tanta sofferenza? Ma non sono io che resisto; è Lui in me; e questo basta ad aumentare la mia croce: non posso sopportare che Gesù soffra; vorrei che vincesse in me, e non soffrisse... Fin da questa mattina presi la croce... il mio corpo si sen­tiva tanto sfinito come non avesse più una goccia di sangue... La forza per resistere, la vita che vivevo, erano forza e vita di Gesù... Sempre in croce, in tanto abbandono e oscurità, sentii e vidi con gli occhi dell'anima una nube dalla quale uscivano strumenti di supplizio... Tutto si scaricava sopra di me: era spaventoso!... Venne Gesù: - Figlia mia... Gli strumenti di supplizio che hai visto sono per il mondo se non si converte... -

- O mio Gesù, allora il mondo non si salverà? Non val­gono a nulla le mie sofferenze? Che posso fare di più? - Sta' tranquilla, figliolina. Se il mondo non si può vin­cere con l'amore, si deve salvarlo col dolore e il terrore dei supplizi. Abbi coraggio!... Penitenza, penitenza! Preghiere, pre­ghiere!... La madre che dà la vita ai suoi figlioli, la dà attraverso il dolore; tu, che io scelsi madre dell'umanità, è attraverso il dolore ineguagliabile che la salverai... ... Le spade di amore che hai sentito ferirti sono simbolo del tuo distacco dalla terra: sarà quell'amore che ti strapperà verso il cielo, anche se in quel momento la tua cecità non ti consentirà di vederlo né di sentirlo... - ... (diario, 26-10-1945).

« Più di così non puoi amarmi » (Momenti della Passione)


... Vorrei fuggire allo sguardo di tutta la gente, amici e nemici, se ne ho, ma più ancora degli amici... I miei sorrisi sono forzati, persino ingannatori: escono forzati dai dolori più atroci e dalle tenebre più profonde... Mammina cara, come re­sistere senza l'aiuto del cielo? Esso si è chiuso, si è nascosto in modo tale che gli sguardi ed i sorrisi Tuoi e di Gesù non giungono fin qui. È morto il cielo, è morto Gesù, è morta Mammina, morto tutto ciò che è vita, tutto ciò che è amore. Solo le iniquità mi ricoprono, solo la morte spaventosa esiste con il dolore, lasciatemi dire, col dolore insopportabile... Oggi, subito dopo la Comunione, cominciai ad aprire il mio cuore a Gesù, non con il fine di avere risposta, ma per sfogare il mio dolore... Dopo avergli detto che la mia vita mi pareva solo inganno e che io non volevo ingannare né me né altri, per provargli la mia fiducia in Lui, gli dissi: - Ti giuro, Ti giuro, mio Gesù, che confido in Te. - Egli mi rispose: - Confida, figlia mia: questo basta; nulla di più è necessario... Confida, non aspettare una vita diversa... Tutta la sofferenza che ti verrà è per tenerti sempre salda nello stesso amore, non per aumentarlo, perché più di così non puoi amarmi... - (diario, 29-10-1945).

... Confido nella bontà del mio Signore, nella misericordia di Gesù! Prima di rendere conto a Dio, nei miei ultimi momenti, vorrei poter dire al mondo: - Muoio per tuo amore, perché sei figlio di Gesù! Muoio per darti la vita... Cesserai di calun­niarmi, di abbandonarmi, di perseguitarmi? Ti sei saziato di ferire il mio cuore? Anche così giuro che ti amo, giuro che vado da Gesù a intercedere per te, che ti voglio dove voglio essere io. Amo quelli che mi amano. Amo i giusti e i peccatori. Amo quelli che mi feriscono perché vedo in tutti Gesù e amo tutti per amore di Gesù. O mondo, addio. Non essere più ingrato; non peccare più! Vado a Gesù, ma continuo a vegliare su di te... (diario, 1-11-1945). ... Durante la notte vidi il grande ingrato che osò schiaf­feggiare Gesù; vidi il rancore con cui Gli diede lo schiaffo... Era alto, magro, bruno, di cattivo aspetto. Gesù ricevette lo schiaffo con la maggior serenità e mansuetudine. Nel periodo in cui soffrivo la Passione fisica sentivo molte volte quello schiaffo sul mio volto, ma non avevo mai veduto chi glielo dava, con quel volto tanto arcigno... Durante il cammino lungo il Calvario sentii che Gesù girò il capo per fissare Qualcuno: era Mammina. In tutto il tragitto sentii come se Gesù avesse sempre il volto girato da un lato e gli occhi fissi in Lei e fosse a Lei legato anima e cuore. Quanto mi costò questo! Che dolore indicibile!

Già sulla croce, sentii che Gesù avrebbe voluto staccarne le braccia per mostrare al mondo il suo divin Cuore e dirgli: - Prima ancora che sia aperto dalla lancia, è aperto dall'a­more per accoglierti. - Gesù dimenticava tutta l'ingratitudine, discolpandoci pres­so il Suo Eterno Padre... Che agonia! In tanto abbandono Gesù doveva render conto per tutta l'umanità... Sentivo che il peso della giustizia divina si scaricava sulla croce, su di me e su Gesù: schiacciava tutto... Dentro di me Gesù stava per spi­rare: solo di tanto in tanto sentivo la Sua respirazione. ... Gesù cominciò a parlarmi: - Vengo, figlia mia, a darti la vita: soltanto così potrai vivere. E perché tu viva lo opero prodigi: ti do gocce del mio Sangue; è con esso che vivi. Faccio questa trasformazione sacra, divina: trasformare Me in te, tra­sformare te in Me... Questo sangue è manna che preparo alle anime, manna che viene dal Cielo; distribuiscila al mondo. È sangue di purezza, sangue che rigenera: sangue di Cristo e della sua sposa e vergine. Studino, studino i dottori della Chiesa, studino i saggi; lo ripeto: studino i dottori e i cultori delle scienze divine, le meraviglie, i prodigi che opero nella tua anima... - ... Mentre Egli diceva « le meraviglie, i prodigi che opero in te », sorrideva e mi fece comprendere la grande ricchezza, il valore del suo Sangue divino... Appresi che era grande come Dio ciò che da Lui ricevevo. - Mio Gesù, come sono piccola, davanti alla Tua grandezza! Vorrei dirti tante cose ma non so parlarti. - Tu parli, figlia mia, con i tuoi desideri: il tuo silenzio Mi dice tutto. Di mano in mano saprai dirmi sempre di meno. Abbi coraggio! Tutto passa, tutto muta, solo Io no... (diario, 2-11-1945).

Mendicare dalle anime amore per Gesù


Ricevetti Gesù nella Comunione... Mi fece subito sentire la Sua unione e la Sua presenza reale nella mia anima... Dopo alcuni minuti disse: - Figlia mia... non può naufragare la barchetta della quale Gesù è timone e pilota. Coraggio, co­raggio, sempre salda e fiduciosa!... - Gesù mi parlò di alcune anime della mia famiglia, mi co­municò che Lo offendono molto ma mi promise di salvarle. Mi chiese di sopportare per loro tre assalti del demonio; inoltre di riparare per le famiglie e per alcune persone della parroc­chia e di fuori: uomini e donne di età già avanzata. Ri­para, ripara per loro. - ... Vorrei lanciarmi tra le fiere per essere da loro divo­rata; vorrei strapparmi il cuore per farlo calpestare da tutte le creature; infine vorrei soffrire tutto pur di non vederti fe­rito e di salvare le anime. - Rallegrati della tua sofferenza, figlia mia, perché con essa si possono salvare. E ora di' al caro padre spirituale [p. Pinho] che gli uomini non vincono... Che non è soltanto lui ferito; lo sono Io pure per il modo con cui si comportano. Con la sua sofferenza innocente egli arreca grande vantaggio alle anime...... - ... (diario, 3-11-1945).

... Soffro per la presenza di anime che battono strade errate: quanto soffre Gesù! Anche se mi costa la loro presenza, voglio consolarle e legarle al Suo divin Cuore. Ma non so e non vedo come fare. Non ho chi mi insegni e mi dia luce: mi rubano tutto; resto sola. Ho il mio santo medico, ma sento come se non l'avessi: egli mi dice parole di conforto, e tal­volta mi pare di non udirlo né vederlo. - Gesù, ricompensalo per quanto ha fatto per me ... - ... (diario, 6-11-1945).

Non posso parlare: mi mancano le forze. Confido e temo... Ho detto molte volte a Gesù: - Voglio darti il mio san­gue fino all'ultima goccia, per Tuo amore e per soccorrere i peccatori, come Tu lo hai dato per me. - Non pensavo che Gesù prendesse le cose tanto alla lettera. Soltanto ieri mi ricordai della mia offerta, sentendomi senza sangue e senza vita... ... Io devo aver fiducia in Gesù che mi perdoni gli sco­raggiamenti che talvolta forse Gli dispiacciono; infatti in alcuni momenti ho la sensazione di essere pentita delle mie offerte e del mio dono totale a Lui. Ma non è questo il vero senti­mento della mia anima: io sono e voglio essere sempre di Gesù e delle anime...

Povera me, se non confido in Te, o Gesù! O Cielo, se a te non ricorro, chi potrà aiutarmi? Dalle creature non aspetto nulla; mi pare anzi di aborrirle, anche quelle che più amavo; ho l'impressione di disprezzarle e di esserne disprezzata. Sono sola... Ho perduto tutto perché non ho un cuore capace di amare, di soffrire. Non sono utile né per il cielo né per la terra... Ah! Se io sapessi mendicare amore e in tanta oscurità lo potessi, non farei altro che mendicare dalle anime amore per Gesù... (diario, 8-11-1945).

« Avrai i doni dello Spirito Santo » (Momenti della Passione)


... Il mio cuore camminava in un intrico di spine; in mezzo ad esse dovevo dare la vita con una grande prova d'amore. Il cuore non era mio: era di Gesù; a me nulla apparteneva, se non un fragile involucro. In tutto il percorso del Calvario il mio corpo ricevette colpi innumerabili. Appena giunta alla cima si riprodusse in me il vero e do­loroso Calvario. Cuori afflittissimi circondavano la croce. Ma quello di Mammina era ben diverso dagli altri: neppure tutti i dolori, uniti insieme, si potevano paragonare al suo. Fra nubi oscure di morte irruppe Gesù, apparve rifulgendo con splendore massimo; vinse tutto, su tutto trionfò. Ma io non Lo accompagnai in quella vittoria, in quel trion­fo, in quella luce; rimasi sempre nel mio dolore amaro. Egli andò, immerso nel gaudio della luce trionfale, ma continuò a rimanere in me: unito a me e trasformato in me, soffriva. Vorrei saper parlare di questa separazione circa il gaudio ed allo stesso tempo della unione dolorosa nel mio corpo, ma non sono capace. Posso dire soltanto che l'agonia continuò: il san­gue scorreva dalle mie piaghe e le tenebre restavano ad acce­care tutto il mio spirito. Continuava il mio grido senza che il Padre acconsentisse a confortarmi. Gridavo più forte per essere udita, ma ciò au­mentava soltanto la mia agonia. Stavo per morire. Venne Gesù: - La mia pace è con te, figlia mia... Vegliai sempre su di te e continuo a vegliare sino alla fine. Fatti coraggio! Mancava ancora che tu assomigliassi a me in questo: an­ch'Io ebbi timore della sofferenza e della morte. Fu lo sgo­mento che nell'Orto mi fece sudar sangue. Sei la vittima che più assomiglia a Cristo. La perdita del tuo sangue è una cro­cifissione continua: è un nuovo mezzo di riscatto... Basterebbe questo, non sarebbe necessario altro perché gli uomini com­prendessero la mia potenza divina nella tua anima. E’ la più grande delle mie meraviglie... Figlia mia, i giorni, le ore che stanno trascorrendo sono di grande pericolo per l'umanità. Chiedi preghiere, penitenza e riparazione. In fretta! È ancora tempo... - - ... Perdonala, Gesù e immola sempre me. - Vieni, innamorata delle anime... Avrai i doni dello Spi­rito Santo: la Sua Luce divina per vedere e comprendere tutto negli altri, la Sua forza per tutto sopportare e vincere. Coraggio!... Ti do una trasfusione di sangue: altre tre gocce, ma più piccole: così andrò diminuendo sino alla fine... Un miracolo per tenerti in vita... - ... (diario, 9-11-1945).

L'aumento delle mie sofferenze fisiche aggravò quelle mo­rali... L'Orto di ieri, il Calvario di oggi... In questa agonia mi venne incontro Gesù: - Mia figlia, quando sarà conosciuta la tua vita di sofferenze senza uguali, che dirà il mondo, che diranno molte anime che nulla cono­scono e nulla comprendono di Me?... Che non ti amavo con amore di Padre, con amore di Sposo; che non ti amavo come affermo. Che enorme inganno! Do­vrebbero dire: « Oh, come Gesù amò quest'anima e come amò noi pure! Quanto Egli fece mai per salvarci! ». Sì, figlia amata, quanto faccio è per soccorrere i peccatori...

... Non puoi parlare, ma tutto continua fino a che durerà questo tuo soffio di vita sulla terra. La voglio debole così, ma continuano a parlare alle anime i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, la tua dolce serenità e rassegnazione nelle sofferenze, il tuo amore alla croce. Esse parlano e dicono tutto: invitano le ani­me a venire a Me.

Voglio che il tuo medico faccia una relazione di ciò che accade in te, per provare che non cessò la mia vita divina nella tua anima... - Quattordici giorni or sono ricevetti la visita di un sacerdote sconosciuto e che abita lontano. Ignoravo la sua vita. Ho su­bito sentito che in fondo era buono e con buone qualità; nono­stante questo, ho sofferto molto. Nei primi istanti del colloquio ho avuto una luce che mi ha fatto vedere tutto... tutto, mio Dio! Gliel'ho fatto capire. Ed egli, pieno di buona volontà, voleva sapere che cosa esigeva da lui Gesù. Oggi stesso Gesù me ne ha parlato. Mi ha promesso di perdonarlo e di salvarlo; mi ha indicato il cammino che egli dovrebbe seguire. Come è buono Gesù... (diario, 16-11-1945).