MaM
Messaggio del 25 settembre 1982:Il Santo Padre continui ad essere instancabile e coraggioso annunciatore di pace e d'amore. Si senta sempre il padre spirituale non solo dei cattolici ma di tutti gli uomini.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1948

«Tutte le tue sofferenze prendono in Me un valore infinito» (Momenti della Passione)


... In me, dentro il mio cuore, vi è un libro enorme, che non so leggere né comprendere: è scritto a tratti neri; non ne di­stinguo neppure una lettera. Questo libro mi fa tremare e mi impaurisce. Sento però in me una sapienza senza pari, che vede, legge questo libro e lo comprende. Questa sapienza è Gesù: legge e mi fissa con sguardi severi chiedendomi i conti. Devo rispondere per le gravi cose contenute in questo libro immenso che ai miei occhi pare non avere limiti. Che severità, quella di Gesù! ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

«Il tuo dolore è per le anime più che il sole per la terra»...


Nel pomeriggio di ieri si innalzò in me una torre: mi pareva una torre formata dal mondo intero: era molto, molto alta, ma tanto insidiosa. Un orribile serpente saliva in essa a spirale dal basso alla cima spargendo sulla terra tutto il suo veleno e non risparmiando nulla. Io rimasi fra la torre ed il serpente che tentava di avvelenare anche me. L'anima mia, opponendosi al serpente, si sforzava di togliere tutto il veleno dalla torre. Quella torre mi indicò l'Orto. Alla mia corona di spine se­ ne aggiunse un'altra; alla lancia che sempre feriva il mio cuore ­se ne aggiunse una seconda con una spugna: rimasero accostate al petto quasi in forma di croce. In quel momento sentii sospiri molto dolorosi e profondi: erano di Gesù. Mi causarono un grande dolore e squarciarono un Cuore dentro di me che non era mio: vedevo sgorgarne sangue in grande abbondanza...

... Udii Gesù dirmi: - Figlia mia, ... lascia che Io depositi ancora nel tuo cuore il mio amore infinito e tutti i tesori rac­chiusi nel mio divin Cuore... - Incominciai a sentirmi grande, tanto grande che il mio cuore arrivava in cielo. Dissi a Gesù: - Mio Gesù, che avviene in me? Mi sento tanto forte e tanto grande... - ... Hai in te il Cielo stesso, figlia cara, e sai perché? Per soccorrere le anime e per avere forza a portare la tua croce. È col tuo dolore che soccorri: confida che il tuo dolore è per le anime più che l'acqua per i pesci, più che il sole per la terra. Soffri contenta: sei potente, la tua croce è di salvezza... Io fui crocifisso per gli uomini e tu, a mia somiglianza, sei crocifissa per loro. Sono venuto al mondo per salvare i miei figli e ho inviato te al mondo perché continui a salvarli... Prima di te ho mandato la croce di terra come segno che sarebbe venuta la vittima per essere immolata in favore della terra stessa... (diario, 6-2-1948).

... Il carnevale fu per la mia anima un giorno di grande tormento: mi costò assai sopportare la nostalgia di alimentarmi. Sofferenza insopportabile! Con fatica nascosi le lacrime; volevo sfogarmi, sfogarmi molto: volevo dire che avrei dato una grande somma di denaro, se l'avessi avuta, per alimentarmi; che, se sapessero quanto soffro per questa nostalgia, non direbbero che non è vero che non mangio. Ero tentata di dire ai miei cari: potessi mangiare come voi!. Fissai il Cuore di Gesù con gli occhi pieni di lacrime. Mi ricordai che era giorno di tante offese contro di Lui e Gli offrii in riparazione il sacrificio di tacere e tutto il mio soffrire. O Gesù, o Mammina, è per Vostro amore e per le anime che io voglio nascondere ogni mio dolore. I miei sfoghi sono sol­tanto con Voi. « Mio buon padre [Pinho], ... se vi fossero più persone che conoscono la vita di Dio nelle anime e la necessità di luce che le guidi e le sostenga, non mi avrebbero tolto il mio padre: hanno consumato un vero furto. Gesù li perdoni, dia loro il cielo: è la mia vendetta. Desideravo ardentemente scriverle per il compleanno; non mi fu possibile. Sono tante le mie sofferenze: benedetto sia il Signore! Anche se non ho potuto dettare per lei neppure una parolina, non tralasciai di fare la Comunione, di soffrire e pre­gare affinché lei ricevesse dal Cielo ogni ricchezza, conforto e amore. Chiesi anche a persone amiche, fra cui alcune veramente sante, di pregare per le stesse intenzioni: furono i nostri auguri e i nostri doni. Grazie, mille grazie, per la letterina che ebbe la carità di scrivermi: fu luce per la mia anima e balsamo al dolore che notte e giorno mi consuma. Da molto tempo non avevo avuto così grande sollievo. ... E che dirle di più? Quanto più ho da dire, meno posso e so parlare: vivo in fitte tenebre mentre voglio consumarmi in amore, nell'amore più puro, perfetto, più intenso che si possa dare a Gesù; e non l'ho! Mi pare struggermi nel desiderio di fare del bene a tutti ma non faccio nulla. Non vivo, non soffro, non amo: sono un niente. Ma questo niente vuole tutto, vuole dare tutto a Gesù; è un niente che vive di ansietà, un niente che, pur avendo tanti amici e vedendo crescere il loro numero, si sente tanto solo, tanto solo, senza nessuno, immerso in sof­ferenze a non finire... Povera me se lascio di confidare in Gesù, se abbandono le braccia di Mammina! Cosa sarebbe di questa poverella in tanto abbandono spirituale?... » (lettera a p. Pinho, 18-2-1948).

Mantenendomi sempre nella pace (Momenti della Passione)


... Ho in me una cosa sola che mi sostiene: la fiducia in Gesù. Povera me, se questa mi mancasse, morrei di dispera­zione! Egli non si inganna né permette che io mi inganni... Il mio dolce Gesù non può permettere che io mi inganni, perché io non voglio ingannarmi... La mia ansia di manifestare il mio dolore non è per mostrare ciò che soffro: vorrei perfino potere e sapere nascondere tutto; ma poiché non sono io a soffrire, e lo so che è Gesù, vorrei ri­velare quanto Egli ha sofferto affinché ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Partecipa ai dolori di Maria (Momenti della Passione)


Il ricordo del modo con cui ho passato questi giorni mi fa tremare... Ero ansiosa di amare, bramavo tutto ciò che è puro e del cielo... ma ero sempre a mani vuote: ero un nulla, un nulla che non è mai esistito. Che giorni e notti dolorosi trascorsi! Chiedevo perdono a Gesù e Mammina; chiedevo a San Giuseppe di amarli come lui Li ha amati. ... Stretta al crocifisso, baciavo tutte le piaghe di Gesù, mi soffermavo con le labbra sulla piaga del suo divin Cuore come per riceverne conforto. Sovente mi perdevo tanto in quella Piaga divina che mi sembrava di aver lasciato il mon­do. Nel baciarla supplicavo Gesù di farmi entrare in Essa in­sieme a tutta l'umanità. Come soffro nel sapere che ne è tanto offeso e che non la posso salvare! Sono vissuta sentendo sempre Mammina Addolorata con grandi pugnali nel Cuore e con Gesù morto tra le braccia. Sentivo in me i suoi occhi chiusi, il suo capo, le braccia e le sue gambe fredde, pendenti dal grembo di Mammina. Con pro­fondi sospiri, Lo copriva di lacrime e di carezze, Gli puliva il volto ed il corpo santissimo dalla polvere, dagli sputi e dal Sangue. Con quale tenerezza lo faceva! Lo sentii avvolto in un lenzuolo. Provai il dolore indicibile e senza pari di Mammina, cosciente che poco dopo sarebbe stata privata del suo Gesù: né vivo, né morto!... Mi parve più volte di morire sotto questa sofferenza insopportabile per avere Gesù morto dentro di me! In questo dolore, fra Gesù e Mammina, sentii, non poche volte, il giglio che San Giuseppe mi aveva dato: fu un balsamo al mio dolore nei momenti più insopportabili... ... Sul Calvario venne l'oscurità: la terra si apri, tutti fug­girono; solo anime amiche rimasero a fare compagnia a Gesù. Ho sentito come se la mia anima mi abbandonasse: poi sono morta. Rimasi così per parecchio tempo. Quindi mi sentii rivivere; da lontano filtrava un chiarore che dava luce alla mia anima. Aspettavo Gesù con ansietà. È venuto e, per tre volte, mi disse: - Figlia mia! - Vi fu silenzio! Aumentando la luce dell'anima cresceva l'an­sia di possedere Gesù e di avere luce completa. Ripeté nuovamente, per tre volte, « figlia mia » e segui lo stesso silenzio e la stessa ansia di maggior luce; luce che mi assicurasse di possederlo interamente. - Figlia mia, ciò che avviene nella tua anima è opera della mia scienza divina; è opera delle mie meraviglie; è un'altra prova ch'io ti rendo simile a Me. Il chiarore che hai veduto lontano è la luce che la mia morte ha portato al Limbo; l'ansia era quella delle anime che là Mi attendevano per ricevere il premio e lo splendore eterno del Paradiso Sono stato Io a salvare il mondo; e tu, a mia somiglianza, col portar la tua croce, dando la tua vita, continui a salvarlo. Per completare questa somiglianza e per il bene dell'umanità ti ho fatto sentire il mio Corpo morto in grembo alla Mia Madre benedetta; ti ho associato ai Suoi dolori, come Ella si è asso­ciata ai Miei. Ella ha aiutato Me nella salvezza del genere umano ed ora, con te, continua la stessa opera di salvezza. Come è bello che la figlia assomigli al Padre, la vittima a Cristo Gesù crocifisso! Figlia mia, in che stato si trova il mondo! Soccorrilo. Io non voglio che per te ci sia resurrezione voglio che la tua quaresima continui: il mondo è in pericolo... Tutta la distru­zione che hai visto accadrà quando il bolscevismo, dopo aver tentato di installarsi nel mondo con mezzi subdoli ne diverrà il padrone; esso avanza. La distruzione che hai visto è un nulla in confronto a quella che ci sarà. Si pecca come non mai, e il castigo sarà come non fu mai. Soccorri le anime, figlia mia, Io sono Padre e castigo per richiamare, per non punire con la morte eterna. - (diario, 26-3-1948).

Mi aggrappo fortemente a Mammina (Momenti della Passione)


... E' passato il vigesimoterzo anniversario di letto; non voglio pensarci. Triste giorno per me [questo anniversario] : non solo ho constatato che in tanti anni di sofferenza non ho amato Gesù né Gli ho dato nulla, che non ho approfittato del grande mezzo concessomi per santificarmi, ma Lo ho anche ferito con il mio brutto temperamento e con cattiverie. Povera me! Mi causa orrore tanta gente che viene a visitarmi: che cu­mulo di brutture viene a vedere! Fa', o Gesù, che non la scan­dalizzi. Voglio fare del bene, molto bene a tutti, voglio consolare e confortare i poveri: in essi io vedo Gesù. È a Sua imitazione che voglio vestirli, sfamarli, voglio far loro del bene all'anima e al corpo; non posso sopportare di sapere il prossimo in ne­cessità: devo soccorrerlo o soffrire quando non lo posso fare. Il mio cuore è insoddisfatto: quanto faccio di bene è nulla... (diario, 16-4-1948). Ogni minuto che passa, nella mia vita, è una morte in più per me, per la mia sofferenza, per tutto quanto faccio. Che te­nebre, che morte, Dio mio! Il mondo non mi dà luce: dove potrei trovarla se non in Te, mio Gesù?... - Manda, o Gesù, in questi miei sentieri così oscuri un raggio della Tua luce; fa' che in questi abissi terrorizzanti di tenebre in cui vivo, mi sprofondi per Tuo amore e per le anime. Sovente, quando mi sento impaurita, li fuggo ma per an­darmi a nascondere nel Tuo Cuore divino o per aggrapparmi fortemente al manto della cara Mammina: « Salve Regina, Ma­dre di misericordia! O Mammina, mostrami che sei Madre mia ». L'uragano terrorizza, la tempesta tenta strapparmi dal ri­fugio di Mammina, ma io non lascio il Suo manto. Allora sento che Ella mi stringe al suo petto, mi tranquillizza; e la sua tene­rezza addolcisce il mio dolore. Ho tanta paura. Sono sola; non ho amici; non ho nessuno. Sento che tutto il mondo mi toglie la vita in modo crudele, con tutte le barbarie. E io debbo rimanervi immersa; mi hanno legata a lui forti catene; neppure i maltrattamenti mi inducono a sottrarmi e ad abbandonarlo. Non so dire altro; ciò che sento non posso né so descriverlo­

...Oggi sul Calvario sentivo tutto il mio corpo coperto di piaghe. Allo stesso tempo sentivo che il Cuore divino di Gesù che in me e con me camminava, si apriva da cima a fondo per accogliere tutta la terra colpevole. Già sulla croce, Gesù con­tinuava ad accogliere tutto e tutti; perfino il Calvario con la sua crudeltà e insensibilità ha avuto posto in Gesù. Il suo Sangue, come pioggia, lavava tutte le iniquità; quanto più Gesù si addossava i crimini e la crudeltà del mondo, tanto più cresceva la sua agonia, perché responsabile davanti al Padre... Nel momento di spirare e di consegnare al Padre il suo spirito, sono usciti dal suo divin Cuore raggi dorati verso il Cuo­re Immacolato della Madre addolorata: era il suo congedo da Lei... (diario, 30-4-1948).

« Chi ama Gesù non muore » (Momenti della Passione)


... Oggi sono andata con Gesù al Calvario: non vi è stato un istante in cui non mi sia sentita con Lui schiacciata e sempre trascinata dalle corde. Tutto il mondo Lo feriva dentro di me. Gesù era soltanto ossa, il suo Sangue era tutto sparso sulle pietre. Anche sulla croce Egli non era se non uno scheletro insanguinato. Essendo in me, sentivo che la crudeltà del mondo mi apriva il petto e mi squarciava il cuore. Un peso schiacciante conficcava profondamente le spine nel capo santo di Gesù; mi pareva che gli occhi e le orecchie mi si rompessero per le acute spine. Quanto ha sofferto Gesù per noi! E quanto si è degnato nell'associarmi al suo dolore!. È venuto il momento di spirare; Gesù è morto. Il suo Corpo sfigurato e sanguinante è scomparso per me. Sono trascorsi al­cuni momenti in questa morte e separazione. Poi è venuto Gesù, rischiarando un pochino le mie tenebre, ma non con la luce di altre volte; però mi ha trasformato l'anima dandomi nuova vita.

- Figlia mia, interrompi il tuo calvario: Io ti sostengo e ti accompagno. Figlia mia, avanza nelle tue tenebre: ti guido Io in questa oscurità... La tua sofferenza conduce a Me le anime le quali si rifu­giano nel mio divin Cuore al sicuro come formiche nel formicaio. Confida! È il tuo dolore che dà loro la vita: le alimenta e le fa venire a Me. Sei la pastorella angelica del Re divino: pasci sempre in prato fertile le mie pecorelle...

Farò in modo, figlia mia, sposa amata, che la tua vita arrivi ai confini del mondo come foglia che il vento trasporta... - O Gesù, sarei più contenta se mi sgridassi per le mie colpe; avrei molto bisogno di convertirmi una volta per sempre, di finirla con i miei difetti; ora basta, non voglio più offenderti! - Non è necessario rimproverarti più volte, come desideri. Dal tuo pentimento e dalle tue ansie di perfezione traggo mag­gior vantaggio per le anime che con i rimproveri. L'anima pic­cola, semplice e umile, l'anima che ama, si avvicina assai più a Me con il dolore che con il timore... - ... (diario, 7-5-1948). ... Voglio vivere non questa vita che è morte, ma l'altra vita più pura, più amante e santa; non so viverla, non è mia, ma è in me: è una vita tanto alta, perfetta, sublime. Voglio aggrap­parmi a questa perfezione, facendo tutto in modo perfetto e non sono capace. Non so quello che voglio, non so dire quello che il mio cuore e l'anima bramano: so soltanto che bramano ciò che è del cielo. Non mi sento con forze per sopportare que­ste ansie... Ho affidato a Gesù e a Mammina la mia vita incomprensi­bile: nella loro sapienza divina che tutto comprende, me la accettino. Il mio unico compito è soffrire e seguirli ciecamente. Sia fatta in tutto la volontà del Signore. ... Oggi dalla prigione sono andata al Calvario. Non com­prendo: Gesù sosteneva me e io Lui. Egli era il mio conforto; e io per Lui non so che cosa ero: una compagna di dolore, di martirio. Soffrivo in Lui e Lui in me: eravamo di sostegno l'uno all'altro... Sulla croce, con Lui, sentivo pugnali nel mio povero cuore in cui passavano i gemiti di Gesù. Durante quei momenti di agonia Egli è spirato... anch'io mi sono sentita morire. Dopo poco Gesù mi ha parlato; la sua resurrezione e la sua divina voce non mi hanno portato luce, ma vita dolorosa.

- Figlia mia, ... chi ama Gesù non muore: vive sulla terra, vive nella eternità; chi ama Gesù vive per la Grazia e con essa trionfa nel maggiore eroismo... ... (diario, 28-5-1948).

« Non è il dolore che ti dà la morte, ma l'amore »


« Mio buon padre [Pinho], da due mesi ho ricevuto la sua lettera: arrivò proprio il 30 marzo. Sia benedetto il Signore per questo regalo. Ho persino vergogna di avere tanto ritardato a dettare alcune parole per colui che Gesù ha collocato al primo posto nel mio cuore; nonostante i sette anni circa di assenza e quasi di silenzio, è sempre là; non vi è nulla che lo separi da questa unione di anima, nulla che lo strappi dal mio povero cuore.

Io non scambio l'amore di Gesù con ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Voglio essere un nulla per tuo amore!


Ciò che mi causa più avversione e timore è ricevere le visite e dover dettare ciò che avviene nella mia anima. Io voglio, o mio Gesù, se così è la tua volontà, vivere senza inquietudine: scarico tutto su di Te, qualunque cosa avvenga... Voglio essere nelle tue divine braccia come la bimba nelle brac­cia della sua mamma. L'oscurità in cui vivo ha assorbito in sé tutto: il futuro, il presente e perfino il passato. Nulla sarò, nulla sono, nulla fui; nulla possiederò, nulla possiedo, nulla possedetti. Gesù, voglio essere questo nulla, perché sei Tu a volerlo: un nulla per tuo amore; e ti offro questo nulla in cui voglio vivere sino alla fine della vita, se così Ti piace. Per Tua grazia fui, sono e sarò sempre la tua vittima. Mi costa immensamente essere nulla e voler essere qualcosa per dare a Gesù; costa di più che volergli dare immensamente e non avere nulla da dare.

Sono indicibili e, posso dire, talvolta insopportabili le ansie del mio cuore nel voler dare: oh, se questo amore salisse alle maggiori altezze, arrivasse al cielo! Ma, o mio Dio, come farò a saziare queste ansie se mai avrò, né ho, né ebbi nulla con cui realizzare i miei desideri? In questa angustia triturante il cuore piange lacrime di sangue. Che dolore, o mio dolce Gesù! Il demonio non cessa di circuirmi lo spirito, tenta indurmi alla vanità, all'attaccamento per le cose del mondo e alla di­sperazione. Tenta di insinuare nel mio cuore il desiderio di vedere qui o là qualcosa. Ma per grande misericordia del Si­gnore la mia anima si conserva in pace; se è poi vero che io conosco la pace che viene da Dio. Sento di essere totalmente staccata da tutte le creature e da tutto ciò che è terreno. Tuttavia il maledetto vorrebbe attaccar­mi a tutto, mostrarmi che vi sono già attaccata e che il mio cuore appartiene a lui. No, sono di Gesù; amo solo Lui; a Lui solo appartengo; sono Sua nel mio nulla, Lo amo, Lo amo... - Mia figlia, la tua piccolezza, il tuo nulla aumenta la gloria, la consolazione e l'amore per Me. Non preoccuparti: quanto più ti senti nulla, tanto più grande sei ai Miei occhi... - ... (diario, 2-7-1948).

... Che io lo senta o meno, ho fissato la mia dimora nel Cuore divino del mio Gesù. Nei momenti di maggior disanimo mi sento là dentro come un uccellino nel nido. Questo senti­mento conforta e risolleva per qualche tempo il mio povero cuore. Ho promesso a Gesù di sforzarmi di vivere nella semplicità come una bimba e senza nessuna preoccupazione circa il mio futuro. Venga ciò che vuole; mi curvo e accetto gioiosamente. Ho scaricato sul mio Gesù il peso di tutte le mie preoccu­pazioni ed ho cercato di vivere in tale distacco. Quando lo sfinimento e la debolezza mi portano a non potere resistere e a dovermi preoccupare, lancio subito tutto in Gesù e mi sforzo di sviare da me la preoccupazione come fosse un cattivo pensiero. Sono di Gesù; Gesù è mio; Egli tutto vince in me. Costa assai vivere così. È necessaria molta forza, forza del Cielo per mantenere questo proposito... (diario, 9-7-1948).

Devo camminare tanto sola, senza nessuno (Momenti della Passione)


... Sto per ricevere un secondo colpo nella mia vita spiri­tuale. Lo sentirò profondamente come il primo? Gesù, si faccia la Tua divina volontà: sono la Tua vittima. Quanto più sento la ferita di questo colpo e l'abbandono completo di coloro che mi sono più cari, tanto più sento che devo passare su tutto e cercare Gesù, solo Gesù. Ma costa tanto cercarlo e non incontrarlo e dover camminare così, tanto sola, senza nessuno! O mio Dio, quanto piangono gli occhi dell'anima e quanto sanguina di dolore il mio povero e freddo cuore! Talvolta non posso contenere in me, perché non ci stanno più, i desideri illimitati di consolare tutti e far del bene. Voglio rallegrare e sono triste io stessa; voglio confortare e dare e non conforto e non do. Sento di non far niente, di essere una vita inutile. ... Era già notte ed io, senza sapere come, mi sentii attirata anima e corpo verso il duro suolo dell'Orto. Prostrata colà, sentii forti contorcimenti; mi si lacerarono le vene, sudai sangue in tremenda agonia. Vidi subito una lunghissima strada coperta di robusti gro­vigli di spine: tutte quelle spine dovevano ferirmi. Il mio buon Gesù fece comprendere e vedere alla mia anima con una luce molto chiara, che quelle spine dovevano ferire, attraverso i tempi sino alla fine del mondo, non me ma il suo Cuore divino. Mi piacerebbe sapere esprimere meglio l'illimitatezza di quella strada spinosa e il modo con cui Gesù era ferito, ma non so; seppi soltanto vedere e comprendere. Rimasi in quel dolore angoscioso e spaventoso... Oggi sul Calvario, tutto era morte, morte che si estendeva al mondo intero. Tutto era tenebre; solo Gesù poteva dar luce... Dal suo Cuore divino si riversavano sul mio cuore alcuni raggi luminosi che mi trafiggevano. Gesù pareva in una nuvola bianca e io mi sentivo in paradiso: tutto era amore; il mio cuore si saziava in quei raggi: erano il suo alimento ed erano balsamo a tutto il dolore. Ho trascorso un po' di tempo immersa in quel dolce paradiso. - Figlia mia... senza il tuo dolore non si sarebbero salvate le anime... - Dietro Gesù stava una strada piana di cui vedevo il termine molto luminoso e pieno di verde. - Figlia mia, questi raggi del mio amore sono per dare conforto e vita al tuo cuore e serviranno come balsamo al tuo soffrire. Vedi questa strada? È la distanza che ti resta da per­correre: è feconda e piena di luce. - Detto questo, uscirono dal mio cuore i raggi e cessai di vederli nel Cuore del mio amato Gesù. Nelle sue divine mani apparvero grandi rami di spine; Gesù mi avvolse con essi il corpo e aggiunse: - Fatti coraggio, figlia mia! Anche se i sen­tieri sono appianati, devi ancora essere ferita da queste spine: qui e là ti feriranno. Ma non temere: il cammino è ormai breve.... Non ti ho abbandonata. Sono sempre stato in te e al tuo fianco. Confida, figlia mia; non dimenticare che Io sono rimedio per tutti i mali e non lascio mai l'anima sola, abbandonata a se stessa... ... (diario, 23-7-1948).

... O mio Dio, come sono sola! Dove sono andati l'appoggio ed il conforto che io sentivo da parte di coloro che hai unito a me tanto profondamente e hai collocato nel mio cuore? Sii benedetto per la croce che mi dai. O mio buon Gesù, io voglio continuare a vivere senza preoc­cupazioni di ciò che verrà e dovrò soffrire. Voglio continuare a scaricare su di Te il peso di tanti pensieri, vivendo sempre e soltanto di fiducia. Ma quanto sono fragile! Sopraggiungono momenti di in­quietudine e mi preoccupo. Appena rientro in me, volgo a Te i miei sguardi e Ti affido la mia vita con tutto il suo soffrire... Gesù, accetta, per la salvezza del mondo, il sacrificio che sto facendo nel dettare i sentimenti della mia anima... L'amore di Gesù e la santa obbedienza vincono... (diario, 30-7-1948).

Solo Tu il mio tutto


... Con i miei sguardi fissi nel Cuore di Gesù o nel crocifis­so vado mormorando: « Gesù! Solo Gesù! » e anche: « Mam­mina, Mammina, mostrami che sei Madre; di' a Gesù che sono soltanto sua, che voglio solo Lui, che sono la Sua vittima! ». Quando dico così è grande, profondo, indicibile il martirio dell'anima mia. Ma pur non sapendo, penso che verrà dal Cielo conforto e sollievo ad addolcire il mio dolore per rianimarmi a camminare con la croce lungo i sentieri oscuri e spinosi da cui non vedo uscite... (diario, 6-8-1948). ... Non credo a me stessa. Mi pare tutto una bugia e per maggior sacrificio sento non esservi proprio nessuno al mondo che mi creda. Ho paura, una terribile paura, di restare sola, per l'abbandono e l'oscurità in cui mi trovo. O mio Gesù, dove sono andati i miei amici? Che me ne hai fatto di loro? Sei Tu, o Gesù, sei solo Tu dalla mia parte, come Ti ho chiesto? Grazie, sii benedetto. Io non immaginavo che mi costasse tanto l'essere Tu, solo Tu il mio tutto, il mio unico e nulla più. Ma confido, con la Tua grazia, ch'io continuerò sempre a dire: « Gesù, Tu e solo Tu », pur sentendo di non avere più nessun altro come amico. ... Sono senza luce, senza guide; non so come potere cam­minare... (diario, 20-8-1948). ... Se quanti mi visitano vedessero in me quello che io vedo ne avrebbero paura e non verrebbero. Sono morte e miseria nauseante...

... Voglio volare da Gesù e non posso, voglio vivere la vita di amore, di perfezione, di carità e non sono capace. In me tutto muore prima di vivere. Mi resta la fiducia. Confido e spero nel mio Gesù, contro tutto... Non voglio la mia gioia, voglio quella di Gesù; non voglio essere lodata dalle creature, ma voglio che esse, tutte unite, lodino il Signore per tutto e per sempre. Soltanto Lui lo merita... Sento che perdo tutto: i miei amici cari, la famiglia, tutto; mi sento sola. Non importa: voglio solo Gesù... (diario, 27-8-'48).