MaM
Messaggio del 24 giugno 2013:Cari figli, vengo a voi gioiosa e con gioia desidero invitarvi anche oggi: accogliete i miei messaggi e vivete i miei messaggi. Cari figli, con voi desidero realizzare i miei progetti col mondo, con la Chiesa. In modo particolare oggi vi chiamo: rinnovate i miei messaggi, vivete i miei messaggi. All'inizio mi sono presentata come Regina della pace. Anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per la pace: per la pace nel cuore dell'uomo, per la pace nei vostri cuori, perché la pace viene dai vostri cuori. Cari figli, la Madre prega per tutti voi, la Madre vi ama tutti col suo amore materno e presenta tutti voi presso suo Figlio. Cari figli, anche oggi desidero dirvi grazie: grazie per avermi accolto, perché continuerete ad accogliere i miei messaggi ed a viverli.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1954

L'azione dello Spirito Santo


Ho perduto il mio maggior tesoro. Ho perduto Gesù, ho perduto Mammina. Pare, sento come se per me fossero morti. Mi costa pensare alla triste e dolorosissima separazione di ve­nerdì. Questo sentimento mi è costato infinitamente di più di quello che si prova quando si perde e ci si separa da una persona cara. Mio Dio, questo dolore può essere compreso solo da chi lo sperimenta e dal cielo; alzo soltanto un lembo del velo e nulla più... Ahimè! Ho perduto i miei Amori; ma subito la mia fi­ducia obbligava il mio cuore a dire: « Credo, credo che non Li ho perduti. Tutto il mio martirio sia a favore delle anime. Sono la Vostra vittima. Credo, confido di non essere sola ». Ahi, quanto costa dire « credo » senza credere e « confido » senza fiducia!... Mi giunsero varie lettere in cui mi si diceva che il vescovo di Aveiro aveva proibito ai sacerdoti di venire quiz. Che pu­gnalate dolorose! La mia anima ha avuto la visione chiara delle conseguenze di questo ordine. Che umiliazione! Potessi riparare il grande scandalo, tante cattive interpretazioni! La mia offerta di vittima non viene meno davanti al Signore. Tutto per Tuo amore! Sia fatta la Tua volontà. Continua il mio compito di scavatore del sepolcro. Mi sono coperta io stessa con la terra del mio sepolcro. Sono stata io a coprirmi, a sparire, a sotterrarmi. Sono tanto in fondo! Mi pare che mi copra tutta la terra della umanità; i sudori del­l'anima continuano, come pure l'inutilità e la eternità...

Le mie ansie, tanto infinite, non le posso far comprendere. Voglio nel mio cuore il mondo. Voglio lavare tutti i cuori e le anime con il mio sangue. Voglio amare Gesù per il mondo intero. Vorrei morire ad ogni istante sino alla fine dei secoli e ad ogni momento dare il mio sangue fino all'ultima goccia perché nessun'anima si perdesse e nessun cuore cessare di ama­re Gesù. Vorrei, sì, dare sangue e vita sino alla fine dei secoli per evitare anche un solo peccato... Non ho sofferto l'Orto. Dirò il meglio possibile ciò che ho sentito. Sul suolo dell'Orto svolazzava una Colomba; aveva sempre nel suo becco una goccia che, lasciata cadere a terra, si trasformava in rugiada fecondatrice. Caduta una goccia, ne appariva un'altra. La rugiada era del cielo: era una manna che alimentava, dava vita, luce e sapienza. Una vita in alto, un'altra sulla terra.

La mia anima diventava sapiente, comprendeva tutto que­sto, tutto ciò che era del Cielo. Vivevo il mio dolore umano e lo sentivo nel modo più doloroso possibile.

Nel Calvario di oggi, la stessa Colomba continuava a vo­lare, a lasciar cadere le stesse gocce che si trasformavano in rugiada, rugiada celeste, e a dare la stessa luce, la stessa vita di sapienza. Io, qui in basso, portavo la croce della mia vita di un martirio indicibile. Non ho visto Gesù, non L'ho sentito; non ho saputo che è spirato. È venuto Uno che ha unito al mio cuore, alla mia vita terrena, la vita divina. Quella stessa vita mi era comunicata, come la iniettasse. È scomparsa la mia vita terrena per vivere l'altra. Il cuore e l'anima si sono for­tificati di più: nel mio intimo avevo più luce. Gesù allora mi ha detto: - Sono il Signore del mondo, il Signore della pace, il Signore della fede e della fiducia. Credi! Vivi di fede: è colloquio di fede. - Credo, credo, Gesù! - Coraggio! Vivi per le anime. Ricevi le carezze della Madre mia: te le trasmetto perché domani non verrà a parlarti. - Grazie, Gesù. Da' il mio grazie a Mammina... - ... (diario, 1-1-1954).

... Nel 1° sabato non ho avuto la visita di Mammina. Ho sentito nostalgie molto intense, anche se la Comunione di quel giorno è stata più intima e confortatrice: povera me se Gesù non vigilasse! Il mio Orto non è quello di altri tempi. La mia vita umana quaggiù rifugge sempre dall'Orto. Là, a grande altezza, la stes­sa Colomba lascia sempre cadere molte gocce che si spandono in rugiada, ma non si accontenta di questo: porta quelle goc­ce ai cuori;... va pure alle intelligenze e le riempie di luce. Come sono grandi la vita ed il lavoro di quella Colomba!... Oggi svolazzava sul Calvario, come già sull'Orto...

La mia vita umana era morta; ma vi era quella Colomba che le dava la vita del cielo... (diario, 8-1-1954).

In un bosco incontrai Colui che cercavo


Non so se la mia vita è tramonto del sole, è calar della notte, o se è notte completa. Io grido. In questa vita senza vita, in questa notte senza stelle, in queste tenebre spaventose, il mio cuore e la mia anima gridano al Cielo. Il mio stato è tale che talvolta non so se vivo, se sono sulla terra o dove mi trovo. Credo, Gesù, nel Tuo amore! Credo nelle Tue parole! Credo nelle Tue promesse! Credo che non mi lasci sola! Non mi interessa di non vivere: la mia brama è di morire a me stessa e a tutto; ma voglio che Tu viva in me e in tutte le mie cose. Povera anima, smarrita nel bosco senza che sia udito il suo grido! Povera anima che grida al Cielo con il dubbio che non esista, con il dubbio che non vi sia un Creatore... Credo, credo, Gesù! Questo mio « credo » dell'anima e del cuore non cesserà mai. Credo in Te, credo nelle Tue promesse... (diario, 15-1-1954).

... Sul mio Orto, sul mio Calvario non è mancata la bianca Colomba in volo. Le gocce di rugiada che emanavano dal suo becco si spargevano. Ancora una volta ha fatto il suo nido in me. Ma non pos­so né potrò dimenticare gli sguardi penetranti che scrutavano tutta la terra e ogni essere. Questi sguardi vedevano l'inutilità dell'Orto, del Calvario, lo spreco del Sangue redentore. Erano sguardi divini che producevano in me indicibile tormento, do­lore veramente infinito. Non potendone più, ho chiesto conforto al Cielo. Gesù è venuto: ha fatto luce dentro di me e si è ritirato. ... Animata da quella luce, ripetevo: « credo, credo, Gesù; la mia fede mi dice che sei con me ». Pazza per trovare il mio Amato perduto, camminavo sem­pre chiamando: Gesù, Gesù, dove sei?

Mi trovai in un bosco nel quale incontrai Colui che cer­cavo. Vi erano tutti alberi spinosi e siepi con spine penetranti. Tutto il mio essere era sangue e in sangue trovai tutto l'essere di Gesù. Camminando davanti a me mi diceva: - Sono qui, sono qui. Vieni qui, figlia mia, sono qui. - Si sedette come in un eccesso di stanchezza: i rami spinosi lo trapassavano, il sangue scorreva. - I peccatori mi perseguitano; non ascoltano la mia Voce. Guarda come mi feriscono! Infelici se non accolgono la mia chiamata! Infelici se non si convertono! Salvali, sono tuoi... - Dimenticai me stessa e le spine che mi ferivano; con molta cura cominciai a liberarlo dai rami spinosi che ferivano Lui e Lo laceravano. Quando Lo vidi senza spine, mi trovai sola: era scomparso.

Continuai a cercarlo ripetendo « Gesù, credo, credo! ». Egli venne allora incontro a me: - Colloquio di fede, col­loquio di dolore. Coraggio, mia figlia. Il mondo è tuo perché

lo salvi. Consolami e ricevi la goccia del mio Sangue... - ... (diario, 22-1-1954).

Non dettai nulla il 29 gennaio né il 5 febbraio perché non potei. Quanto soffersi in quei giorni!... Il giorno 29 venne Gesù e mi disse: - Coraggio, figlia mia, nelle tue sofferenze... Questo martirio doloroso che ti chie­do è per alcuni sacerdoti... -

Il giorno 5, io stavo sfinita tanto avevo lottato contro il dolore, Gesù mi apparve come « ecce Homo » con un volto orribilmente agonizzante: - Mia figlia, coraggio! E' con te il Signore del Cielo e della terra, il Gesù che è tua vita. - Vuoi che prenda animo nel vederti così? Non posso. A che è servita tanta mia sofferenza? - Il suo Volto divenne tosto naturale e, con il sorriso sulle labbra, accarezzandomi, mi disse: - Mia innamorata, hai sof­ferto affinché lo non soffrissi; il mondo non ascolta la mia voce... Ricevi la goccia del mio Sangue, goccia potente perché fortissimo è stato il dolore che ti ha consumata. Ricevi le tenerezze della Madre mia benedetta: te le porto per domani, 1° sabato. Ella vuole con Me colmarti in questo anno mariano'... - (diario, 12-2-1954).

Ha fatto invecchiare la mia pelle e la mia carne ...


Mio Dio, abbi compassione di questa povera anima che si trova nel più grande abbandono e senza una guida! Nel mio scavare incessante, madida di sudore, sono nel mio sepolcro ad una profondità tale che occhio umano non può sondare. Non so cosa faccio, né dove giungerò. Povera me, dove vado! Che spavento!

Sulla superficie della terra sono come sola al mondo: è un mondo senza luce, senza un soffio di vita. Sento come una vecchiaia, come non vi fu né vi sarà mai. È vecchiaia nel corpo e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Il culto a Maria e Giuseppe onora Gesù


... La lontananza del mio Signore è grande: mi pare eterna la perdita di Gesù e di Mammina, la perdita del paradiso. Vivo anche in una ansietà del Cielo, in un intenso desi­derio di fare scomparire il peccato dal mondo perché Gesù non soffra. Solo in cielo verrà conosciuto tutto questo e l'ansia infinita che ho di amarlo.

Senza poter pregare, vado ripetendo in spirito: « Tutto per amarti e farti amare, per salvarti anime, molte anime »... In questa impossibilità di esprimere la sofferenza, sentii che il Cielo mi si avvicinò, che l'azzurro del firmamento mi assorbì e trasportò nell'aldilà, all'incontro di Gesù. Immersa nel Suo amore, presa dalla Sua mano, udii che mi diceva: - Vieni, sposa amata, riposa qui, nel mio amore; ricevi nuova vita...

È il mondo che ti martirizza, che ti succhia il sangue, che ti toglie la vita: il mondo perduto... Lotta, lotta, soffri, soffri! - Il Signore scomparve. Una montagna nera, spaventosa, che giungeva al cielo, mi separò da Lui. Appoggiata alla fede e nelle ansie di amore, salii finché giunsi alla cima. Riuscii a scavalcarla e a passare al di là e trovare nuovamente Gesù: - Mia figlia, vittima dell'umanità, questa è montagna di vizi, crimini ributtanti; distruggila, calpestala, schiacciala con il tuo martirio come la Madre mia benedetta calca e schiaccia la te­sta del serpente... Fa', mia figlia, che Ella sia amata e Le sia data ogni lode e culto... - ... (diario, 12-3-1954).

... Gesù è venuto, secondo il solito, a comunicarmi la Sua vita. Era accompagnato da San Giuseppe... Gesù mi ha detto: - Ciò che fai alla mia Madre bene­detta e al mio padre putativo, lo fai a Me ... - ... (diario, 19-3-1954).

Ventinove anni di letto


... Non potrò mai dire cosa sentì la mia anima nel giorno 27 marzo, dodicesimo anniversario del mio digiuno completo. Una fame molto forte, infinita, ma non fame di cibo. Era come se avessi il petto ed il cuore aperti e venisse il mondo verso di me, come onde del mare; quante più onde avevo ricevute, tante più ne venivano e tanto più andavo in­contro ad esse e tanto maggiore era l'ansia di possederle. La umanità era il mare e tutto quel mare era mio e poteva essere contenuto nel mio petto e nel mio cuore. Ho sofferto amara­mente, infinitamente, perché tutto quel mare non entrava in me. Ho sofferto sola, in silenzio... (diario, 2-4-1954).

... Trascorsi l'anniversario dei miei 29 anni di letto [14-4-­1925]. Non so dire i tristi ricordi portati da questa data, an­che se con gli occhi al Cielo accetto tutto gioiosamente e voglio soltanto la volontà di Gesù... Ho vissuto giorni e ore nella mia vecchiaia eterna e nel compito di scavatore, abbandonandomi fiduciosa nelle braccia di Gesù tramite Mammina, senza minimamente sentire di es­sere da Loro accolta. Questa notte sono stata male, con le più grandi sofferenze del corpo; non ho potuto dormire. Così mi è stato possibile accompagnare Gesù dalla prigione ai tribunali. Quanto ago­nizzava la mia anima! L'ho accompagnato anche stamani, ma ero ribelle: chie­devo la Sua condanna. Sono stata io a dargli la morte. Questa stessa mattina, una visita di persona raccomandata è venuta ad aumentare il mio calvario: mi ha lacerato il cuore accennando ad un punto che è il maggior tormento della mia vita. Ho pianto molte lacrime, proprio molte; ma tutte ave­vano un fine: andare a Gesù. Solo Tu, mio Dio, sai quanto fu grande il mio dolore. Nell'intimo del cuore gridavo costantemente « basta, basta! » e con le labbra dicevo: « Gesù, non basta; tutto ciò che vuoi; sono la Tua vittima ».

Mio Dio, come può essere, se ciò che vale è quello che viene dall'intimo del cuore e non quello che dicono le labbra? Io non volevo che il cuore parlasse e gridasse in quel modo: volevo che dicesse ciò che dicevano le labbra, perché questa era la mia ansia; questo soltanto è ciò che voglio. Non ho altro volere se non quello di Gesù. Non ero io che parlavo così nel cuore; non so chi era che diceva « ba­sta! ». Quanto mi è costata questa lotta! In questa agonia mortale, è venuto Gesù. Mi ha chiamata. L'ho soltanto udito, non L'ho visto. - Vieni, figlia mia, incontro al tuo Gesù! Abbi coraggio, non dubitare che sono lo. Io ti ho scelta, lo ti ho preparata rendendoti simile a Me... Non ti ho detto lo: « Soffri, soffri, lascia che ti umilino e calunnino »? Ricorda ciò che dissero di Me. - (diario, 16-4-1954).

... Quanto mi costa il sentirmi dire che chi mi visita resta scomunicato! O Gesù, sia tutto per Tuo amore e per la sal­vezza delle anime! Le visite mi causano sgomento: mi pare sentirne nausea. Allo stesso tempo vorrei abbracciare tutti e averli nel mio cuore. Ma tale scomunica danneggerà queste anime?! Non sono qui per la loro rovina, ma per Tuo amore, mio Dio, e per immolarmi per loro. Non dico altro su questo perché non mi sento... (diario, 23-4-1954).

Ho nel cuore un libro voluminoso


« Mio buon padre [Pinho],

... ho veduto la sua fotografia presa ultimamente: mi ha rattristata il vederla tanto magro; interrompa il lavoro, è ne­cessario che lei riposi molto! Laura, che di tanto in tanto man­do a Oporto dai suoi familiari, mi ha detto che anch'essi sono impressionati... Lavorino quelli che hanno più salute. E ora, che dirle di più? Se le forze e la mia ignoranza mi consentissero, non la finirei mai... Quanto bisogno avrei di lei, per aprirle la mia anima, per mostrarle un libro di innumerevoli pagine che ho nel cuore! È un libro che si potrà comprendere e leggere tutto solamente nella luce della eternità.

In esso sono scritte le ansie di darmi, di consumarmi nel­l'amore di Gesù e di condurre a Lui le anime, tutte, proprio tutte. Non posso consentire che se ne perda neppure una sola. Impazzisco giorno per giorno, momento per momento, per Gesù e per loro.

La mia sofferenza è inaudita, il dolore nel sapere che Gesù è offeso è infinito. Quanto parla questo libro! Che io muoia ogni momento; che io dia il mio sangue sino all'ultima stilla, sino alla fine dei secoli, ma che non sia offeso Gesù, che le anime non vadano all'inferno... E dopo questo, dopo tanti dolori ed amarezze, non trovo nulla in me, mi sento derubata di tutto, senza possedere nulla da dare a Gesù, per consolarlo e ripararlo e per la salvezza delle anime. L'inutilità è stata crudele verso di me.

Devo vivere di fede e di speranza, ma sovente non ho il coraggio di dire a Gesù che credo, come Egli mi ordina tante volte! I colloqui del venerdì sono solo per me: sono colloqui di dolore e di fede; ma mi sembrano illusione. Gesù appare e si nasconde e io rimango come se Lui non venisse; mi ri­mane appena nell'anima un po' di conforto, ma per poco tempo. Anche se nascosto, è sempre Gesù che vince in me.

Ho sempre sete di soffrire di più per Lui, di dare la vita per Suo amore e per le anime.

Il Cardinale non si stanca di mandarmi benedizioni e pa­role di conforto; quanto mi è amico! Così pure il canonico Cruz, segretario dell'arcivescovo: venne qui giorni or sono e, dopo avermi confortata molto, mi disse di essere dalla nostra parte e di rappresentare l'arcivescovo. Anche se i nemici sono rabbiosi, sono molto più numerosi gli amici e Gesù veglierà su chi vive soltanto per Lui. Giungerà la nostra ora. Confidiamo, padre, confidiamo. La separazione voluta dagli uomini non è valsa a nulla: Gesù ha unito ancor più le nostre anime. Come sono grandi le cose di Dio! Come è infinito il Suo potere! Sia benedetto!... » (lettera a p. Pinho, 2-5-1954).

... Nell'abisso del mio scavo devo ripetere il mio « credo »; non posso cessare di ripeterlo... « Credo, Signore, che vivo in Te e per Te! Credo che Ti amo, pur senza la minima consa­pevolezza di amarti. Sono Tua, sono Tua! ».

Il mio sepolcro, quanto parla nel profondo silenzio della morte! Non è a me che parla, ma al mondo ". Non è conver­sazione di giorni, ma di tutto il tempo. Sento che parla, che dà luce e vita, ma a me niente: non odo, non comprendo niente... Nulla ho detto, nulla so dire; e il mio libro infinito vuol parlare. Io sono il suo leggio`... (diario, 28-5-1954).

L'ovile è il Cuore di Gesù


... Che nostalgia dei primi sabati, dei colloqui con Mam­mina!...

Perdere tutte le cose divine, dopo aver perduto le umane; perdere ogni conforto ed appoggio del Cielo, dopo aver per­duto ogni conforto ed aiuto della terra! Sto scavando in una profondità che mi spaventa... Soste­nere nelle mie mani anche solo l'attrezzo mi affatica il corpo e l'anima, mi causa un grande sfinimento. Il corpo, disfatto dal dolore, risente anche del dolore dell'anima... Vedo il sepolcro, quel sepolcro che mi ha nascosta, quel sepolcro che la morte ha voluto e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Impasto del Cielo con la terra


... Verso le 15, improvvisamente si uni in tal,modo il Cielo con la terra che mi fece ricordare ciò che da bambina vedevo: l'impasto che fa il panettiere nel cilindro. Che movimento ave­va quella ruota che miscelava tutto! In una stessa massa, il Cielo e la terra. Passai poi ad un'altra regione: tutto era tenebre spaven­tose; la mistura di quella massa era sempre nello stesso mo­vimento. Gesù non veniva, non veniva; ho sofferto sola. Non avevo appoggio. Dicevo sempre « credo, credo! ». L'ho udito: - Mia figlia, chiedimi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

« Obbedienza al Papa! Obbedienza alla Chiesa »


... Mi sono apparsi Gesù e Mammina in grandezza naturale: i Loro vestiti ed il manto erano color viola; i Loro volti tri­stissimi mi hanno causato il più profondo dolore. I Loro Cuori mandavano luce che mi faceva vedere tutto. Erano trafitti da lance; da essi sgorgava abbondante Sangue, ma Sangue bollente come acqua che nella pentola gorgoglia. Non posso descrivere la mia afflizione. Volevo raccoglierlo: ho steso i miei vestiti per radunare e conservare tutto il Sangue divino; con esso bagnavo il mio petto: volevo custodirlo tutto in me. - Figlia mia, stiamo contemplando il mondo. Guardiamo il Portogallo, guardiamo le nazioni. Che corruzione, che mal­vagità, che veleno!

Ho invitato tante volte attraverso le tue labbra a venire al mio divin Cuore, con un completo cambiamento di vita. Ho invitato Io, ha invitato la mia Madre benedetta; non siamo stati ascoltati. - ... Invita, figlia mia, invita, figlia nostra - dicevano Gesù e Mammina contemporaneamente... - Soccorri il mon­do! Parla alle anime. -

- O Gesù, farò ciò che mi ordini: dammi Tu la forza. Mammina, sii sempre con me. Perdonate, perdonateci! Ancora una volta, misericordia per il mondo. -

- Invita, figlia mia: dal tuo invitare, dal tuo soffrire, l'u­manità riceve molto, riceve molto il tuo Portogallo. Orazione, penitenza, obbedienza al Papa, obbedienza alla Chiesa! -

- Aspetta, Gesù! Chiedi all'Eterno Padre che attenda; pro­metto di chiedere per Te al mondo la penitenza, la preghiera continua e la purezza delle anime. -

Mentre facevo queste richieste, i miei cari Amori sono scomparsi. Sono rimasta nella mia amarezza a sentire il dolore e l'amarezza dei Loro Cuori e l'amarezza del Papa... (diario, 13-8-1954).

...Improvvisamente venne dall'Alto una luce che mi fece vedere in modo chiaro Gesù e Mammina. Come erano tristi! Piangevano; erano coperti entrambi con manti di azzurro scuro. - O Gesù, o Mammina, non sopporto la Vostra tristezza. - Figlia mia - disse Gesù - siamo in tre nello stesso dolore: il mondo corre verso l'abisso. Orazione e penitenza!

Vi sia purezza! Attenzione alla Chiesa! II Papa raduni i suoi vescovi e questi i loro sacerdoti. Attenzione alla Chiesa! In­cominci la Chiesa [a purificarsi] perché non scenda la giu­stizia del mio Padre. - ... Mammina mi porse un ramo dicendomi: - Eccolo, è nelle tue mani l'ulivo, simbolo di pace... Come il Mio divin Figlio ti ha arricchita di tante cose e di titoli, così Io ti do con Lui in più il titolo della pace. Il Cielo vuole e dà al mondo tutti i suoi mezzi di pace. - Gesù aggiunse: - Figlia mia, è per mezzo tuo che l'uma­nità tutto riceve. Accoglierà questo invito, supremo appello del Cielo?

Dio o satana? A chi vuol servire? Chi vuole amare? Parla alle anime, figlia mia. Coraggio!... - ... (diario, 20-8-1954).

« Vi sia tutta la vigilanza nella Chiesa »


...Improvvisamente apparve Mammina Addolorata: aveva sulle braccia Gesù morto. Me Lo pose in grembo, mi accarezzò leggermente e si sedette al mio fianco. I miei sguardi non si staccavano da Gesù mentre udivo Mammina.

- Accetta, figlia mia, come ho fatto Io sul Calvario. A Me hanno dato Gesù, morto per l'umanità. A te do l'umanità, morta per il peccato; ma in essa vi è sempre Gesù: vedilo in tutte le anime, contemplalo in tutti i peccatori, nell'umanità intera. Accetta le mie spine; soffri, figlia, soffri; abbi coraggio. Io non ti abbandono, insieme al tuo Gesù. Sei la prediletta del Cielo. - O Mammina, aiutami! Mi viene a mancare tutto. Voglio consolarti e dare a Gesù tutte le anime. - Ella, senza un sorriso, senza una carezza, disparve, e così Gesù morto. Rimasi nella maggiore angustia ripetendo il mio « credo » e il mio « confido »... (diario, 3-9-1954).

...Nella notte dal 7 all'8 ho vegliato; non ho potuto dor­mire. Dopo le due, perché prima non ne avevo avuto le forze né la disposizione, ho incominciato a presentare gli auguri a Mammina. Che povertà! Non avevo nulla da darle, né Le sapevo parlare. Le ho rinnovato l'offerta di tutto il mio essere: è stata una consacrazione completa; Le ho offerto i cuori e le anime di tutta l'umanità... - Mammina, vorrei meritare tanto in questo giorno da po­tere strappare dal purgatorio tutte le anime, affinché possano oggi stesso salire al cielo, darti tutta la gloria e l'amore... Ac­cetta il mio sacrificio di non ricevere Gesù Sacramentato, se per caso non verrà un sacerdote a darmelo. - Queste offerte non furono mie: in tutto il giorno ho lottato, per il vuoto indicibile della mancata Comunione, contro una fame di Lui insopportabile. Ricordavo al vivo la richiesta di 20 anni fa [1934]: del mio corpo, di tutto il mio corpo per essere crocifisso...

Senza fede, senza sentirla, e senza sentire il dolore, salii la montagna: non fui capace, nel mio intimo, di ripetere il mio « credo » e di fare un atto di amore. Volevo dire con il pensiero « credo, mio Gesù » ma era una cosa tanto vaga che non giungeva al Cielo: ciò che nasce alla superficie, non vale nulla. Avevo bisogno di dirlo dal profondo, ma non fui capace, tale era la mia sfinitezza. Con molto ritardo venne Gesù: pareva non venisse più; che separazione tremenda! Venne, ma non portò luce, però mi rialzò e mi parlò con dolcezza e con amore. - Figlia mia, sposa cara, sono Gesù; rialzati, abbi corag­gio; vieni a Me... I tuoi, figlia mia, sono sentimenti simbolici; il tuo allon­tanamento da Me è l'allontanamento delle anime. Come pos­sono dire di credere in Me se peccano come se Io non esistessi? Come possono dire di amarmi, nei loro peccati e vizi, rinno­vando giorno e notte la mia Passione? Sentimenti simbolici: leggete e comprendete, maestri delle anime! Ripetimi il tuo « credo »; dimmi che Mi ami, sposa cara. Coraggio!... -

... - Ricevi la goccia del mio Sangue divino, la vita che ti dà vita per parlare alle anime. Abbi coraggio, abbiate co­raggio. Tu spargi rugiada celeste, semini semente divina. È per mezzo tuo che Mi do al mondo. Parlo attraverso le tue labbra. Sta sorgendo qualcosa di sgradevole; ma non è nulla in paragone del bene. È il demonio rabbioso che vuole bruciare la semente divina; ma insisterà invano. Si faccia preghiera, si faccia penitenza! Incominci la Chiesa! Oh, quante cose deve correggere e perfezionare! Le Case religiose, le Case religiose; frati e suore che non vivono la vita dei loro fondatori. Inco­minci la Chiesa! Incominci la Chiesa! Vi sia tutta la vigi­lanza nella Chiesa. Si risollevi il mondo verso di Me. Coraggio, figlia, ripara!... Consola il mio Cuore divino e quello della mia Madre bene­detta. Noi siamo con te. Ripeti il tuo « credo ». - Gesù fuggì da me. Mentre si assentava Gli dissi ancora: - Fa' di me ciò che vuoi; Ti raccomando le mie richieste: perdona al mondo, perdona sempre. (diario, 10-9-1954).