MaM
Messaggio del 3 settembre 1981:All'inizio della corona del rosario pregate sempre il Credo.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1944

Nuova trasformazione mistica

... Sentii la mia anima staccarsi dalla terra ed elevarsi in alto; a mantenere in vita il corpo costretto quaggiù rimase come una corrente elettrica che lo univa all'anima. Tale distacco co­stò molto al mio corpo. I miei occhi fissavano Gesù crocifisso a sollievo dei miei dolori. Frattanto la mia anima si sentiva in grembo a Mammina che, con me, sosteneva il suo divin Figlio morto. Ciò diede luce alla mia intelligenza facendomi compren­dere che quanto mi aveva promesso Gesù non si sarebbe rea­lizzato nel modo che io giudicavo più naturale, cioè andando per sempre in cielo, ma che sarei andata in cielo per ritornare. Questa luce non fu impressione momentanea e mi fece com­prendere che una nuova trasformazione era operata in me, con­vincendomi che certamente non sarei morta e che Gesù si era riferito evidentemente a questo nuovo stato dell'anima. Non ho più pensato a una morte fisica (diario, febbraio 1944).

Morì completamente quel leggero soffio di vita; non sento più quella respirazione che di tanto in tanto sentivo. Vive in me il dolore ed è di ogni qualità e specie. Sono morta per il mondo. Tutto scese nel sepolcro per rimanere sepolto per sem­pre. Che orrore, mio Dio! Non vivo più; vive il mio dolore amato, vive soltanto il mio inspiegabile martirio. Potrà que­sto, senza la mia vita, dare vita alle anime? Potrò essere ancora utile alla umanità? Potrò ancora amarti, o Gesù, e consolare il tuo Cuore santissimo? Povera me! Dopo l'odio e l'abbandono, dopo la dimenti­canza ed il disprezzo, scesi nel sepolcro. Vivo già nella eternità senza aver riavuto il mio padre spi­rituale e senza più avere qui la santa messa... La mia eternità è senza luce, è una eternità che non Ti ama, non Ti loda, non Ti vede, non Ti gode. Tremenda eter­nità! Non veder Gesù è una eternità morta. Soltanto il dolore trionfa sulla morte... - ... Da', o Gesù, la vita alle anime con la mia morte... Da' loro la Tua eternità. Da' loro il cielo, o Gesù! - (diario,. 13-5-1944).

Una dolorosa ingratitudine - Assetata di dolore per salvare le anime

Ero in una grande afflizione e, dopo la Comunione, mi confidai con Gesù, senza contare su una sua risposta. Buono come sempre, Egli di degnò di sollevarmi: - Mia figlia, dì a tua sorella che sto guardando fin dove giunge la sua fiducia in Me. Presso il tuo calvario sta facendo la parte che la Madre mia benedetta fece presso il mio. Dille che confido molto in lei: se così non fosse non l'avrei unita tanto al tuo martirio. - E, riferendosi a chi ci faceva tanto soffrire, disse: - Suv­via, coraggio! Satana è rabbioso: stende su di voi i suoi artigli infernali, ma non vince! Confida! Ella è una insensata. Vi ha usato la più grande ingratitu­dine; ma perdonatela di tutto cuore, come la perdono Io. Se tu sapessi quanto soffro! Mi ricevono nella Comunione fred­damente, per abitudine. Quanto ne soffre il mio Cuore! - (diario, 29-5-1944). Gesù ripetutamente mi aveva confermato quanto mi aveva detto e promessa all'inizio della mia crocifissione: in premio del mio consenso a lasciarmi crocifiggere, sarebbero state chiu­se le porte dell'inferno dal mezzogiorno del venerdì alla mez­zanotte della domenica. Quando a Gesù piacque di non darmi più la crocifissione [fisica] o meglio di cambiare il modo di crocifiggermi, io continuai a ricordargli la sua promessa, per­ché mi consideravo con lo stesso diritto.

Il giorno 16 giugno 1944 venne Gesù e disse: - Mia fi­glia, vieni a riposare e a prendere conforto nelle braccia di Mammina. Sei teneramente accarezzata da Gesù e da Maria. - Mentre parlava sentivo le loro carezze. - Sei cullata dagli angeli. Vengo a dirti, figlia mia, i giorni in più in cui, per tuo merito, viene chiuso l'inferno: ti con­cedo il pomeriggio del giovedì in onore della mia Eucarestia, per l'amore che hai per Essa, e per l'amore che mi indusse a rimanervi prigioniero; ti concedo il mercoledì mattina in ono­re di San Giuseppe che tu ami tanto; quanto desidero, figlia mia, vederlo amato! Voglio che tu faccia sapere che chi avrà per Lui devozione ferma e costante non mi offenderà grave­mente al punto di perdersi... Questo te lo concedo per l'amore con cui ti lasci croci­figgere. - (diario, 16-6-1944).

O Gesù, mantieni chiuse le porte dell'inferno!


- Ho sete, ho sete, figlia mia, ho sette di amore. Le anime non conoscono la mia follia d'amore, mia colomba bella. Sono sempre pronto a riceverle. Do’ loro, offro loro il mio Cuore e voglio ospitarvele, voglio possederle. - - Gesù, Gesù, sento le tue ansie; vedo il tuo divin Cuore aperto. È stato l'amore che Ti ha lasciato ferire così. Che fe­rita, che piaga profonda! Vedo che da essa escono raggi tersi, incantevoli, raggi luminosi. Incendiami, Gesù, incendiami in quel fuoco divino; fa' che io possa incendiare tutti i cuori, tutti i tuoi figli... Vedi la tortura del mio povero cuore. Lo sai che tante volte vorrei dirti: « Gesù, non ne posso più, non resisto più ». Ma non te lo dico, mio Amore! Anzi, fa' in fretta a darmi maggiori sofferenze, ma dammi con esse le anime! -

- Soffrire di più non puoi, figlia mia! Ma abbi coraggio: Io sono con te, vigilo, vinco, trionfo... Sei la mia vittima più amata, hai la missione più ricca, più bella per Me. -

- Se io Ti amo, o Gesù, come tante volte affermi, se io amo Te e la mia cara Mammina e sono da Lei amata come dici, ed io credo e confido, che altro posso desiderare, se non amarti e salvarti i peccatori? Crocifiggimi, o Gesù! Non risparmiarmi, mio Amore, ma risparmia loro dalle pene dell'in­ferno. Tieni chiuse, o Gesù, le porte dell'inferno. Mettimi quale sbarra contro quelle soglie, lasciami là fino a quanto il mondo esisterà, fino a quando vi saranno peccatori da salvare. Oppure lasciami nel mondo finché esisterà. Toglimi tutti i miei, toglimi coloro che mi sono cari, lasciami sola. Tu solo mi basti, o Gesù! - - Quanto è bella ed incantevole la tua preghiera! Che gioia, che consolazione per Me! Quanti benefici! Oh, quante grazie raccogli per gli ingrati contro il mio divin Cuore! O mondo, tu non conosci la mia vittima amata. In fretta, in fretta sia fatta la luce che Gesù desidera: è con questa luce, figlia amata, con questa luce che brilla in te, che i peccatori vedranno il cammino, la verità e la vita. - O Gesù, la Verità sei Tu, il vero Cammino sei Tu, l'u­nica Vita sei Tu. Fa', o Gesù, che tutti Ti seguano, che tutti Ti amino. Voglio solo quello che vuoi Tu, mio Gesù, ma Ti chiedo con tutto il mio cuore, con tutta l'anima mia: « Dammi coraggio, dammi forza, dammi grazia, dammi tutto ciò che è tuo. Senza di Te non posso, non resisto a tanto dolore! » - ...

- Animo, figliolina, non scoraggiarti! Già lo sai che abiti nel mio divin Cuore. Riposa in Me, riposa per sempre. Ricevi vita per vivere: vivi solo della mia vita divina. -

Gesù, mio unico alimento, infuse in me il suo Cuore


Al calar della sera già la luce del sole si confondeva con l'oscurità della notte; per me non vi era stato né sole, né gior­no, ma soltanto notte. Lo scoraggiamento, l'abbattimento, la lotta costante mi erano quasi insopportabili... - Gesù, Mammina, aiutatemi, non lasciatemi cadere! - O mio Dio, il cielo mi pare che non esista. Continua la lotta e il tormento dei dubbi. A nulla vale il mio grido ai santi. - Gesù, confido! Mammina, confido! - Ma il tempo passa e non c'è soccorso per me. Sento l'abbandono della terra e del cielo. Povera me! Non voglio ingan­narmi né ingannare nessuno.

Una nuova prova di amore da parte di Gesù venne a sol­levarmi dall'abisso di tenebre e di morte. Con le sue divine braccia mi reclinò sul suo Costato divino e mi fece bere il sangue del suo Cuore. Meraviglia! Bontà divina! Sentii il San­gue dal Cuore di Gesù fluire in me abbondantemente, mentre Gesù tutto dolcezza mi diceva: - Coraggio, figlia mia! Il mio, Sangue e la mia Carne sono il tuo alimento e la tua vita. -

Gesù mi saziò, mi fece rivivere: sfolgorò il giorno, il sole mi riscaldò coi suoi raggi. Il mondo ora nulla poteva contro di me. Quanto è buono Gesù!... (diario, 25-6-1944).

Non so se per causa del mio grande soffrire, rimasi molto prostrata, quasi dimentica di avere ricevuto Gesù Eucaristico. Oh, lo stato della mia anima!

Improvvisamente vidi davanti a me Gesù inchiodato sulla croce, ma disparve subito. Se mi sentivo morta, morta rimasi: mi pareva che per me la vita non esistesse.

Passarono pochi istanti e venne il mio Amato, ma ora era meraviglioso: il suo Volto era tanto bello, tutto splendore, tutto luce. Mi si avvicinò confidandomi, allo stesso tempo, che mi affidava il suo divin Cuore, con una grande piaga da cui usciva una enorme fiamma brillante che poteva incendiare e bruciare tutto il mondo.

- Nascondi in te, figlia mia, il mio divin Cuore affinché i peccatori non possano offenderlo. - Non so come, il Cuore di Gesù si trasfuse in me. Io fui immersa in Lui e Lui in me. Quanto è grande l'amore di Gesù! Che trasformazione quella dell'anima mia! Già avevo vita, coraggio e forza. Sofferenza, quanto sei dolce se portata per amore di Gesù! Ma, ahi, quanto costa voler consolare e non potere, custo­dire il suo divin Cuore e non sapere come. Povero Gesù, a chi affidasti il tuo Cuore da custodire! Dove potrei nasconderlo perché non sia più ferito? Io sono miseria. Trasformami, puri­ficami e poi entra in me (diario, 3-7-1944)

Rivive il martirio sofferto alla « Foce »


- O Gesù, sarà mai possibile che una morta parli, che il cuore di un cadavere senta nostalgie del cielo, ansie di volare a Te, bramoso di nascondersi per tuffarsi nella immensità del tuo divino Amore? Gesù, è il mio dolore che Ti parla,... è un dolore che racchiude in sé tutti i dolori. Gesù, mi sento non come un cadavere da poco sepolto nel quale i vermi non siano ancora penetrati e che potrebbe essere riconosciuto, no, mio Gesù, ma come se neppure le ceneri avessi più: tutto scomparve. O mio Dio, che morte, la mia, che eternità perduta! Ascolta, o Gesù, abbi compassione! Volgi lo sguardo verso di me, leggi nel mio dolore: è per Te, è per le anime... Vedi che senza di Te non resisto a tante nostalgie del cielo; con tante ansie di amarti non posso restare qui... O dolore, o dolore, solo tu vivi, ma non ami Gesù, non vivi per Gesù. Giunga fino a Te il mio grido! Che sarà di me, mio Dio, che sarà di me senza di Te? O lotta, o tremenda lotta!

Gesù, è un anno che terminò il mio martirio a « Foce ». In questi ultimi 40 giorni rivissi ciò che passai colà. Accetti, o Gesù, il martirio tanto doloroso? Non tornai a « Foce » ma posso quasi dire che soffersi come quando ero là. Facesti in modo che tutto si ripetesse: rivissi tutto, o Gesù. Accetta il mio dolore e, per amore delle anime, chiudi l'inferno. Fa' che io Ti ami e Ti faccia amare. Ho fame di darti il mondo intero. Ahimè, mio Gesù! Ho nostalgia di alimentarmi ma non sono io che la sento; non è il mio corpo che sente fame e sete perché io già non esisto; ma è un cuore, un'anima come fosse mia che sente questa fame e questa sete. Udisti, mio Gesù, che questo mio duro penare mi obbligò a dire che avrei dato tutto, il mondo, la vita, se fosse stato possibile, solamente per avere una piccola alimentazione. Che ansie, che ansie, mio Gesù, di possedere tutto per darti tutto! Voglio amarti, voglio darti anime!... Volgi verso di me il tuo divino sguardo, perché voglio fis­sare i miei occhi nei tuoi. - (diario, 20-7-1944).

Minacciano di lasciarmi senza Comunione!

otte tenebrosa, orrori di morte! Continua il grido del do­lore: ascoltalo, Gesù, è lui che piange, è lui che invoca il tuo soccorso!... Non vedo luce... Il mio cuore sente di esser stato lacerato e trapassato da una dura lancia, di aver ricevuto una nuova grave ferita, di non poter essere ferito di più... Sono in uno stato di grande spavento; non so di cosa mai sia presàgo il mio dolore. Che orrore! Infuria la tempesta, sento il sibilare dei venti, l'echeggiare dei tuoni terrificanti, minacce di distruzione. Tutto fuggì terrorizzato e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Sentii come un assalto dentro di me


Verso le ore 14, appoggiata ai miei cuscini e distesa sopra la mia croce in una amarezza profonda, invocavo Gesù, sol­tanto Gesù. Alcune note armoniose mi attrassero. Dapprima pensai che fossero suoni della terra e mi posi in ascolto per scoprire da dove provenissero. Ma scendevano dall'alto. Lo compresi be­nissimo ed allora il mio cuore palpitò con tanta forza da non poter più resistere... Passò tutta la tempesta... Mi sentii rapita da grande dolcezza e soavità. L'armonia si componeva di molti suoni, come emessi da tanti strumenti... Li udivo tutti, ma uno fra i molti mi attirava di più... Non so quanto durò questo rapimento... forse una mezz'ora (diario, 12-8-1944). Dopo il sollievo concessomi il giorno 12, ritornai nel mio stato di amarezza. Venne il giorno della assunzione di Mam­mina, e nel pensare alla solennità... e al giubilo del cielo, mi parve di non resistere più ai dolori della terra. Pochi minuti dopo la Comunione, sentii come un assalto dentro di me. Mi parve che fosse Gesù, il quale, come un ladro, entrò ed usci subito portando con sé quel po' di vita che era vita del mio dolore. Mi sentii morta, ma continuai a soffrire di più per il fatto di sentirmi privata di quel poco di vita che era vita al mio dolore. Sentivo che mi mancava tutto ed ero come scissa in due parti: il mio cadavere rimasto quaggiù e, là in alto, in cielo, quella refurtiva che era una parte di me stessa. Questa parte era immersa nel gaudio completo, meno la visione di Dio, ma non dava alla parte rimasta sulla terra nessun sollievo; al contrario, la lasciava prostrata in un abisso di dolore senza fine. Passai tutta la giornata in un'ansia dolo­rosa di possedere quella parte di me che mi apparteneva e senza la quale io ero un cadavere. Fu un giorno intermina­bile: lo passai in un grido continuo a Gesù e a Mammina men­tre mi domandavo: - O mio Dio, come posso vivere senza vita? -

Verso sera udii nuovamente le armonie del giorno 12 e questo fu come un balsamo per la mia sofferenza; senza di esso mi pare non avrei resistito qui molte ore.

A notte, non saprei dire l'ora, mi fu restituita quella refur­tiva; me ne accorsi perché mi sentii rivivere (diario, 15-8-1944).

Gesù mi mandò un Padre in aiuto


... Mi sento sola, completamente sola... La tempesta conti­nua... Solo Tu, o mio Dio, puoi aiutarmi; ma, povera me, mi pare che anche Tu mi abbia abbandonata. Il grido di soccorso non arriva agli orecchi di nessuna persona. Che mai avverrà, mio Dio? Lancio lo sguardo oltre la finestra della mia camera: ci sono delle nuvole; fisso in esse i miei occhi ammirando la grandezza del Creatore. Si squarciano le nubi ed appare l'az­zurro del cielo: non posso resistere a tanta nostalgia! Vorrei volare là, ma quanta distanza tra me e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Mi sentivo verme in un cimitero immenso


Oggi ho sentito il demonio accanto e dentro di me. Ho sentito ansie insopportabili di amare Gesù, di dargli anime, di conoscerlo, di farlo conoscere. Pazza di amore gli ripetevo: - Gesù, Gesù, amore, amore! - In questo stato, non potei contenere le lacrime sentendo la mia miseria, il fango in cui sono vissuta e che mi causava orrore Le mie ansie d'amore non valevano nulla, tutto era perduto. Mi sentivo in un cimitero immenso, quasi senza vita come se non mi muovessi già più; coperta appena di ceneri, parevo uno ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Mi giungono visite da ogni parte


La mia vita diventa sempre più penosa e triste, giorno per giorno, momento per momento. L'ordine di obbedire mi ob­bliga a vivere nascosta, a non ricevere più persone, venendo così a poco a poco dimenticata. O mio Dio, se avessi volontà mia è proprio ciò che vorrei; ma che inganno! Quanto più mi vogliono nascosta, tanto più mi fanno conoscere -. Mi giungono visite da ogni parte. Si è risvegliata la cu­riosità dei medici.

- Anime, anime, quanto è necessario soffrire per salvarvi! - O Gesù, quanto costa la conquista del tuo amore! - Stamane, preparandomi alla visita del mio Amato, mi sen­tivo triste e amareggiata: riceverlo colma di tante miserie! - Pietà di me, Gesù! Mammina, purifica il mio cuore, il corpo, l'anima mia! Preparami alla visita di Gesù. - Venne. Rasserenò tutto. Alleggerì il mio dolore unendomi a Lui. Lo sentii nella mia anima.

Dopo alcuni momenti, mi diedero la notizia che i miei scritti, creduti smarriti e che il demonio mi affermava avere nelle sue mani, erano giunti a destinazione. Provai molta gioia e, poi­ché avevo appena ricevuto Gesù, approfittai per ringraziarlo più intimamente.

Poco dopo cominciarono le visite: da Gesù ebbi la forza per sopportare tanto grandi sacrifici. Alle 14,30 entrarono in camera cinque uomini; ebbi subito il presentimento che uno di loro era medico. Mi interrogarono. Non so perché il mio sguardo si fissava principalmente su di uno. Seppi in seguito che costui era proprio medico. Con il suddetto presentimento rispondevo a tutte le domande e cer­cavo di spiegarmi il meglio possibile circa la mia malattia. Non mi venne meno la serenità. O Gesù, solo Tu sai quanto mi costò tutto questo! Mio Dio, quando finirà? Certamente sol­tanto con la mia morte.

Rispondevo anche con fermezza, perché la verità ha un solo cammino. Portarono poi il discorso sulla alimentazione. Che duro colpo! Almeno nessuno sapesse!

- Allora, non mangia nulla, proprio nulla? - Non sapevo se stavo parlando con persone religiose, tutta­via, senza rispetto umano, risposi: - Faccio la Comunione tutti i giorni. -

Vi fu un silenzio profondo di alcuni momenti: non vi fu un gesto, non un sorriso. Poco dopo si congedarono rispettosi e delicati. - Gesù, Mammina, divino Spirito Santo, date la vostra luce a queste anime: che siano vostre e seguano le vostre vie. Le mie umiliazioni ed i miei sacrifici siano salvezza per tutti. - (diario, 25-10-1944).

Giorno di Cristo Re. Di mattina presto, nella preparazione alla Comunione, mi impegnai a consolare Gesù: chiesi a Mam­mina di offrirgli le mie preghiere e tutte le cose mie per la sua maggior gloria e perché Egli regni nel mondo intero e in tutti i cuori. Mi donai a Gesù per mezzo di Maria... Venne molta gente a farmi visita: domande strambe e sgra­devoli mi fecero soffrire assai. Sia tutto per amore di Gesù e di Mammina! Siano Loro a darmi forza per sorridere a tutto e nascondere così il mio dolore.

Mi sentii un nulla: un nulla che non esistette mai; mi sentii morta e, con me, morta tutta l'umanità; ma era una morte che mai ebbe vita. Che sarà di me, mio Dio? Quale tormento! In questa morte affioravano ansie quasi insopporta­bili di amare Gesù: amare senza sentire, amare senza cono­scere l'amore. Giunse la notte: terribili minacce del demonio mi tormen­tarono e mi colmarono di paura e di terrore. Mio Dio, voglio ciò che Tu vuoi. Sono pronta a tutto. Non permettere che Ti offenda (diario, 30-10-1944)