... Non riesco a dimenticare quanto soffre Gesù per il mondo. Soffro con Lui. Quanto lo offendono le famiglie!... Se gli uomini vedessero le scene orribili e ripugnanti, la follia per il piacere che vi è dovunque e che ho veduto con gli occhi della mia anima, ne sentirebbero nausea e avrebbero vergogna di se stessi. - Se io posso riparare, mio Gesù, fa' che io soffra sempre... - Su questo punto il demonio mi tormenta molto... Oggi mi assalì con tutta la violenza... Lottai, ed in pericolo molto grave; Gesù ebbe compassione di me: solo Lui sa quanto mi costa questa riparazione. Tutto mi costava immensamente, ma questa delle famiglie mi costa ancora di più. Che tristezza!... (diario, 9-7-1945).
O cielo, o Gesù, o Mammina, soccorretemi! Se non venite in mio aiuto, cado e non mi rialzo più... Mi sento ammanettata mani e piedi, il corpo legato con nere catene di ferro. Sembro un condannato dell'inferno. Le catene sono i peccati: è stato il demonio a mettermi queste manette, a legarmi... Con le mani incrociate sul petto, nella peggiore agonia, fisso il Cuore di Gesù e la cara Mammina; il mio grido è continuo: - Triste vita, la mia! O Gesù, o Mammina, non resisto, siate con me! - Dai
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... Mi pare di non vivere più la vita della terra, ma di vivere in una regione diversa, sconosciuta... - Gesù, quando giungerà il mio grande giorno? Quando Ti vedrò tale quale sei? - ... - O Gesù, staccami da tutto ciò che è della terra! Io non ho volere; voglio solo la Tua volontà e possederti interamente... - Soffro tanto per l'aggravamento dei miei mali fisici, che si uniscono all'aggravamento di quelli dell'anima... Domenica scorsa, sentendomi morire, ho esclamato: - Gesù, sono sola! - Ed Egli rispose: - Non lo sei, figlia mia! Sono nel profondo del tuo cuore. Che vuoi di più? Sono il tuo Sposo e ti amo tanto. Sono lo Sposo fedele che mai ti abbandona. Sono Io che ti privo di tutto: per questo senti l'abbandono delle persone care. Ti posseggo Io interamente. Ti ho staccata da tutto ciò che è della terra. Possiedi il mio Cuore con tutte le sue ricchezze. Hai tutto il mio amore che non ti verrà meno. Cammina fiduciosa e spera in Me. - Queste parole di Gesù non furono di consolazione, ma di sollievo al peso delle mie sofferenze. ... Negli ultimi giorni è ritornato il demonio a tormentarmi l'immaginazione, con la mia vita di illusione, come afferma lui, e a scuotermi il letto con forza. Mi sento frantumata dal peso di una giustizia che cade su me. Mi pare che il mio corpo ne sia distrutto e le mie vene strappate. Contemporaneamente provo grande soddisfazione nel dare a quella giustizia il mio sangue, che sembra piovere sino alla fine del mondo come riparazione. Quando ho saputo che durante la settimana non avrei avuto la Comunione, ho sofferto molto. - Anche Tu mi lasci? Come farò senza di Te? - Oggi, insperatamente, ho ricevuto la visita di Gesù Eucaristico, appena entrato nel mio cuore, mi parlò: - Eccomi, figlia mia! Mi dono a te sacramentato! Non puoi vivere senza questa vita divina, perché non hai se non questa. Sono esigenze del mio Cuore divino. Sono Io che permetto tutto questo...
Il mio grazie a chi concorre per la mia venuta qui, a sollievo della tua anima. Non hai altro appoggio se non Gesù. Chiedo che ti sostengano, che ti confortino... - (diario, 18-7-45). Non ho forza per pregare. Da piccola pregavo tanto e amavo la preghiera. Con il passar degli anni venne la malattia e aumentò l'amore alla preghiera. Se talvolta tralasciavo qualche formula rituale, ne rimanevo insoddisfatta. La malattia si aggravò. Per mancanza di forze, dovetti riassumerle. Ma aumentò la mia unione con Dio. Tuttavia, soffrivo quando dovevo tralasciarle. Che cosa è oggi la mia vita di preghiera? È quasi soltanto mentale, ma posso dire che è quasi ininterrotta. Dico a Gesù che mi abbandono tra le sue braccia; è in esse che voglio pregare, in esse che voglio soffrire e vivere anche durante i miei leggeri sonni. Quante volte la mia orazione continua, mentre chi mi visita parla! Se la conversazione non mi interessa, rimango unita a. Gesù anche se non Lo sento né Lo vedo per l'oscurità delle tenebre. Ma Gesù sa che sono con Lui e voglio soltanto ciò che Egli vuole... (diario, 19-7-1945).
... Sento che ogni tanto il mio cuore tenta abbandonare il mio corpo, tenta di volare in alto, molto in alto. Assetato ed impazzito, sale come il fumo che scompare in alto: vuole scomparire, immerso in una grandezza incomparabile. È una immensità, è un cielo illimitato ed egli vuole andarvi e restare per sempre in quella grandezza che lo attrae e per cui sospira. Vorrei esprimere i sentimenti della mia anima: è impossibile. La mia lingua non sa muoversi per descriverli: la grandezza di Dio, la potenza di Dio, la bontà di Dio e l'amore di Dio! Benedetto sia Gesù che mi fa conoscere tutto questo! Vorrei che tutto il mondo conoscesse questa grandezza: non vi sono lingue capaci di descriverla né cuori capaci di sentirla; è necessaria una possibilità sovrumana per sopportarla.
Se il mondo comprendesse che cosa è una offesa fatta a tale grandezza! E se ne commettono tante! Ho una luce, che non mi appartiene, che vede e comprende tutto con chiarezza; mi viene da piangere per non sapere esprimere queste realtà (diario, 19-7-1945).
Stamattina presto sentii che mi condussero fuori dalla prigione. La sfinitezza, il peso delle umiliazioni mi fecero cadere per terra, appena uscita... ... Era tale la brama e la premura di lasciare il mondo, per nascondermi in quella purezza e grandezza somma, che il cuore non si acquietava: non voleva macchiarsi nel fango di questo mondo; volava con sforzo, senza interrompere il volo per non cadere; si struggeva in nostalgie indicibili per il Cielo. Povero cuore! Soffriva tanto per non poter arrivare alla sua Patria!... - O mio Dio, muoio nelle tenebre! Potessi vederti! Potessi amarti!... Dammi forza e coraggio... - Insperatamente si fece sentire ai miei orecchi ed echeggiò nel mio cuore una voce: - Vieni, vieni, sposa del mio Figlio! Cammina, abbi coraggio! - E la mia anima vide stendersi verso di lei braccia per accoglierla; braccia che rialzavano il mio corpo da sì grande sfinimento e lo aiutavano a camminare. Questa voce e queste braccia venivano dall'alto, molto dall'alto. Fu un invito, fu un aiuto dal Cielo che mi attrasse ancora più in alto. Il cielo! Potessi rimanervi per sempre! Questa voce e queste braccia erano dell'Eterno Padre. Posso affermarlo, la mia anima Lo vide. Il demonio non vuole che io lo dica; lo faccio per obbedienza. Egli è al mio fianco, pieno di rabbia; mi accusa di essere falsa e bugiarda. Questa attenzione del Cielo non mi portò gioia alcuna, ma mi fortificò per salire il Calvario. L'agonia continuò... Sulla cima del Calvario, già crocifissa, sentivo con me Gesù crocifisso e vidi che Egli stese lo sguardo su tutto il mondo a contemplarlo e l'agonia aumentò. Che grande dolore al vedere tanta sofferenza inutile per molti!... Rimasi nell'amarezza per molto tempo. Venne Gesù: - ... Tu sei il canale attraverso il quale giunge al mondo tutto ciò che è divino. Se sapesse apprezzarlo, se corrispondesse alle grazie che gli do per mezzo tuo!... Figlia mia, sto per chiederti ancora una grande riparazione: tante lotte con il demonio e senza il mio conforto divino; verrò solamente quando sarai prossima a vacillare nelle tue tenebre ed amarezze. Accetti?... - - Tutto, tutto, mio Gesù: io sempre ferita e Tu sempre amato... -
- ...Nella maggior parte dei focolari scomparve il vero timor di Dio. Se non vi sono buoni genitori, non vi possono essere figli buoni. Che orrore le spiagge, i casinò, i cinema e le case del vizio! Non interviene chi dovrebbe, non se ne preoccupa chi potrebbe. Soccorrilo tu il mondo. Dammi la tua riparazione, addolcisci gioiosa il dolore del mio divin Cuore... Come premio della tua accettazione e come ricompensa dell'anniversario che oggi ricorre, anniversario in cui donasti a Me e al mondo la grande prova del tuo amore e del tuo eroismo nella sofferenza, Mi dono a te sacramentalmente. Non voglio lasciarti senza la mia Eucarestia, senza la vita di cui vivi. Mi do a te tramite il tuo angelo custode. - Un gran numero di angeli, cantando armoniosamente, discesero sopra il mio letto; la mia anima cessò di vedere Gesù in forma di uomo per contemplarlo in una Ostia bianca... L'angelo che mi porgeva l'Ostia pronunciò le parole: « Corpus Domini nostri Jesu Christi... »... (diario, 20-7-1945).
... Pareti della mia camera, testimoni di tanto dolore, quanto avreste da dire se poteste parlare! Sia benedetto il Signore e benedetta la mia croce! Il mio cuore vola verso la grandezza del Cielo, fugge colmo di amarezze, molto oppresso dal dolore. Ma, nel vedere chiaramente tanta grandezza e tanto amore, dimentica tutto; tenta di non ricordare il dolore per perdersi in quell'oceano infinito di meraviglie del Signore. Con quale impegno si innalza per non macchiarsi nella polvere immonda della umanità! Voglio e non posso; non voglio la polvere ma me
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Durante la notte ho sofferto molto, ma in unione con Gesù. Anche Lui soffriva molto: prigione, scherni, schiaffi. In Lui, con Lui iniziai al mattino il viaggio al Calvario. Nelle mie mani sentivo le Sue; con i miei piedi Egli camminava, stava in tutto il mio corpo e soffriva. Ma in me e fuori di Lui vi era un cuore di pietra. Questo cuore era il mondo; vedeva tutte le sofferenze di Gesù: la flagellazione, la coronazione di spine, i capelli intrisi di sangue e tutta la tragedia lungo il cammino della montagna; nulla lo rattristava, nulla lo commoveva. Le corde che mi trascinavano con Gesù continuarono lungo il Calvario a lacerare il mio corpo come già i flagelli. Gesù fu con me inchiodato sulla croce ed in me piangeva nel vedere la durezza di quel cuore che era in me. Soffersi tanto nell'avere in me contemporaneamente Gesù e quel cuore indurito che non aveva compassione per nessuna sofferenza. Sentii che il peso schiacciante della giustizia del Padre cadeva su Gesù e non su quel cuore indurito. Gesù era colmo di vergogna, schiacciato; e quel cuore mondiale non dava segno di compassione... (diario, 10-8-1945).
Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all'inferno. L'anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhi vedono i demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta quella disperazione infernale... - Mio Dio, condannata all'inferno! Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. - Quando mi sento in quella disperazione eterna, mi schiaccia il peso della giustizia divina. Volere vedere Dio e non potere! È di gran lunga il più doloroso tormento dell'inferno. L'anima mia trema sgomenta per la paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!... Il mio stato mi porta a pensare che sto per morire... (diario, 13-8-1945).
... Oggi ho cominciato a sentire come se nella mia anima si svolgessero danze mondane, eseguite con tanta malizia e che da esse si passava a peccati orribili...
Dopo un po' di tempo venne il demonio: inviti al peccato seguiti da scene e da parole turpi... Mi sono offerta vittima a Gesù e sono rimasta triste nelle mie tenebre, nel mio penare... (diario, 14-8-1945).
... Che sarebbe di me se per un solo momento perdessi la fede e la fiducia? « Perdere Dio, non vederlo mai! » E’ questo il grido che esce dalla mia anima di tanto in tanto, spontaneamente. ... Continuo a sentirmi condannata all'inferno. Ieri, giorno di Mammina [Assunzione], questa sofferenza fu molto dolorosa. Mi sentivo in quel carcere infernale e legata con catene di ferro... Senza potermi rassegnare alla perdita di Dio, sentivo tale disperazione, ma non ero io ad essere disperata, che mi obbligava a rivoltarmi contro Dio stesso, a maledire Lui, il mio angelo custode, genitori e compagni di peccato e le strade che mi condussero a peccare; maledicevo me stessa, tutto il cielo e tutta la terra. Che orrore continuo! Sapevo di essere degna soltanto dell'inferno, ma non mi adattavo a quel luogo e alla perdita di Dio. Coprivo il più possibile tutta questa sofferenza con il sorriso che contrastava con ciò che avveniva nell'anima mia; perciò il mio sorriso mi pareva falso, bugiardo, molto bugiardo. O triste giorno dell'assunzione di Mammina!...
Sola, nelle tenebre dell'anima, nell'oscurità della cameretta, nel sentirmi assalita dal demonio ed abbandonata completamente non potei trattenere le lacrime: piansi a lungo. Chiesi a Mammina di portare le mie lacrime a tutti i tabernacoli del mondo per consolare Gesù... Venne Gesù: - ...Non temere, figlia mia, non sei condannata! La tua sofferenza è per evitare che si condannino le anime... Coraggio, coraggio!... - (diario, 16-8-1945).
... Coperta di insulti e scherni presi la croce e camminai verso il Calvario. Soffrivo tutti i tormenti della Passione e il tormento dell'inferno. Il mio calvario si svolgeva attraverso l'inferno: tra il fuoco, le disperazioni e le maledizioni, senza rassegnazione per la perdita di Gesù e sotto il peso di tutta la giustizia divina. Arrivai alla cima: il mio corpo non era corpo: era uno scheletro macchiato di sangue, coperto di polvere e sputi. Così fui inchiodata sulla croce: croce di tenebre, morte di tenebre, feretro e sepoltura di tenebre.
... - Mio Gesù, come può esservi ancora nel sepolcro l'inferno e il peso della giustizia divina? Non abbandonarmi, o Gesù; vedi che senza di Te non resisto. -
In queste sofferenze la mia anima fu ferita da violente spine che, come bombe micidiali, rapidamente distrussero tutto. Scomparve lo scheletro del mio corpo insanguinato: rimase il dolore, rimasero un cuore che soffriva tutto e occhi che versavano molte lacrime. E’ impossibile dire la mia amarezza... Le lacrime scorrevano lungo le guance ed io le offrivo a Gesù mentre pensavo: saranno perfette le mie lacrime? Saranno lacrime dovute a colpa mia? Esaminavo la mia coscienza, la quale non mi dava segno di accusa. Mio Dio, forse che non so esaminarmi? Solo una cosa mi pesava: il tono da me usato in alcune parole che avrà forse umiliato qualcuno? Mio Gesù, Tu ben sai che non era quello il mio scopo. Una voce molto dolce mi susurrò: - Procedesti bene, così doveva esser fatto. - ... In questo prolungato martirio, anche senza veder nulla, sentii nell'animo una nuova trasformazione: una brezza soave cancellò ogni dolore. Subito dopo apparve Mammina con Gesù Bambino in braccio. L'anima mia, per un istante, vide solo tutta la sua bellezza... Molto sorridente, il Bimbo mi tendeva le braccia tentando staccarsi da quelle di Mammina. Quasi come volando saltò tra le mie e subito si nascose nel mio cuore; Mammina sparì. La sua Voce divina si fece udire dentro di me: - Mia figlia, per ogni tuo dolore, per ogni tua virtù ti è data una scala: per quelle dei dolori possono salire continuamente i peccatori, per quelle delle virtù, le anime assetate di Me. Ripara: vedi come salgono. - Le scale erano tante, tante; era molto grande il numero delle anime che vi salivano; alcune salivano tanto rapidamente: la mia anima sorrideva al vederle... Gesù continuò: - Sono scale sicure, non vi è tempesta che le faccia crollare, non vi è lama che le tagli, non v'è fuoco che le bruci... Sono scale calamitate che attraggono... Anche se qualche anima cade, non si stacca e ricomincia a salire... Sono colombe che ritornano alla loro colombaia... La calamita sei tu, tu sei la colombaia, sei il palazzo di amore: là, dall'alto, diffondi l'amore sulle anime... Coraggio! Vedi quanto valgono i tuoi dolori... - (diario, 17-8-1945).
Quando potrò tralasciare di obbedire circa l'obbligo di dettare i sentimenti della mia anima? Vorrei che essi morissero e scomparissero in me come io sento di essere morta e scomparsa. Tutto vive, tutto canta e benedice il Signore; gli uccelli e ogni creatura Lo lodano; eccetto io: da me non è lodato, non è amato. La mia vita non esiste; fu una vita perduta. Quante volte sgorgano dalla mia anima violenti impulsi e sfoghi quasi disperati: « Maledetta la mia vita! Meglio non fossi nata; maledetto il latte che mi ha nutrita, e maledetti coloro che mi hanno allevata ». Le fiamme dell'inferno si estendono su di me. Colà tutto è orribile ma il maggiore e più doloroso tormento è la perdita di Dio. Lo potessi almeno vedere! Nonostante il peso della sua divina giustizia, vorrei amarLo. Almeno Lo amassi qui: voglio dire che in mezzo a queste sofferenze che lacerano l'anima non perdessi la serenità e la pace. A volte mi pare di disperare. Ma il mio Gesù misericordioso mi soccorre e solleva il mio spirito;... io abbraccio la mia croce con maggiore amore e più fiducia. Il demonio mi dice che sono io che invento le mie lotte per aver da dettare. Mio Gesù, vorrei amarti, ma non vorrei avere da dettare... Ebbi con il demonio due attacchi violenti e di lunga durata... Il cuore mi batteva così forte da non poter più resistere, il sudore mi bagnava tutta... Stavo abbracciata al mio crocifisso, lo stringevo con tutta la forza possibile, dicendo: - O Gesù, o Mammina, amarvi sempre; riparare sì, peccare no, piuttosto l'inferno. - Le mie forze non resistevano più: né quelle dell'anima né quelle del corpo. Venne Gesù e pose termine alla lotta: - Maledetto, maledetto, sia tu maledetto ancora, maledetto nella eternità. Vieni, figlia mia, vieni, mia vittima... sono testimonio della tua riparazione: non Mi hai offeso... - (diario, 21-8-1945).
... Vedo avvicinarsi la morte e tutto il martirio che mi causerà; ma sono obbligata a camminare: l'amore è una forza irresistibile. Sento nell'anima la preparazione della grande cena: la cena dell'amore e sento che sono io il cibo di quel grande banchetto; sento che vado a darmi in alimento, che sono la vita delle anime. Sento, ma non sono io; so che non sono io: è Gesù, solo Gesù. Il mio cuore è sgomento e i miei occhi già piangono lacrime di sangue. L'amore copre e dimentica; ma gli orrori continuano. Giovedì, triste giovedì! Sei tu che mi porti la morte (diario, 23-8-1945).
... Vivevo simultaneamente due stati d'animo: sentivo i tormenti dell'inferno e quelli della Passione. Nelle sofferenze dell'inferno sentivo il fuoco negli occhi, nella lingua, nel cervello, nelle orecchie, tutto il mio essere era incandescente; maledicevo la croce avuta nella vita perché non ne avevo tratto profitto per salvarmi. Mentre soffrivo questo, percorrevo le strade del Calvario, tanto oppressa dal dolore che non potevo pronunciare parola. Le lacrime dei miei occhi erano di sangue. Schiacciata sotto il peso della croce, curva fin quasi a terra, cadevo sfinita.
Dopo l'incontro con Mammina incominciai a sentire nel mio due altri Cuori: quello di Gesù e dentro di esso quello di Mammina... Quei due Cuori soffrivano un'agonia di morte. Nessun grido né gemito era accettato dall'Eterno Padre; persino la consegna dello Spirito pareva non essere accettata. Il dolore di avere offeso Gesù mi accompagnò sino alla fine di questa agonia... Dopo questo prolungato martirio venne Gesù: - Figlia mia... il tuo cuore è una fonte inesauribile che Io feci zampillare: tu sei la fonte e Io sono l'acqua... Voglio che vi bevano le anime che per Me sospirano, affinché si incendino del mio amore; voglio che vi bevano i peccatori, affinché si purifichino... Sei sempre la mia sposa, la mia Alexandrina. Tu sei per il mondo e non sei del mondo... Nel mare tempestoso della vita, nella notte tremenda di perdizione eterna, sei tu il faro, sei tu la luce dell'umanità intera. Coraggio! In te ci sono Io. La tua notte, le tue tenebre e il tuo martirio aumenteranno, perché si avvicina il tuo cielo. Non vi sarà luce capace di illuminarti, né parole che ti possano confortare davvero. Giorno per giorno sentirai sempre meno in te il mio divino amore e ti parrà quasi falsità la mia presenza in te. Ma ci sono sempre: confida! Se tu ti senti privata di Me e quindi condannata all'inferno, è per soccorrere le anime... - (diario, 24-8-1945).
Solo oggi posso parlare dei sentimenti della mia anima e con tanto sacrificio che mi pare mi vengano strappate le viscere. Arde l'inferno dentro e fuori di me. Ho perduto Dio, ho perduto il Cielo; mia abitazione è l'inferno e lo sarà eternamente. Che orrori! Sento che mi sono accecata ed uccisa da me stessa. Sono stata io, io sola, la causa della mia perdizione eterna... Le tenebre affogano la mia anima; acciecano gli occhi dell'anima e del corpo; si è oscurato il mondo intero. È notte nel tempo e sarà notte nell'eternità. Non v'è chi mi aiuta; ho perduto Gesù, ho perduto gli amici; ho perduto coloro che mi amavano tanto e che io tanto amavo. È scomparso tutto; non fu un taglio, fu un fuoco che tutto distrusse. O mio Dio, mio Dio, il mio abbandono! Sono sola in mezzo al mondo! Ho perso tutto per non possedere più nulla. Mio Dio, credo in Te. Permetti almeno che io confidi in Te... Quanto soffro viene da Te, è da Te permesso; così credo; ed è per Te che l'accetto. Per Te e per le anime... Sento grande necessità di castigare il mio corpo: tutta la penitenza è poca: è una esigenza di Gesù; dovrebbe essere fatta dal mondo intero, e tutto cade su di me: il mio corpo è lo strumento di questa penitenza.
... Soffersi molto con il demonio... Tre attacchi violenti vennero a tormentare il mio corpo... Potei finalmente invocare i nomi di Gesù e di Mammina: chiesi che mi aiutassero in così tremendo pericolo, affermando che non volevo peccare. Cessò la lotta... Venne il mio Gesù: Confida, che non ti abbandono, che sto in te. - ... Non posso più resistere alle nostalgie della alimentazione. Non posso più resistere ai desideri che mi sia ridato il mio padre spirituale. Non sopporto più le ansie di dare Gesù alle anime e le anime a Gesù. Ho sete e questa sete è di Gesù. Voglio saziarla e non posso: soltanto un mondo di amore lo può saziare, ed io non lo posseggo... (diario, 30-8-1945).
Cosa sono io? L'insetto più vile, lo straccio più immondo e inutile.
Mi sono perduta, mi sono perduta! La mia vita è inferno, il mio letto è inferno, la mia morte è inferno, la mia eternità è inferno. Mi sento bruciare in esso, tormentata in tutti i sensi dal demonio. Che antri spaventosi! Odori nauseanti tormentano perfino l'anima!
E la perdita di Dio! Non più vedere quella Perfezione che affascina cielo e terra! E perderla per sempre! Solamente la sua Potenza, solamente la sua Giustizia sono presenti anche nell'inferno e mi annientano. E la mia rivolta contro di esse è disperata. Non ho parole che mi soddisfino per poter maledire tutto... Sento, molto frequentemente, che un Cuore dentro al mio è ferito, pugnalato: so che è il Cuore del mio Gesù. Questo mi tormenta tanto! Come si può aver l'ospite più amato dentro di sé e avere il coraggio: di trattarlo in questo modo? Coprirlo di spine, farlo sanguinare?
Queste spine... dal Cuore di Gesù penetrano nel mio e lo trasformano in una massa di sangue. E così resta questo dolore unito in un solo cuore. Il Cielo scende e presso di me si apre un vulcano di fuoco: scende come bomba distruggitrice che incendia tutto. E’ la giustizia dell'Eterno Padre, che non può sopportare di vedere Suo Figlio così ferito.
Ho paura perché sono sola; mi hanno abbandonata: mi odiano i nemici e gli amici mi abbandonano... Il calice della mia amarezza, nella notte silenziosa dell'Orto è offerto all'Eterno Padre, mentre, incuranti, gli amati del mio cuore dormono. Io soffro, Gesù soffre... O passione, o dolore e amore di Gesù che non siete conosciuti!... (diario, 6-9-1945). Che paura di Gesù, che pena per Gesù, che nostalgia di Gesù! Paura perché sento avvicinarsi la morte e temo nel dovergli dare i conti; sento di offenderlo e pena di vederlo offeso; nostalgia di vederlo e goderlo eternamente... Soffro nel soffrire e soffro sorridendo... Continuai a vedere Gesù camminare con la croce sulle spalle; con quale compassione Lo contemplai!... Ad ogni momento Gesù cadeva, ma questa volta cadeva in me, perché il cammino del Calvario ero io stessa. Quando asciugarono il suo Volto Santissimo, lo lasciò impresso in modo tanto vivo; io sentivo che quel Volto, quel ritratto senza pari, doveva essere contemplato sino alla fine del mondo.
Avesse il mio cuore la generosità di quella donna che si avvicinò a Gesù! Fu grande la ricompensa che da Lui ricevette. Stavo sul Calvario, nell'agonia della croce e mi sentivo anche nell'inferno con demoni e fiamme su di me. Le fiamme salivano, ma non consumavano né distruggevano la croce su cui ero inchiodata; non facevano scomparire le sofferenze della Passione; anzi facevano splendere la Croce...
Continuai a restare in croce in un abbandono irresistibile... Vengo, figlia mia,... vengo con sete; lasciami bere al tuo cuore... bere al tuo cuore perché nel mondo non posso bere. Vado di cuore in cuore chiedendo di entrare, come in grembo a mia Madre andai di casa in casa per la città di Betlemme; quasi nessun cuore, come allora, mi vuole accettare. In te lo sazio la mia sete... - (diario, 7-9-1945).