« .. Come è stata dura la nostra prova! Come si può resistere a tanto?
Se è per la gloria di Dio e per il bene delle anime, sia benedetta! Gli
uomini ci hanno separato, ma Gesù no. Creda, mio buon padre, fu grande
e doloroso questo penare, ma la sento molto intimamente unita nel cuore
e nell'anima. Quanto Gesù unisce gli uomini non possono separare. Nella
nostra lontananza e nel nostro silenzio si sono raddoppiate le
preghiere; e lei è sempre nel luogo ove Gesù l'ha collocata: il primo
posto nel mio cuore. Gesù non è ingrato, e soltanto Lui sa quanto le
devo, sa quanto lei mi ha insegnato ad amarlo. È un peccato che le cose
di Gesù siano così mal comprese. Non ho parole per dire quanto ho
sofferto e fatto soffrire, anche se involontariamente, coloro che mi
attorniano. Per quanto volessi nascondere il mio dolore, non ho avuto
forze per fare di più. Padre mio, sono stata quasi abbandonata, con le
sole briciole che le anime sante mi vogliono dare. Ma queste stesse
briciole me le hanno nuovamente tolte, lasciandomi sola, senza luce,
senza conforto, senza niente. Povera me, se non ci fosse il mio medico!
Quante ore per infondermi coraggio e fiducia! Ma, padre mio, ora non ne
posso più. Gesù la porti qui in fretta per guidare l'anima mia a Lui e
a Mammina, perché io possa andare a riposare nella mia Patria. Ho
iniziato questa mia il giorno 24 per terminarla il 3 ottobre. Che
triste data! Sette anni fa, la mia prima crocifissione! Se Gesù mi
avesse mostrato subito tutto, sarei morta di paura. Quante sofferenze
mi ha procurato la prima crocifissione! Che vita così mal compresa! Ma
che amore e follia di Gesù per la mia anima! Sì, io voglio soffrire
tutto per amore di Gesù e delle anime! Prego per coloro che mi hanno
fatta soffrire: non voglio male a nessuno; voglio vedere tutti in
cielo. Padre mio, questa lettera rimane qui ad attenderla. Non voglio
disobbedire mai. Gesù è degno del nostro sacrificio... » (lettera a p.
Pinho, 24-9-1945).
... Senza volerlo vidi la mia vita di grande sofferenza: mi si presentò
tutto dalla data della mia prima crocifissione, avvenuta sette anni
fa; ho rivissuto ogni ora, ogni momento. Ho risentito gli spaventi, gli
sgomenti di quelle ore amare; ho provato l'afflizione che il mio
direttore in questa occasione ha sofferto presso di me; ho sentito le
lacrime che i miei, terrorizzati, hanno versato. Se Gesù mi avesse
mostrato tutto, la morte avrebbe vinto; senza un miracolo sarei morta.
E ho sofferto tutto questo in una grande cecità di spirito. Il demonio
ne approfittò per i suoi fini... A notte alta, mentre era grande la
mia agonia del corpo e dell'anima, venne Gesù; con un gesto della Sua
mano santissima fece cessare la lotta infernale: - Vattene, non vinci;
la vittoria è della mia vittima... Figlia mia, vengo ad assicurarti che
non hai peccato; sono Io che voglio questa grande riparazione: la posso
chiedere soltanto ad un cuore puro. Vengo a sollevarti dalla tua
sfinitezza, ad alleggerire il peso della tua croce... Tu sei un tesoro
per i peccatori. Guai a loro senza la tua dolorosa crocifissione! Dopo
questa lotta, non potevo lasciarti in così grande prostrazione e non
potevo lasciar trascorrere le ultime ore dell'anniversario del felice
giorno in cui ti ho crocifissa per la prima volta [senza venire]; abbi
fiducia!... La tua crocifissione è la più reale e la più assomigliante
alla mia. Quanto ti amo e quanto amo le anime! Faccio tutto per loro.
Ritorna alle tue tenebre, riprendi la tua croce, portala contenta per
amore. - Le parole di Gesù sono state per me come una brezza che passa,
una luce che sparisce. La mia croce!... (diario, 4-10-1945).