MaM
Messaggio del 24 febbraio 1987:Nelle difficoltà, quando portate la croce, cantate e siate pieni di gioia!

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1950

« Sapessi il valore della sofferenza! »


... All'inizio di questo nuovo anno, invece di ardere in amore, di chiederti perdono e fare propositi di non offenderti più, incominciai con freddezza, indifferenza, ignoranza completa... Non so ringraziarti, non so conservare gli ardenti desideri di servirti ed amarti; non conservo in me i buoni propositi che mi ispiri e la luce divina con cui lo Spirito Santo mi illu­mina: la spengo, non la lascio brillare. Estinguo in me tutto ciò che è buono, lascio vivere solo il peccato. La mia morte, la mia ignoranza mi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Mio caro dolore! Non ne posso più, ma ti voglio!


...O mio Dio, voglio fare la tua divina Volontà, ma con quale sacrificio detto queste parole! Sento come se il mio sangue fosse l'inchiostro ed il cuore la penna; il grande sforzo che io faccio pare strapparmi tutte le vene del corpo. L'ob­bedienza, l'amore a Gesù, sono superiori a tutto questo. Ma la morte regna e l'ignoranza tace: non so parlare.

Il cuore, l'anima piangono, sono dilacerati: il dolore è pun­gente. Mio Gesù, come si può soffrire tanto, e per di più una sofferenza morta, senza valore, almeno secondo me? È ciò che io sento: in me nulla ha valore, né vita. Io non posso sostenere la vita, questa vita che non è mia, né sopportare il mondo. Non so cosa sento: ho in me un potere superiore al mondo: può punirlo e castigarlo. Sembra che stia per farlo ad ogni momento; non so quale forza trat­tiene questo potere: non castiga, indietreggia, rimane come se gli cadessero le braccia senza potersi muovere per castigarlo. Questo potere ha occhi tenerissimi, guarda il mondo con com­passione. Ed io sono sempre il veleno, la rovina di tutta l'umanità. Mio Dio, mio Dio, che sentimenti tanto differenti; e tutto questo avviene in me!... (diario, 13-1-1950).

... Tutto il mondo è caduto su di me: che peso schiac­ciante! La giustizia divina è caduta sul mondo, ed insieme al mondo mi annienta e sgomenta. Sono come nel più profon­do della terra con tutto questo peso su di me. I miei gemiti e tutto il mio dolore si immergono nelle te­nebre e nel silenzio della morte; e lì finisce tutto; non ho nulla da offrire a Gesù. Che tormento!... Ma queste tenebre mi mostrano tanta corruzione, tanti vizi, tanti crimini... Questa immensità di crimini andò a ferire ciò che vi è di più delicato, di più puro e santo: il Cuore di Gesù. È un tormento insopportabile; non posso consentire una cosa simile e non posso impedire il peccato, offesa contro il Cielo. Che fare, o Gesù? Che fare se non confidare in Te e ripeterti sempre: - Sono la Tua vittima - ? ... - Invita, figlia mia, le anime ad amare il mio divin Cuore, ad avvicinarsi con amore all'Eucarestia e ad amare il Cuore della Madre mia benedetta; chi lo farà con retta inten­zione, con amore puro, non corre pericolo di perdersi: pro­metto loro la salvezza... - ... (diario, 20-1-1950).

... Vorrei dire tante e svariate cose, ma non so. Sono la più grande ignorante che il mondo ha veduto. Parlate voi, Angeli e Cherubini, parlate della grandezza dell'amore di Gesù e di Mammina; mostrate quanto i Loro divini Cuori ci amano e desiderano essere da noi corrisposti! L'amore, l'amore! Quanto amore vorrei avere per amare! Parlate voi, o martiri, per me! Mostrate quanto costa la sofferenza, ma quanto valore ha per Gesù se sopportata con rassegnazione ed amore! O dolore, mio caro dolore! Io non ne posso più, ma ti voglio; non posso lasciarti! Senza di te non avrei vita, non saprei vivere sulla terra... (diario, 3-2-1950).

Mi sento continuamente battuta come la castagna nel riccio e le olive sull'ulivo [quando vengono bacchiate]. Mio Dio, che spaventose sofferenze, e quanto ancora più spaventoso è per me il doverne parlare! Mi piacerebbe sì soffrire, ma tanto in silenzio, tanto nascosta che nessuno lo potesse scoprire: soffrire per Gesù, per le anime, ma che proprio solo Gesù fosse a conoscenza del mio martirio. Mi vergogno di parlare tanto del mio soffrire, benché non sia un lamento, essendo causato dall'obbedienza. Sono tanto piena di sofferenza: sento come se il mio dolore sia esteso sul mondo intero e arrivi al Cielo... Mi sento sfinita, proprio sfi­nita. Invoco tutto il Cielo; lo invoco di venirmi in aiuto. La mia stanchezza nella sofferenza mi porta alla morte; io sono già morta e scorgo avvicinarsi un'altra morte: viene a grandi passi cadenzati e viene diritta verso di me a ferirmi come saetta di fuoco. Mio Gesù, cosa è stato del mio passato, di quanto ho sofferto, del poco bene compiuto? Tutto è morto, mio Dio; è morto tutto e morirà sempre; vive solo il dolore e appaiono soltanto le mie tremende malvagità. Che veleno, che male co­munico al mondo! Quale ferita io causo a Gesù!... Le mie forze non mi aiutano; è enorme il sacrificio della obbedienza [a dettare] ... La mia ignoranza mi appare viva­mente, copre la luce del mio spirito e la mia scarsa intelligenza non mi permette di dire nulla; ma voglio amare il mio Gesù... (diario, 10-2-1950).

Siamo stati crocifissi sulla stessa croce (Momenti della Passione)


... Io non so, ma sento da alcuni giorni come se fossi sul­le fiamme dell'inferno, anche se per ora non vi sono caduta. È un orrore. Mi pare che in quelle fiamme ardano la mia anima ed il mio corpo con tutti i sensi. È in quelle fiamme che si estingue completamente la grave e grande cattiveria che ciascuno racchiude in sé. La mia ignoranza non sa dire altro di questo tormento terribile. Quando non sono in queste fiamme, sento che continuo ad avvelenare il mondo con il veleno dei sensi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Otto anni di digiuno affamata di anime (Momenti della Passione)


... Trascorsi ore amare, giorni tristissimi per l'ottavo an­niversario del giorno [27 marzo 1942] in cui ho cessato di alimentarmi. Riandavo con la mente a tutto: che tristi ricordi! Volevo divorare tutto e introdurre il mondo intero dentro di me: solo così mi sarei sentita consolata e soddisfatta. Senza sapere come, volevo il mondo e non potevo guar­darlo; lo volevo e non ero io a volerlo; sentivo che era Gesù con tutto il suo divin Cuore a volerlo, era Lui ad amarlo in­finitamente, mentre allo stesso tempo ne era saturo e i suoi occhi divini non ne sopportavano la presenza... Potessi parlare di questo, ne avrei da dire fino all'infinito. Parla Tu, o Gesù; parla Tu, o Mammina, per me... (diario, 31-3-1950).

... - Figlia mia, voglio dirti che questo tuo anniversario [inizio del digiuno] è un anniversario molto glorioso... La data in cui hai tralasciato di alimentarti, con tutto il tuo martirio, è segnata in Cielo nel Libro divino... Significato profondo! Ti senti sazia da non poterne più e hai nostalgia dell'alimento: anch'Io sono sazio dei crimini di tutta l'umanità, eppure bramo possederla, ne sento nostalgia, ho fame e sete di essa. La tua vita assomiglia alla Mia: tutta questa sofferenza è sofferenza della vittima. Confida, confida, figlia mia... - ... (diario, 1-4-1950).

... Sono giunta al Calvario sfinita, senza vita. Portavo nel cuore un peso immenso. Sono stata crocifissa... Sul Calvario pareva notte, ma nelle anime vi era più notte.

Con le mani alzate, Mammina piangeva presso la croce e quasi agonizzava.

Avevo ricevuto fiele e aceto, ma la mia sete persisteva: era sete del cuore, era sete di anime, era sete di dare la vita. Quando Gesù ha alzato gli occhi al cielo, consegnando al Pa­dre il Suo spirito, muoveva a stento le labbra. È spirato ed io sono morta con Lui.

Dopo alcuni momenti è venuto portandomi vita e mi ha detto: - Figlia mia, la commemorazione della mia Passione è di tristezza e di lutto; molto presto sarà di gioia. Tutte le tue date non possono cessare di essere dolorose e colme di tristezza e di angustie; non puoi tralasciare di sentire la morte, affinché questa morte sia un alleluja, la tua crocifissione una resurrezione continua. Devi assomigliare a Me; voglio che tu Mi assomigli in tutto. Infelici coloro che non traggono frutto dal mio Sangue; infelice il mondo che non trae frutto dalla vita della vittima di questo continuo calvario che si rinnova in te. Coraggio, fi­glia mia: è Calvario di salvezza, è croce di vittoria... Confi­da, non dubitare... La tua anima non sentirà l'alleluja della Mia resurrezione [è venerdì santo], affinché le anime non soffrano la morte eterna. Di' al mondo il mio dispiacere, le mie tristezze, le mie richieste di preghiera, di penitenza ed emendazione di vita. Dillo tu e fa' che lo dicano coloro che si prendono cura della tua vita... - ... (diario, 7-4-1950).

Venticinque anni di letto


Come mi aveva predetto Gesù, la mia anima non sentì la gioia della Resurrezione. Soffrii tanto, orribilmente!... [Però] mi accompagnarono sempre la pace, la rassegnazio­ne, l'amore a tutto; ripetevo frequentemente: « Tutto per Te, o Gesù, tutto per le anime; sono la Tua vittima »... Si avvicinava l'anniversario dei miei 25 anni di letto. Li ricordavo con dolore, non per la sofferenza, ma per il modo imperfetto con cui avevo sofferto. Sentii il più grande abban­dono che si possa immaginare, abbandono da parte di tutte le creature, senza nessuno in mio favore. Abbracciata al mio crocifisso ripetevo: « Gesù, solo Gesù ». ... A celebrare le nozze d'argento della mia degenza ebbi la S. Messa nella mia cameretta: fu molto solenne, con una bella omelia sulla sofferenza. Vi furono prima spine e poi rose. Feci la stessa accoglienza a queste e a quelle: ero indifferente a tutto. Quando ero ferita dicevo a Gesù: - Voglio celebrare que­sta data nella Tua volontà, sia nella umiliazione, sia nella gioia. - E alla fine vi fu gioia, molta gioia, ma non per me. Gesù permise che un velo di morte coprisse, tutto. Sorridevo, mi mostravo gioiosa, ma la mia gioia era soltanto per conformità alla volontà di Gesù. Mentre gli altri gioivano, la mia anima andava accompagnando Gesù nei tribunali e con Lui nel cam­mino al Calvario portava la croce... (diario, 14-4-1950).

... La vittima di Gesù, vittima fedele, non ha altra pre­occupazione se non di fare la volontà del suo Signore: l'a­more alla perfezione sta in questo. Io venni al mondo, figlia mia, e cercai soltanto la gloria del Padre mio e di compiere la Sua volontà.

È una missione sublime quella che ti scelsi: ti mandai al mondo per continuare in te la mia opera salvatrice; questa è una grande verità, verità di un Dio onnipotente che non si inganna né può ingannare. Confida, figlia mia... - Scomparve per me ogni luce e mi rimase nel cuore un dolore mortale. - O Gesù, che oscurità, che dolore nel mio cuore! - È l'oscurità del peccato, è il dolore che mi causano i peccatori; sono un Padre stanco di chiedere ai figli amore, penitenza, preghiera, emendazione di vita... - ... (diario, 21-4­1950).

Si spreca in vanità mentre vi è tanta fame! (Momenti della Passione)


... [Nell'Orto] vidi i soldati cadere per terra e udii Gesù dire: - Ve l'ho già detto che sono Io: se cercate Me, ec­comi qui. - Fu legato e condotto ai tribunali. Lo accompagnai. Stamane ho veduto la colonna e la catena con cui fu legato per essere flagellato.

Dopo la condanna a morte, sono andata con Lui verso il Calvario; con Lui ho portato la croce. Non so come ho potuto mettere nel cuore il mondo intero: lo portavo come il maggior tesoro, lo amavo tanto ed egli era ingrato verso di me; vedevo che mi coronava di spine, mi fla­gellava, mi crocifiggeva; era lui a farmi spargere il sangue fino all'ultima goccia. Ciononostante non cessavo di amarlo, di abbrac­ciarlo in un abbraccio eterno per consegnarlo all'Eterno Padre. Il dolore era immenso; le attenzioni e l'amore erano infiniti. Inchiodata sulla croce, ho continuato o, per meglio dire, Gesù ha continuato a vigilare su quel tesoro che aveva nel suo Cuore divino. Io sentivo e vedevo Gesù mentre contemplava il mondo, ansioso di dargli tutta la grazia e la bellezza: solo con la Sua morte sarebbe stata completata l'opera. L'agonia di Gesù aumentava, il Sangue scorreva da tutte le piaghe; Egli fissava sempre il suo tesoro che si abbelliva ognor più, assetato di farlo più suo e di consegnarlo al Padre sempre più bello. Il mio Gesù mi ha fatto sentire tutto questo che dico e lo ha impresso nel mio cuore in modo indelebile. Ho udito la sua Voce divina che diceva: « Consummatum est, è tutto compiuto. Padre, nelle Tue mani affido il mio Spirito ». La mia anima, senza Gesù, è rimasta come in un deserto, nella maggior desolazione. Egli è venuto senza indugio e mi ha chiamata: - Figlia mia, Io sono la Vita, vivi di Me; Io sono il cammino, segui­mi senza luce, nel dolore, senza vita... - (diario, 28-4-1950).

... Era già notte avanzata ed io sentii come se Qualcuno mi prendesse per mano e mi guidasse verso l'Orto. Giunta colà, sentii che Gesù unì il suo Volto divino al mio, fece sì che con Lui mi prostrassi per terra e mi disse: - È ben duro questo suolo; però i cuori sono molto più duri: aiutami a penetrare in essi, soffri con Me. - Lì sudai sangue con Gesù, ebbi con Lui la visione del grande casco di spine collocato sul mio capo; con Lui fui messa in croce: sentii che i miei chiodi ci trapassavano entrambi. Un Cuore, ma non era il mio, ardeva in fiamme; questo fuoco splendeva nel martirio. Liberata dalla croce, sentii e vidi con l'anima Gesù morto nelle braccia di Mammina: le braccia inerti pendevano nel mio grembo. Io parevo Gesù morto e parevo Mammina con Lui; è ciò che sentii. Terminò il mio Orto con l'anticipo di tutti i dolori... Questa mattina sono andata al Calvario... Dopo la morte, Gesù mi ha parlato: - ...Vengo a chie­derti ciò che in mio nome venne a chiedere a Fatima la mia Madre benedetta: penitenza, preghiera, emendamento di vita... Dammi il tuo dolore... Lo esigono i peccati di lussuria, le iniquità degli sposi e delle anime pie a Me consacrate, lo esi­gono le vanità. Perché tanto sperpero? lo posso dire con tutta ragione ciò che Giuda disse [circa il profumo versato dalla Maddalena]: «perché tanto sperpero?». Questo sperpero gri­da al Cielo: ciò che si spreca in vanità estinguerebbe la fame a tanti affamati, coprirebbe tanti ignudi. Diffondi, figlia mia, di' al mondo le mie lamentele. - Mio Gesù, vuoi che io dica di più di quello che ho detto? Io non ho volere, se no, non vorrei dire nulla. Vuoi da me qualcosa oltre il dettare? - No, no, figlia mia; detta ciò che ti dico; lo diffonda chi ha il diritto di farlo. Abbi coraggio ancora un po': verrai presto in cielo... - ... (diario, 5-5-1950).

« Prega per il Papa del dolore »


... Stamattina, dopo aver ricevuto Gesù ho sentito la sua perdita. Mi sono incamminata al Calvario, sempre separata da Lui. La vita del mio corpo era morta. Sentivo un'altra vita dal­l'alto che era come una calamita per il corpo e lo obbligava a salire al Calvario. Era in forza di questa vita dall'alto che io mi preoccupavo, soffrivo e lavoravo. A questo punto vorrei dire molto: mi limito al nulla per­ché non so. Era per quella vita che mi pareva essere disceso dal cielo alla terra; e quella vita era uguale alla mia vita; ed io ero morte, non avevo vita. Sono giunta in cima alla montagna senza Gesù. Sono ri­masta crocifissa senza Gesù; ho trascorso le ore dell'agonia senza Gesù. Il mio cuore non sopportava quella perdita perché era per­dita eterna: si è aperto sanguinando, ha dato tutto il sangue; e tanti non ne traggono frutto. Sono spirata senza Gesù. Egli non ha tardato ad apparirmi: mi ha dato la sua Vita, la sua Luce... - Dammi il tuo dolore, figlia mia, dammi la tua ripara­zione; unisciti alle intenzioni e ai voleri del Papa, che sono i miei, come tu sai. Allo stesso modo che, per mezzo tuo, egli ha soddisfatto i miei divini desideri, così voglio che tu, nella stessa volontà, soddisfi quelli di lui: soffri, prega con lui. Il mio caro Papa, il mio rappresentante sulla terra! Il Papa del dolore, il Papa dell'agonia, il Papa della immolazione du­rante tutto il suo regno. Sei stata per lui il mio portavoce; soffri affinché il mondo accolga i suoi desideri, come egli ha accolto i miei. Che glo­ria, che ricompensa l'attendono... Dammi il tuo dolore, non solo per curare il mio divin Cuore, ma anche quello della Mia Madre benedetta. Consen­timi di lasciare ancora nel tuo cuore la spada e le spine che hanno ferito il Suo: sono le bestemmie proferite contro la Re­gina del mondo. Coraggio. - ... (diario, 12-5-1950).

«Ero venuto per il Padre. La mia vita era uguale alla sua» (Momenti della Passione)


... Non cerco per me onori, lodi, neppure gloria celeste: il mio fine è Dio, soltanto Dio; è la sua gloria che io cerco; voglio soltanto amarlo e onorarlo. Ho già detto che, se mi offrissero il mondo con tutti i suoi onori e ricchezze e con la sottomissione di tutti a me, a patto che io desistessi un solo momento di amare Gesù, anche riamandolo poi con maggiore amore, io non cederei; sì, perdere il mondo con i suoi incanti, perdere gli onori e tutti i poteri, ma amare Gesù ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Non ho nulla e ho tutto: Gesù soffre e ama in me


... Circa 15 giorni or sono, durante la notte, un crocifisso che tengo appeso al muro sulla parete di fianco mi apparve nel letto presso di me: rimasi meravigliata, ma fu cosa di un momento, che poi dimenticai; non ne dissi nulla. Da anni ero solita avere al mio fianco e soprattutto di notte tra le mie braccia un crocifisso. Avendone ricevuto uno in dono [da p. Pinho], feci ritirare quello che avevo e tenni con me il nuovo. Alcuni mesi dopo a mia volta lo regalai e chiesi di ri­darmi quello che avevo fatto ritirare. Si dimenticarono di dar­melo e io ne rimasi senza alcuni giorni, non per mia dimen­ticanza, ma per non importunare i miei. Fu in questo periodo che apparve al mio fianco il cro­cifisso che stava appeso alla parete. Nella notte dal lunedì al martedì [di questa settimana] il crocifisso della parete mi riapparve sul petto tra le braccia, sotto le coperte, come se fosse stato posto lì. Rimasi impres­sionata: mi pareva di sognare. Ne parlai con tutta naturalezza ma senza farne cenno negli scritti. Fui poi obbligata [dal me­dico Azevedo] a descrivere l'accaduto e, per mio maggior tor­mento, a chiederne a Gesù il significato. Lo farò con vera ripugnanza: è la mia croce. Gesù mi perdoni: ecco la mia virtù: quanto sono lontana dalla perfezione! ... - O Gesù, accetta il mio sacrificio: lo voglia o no, devo obbedire e chiederti il significato della venuta della Tua immagine crocifissa sul mio petto. - Gesù sorrise dolcemente...: - Voglio che Mi parli senza timore e con tutta semplicità... Il motivo che mi ha indotto a staccarmi dal muro e a venire a te è molto semplice: il crocifisso deve essere sempre unito alla crocifissa... - ... (dia­rio, 16-6-1950).

« Mio buon padre [Pinho], ... ho sofferto molto, ma in silenzio, per il grande ritardo della sua lettera. Mi sfogavo soltanto con Gesù e Mammina; non ne parlavo a Deolinda per non causarle dispiacere. Te­mevo assai che ci fossero nuove proibizioni. Quando finirà tutto questo? Prima che io parta per il cielo? Non voglio pen­sarci, se sì o no. Voglio solo pensare all'amore di Gesù e di Mammina ed all'amore per le anime. Voglio soltanto ricordare e compiere totalmente la volontà del Signore. Ma, o padre mio, è tanto difficile: devo lottare contando solo su tutta la forza del cielo e le preghiere delle anime buone della terra... È spa­ventoso lo stato della mia anima! La morte distrugge tutte le cose della mia vita prima che nascano. Non ho nulla; sono a mani vuote, spoglia di tutta per l'eternità. Inutile per me e per il mondo... Voglio il dolore e contemporaneamente ne provo ripugnan­za; l'amo e mi pare di odiarlo: odio unito all'amore, vita unita alla morte. Vivo, so che vivo, non posso dire di non vivere, ma posso anche dire che sono morta: morta con ciò che è passato, passa, e passerà in me. Morta, totalmente morta, insieme a tutte le mie cose. Parlo e posso parlare così perché non vivo: no, non vivo; la vita che possiedo non è mia. Sento che non lo è. La morte, sì; questa mi appartiene... Quando insieme alla volontà di soffrire per Gesù avevo il coraggio e la forza, non costava tanto. Ora, senza coraggio, senza forza, senza luce e senza vita, o mio Dio, sento come se non mi importasse di Gesù né dei suoi colloqui: sono in­differente. Molte volte mi passa per la mente: vorrei che Gesù la finisse di parlarmi. Temo perfino di dispiacergli. Ma Egli sa bene che io non voglio acconsentire a nulla che Lo offenda, alla più piccola cosa che Lo rattristi. Lei non si impensierisca per questo stato della mia anima. La misericordia di Gesù per me è infinitamente grande. Io sento pace, quella pace che è Sua. Non ho nulla e ho tutto: Egli soffre e ama in me... Il giorno 20 agosto celebrerà la prima Messa D. Alberto » (lettera a p. Pinho, 20-6-1950).

La croce: albero dei riscatto


... Ieri, verso sera, incominciai a sentire di essere l'albero della vita: ero croce, riscatto, salvezza. Mi vedevo a lavare il mondo con il mio sangue e l'albero della croce fioriva attor­no a me. Ma subito, una sconfitta: la sconfitta provocata dal male sconfiggeva tutto, arrivava fino al tronco dell'albero. Le mie vene erano le radici di quel tronco: affinché il tronco non morisse e continuasse a dare la vita, dovevo continuare a sof­frire e a dare il mio sangue. La sconfitta, la distruzione che la mia anima vide mi portò ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)