... Il Calvario di oggi è stato ancora più intenso e penoso per il dispiacere di avere forse ferito Gesù; Gli ho chiesto perdono molte volte. Ho detto a Mammina di chiedergli perdono per me. Gli ho offerto il tormento di averlo offeso per coloro che non provano dispiacere, dopo di avere peccato gravemente. Ma che grande agonia! Era la morte che invocava la vita, l'oscurità che invocava la luce. Avevo in me occhi che vedevano il mondo' e non potevano sopportare la sua iniquità così grande; ciononostante, avevo labbra che non potevano muovere contro di lui parola alcuna di lamento; avevo un cuore che lo amava e sentiva per lui la maggior compassione. Morivo schiacciata, morivo tremante di paura, senza luce. Improvvisamente ho sentito volare via da me non so che cosa, mi pareva un soffio luminoso; volò verso l'alto, verso il gaudio. Io sono rimasta nella oscurità e nella morte. Alcuni minuti dopo mi ha parlato Gesù: - Figlia mia,... tu sei come una notte senza stelle, un giardino senza fiori, un paradiso senza amore. Ma no, è solamente impressione della tua anima. Per Me in questa notte brillano, scintillano le stelle: sono stelle che dànno luce al mondo... Vedo nel tuo giardino fiori belli, fiori candidi; li colgo per Me, spargendone per il mondo il profumo salutare alle anime. Nel paradiso senza amore lo trovo tutto l'amore... È con questo amore che ti do il potere di incendiare i cuori. Diffondilo a chi vuoi, dallo attraverso le tue parole.
Hai fiducia in Me, figlia mia? Hai fiducia nel mio amore e nella mia parola? -
- Soltanto Tu sai fino a che punto giunge la mia fiducia. Io ho fiducia, ma forse non come dovrei; e poi, Gesù, non soffro come dovrei. Perdonami, non ho forze per fare di più. Ti ho offeso molto... Non Ti ho offeso? - Tranquillizzati. Tutto permetto per tua umiliazione... Fatti coraggio. Quattro anni or sono ti preavvisai della lotta che avresti dovuto sostenere, apparentemente sola. Apparentemente, perché non ti ho mai abbandonata. Oggi non ti annuncio lotte maggiori, perché le maggiori sono passate; ma ti preavviso di essere forte per sopportare la tua oscurità e la sensazione che lo sia separato da te... Confida che la mia assenza sarà solo apparente... Un anno fa ti annunciai amarezze. Sono venute e continuano, perché le gioie stesse saranno per te amarezze. Ti senti vuota, spogliata di tutto, perfino delle sofferenze stesse? Non meravigliarti: chi ha dato tutto, non possiede più nulla; mi hai dato tutto e tutto ho utilizzato per le anime... - ... (diario, 4-1-1946).
... Ebbi di notte un doloroso combattimento con il demonio... Oggi, nel ricevere la Comunione, sentivo tanto tormento per ciò che avevo passato: mi sentivo umiliata!
Gesù, nella sua bontà infinita, non si è rifiutato di entrare nel mio cuore e, rasserenando subito tutto, così mi ha parlato: - Figlia mia... rugiada che feconda e penetra nel più intimo di tutte le anime... Figliolina amata, eccomi in questo primo sabato dell'anno con la mia Madre benedetta a rinnovarti la consegna di tutta l'umanità... - ... Mammina mi ha detto: - Figlia mia, sposa del mio Gesù, soffri tutto, soffri contenta per salvare tutte le anime di questo mondo che è tuo: Gesù ed lo te lo affidiamo. - Gesù e Mammina mi hanno abbracciata e riempita di amore. Poi Gesù ha continuato: - Rinnoviamo in questo giorno l'offerta del nostro amore: è per te, perché tu lo dia alle anime... - (diario, 5-1-1946).
... Durante la notte dal 5 al 6 gennaio pensavo: - O Gesù, avessi anch'io, come i Magi, oro, incenso e mirra da offrirti! Ma non ho nulla. Non posso venire al tuo presepio con la mia miseria. - La mia tristezza era profonda... In quel momento vidi Gesù davanti a me: con una gran croce sulle spalle, un ginocchio a terra, il Volto divino inclinato verso di me, mi guardava con tristezza. Dietro vi erano molte persone con sguardi di rancore verso di Lui, come volessero scaricargli addosso ogni specie
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... Potessi e sapessi parlare, quanto avrei da dire sul dolore! Il dolore è ciò che vi è di più sapiente, è la scuola più sublime; nulla più del dolore ci insegna ad amare Gesù; esso ci incammina e ci guida verso di Lui. Il dolore getta radici in profondità, radici che legano l'anima a Gesù. Quali segreti esso nasconde! Il dolore unisce l'anima a Gesù e fa che essa viva soltanto di Lui e per Lui. È il fondamento più sicuro per il grande edificio dell'amore e dell'unione a Gesù...
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« Mio buon padre [Pinho] ... Non mi pare realtà, ma sogno, il ricevere una sua lettera e potere rispondere! Potrò farlo? Aspetto ordini. Non voglio affatto disobbedire. Scrivo ancora con paura. Il mondo è tanto cattivo. È vero che non ho commesso nessun crimine per essere trattata così, ma meglio soffrire una vita intera da innocente che un solo momento da colpevole: è tanto bella l'obbedienza e piace tanto a Gesù!
La sua lettera mi giunse il giorno 13. Fu un regalo di Gesù e di Mammina. L'apprezzai molto, ma l'apprezzamento non mi apparteneva, non era mio. Mi caddero le lacrime involontariamente: lacrime di nostalgia, di pace e di rassegnazione.
Oggi è un mese che la mia anima l'ha veduta partire e l'ha accompagnata con grande dolore in alto mare, in quel lungo e doloroso viaggio. La visione era chiara; l'ha accompagnata giorno e notte; giorno per giorno lei diventava sempre più minuscolo finché, tra l'uno ed il due di marzo, scomparve. L'anima cessò di vederla, ma non di sentirla. Sapesse come è questo sentimento! E io sapessi spiegarmi!...
La distanza che ci separa ha unito fortemente, come mai,. le nostre anime... Come sono unita a Gesù e non cesso di pensare a Lui, così sono unita all'anima del mio padre e lo ricordo sempre con profonda nostalgia: nostalgia che di tanto in tanto mi spreme lacrime dagli occhi; con grande sforzo le obbligo a nascondersi.
A volte esamino la mia coscienza: sarà attaccamento e affetto esagerato? Non è. Rimango in pace; Gesù vede e sa. Non scambierei l'amore per Gesù con quello per il padre e per tutte le creature del mondo: Egli è il principio e il fine del mio vivere; ed è Lui senza dubbio che ha unito così le nostre anime. A quattro anni dalla nostra dura e dolorosa separazione, quando mi pareva di non resistere ai desideri e alle ansie che lei venisse ad incoraggiarmi e a guidare la mia anima verso, Gesù, venne il colpo ancor più puro, inflissero nel mio cuore il più doloroso pugnale: pugnale che non uscirà mai più, ferita che non si chiuderà se non quando lei sarà davvero qui. Ho sperato fino all'ultimo momento, convinta che lei non partisse. Ma sia benedetto Gesù! Non basta tutta la mia vita, non basta tutta una eternità per ringraziarlo di così grande grazia: non è venuto meno nel darmi forza e grande rassegnazione. Ho pianto molte lacrime, ma silenziose, calme e serene. Il maligno mi ha tormentata con grandi dubbi e col mostrarmi la mia vita tutta inutile, ma, con la grazia di Dio, ho vinto tutto e mi pare senza offesa per Gesù. Egli sa che, mancandomi lei, mi manca tutto; Egli conosce l'abbandono in cui mi trovo...
D. Umberto mi è molto amico e comprende molto bene la mia anima, ma ben presto anch'egli ricevette la proibizione. Tuttavia, nonostante che mi comprenda e mi abbia sostenuta in ore tanto tragiche, sentii sempre che il mio padre era la prima e l'ultima luce della mia anima. Non tralasciò mai di occupare nel mio cuore lo stesso posto; Gesù non lo ha tolto di là. Era ed è il primo per cui pregavo e prego. E D. Umberto, poverino, mi diceva: - Io non voglio per nulla intromettermi. Voglio soltanto sostenere la sua anima. Il suo vero direttore è il padre (Pinho). -
Povera me, e povera Deolinda, se in questi tristi e lunghi anni il Signore non mi avesse lasciato un medico tanto buono e santo! Nessuno vorrebbe trovarsi nelle sue condizioni. Ci è molto amico; amico saldo della causa di Dio; è anche amico, amico sincero, di lei, padre... P. Alberto pure mi vuol bene, e sa perdonare i peccati benissimo. Molte lodi siano date al Signore!... A quando la felice notizia del suo ritorno, con libertà di prendersi cura della mia anima fino alla fine?... » (lettera a - p. Pinho, 20-3-1946).
Il Signore sia con me: mi sento tanto estenuata che solo da Gesù posso ricevere forza...
Il mio letto è come una graticola attraverso la quale sale verso di me il fuoco più vivo e bruciante: mi sento tutta circondata da fiamme che consumano e distruggono il corpo e anche l'anima... Quanto soffro, ma quanta sete ho ancora di maggior sofferenza! Sono stanca del mondo, mi vergogno di lui, sono obbligata a lasciarlo: quale varietà di sofferenze! ... Ieri sentii che catene di fuoco mi tiravano verso l'Orto: era l'amore, soltanto l'amore. Prostrata a terra, sentivo strappi e tali scossoni nel corpo da darmi l'impressione che perfino le ossa si rompessero: era lo spavento, era la previsione delle sofferenze... Ed oggi, sul Calvario, mentre mi sentivo conficcare i chiodi nei piedi e nelle mani, sentivo come se nel cuore me ne conficcassero uno più duro e doloroso...
È venuto Gesù nonostante la grande paura che avevo di Lui: - Non temermi, figlia mia: sono tuo sposo e tu sposa mia... sono tuo Padre e tu la mia figlia amata... Sai, figlia mia, ciò che è questo timore del tuo Gesù? È stato il timore che lo ho sentito del mio eterno Padre. Mi sono coperto, mi sono rivestito delle immondezze della umanità, ho assunto tutto su di Me e mi sono vergognato davanti al Padre mio.
Non sei tu la vittima del mondo, non vittima di giorni e di ore ma di tanti anni? Non ti ho consegnato l'umanità? Ecco la ragione del tuo timore. Salvamela. Soffro tanto! Vorrei anime che, come te, continuamente si lasciassero immolare con uguale generosità e amore... - (diario, 22-3-1946).
Hanno prolungato sulla terra il mio martirio. È vero che io voglio soffrire, ma voglio saper soffrire come Gesù lo desidera, con la perfezione che Egli vuole.
Questi ultimi tempi sono stati per me un doloroso calvario. Quanto ho sofferto! Mi sarebbe stato del tutto impossibile fuggire il dolore anche se lo avessi tentato: tutta la terra, tutto il mare, tutta l'aria erano dolore. Ahi, quanto costa il dolore! E tanto più costa, quanto più si vuol dare e meno si trova da dare. Non avevo nulla da offrire a Gesù: mi sentivo incapace di tutto; solamente di tanto in tanto potevo offrirmi come vittima. Mi pareva perfino di essermi dimenticata completamente di Lui; sentivo di perdere la Sua unione divina. Perfino nell'agonia dell'Orto mi sentivo indifferente ed estranea a tutto. Oggi solo la violenza del dolore mi ha forzato a camminare lungo il Calvario, o, meglio, è stata la violenza del dolore che mi ha portata fino alla cima, sbattendomi contro le lastre di pietra, mentre venivo trascinata rabbiosamente.
Qualsiasi parola o atto d'amore usciva da me come da un mare ghiacciato e morto... Tanto dolore senza valore, tante tenebre senza luce! Mi pareva che non vi fossero più sofferenze che potessero avere valore, che potessero dare la vita all'umanità morta e perduta. È venuto il mio Gesù: - Figlia mia, sai chi ti chiama? È quel Gesù, amore del tuo cuore, quel Gesù dal quale ti senti abbandonata, quel Gesù che in questi ultimi tempi ha spremuto al massimo il suo piccolo grappolo d'uva... Coraggio, sono sempre con te!... - - Mio Gesù, ho sofferto tanto e non ho saputo soffrire; invece di essermi unita di più a Te mi sono sentita del tutto separata; ho sofferto tanto e non ho visto nulla da offrirti; solo tardi e a stento mi sono ricordata di chiederti più anime: tutto questo mi fa soffrire. -
- Ascolta, non sai tu il valore della elemosina? Non sai come lo voglio che essa sia fatta? Ciò che tu vorresti vedere, non fa in tempo ad apparire che lo me ne sono già impossessato. - Tu vuoi, o Signore, che una mano non sappia quello che fa l'altra? Sta bene, Gesù, ma io vorrei saperti dare le mie sofferenze per poter salvare le anime. - E se ne sono salvate. Figlia mia, stai rifornendo un così grande granaio che neppure in molti anni di carestia le anime morirebbero [alla grazia] per mancanza di aiuto. Tu sei alimento delle anime ed lo ho predisposto tutto perché non muoiano di fame. (diario, 5-4-1946).
... Quanto mi costa parlare per dettare! Se sapessi offrirea Gesù questo sacrificio!
Mi sento sempre più sola... Persino Gesù pare che non esista e non sia più la vita della mia anima: sento di aver perduto completamente la mia unione con Lui.
Non sentivo che Egli era unito a me, ma sentivo il mio sforzo a volermi unire a Lui, a non perdere neppure un momento la Sua dolce compagnia. Ora invece, mio Dio, è morto tutto, non sento più il mio sforzo e tutta la
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... Nella notte dal 17 al 18 fui tormentata con grande violenza dal demonio; venne tre volte con piccoli intervalli: prima sotto forma di uomo malizioso, poi di cane... da ultimo accompagnato da una moltitudine di demoni per tormentarmi di più. Appena potevo invocavo Mammina e Gesù, rinnovavo a Gesù l'offerta di vittima: - È per Te e per le anime. Io non voglio peccare, Tu lo sai: aiutami!... - I miei dolori nell'Orto furono di tutte le specie. Grande fu l'amarezza. Nell'agonia mortale mi rotolai sul suolo parecchie volte. Il peso schiacciante dei peccati di tutti gli uomini sembrava spremermi tutte le vene fino a farne sprizzare il sangue che inzuppava i vestiti tanto che li sentivo come incollati al corpo; ne vidi inzuppata anche la terra. Gesù, parlo di Te, non di me perché soltanto Tu hai sofferto in me e non io; però ho quasi agonizzato con Te.
Nella stessa unione con Gesù oggi sono caduta con la croce che pesava su di me; un braccio di essa mi ha colpita sul petto ferendomi il cuore; per qualche istante sono rimasta svenuta, come se non avessi vita. I carnefici mi hanno fissato incuriositi pensando che fossi morto. Con rinnovato furore mi hanno trascinato bruscamente facendomi battere sulle lastre di pietra. Dalle spine del mio capo si sono aperte altre fonti di sangue. Nonostante tutto, dal mio cuore uscivano per i carnefici soltanto amore e compassione. La marcia si è fatta ancor più accelerata: la rabbia dei carnefici bramava di vedermi sulla cima del Calvario per condurre a termine i loro malvagi intenti.
- Perché mi ferite così, se vado a morire per voi? - sussurrava Gesù nel mio cuore...
È venuto Lui, ma non con premura: ha tardato assai: - Mia sposa, sposa angelica, sposa dell'Eucarestia, vengo a te con - fame, sete e freddo. La mia fame e sete sono di anime e di cuori. Dammeli! Sazia il mio divin Cuore. Vengo con freddo e voglio riscaldarmi al calore del tuo amore, al fuoco del tuo cuore. Vengo perché espulso da cuori gelati o tiepidi: sono ghiacciato nella loro freddezza. Non li ho mai abbandonati, ma sono stato obbligato a lasciarli: mi hanno espulso per far posto al demonio. Prima però mi hanno preso, ferito, coperto di spine. Alla porta dei loro cuori ho bussato, ho chiamato tante volte con dolcezza e tenerezza di padre. Ho chiesto loro di accendere il fuoco del Mio amore nei loro cuori; non mi hanno ascoltato, non hanno voluto udire e hanno accolto il demonio. E furono tanti questa notte ed anche oggi. E sai chi? Erano sacerdoti, qualche religioso, qualche religiosa e « anime pie ». Come Mi hanno offeso e ferito! Non ti parlo poi del numero incalcolabile di altri peccatori che Mi hanno offeso orribilmente e di tanti cui fra poco chiederò i conti. ... La tua vita è un insieme della vita di Cristo e della Madre mia benedetta... Confida; Io non vengo meno. Sei la colomba dell'Eucarestia; continui a volare al mio tabernacolo per deliziare il mio Cuore; è per questo che ti chiamo sposa eucaristica. Grazie al tuo fuoco eucaristico, avrò, dopo la tua morte, molte anime e spose eucaristiche... - (diario, 24-5-1946).
Il mondo dorme. Che mortalità generale! Dorme nel fango, nelle tenebre, nel peccato. Sento che è così, e mi sento io pure in un grande cimitero dove si incontra solo il silenzio della morte: vi sono sepolta, già senza carne, senza ossa e senza cenere. Il mio sforzo per rialzarmi, per uscirne e riunire nuovamente tutto il mio essere, è inutile.
L'oppressione delle umiliazioni non cessa. Essa non trova più in me né corpo, né spirito, né anima da schiacciare, ma mi pesa ed opprime nel dolore stesso: lo
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... Il giorno 8, vigilia di Pentecoste, sentivo svolazzarmi attorno, e a volte posarsi sul mio capo, una colomba bianca; nei miei orecchi udivo un fruscio come di molte ali; ho detto « bianca » perché la videro più volte gli occhi della mia anima, non quelli del corpo.
Domenica, giorno di Pentecoste, quella colomba si posò su di me, mi girò attorno, sbatté le ali finché entrò nel mio cuore; mi richiamava la rondine veloce, infaticabile, che compone il suo nido: aggiustava, abbelliva, ritoccava senza tregua.
Io non sentivo vita; mi sentivo completamente morta. Di tanto in tanto quella colomba introduceva il suo beccuccio ora fra le mie labbra ora nel cuore, come per darmi alimento. Infatti, quando faceva questo, io sentivo che era la vita della mia morte.
Da domenica ad oggi è rimasta qui nel suo nido, ma ora non svolazza, non lo abbandona: sta come in riposo con la testa sotto l'ala. Di tanto in tanto dà segno della sua presenza muovendo le zampette o stendendo le bianche ali fino a coprire tutto il nido del mio cuore; lo fa con tanta delicatezza e amore... Sento la sua vita ma non provo gioia per questo... Al calar della notte di ieri la mia anima si incamminò verso l'Orto. Tutto il tragitto fu pieno di spine: intrecci di rami spinosi ferivano il mio corpo. Ansie e sete di amore si estendevano a tutto il mondo e la risposta a tale amore furono spine tanto vive e penetranti da giungere al cuore. Le fiamme d'amore che da esso uscivano superavano le spine e salivano in alto... Oggi, salendo al Calvario, mediante corde sono stata trascinata con il volto a terra per vari metri... La montagna era tanto alta: giungeva dalla terra al cielo; ero senza forze per giungere lassù. Sulla cima la mia croce pareva risplendere e illuminare il Paradiso... E il mondo, nelle tenebre, non approfittava della luce della croce: era luce soltanto per il Paradiso... ... Venne Gesù: - Figlia mia, dove si potrebbe trovare nel mondo un padre tanto affettuoso, tanto sensibile ai mali altrui, amabile, misericordioso e pieno di amore come Me? E dove si potrebbero trovare figli tanto ingrati, tanto crudeli e colpevoli come i miei?... Nonostante questo, procuro tutti i mezzi di salvezza... Ho percorso il mondo, ho bussato a tutti i cuori perché ricevessero le mie grazie, accettassero la mia croce per salvare un grande numero di anime traviate e schiave di satana. Ho trovato qualche anima, ma, in verità, assai poche: molte mi hanno negato l'entrata, hanno ricusato la croce e con essa le mie grazie. Ho sempre camminato, ho cercato e, in questi giorni di tanta lotta, in tempi di tanti delitti, ho incontrato in questo Calvario, Calvario delle mie ricchezze e meraviglie, un'anima tutta Mia, una vittima senza pari che ha accettato la mia croce, ha corrisposto alle mie grazie, si è lasciata plasmare da Me, diventando così la copia più reale di Cristo crocifisso. Figlia mia, l'aumento del tuo dolore è aumento delle mie grazie e meraviglie in te... Soffro in te nel modo più reale e così, nonostante le ingratitudini umane, si salvano le anime. - Si salvano, Gesù, perché la Tua misericordia è infinita e il Tuo amore non ha limiti. Le anime sono salvate da Te e non da me: chi è la forza del mio dolore? Chi muove la mia volontà al dolore, se non Tu, mio Gesù? - In questo momento Gesù si presentava come pittore che dipingeva se stesso nel mio corpo: ogni mio membro aveva Gesù; sentivo la bellezza del Suo viso, la dolcezza e l'amore del Suo Cuore, Lo sentivo perfettamente. Gesù continuò: - Ti ho assegnata la missione delle anime, ti ho arricchita per loro perché grande è la tua corrispondenza alla grazia... L'odio, la vendetta, la superbia, l'ambizione aumentano ancora nei cuori degli uomini: progettano e si preparano per nuove lotte. Io vorrei prostrarmi davanti ad ogni uomo per chiedergli di non ferirmi; vorrei inginocchiarmi davanti a colui che ha il compito di padre della umanità [il Papa] e che ha su di essa tutto il potere e chiedergli che si facciano orazioni, penitenze e riparazioni al mio Cuore e a quello della Madre mia perché il mondo si salvi.
Chiedilo tu, figlia mia, in nome di Gesù...4° (diario, 14-6-1946).
Mio buon padre [Umberto] ... Sono sempre la stessa, la povera Alexandrina.
Deolinda è giunta da poco a casa [da Oporto] e, siccome per andare a feste nessuno è zoppo, si è già combinato tutto ed è quanto le voglio esporre. Viaggeranno venerdì notte con il treno per Entroncamento ze, perché più comodo. Ora le chiedo il favore di comprare sei biglietti per le quattro "Maddalene", per il padrino, che ne soffrirebbe se non andasse, e per quella nostra zia di cui le ha parlato Deolinda; la zia, appena sarà
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