... Gesù mi disse: - Riposa qui un poco, mia colomba, amata, per
riprendere poi la tua sofferenza senza pari, per portare fino alla
meta la tua croce. Riposa senza le mie consolazioni. Va' poi a
chiedere al mondo orazioni e penitenza. - Ho riposato, vicino a Gesù,
come chi stanco si rifà all'ombra di un albero. Non sentivo né gioia
né dolore: era come colui che dorme. Dopo alcuni minuti mi sentii senza
Gesù; mi riavvolse il dolore...
Fino al termine di questa giornata, sia nelle piccole che nelle
evenienze più importanti... tutto fu tristezza profonda e un continuo
navigare nella mia oscurità. Sia benedetto Gesù: sono la Sua vittima
(diario, 19-10-1945).
... Sento forti tentazioni contro la fede. A volte mi pare di non
credere alla vita di Gesù, alle sue cose, grandezze, meraviglie e
prodigi. Mi pare che nulla sia vero... Mi pare di non essere nel mondo,
di esserne scomparsa completamente; vi è rimasto solo il mio dolore, la
mia oscurità, la mia miseria, con un senso di vergogna senza limiti.
Ho paura di vedere vicino a me coloro che mi sono cari; potessi nascondermi da tutti!
È notte, per me non è mai giorno; non potrò più avere nel mondo un momento di gioia.
Perdonami, o Gesù, i miei sfoghi. Sono felice di soffrire per tuo amore, senza sentirlo... (diario, 23-10-1945).
Fuori dal cielo, fuori dal mondo, sono vissuta in una regione
sconosciuta; ma anche là, spoglia di tutto, vergognosa e confusa. La
mia anima vorrebbe gridare, ma quelle grida che si sprigionano in me
sono grida disperate: - Gesù, non resisto! Abbi pietà di me! Chi mi
soccorre in così grande dolore? Ho paura e sete di Te! Ho vergogna, ma
ansie ardenti di possederti eternamente. Non posso stare qui di più. O
cielo, quando verrà il cielo?
Voglio venire, Gesù, voglio volare, ma temo di comparire a darti i miei
conti. Vedo su di me un mondo di miserie di cui io debbo rispondere.
Non posso camminare. Non so nuotare; affogo nelle mie tenebre... Sento
i gemiti dell'inferno, mi sento coinvolta in essi, O Gesù, perderti per
sempre! Però anche là vorrei vederti, abbracciarti, e non posso! Che
disperazione! Sento che si avvicina la vera morte, che voglio chiamare
vita. Spade di fuoco, spade di amore vengono a darmi il taglio
definitivo. Sono spade che vengono da Gesù; questo amore viene da Lui;
quell'ultimo momento sarà di amore... (diario, 25-10-1945).
Questa notte si unirono due orti; non me lo aspettavo. Mi pareva che
quello permesso da Gesù potesse bastare, invece se ne aggiunse un altro
da parte delle creature. Come posso resistere a tanta sofferenza? Ma
non sono io che resisto; è Lui in me; e questo basta ad aumentare la
mia croce: non posso sopportare che Gesù soffra; vorrei che vincesse in
me, e non soffrisse... Fin da questa mattina presi la croce... il mio
corpo si sentiva tanto sfinito come non avesse più una goccia di
sangue... La forza per resistere, la vita che vivevo, erano forza e
vita di Gesù... Sempre in croce, in tanto abbandono e oscurità, sentii
e vidi con gli occhi dell'anima una nube dalla quale uscivano strumenti
di supplizio... Tutto si scaricava sopra di me: era spaventoso!...
Venne Gesù: - Figlia mia... Gli strumenti di supplizio che hai visto
sono per il mondo se non si converte... -
- O mio Gesù, allora il mondo non si salverà? Non valgono a nulla le
mie sofferenze? Che posso fare di più? - Sta' tranquilla, figliolina.
Se il mondo non si può vincere con l'amore, si deve salvarlo col
dolore e il terrore dei supplizi. Abbi coraggio!... Penitenza,
penitenza! Preghiere, preghiere!... La madre che dà la vita ai suoi
figlioli, la dà attraverso il dolore; tu, che io scelsi madre
dell'umanità, è attraverso il dolore ineguagliabile che la salverai...
... Le spade di amore che hai sentito ferirti sono simbolo del tuo
distacco dalla terra: sarà quell'amore che ti strapperà verso il cielo,
anche se in quel momento la tua cecità non ti consentirà di vederlo né
di sentirlo... - ... (diario, 26-10-1945).