MaM
Messaggio del 25 luglio 1992: Cari figli anche oggi vi invito di nuovo ad una preghiera, alla preghiera della gioia, affinché in questi giorni tristi nessuno di voi si senta la tristezza nella preghiera, ma un incontro gioioso con il suo Dio Creatore. Pregate, figlioli, per poter essermi più vicini e sentire tramite la preghiera ciò che lo desidero a voi. Io sono con voi e ogni giorno vi benedico con la mia materna benedizione, affinché il Signore vi riempia con l'abbondanze della grazia per la vostra vita quotidiana. Ringraziate Dio per il dono di poter essere con voi perché vi dico: questa è una grande grazia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1952

« Povero mondo se non avesse la santa Messa! »


... - Mia figlia, luce e stella eucaristica! Sono stato reden­tore: sono morto per dare il cielo alle anime, Mi sono fatto loro alimento. Ti ho creata in modo somigliante a Me, ti ho scelta per vittima affinché continui la mia opera redentrice; ho messo nel tuo cuore l'amore, l'amore massimo per la Eucarestia; è per te, è alla luce di questo fuoco che hai lasciato accendere, che molte anime, guidate da questa stella da Me scelta, spinte dal tuo esempio, si trasformeranno in anime ardenti, anime veramente eucaristiche. Povero mondo senza la santa Messa, senza Eucarestia! Po­vero mondo senza le mie vittime, senza ostie immolate con Me continuamente!

lo voglio, figlia mia, di' che voglio un mondo nuovo, un mondo di purezza, un mondo eucaristico... - ... (diario, 5-1­1952).

... Mi pare che nessuno mi creda: tutti dubitano di me, tutti mi scherniscono e disprezzano. Ed io, poverella, spaventata dalle sofferenze, ho l'impres­sione tante volte di cadere nella disperazione. Di qui nasce la rivolta contro Dio, se Egli esiste. Senza volerlo, è vero, ma ho momenti di dubbio sulla Sua esistenza. Se esiste, è per me peggiore di un tiranno. Mi viene que­sta tentazione: come può Dio consentire che io soffra nel corpo e nell'anima per tanti anni? Poi ecco i dubbi circa l'eternità: meglio godere tutto in questo mondo perché dopo questa vita non v'è più nulla.

O mio Dio, quando lotto così, mi lancio in Gesù e Mam­mina, Li chiamo e, abbandonata in Loro, dico: - O Gesù, o Mammina, non permettete che io cessi di confidare e sperare in Voi!... Voglio essere vittima e fare la volontà del mio Si­gnore... -

[Finita la Passione sul Calvario], Gesù ha detto al mio cuore: - Quanti avvisi, quanti appelli del mediatore divino! Men­tre Gesù sta immolando la sua vittima e la crocifigge conti­nuamente, il mondo crudele continua i suoi sviamenti, continua nella opulenza, nella vanità, nella corruzione: povero mondo, senza la santa Messa, senza l'Eucarestia, senza le mie vittime!... Mia figlia, chiedi la misericordia, la compassione della San­tissima Trinità... Il Signore conta su di te. Dal dolore del tuo cuore sboc­ceranno nuovi virgulti come sono sbocciati dall'albero della croce. (diario, 10-1-1952).

Devo dare molti virgulti e far sì che crescano


... Ho fame del dolore dell'umanità. Quel dolore è tutto per me, senza essere a mio beneficio. Lo esige da me la Vita divina. lo, da me, mi scoraggio per non poter soffrire e muoio per non saper amare. Quando, nel deserto immenso, il cuore e l'anima mia gri­dano al Cielo per chiedere soccorso, senza riceverlo né da Dio né dagli uomini, rimango come disorientata e smarrita. Ma la fame della croce e dell'amore a Gesù sorge repen­tinamente, risvegliandomi nuovi ardori; mi abbraccio con più forza a quanto mi dà il Signore; mi indugio nella seguente riflessione: « Perdonami, Gesù, le mie sfinitezze; perdonami quanto può dispiacerti; dammi la grazia di non offenderti. Ti ho conosciuto così presto e non ho ancora incominciato ad amarti! Quanto sono ingrata! Voglio vivere una vita nuova. Abbi pietà di me ». Ho provato tanta nostalgia di alimentarmi. Senza volerlo, mi causa lacrime; tutto fa parte della mia croce. Benedetto sia il Signore!

Il sangue e gli strumenti dolorosi di Mammina, che Ella dal Suo Cuore ha passato al mio, sono sempre motivo di sof­ferenza infinita. Il mio cuore deve dare molti, molti virgulti e fare sì che crescano e fioriscano. Ma, poveretta, non sono capace di nulla. Che pena provo di non essere per Gesù e Mammina quello che Essi vogliono e desiderano!

Non so cosa sento inoltre nel cuore: mi pare che abbia dentro qualcuno che, come i pescatori, lancia reti e reti per catturare questo mondo Ammenso di anime'. Quante più reti escono dal cuore, tante più ne ha da lanciare. E quali ansie, infinitamente grandi, di averle tutte colme! Che compito! Che stanchezza incessante! Io abito nelle mie torri, in quelle torri di cui non parlo da molto tempo. Sono all'ultimo piano che è giunto all'altezza massima. Ho paura di abitarvi: là non esiste luce; tutto si spense, morì. Sento che nessuno sa della loro esistenza. Io sono ignorante e sono morte: l'ignorante, nulla dice, e la morte non parla. Che cosa mi aspetta, mio Dio!

Mi pare di avere orecchie in ogni parte della terra e da ogni parte odo voci di dolore e di paura spaventosa. Tutto il mio essere sembra venire punto da una pioggia di spine acute, che lo perforano. Il cuore e l'anima piangono colmi di agonia e la giustizia del Signore mi sotterra, mi sprofonda negli abissi, mi disfa sotto il suo peso.

Ieri passai la giornata fissando l'Orto e bramandolo. A notte, prostrata in agonia, dall'Orto vidi il Calvario, la croce ed i maltrattamenti che mi attendevano. Non mi preoccupava ciò che dovevo soffrire: bramavo volare incontro alla sofferenza per dare la vita. In queste ansie mi lasciai catturare, condannare; assunsi su di me ogni peccato e debito umano... (diario, 18-1-1952).

Tentazioni contro la fede


... Nella notte dal 28 al 29 ebbi una forte tentazione contro la fede, cioè contro l'esistenza di Dio ed altro che non spiego per il timore di scandalizzare. Non so come devo fare e nel­l'incertezza non dico altro. Molte volte mi venne l'idea di non fare la Comunione; ma come, mio Dio, se solamente Gesù è la mia forza! E poi la paura di dare scandalo nel non fare la Comunione! Ahimè, poveretto chi è così tanto solo!

... - Ascolta, figlia amata! Sta' in pace; riempiti della pace che ti dà Gesù. Quanto hai sofferto è stata riparazione che ho voluto da te affinché, in quella notte e in quell'ora, quel­l'anima non cadesse nell'inferno. Di' tutto: ti darò il coraggio. Sono lezioni mie, lezioni da imparare e da ricordare per sem­pre... - (diario, 1-2-1952).

“I più vicini a te devono partecipare alla tua immolazione”


... Soffro per coloro che mi sono cari; soffro nel sentire che sono io, soltanto io, la loro rovina, la causa di tutti i loro mali... ... - Gesù ti prova duramente, ma non sono lo ad esigere: è il mondo in guerra, è il mondo con il suo incendio di cri­mini; sono quelle anime che tu sai, che ti ho fatto conoscere; sono esse che esigono tanta sofferenza, dal momento che sei vittima. Ti provo anche in questo modo; non sei tu che fai soffrire quelli che ti sono cari. Sono lo che lo voglio, sono lo che lo esigo e così lo permetto. E sai perché? Coloro che lo amo di più e sono vicini a te devono partecipare alla tua immo­lazione. La missione è nobile, è la più sublime. La riparazione che il mondo esige non poteva essere data soltanto da te... - Perdonami, Gesù! Sono tanto triste e in tale agonia che mi pare di non credere. Non credo, mio Gesù; ma è solo in me che non credo. Tu sei la verità, io invece sono nulla. - Coraggio, credimi! Quanto avviene in te, te l'ho pre­detto da molto: neppure con Me avrai luce, neppure con Me avrai la certezza che sono lo; avrai solo quella certezza e quella luce necessarie per resistere alla tua immolazione. Costa assai al mio divin Cuore e a quello della mia Madre benedetta il vederti soffrire così, il farti soffrire così. Ma sono tanto poche le anime che si lasciano crocifiggere!... (dia­rio, 8-2-1952).

Ho paura di Gesù, ho paura dei suoi colloqui e avrei de­siderio di dirgli che non li voglio.

Ho paura delle visite: vorrei essere sola nel raccoglimento, nel silenzio. La presenza delle persone mi causa a volte un senso di ribellione che quasi mi porta ad impazientirmi'. Mio Dio, la mia croce, il mio martirio! Il dolore è tanto grande ed io sono senza forza per soffrire. Quante volte mi pare che il corpo e l'anima non abbiano forza per soffrire di più!... Continuo ad avere paura di tutti e a sentire che quanto fanno per me viene fatto a malincuore. Continuo a sentire che sono causa di ogni sofferenza e di ogni male per quanti mi sono cari. Ho avuto varie e tremende tribolazioni, da portare il cuo­re e l'anima alla massima agonia. Quando giungo quasi a persuadermi che Gesù e Mammina, se esistono, non guardano verso di me, fisso le Loro immagini con la maggior fiducia che mi è possibile e dico: « O Gesù e Mammina, anche fossi io a praticare queste malvagità, vizi e crimini, è nel Vostro Cuore che li compirei. Non ne esco! Non vi sarà nessuno a strapparmi da Loro. Voi lo sapete bene che preferisco l'inferno eternamente che offendervi un solo istante: sono la vostra vittima ».

I virgulti sono qui nel mio cuore: crescono sempre. De­vono essere irrigati e fecondati con dolore e sangue. La tem­pesta non cessa: pare voglia saziarsi soltanto con la loro com­pleta distruzione... Ieri, verso notte, il mio cuore si trasformò come in una colomba che veniva dal cielo. Passò sull'uliveto dell'orto; sembrava prendere con il suo becco non so che cosa, forse il succo delle foglie e portava con sé molti, molti ramoscelli che coglieva in segno di pace. Voleva darsi, darsi e ricevere. E per questo scese al suolo e pazzo di amore si avvolse in tutta la terra: rimase tutto macchiato; in cambio, il mondo scaricò su di Lui ogni sorta di sofferenza. Mi piacerebbe dire quanto sentii in quella occasione: quella che pareva colomba era purezza, amore disceso dal cielo; l'an­sia di darsi era per dare tutta la felicità, il cielo... In cambio di tutto questo avrebbe ricevuto soltanto ingra­titudine e sofferenza... (diario, 29-2-1952).

« Io sono amore, amore infinito, amore eterno »


... È grande, molto grande, infinitamente grande la dolorosa agonia della mia anima. Mi pare persino di non essere io a sentire questa dolorosa agonia dentro di me. Se la mia igno­ranza sapesse parlare, quanto potrebbe dire! Si estende al mondo, o meglio, tutto questo mi viene dal mondo. E non posso consentire che tante cose vengano a ferire il mio caro Gesù dentro al mio cuore... Venite a Me tutti, voi tutti che soffrite; entrate nel mio divin Cuore. Venite a Me tutti voi che bramate amarmi e bevete a questa fonte che non si esaurisce. Io sono amore, amore in­finito, amore eterno. Venite a Me tutti! Consolate anche il mio divin Cuore! Ditemi costantemente che Mi amate e chiedetemi costantemen­te amore. II mio divin Cuore vuole darsi, vuole entrare in tutti i cuori. Figlia mia, figlia amata, fa' che lo sia amato. Soffro tanto, ricevo incessantemente offese. Sono crudelmente maltrattato, sacrilegamente offeso. Dammi la riparazione che ti ho chiesta. Fa', con le tue sofferenze, che il mondo sia a Me conquistato. Io voglio anime, tutte le anime. Voglio i cuori fuggitivi, voglio le anime che si allontanarono da Me. - ... (diario, 14-3-1952).

La messe e la vigna di Dio


... Ho in me, nel mio cuore, una messe immensa di grano; le spighe sono bionde, ma la tempesta tenta di distruggerle, tenta di annientarle. E la stessa cosa avviene per i polloni robusti che crescono dagli innesti. Voglio sostenerli affinché non cadano a terra, perché non siano danneggiati dalla furia tempestosa. Ma non faccio nulla: sono una inutile per tutto e per tutti... (diario, 21-3-1952). ... La messe immensa che ho nel cuore, schiantata dai venti, reclina al suolo le sue bionde spighe. Avvolte nel fango, sono rimaste quasi marcite. Sento la necessità infinita di rialzarle e di purificarle da ogni impurità. Devo dar loro colore e splendore. La stessa cosa avviene alla vigna già cresciuta e ben fiorita. Mio Dio, che tremenda tempesta vorrebbe distruggerla e sra­dicarla! Il mio cuore se ne cura, la lavora e la irriga con il suo sangue, perché le sue radici si interrino sempre più.

Continuo a dare al Signore la riparazione che penso ri­chiesta da Lui. Mi costa molto: è lotta spaventosa... (diario, 28-3-1952).

... Mi pare di non avere mai amato Gesù, di non sapere cosa sia l'Amore. La mia ignoranza non mi permette di espri­mere i sentimenti della mia anima tanto profondamente dolo­rosi. Penoso martirio! Calvario spaventoso!

Spreco tutti i momenti della mia vita pensando al male, ai mille modi di peccare, calpestando i diritti e la legge santa del Signore. E sempre Lo butto fuori dal mio cuore! Ho perduto Gesù e sento di averlo perduto per sempre. Nell'ora della più tremenda riparazione, in cui mi pareva di offendere Gesù più orribilmente, io, proprio io, stavo per cadere nell'inferno. Riuscii a gridare; fui salvata non so da chi. Braccia che presero le mie e mi strapparono da quel tremendo abisso di demoni, belve e fuoco. Parte del mio corpo vi era già dentro. Quando mi pareva di peccare così sacrilegamente, vedevo che tutto il mio essere era inferno; che non potevo più avan­zare di un solo passo perché sarei rimasta sepolta in orribili tormenti e fuoco. Fu allora che scivolai e fui salvata da quelle braccia e non so da chi. Ne uscii ma rimasi sempre sull'orlo: al più piccolo movimento sarei ricaduta. Ma non preoccupata di questo, senza alcun timore, continuai la mia vita vuota e criminale. Se da una parte sentivo un dolore infinito, dall'altra mi ribellavo contro quel dolore e tentavo aumentarlo ancor più con folli sbandamenti. Gesù, fuori dal mio cuore, perseguitato da me che Gli rinnovavo la Passione e la Morte, piangeva fissandomi con sguardi tenerissimi, ma addolorati in modo inimmaginabile; poi mi gridò: - Non sei ancora soddisfatta? Non la finisci di offendermi? Pensa quanto ti ho amata, quanto ho sofferto per te e per la missione per cui ti ho scelta. - Sempre perseguitato da me, fuggì, fuggì lontano; la sua Voce divina si perse come in un bosco, tra singhiozzi e sospiri profondi. Oh, come rimase la mia anima dopo questo! Quanto ha sofferto per l'impressione di aver peccato e maltrattato così il mio Signore!... E’ venuto Gesù con la sua Vita... - Nuova vita, nuovo trionfo di Gesù nella tua anima; lo trionfo e regno nel tuo cuore come allora trionfai e regnai sul Calvario. Trionfai e regnai sulla morte; trionfo e regno nelle tue sofferenze e nella tua croce. Coraggio, coraggio, fi­glia mia... Non dubitare; tieni sempre presente che fu Gesù a sceglierti per tutto questo: il tuo cuore, vittima eucaristica, è un abisso di amore nel quale lo abito con gioia e con il quale si incen­diano i cuori e le anime. Dammi la riparazione: non ti im­porti sotto quale forma ti è chiesta... - (diario, 4-4-1952).

II mondo non è risuscitato ha sempre nuove invenzioni di peccato


... Gesù è risuscitato [Pasqua]. E in me niente è risusci­tato: sono rimasta morta alla vita, alla grazia, a tutto quanto è del Signore. In me nascono e risuscitano da un istante all'altro solo il peccato, le malvagità. Pare che io abbia sempre in me nuove invenzioni per peccare e calpestare ogni legge santa di Gesù. La mia malizia, da me si comunica anche al mondo intero. - Non sono soltanto io veleno e odio, ma faccio che lo siano tutta la terra e tutti i cuori. Potesse parlare la mia ignoranza! È orribile e spaventoso questo sentimento di malvagità. Sulla terra e nell'atmosfera tutto è invenzione per offendere il Signore. Io uso verso di Lui ogni maltrattamento; Lo cro­cifiggo, Gli causo la morte nel mio cuore. Mi pare che il grido accorato e doloroso di Gesù stia nel mio udito e che il suo dolore infinito stia nel mio cuore. Il dolore è Suo perché l'offendo molto, non è mio per averlo offeso. I miei istinti sono peggiori di quelli delle belve; il cuore è più duro della roccia; in esso regna il demonio. Non posso, non so dire più nulla, ma avrei una infinità di cose da dire. La vigna di cui ho parlato è fiorita ed è cresciuta tanto; ha formato un pergolato. Ma la tempesta continua a volere abbatterla, distruggerla insieme alla messe bionda e agli arbu­sti fioriti. Oh, se la mia anima sapesse mostrare la cura che ha nel sostenerla e non consentire che cada a terra e, toccandola, si macchi! Gli occhi interiori non possono guardare il pericolo in cui si trova tutto questo. Tutto il mio essere fu segregato; sta carcerato nelle nere torri. Il mondo alzò muri, con forti manette [catene], attorno a me; non consente che in questa abitazione vi sia luce né entri un piccolo raggio di sole. Posso gemere, posso urlare: non sono udita. Nel piano superiore che tocca il cielo vi è una sapienza infinita, vi sono sguardi che tutto penetrano: penetrano e scru­tano nel più intimo di tutti i cuori; penetrano in tutti i luoghi della terra, del mare, dell'atmosfera e dei cieli. [Questa sapienza] ha una grandezza superiore a tutte le grandezze, un amore infinitamente superiore all'amore di tutti i cuori umani. Non so dire nulla di questa grandezza: io non sono neppure un verme al suo confronto; è superiore a tutto ciò che è esistito ed esisterà. ...Ieri, giovedì,... era già notte: il mio cuore si è trasfor­mato come in una colomba e il mondo in un piccolo globo. Questo globo entrò tutto nel cuore. E la Colomba con il becco confitto nella terra putrefatta incominciò a rimuoverla e a ta­gliare alla radice ogni albero cattivo e velenoso.

Il globo del mondo è tanto amato ed abbracciato in un abbraccio eterno. Però certi alberi non si lasciarono distruggere completa­mente; le loro radici velenose crebbero e si estesero. Di qui vennero per Gesù il sudore di sangue, i flagelli, la corona di spine e la morte. Più ancora: Gesù avrebbe avuto il calvario non di un giorno soltanto ma di molti e molti secoli. Tutto ciò avvenne in me e tutto soffersi con Gesù. Questa mattina ho percorso il Calvario: portavo la croce sulle spalle; il viaggio è stato molto spinoso, triste e silenzioso. La Colombina volava dolcemente e sopra di me batteva le ali, accompagnandomi sino alla cima della montagna: da lei rice­vevo tutta la forza...

Io vedevo ciò che il mondo era, ciò che verrebbe ad essere... Sono spirata... Poco dopo è venuto Gesù: - Figlia mia,... la tua vita non è inutile... Io vivo per darmi alle anime e tu vivi per condurle a Me ... Abbi sempre sempre presente la parola « vittima », la tua consegna totale al Signore. Assomigli in tutto alla vera Vittima del Golgota. Ti faccio sapere e comprendere solo una parte delle numerose e gravi offese a Me fatte: il tuo cuore, così fragile, così sen­sibile, non resisterebbe a tanto dolore. Non sopporteresti il sentimento e la visione totale delle offese fatte al tuo Gesù che ami tanto... - ... (diario, 18-4-1952).

« II mio Cuore è amore, solo amore per gli uomini »


- Il mio divin Cuore è amore, amore, solo amore per gli uomini. Ed essi mi ricambiano con ingratitudine, malvagità e crimini. Io sono amore e vengo a chiedere amore...

Come la farfalla impazzita gira attorno alla fiamma, così il mio Cuore va attorno ai cuori e batte alla loro porta... Alcuni mi rigettano perché pervertiti: le loro coscienze in­callite Mi rifiutano completamente. Altri non Mi ascoltano ancora perché vogliono continuare nelle loro passioni disordinate. Altri Mi rifiutano perché non Mi conoscono.

Altri ancora non Mi ricevono perché non vogliono soffrire: vogliono fiori senza spine, vogliono gioie senza tristezze. Io sono Gesù e vengo a chiedere, a mendicare. Ascoltate, accogliete questo Mendicante divino! Vengo a riscaldarmi ai vostri cuori. Datemi amore, fate che lo sia amato. Figlia mia, Gesù è nel tuo cuore, all'ombra di arbusti fio­riti, come il giardiniere zelante che si cura dei fiori e se ne delizia. Qui sto bene; non mi delizio per il tuo dolore, mi delizio per il frutto della tua sofferenza. Non voglio farti soffrire, ma voglio salvare i miei figli. Dammi il tuo dolore. Consenti che lo faccia di tutto il tuo essere una pallina dolorante, ferita, in ogni momento del giorno e della notte, poiché ti sei data a Me con tutta la generosità e con tutto l'eroismo... - Va bene, mio Gesù, va bene; tutto ciò che fai è ben fatto: è per amore. - (estasi, 2-5-1952).

... [dice Gesù] - Madre mia benedetta, vieni: la nostra figlioletta è esausta! Vieni ad arricchirla perché si fortifichi. Vieni ad accarezzarla affinché affronti il suo dolore con mag­gior coraggio. - [dice Mammina] - Mia figlia, mia figlia, dammi le tue mani: voglio collocarvi le mie grazie. Sei messaggera di Gesù e di Maria; distribuisci le ricchezze del nostro amore; per mezzo tuo le anime sono arricchite. - Mammina, già mi sento un'altra: è apparso il sole splen­dente. Il peso delle tue grazie è tanto che solo con Te posso sopportarlo. - [dice Mammina] - Prendile, distribuiscile; arricchisci tutti. Dalle in primo luogo a chi ti circonda, a chi ami con tutto il cuore e con tutta l'anima. Tutto il tuo amore per que­sti cuori è frutto del nostro amore: amali perché anche Noi li amiamo.

Dalle a tutti coloro che si avvicinano a te; distribuiscile al mondo intero.

Sii sempre seminatrice di tutte le ricchezze celesti: già lo sei sulla terra e presto continuerai ad esserlo in cielo. Sei la seminatrice del Re di amore e della Madre sua benedetta. (estasi, 3-5-1952, 1° sabato).

... - Riparate questo Cuore divino... La guerra delle pas­sioni si è scatenata: il mondo crudele non cessa di offendermi con la disonestà, le passioni, l'ambizione, l'avarizia, i balli, i cinema. Non dico altro, figlia mia, non voglio rattristare il tuo cuore già tanto sofferente... - O mio addolorato Gesù, non vuoi rattristarmi; non vuoi aumentare la mia sofferenza e io sento che non posso soffrire di più... - ...

- Coraggio, figlia mia, rimani immersa in questo abisso di dolore infinito, di notte tenebrosa, di amarezza senza fine. È la sofferenza del tuo Gesù; è lo stato in cui Lo riducono gli uomini; è la ricompensa a tanto amore... - (estasi, 9-5-1952).

Rimango sgomenta per la mia inutilità


Pare che il mio cuore debba buttar sangue per dettare que­ste righe, tanto è il mio sacrificio. Tutto il mio vivere è diventato inutile`. Ciò che sente la mia anima è un orrore. Non so come non mi sia disperata, ma lo so: il Signore dà il martirio, mi immola come Gli piace, ma contemporaneamente viene a sostenermi, a vincere in me e a far sì che tutto il mio soffrire sia beatitudine. È gaudio senza consolazione, ma è gaudio perché non so né posso vivere fuori della sofferenza. Il cuore ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Ho una fame divoratrice di anime


Passo la mia vita, spreco il mio tempo nella inutilità: di qui mi sorgono spine, tante ferite, tanta amarezza. Ho sete di darmi, di consumarmi nell'amore di Gesù, di dedicarmi tutta al Suo servizio, di non riposare un momento senza fare del bene alle anime. Ho fame, una fame divora­trice, infinita, di chiuderle tutte nel mio cuore per introdurle e chiuderle così per sempre nel Cuore divino di Gesù. Ma sento che è vano questo sentimento. La mia inutilità non mi consente di essere utile, neppure un istante, alla vita del Signore, al bene delle anime. Il mio cuore è in un mare di sangue: è tutto piaghe e ferite; non lo si può toccare. Il suo dolore arriva al Cuore di Gesù. La mia povera natura non ha forza né coraggio per altro. La volontà vuol salire, salire sempre: non vuole cessare di darsi, di abbandonarsi totalmente alla divina Provvidenza. Ma l'inutiltià impedisce tutto questo. Non valgo nulla, non sono nulla, se non miseria e corruzione.

Gesù, Mammina, siate la mia forza! Mi abbandono in Voi così come sono. Tutta la mia fiducia è in Voi. In questo ab­bandono vi è tutta la mia donazione, la mia accettazione... (diario, 11-7-1952).

Non posso, è impossibile resistere a tanta fame e a tanto dolore, a meno che non sia sempre Gesù, il vincitore di tutte le cose, a resistere in me. Ho fame di darmi, di darmi tutta, interamente. Ho fame di possedere, ma non qualsiasi cosa: voglio possedere i cuori della umanità intera. Ma oh, questa fame non è mia! Tutto questo sentimento insaziabile di darmi e di possedere non è mio: è un non so che di infinito. Questo dare si dà interamente e va a compenetrarsi in tut­to; si dà con tutta la grandezza e si dà con tutta la purezza e tutto l'amore; si dà con tutta l'essenza: è un dare divino, è l'essenza di Dio.

Questa fame di possedere è infinita; vuole possedere in sé tutto quello che Gli appartiene e vuole impossessarsene con la stessa grandezza, con la stessa vita e lo stesso amore.

Due vite in un solo essere. Parla, parla, mia ignoranza!... Bramo che le mie tenebre spaventose si trasformino esclu­sivamente in luce per tutta l'umanità, anche se io, solo io, do­vessi rimanere per tutta la vita nell'enorme abisso delle mie tenebre.

Sono certa, confido, credo ciecamente che Gesù e Mam­mina hanno da vincere in me in tutti i momenti della mia vita, giorno e notte, guidandomi per mano al porto della sal­vezza... (diario, 1-8-1952).