... Pareti della mia camera, testimoni di tanto dolore, quanto avreste
da dire se poteste parlare! Sia benedetto il Signore e benedetta la mia
croce! Il mio cuore vola verso la grandezza del Cielo, fugge colmo di
amarezze, molto oppresso dal dolore. Ma, nel vedere chiaramente tanta
grandezza e tanto amore, dimentica tutto; tenta di non ricordare il
dolore per perdersi in quell'oceano infinito di meraviglie del Signore.
Con quale impegno si innalza per non macchiarsi nella polvere immonda
della umanità! Voglio e non posso; non voglio la polvere ma me ne sento
intaccata. Come sono sporca e bagnata dal fango immondo! Che vergogna
io sento davanti a Gesù! E che spavento io sento per la giustizia
divina! Mi pare che si squarcino le nubi, scoppino tuoni, e lampi
enormi di fuoco vengano a distruggere un corpo. Gesù mi ha preavvisata
ed è verità. Quante amarezze nell'anima: non so dirle; è impossibile.
Talvolta mi pare di non poterne più.
Non so dire altro a Gesù se non questo: - Per Tuo amore e per le anime;
sono la tua vittima. Fa' come vuoi. Fa' che io Ti ami quanto lo
desidera il tuo Cuore divino. -
Gesù dentro di me continua ad offrire al cielo il calice dell'amarezza.
Povero Gesù! Chi soffre è Lui. L'amarezza che offre appartiene soltanto
a Lui, anche se sono io sempre amareggiata. È Lui che soffre, non io.
Sento nella mia anima che continuano i cattivi giudizi e i falsi
apprezzamenti a mio riguardo e a riguardo del mio primo direttore.
Sento che molti cuori sono induriti e ciechi alla luce della verità. Benedetta croce!
Ho detto « falsi apprezzamenti »; non sono falsi, perché, povera gente,
non comprende di più. Non sa il dolore di un'anima abbandonata fra le
lotte e le tenebre. Sofferenza amata! Sono così pochi quelli che ti
conoscono e ti comprendono!
Da alcuni giorni sento che il mio corpo è una casa aperta a chi vuole
entrare: mi costa tanto questa nuova sofferenza! Oggi, in momenti di
amarezze quasi insopportabili, in cui il demonio voleva spingermi alla
disperazione, insinuandomi che la mia vita è di inganni e false
illusioni, forzandomi a non confidare in Gesù... io vedevo crollare
tutto.
Avrei voluto dire a quelli che mi amano, anche se io non sento di
essere da loro amata, di dimenticarsi di me, di abbandonarmi pure; così
non sarei per loro di grande umiliazione, così non soffrirebbero tanto
nel timore che la mia vita si riveli falsa.
Con gli occhi rivolti a Gesù e a Mammina, giuravo di non perdere la fiducia in Loro.
Il demonio, più rabbioso, venne come un ladro: ebbi la sensazione
che
mi portasse via il cuore... Fu allora che io sentii più al vivo di
essere quella casa di cui ho parlato. In essa entravano quanti
volevano: era la casa del peccato ed il peccato stesso: disposta a
tutto.
Mio Dio, che orrore! Quanti peccati, quanti crimini! Lottai molto e il
demonio si mostrava contentissimo di fare di me tutto quel che voleva.
Dissi a Gesù ripetutamente che ero la sua vittima e che non volevo
peccare… La mia vita, Gesù mio! Cosa è mai la mia vita! Sia Gesù la mia
forza per poter resistere a tutto. Sia Lui la guida nelle mie
tenebre!... (diario, 23-7-1945).
... Gesù oggi mi ha chiesto due riparazioni dolorose, a breve
intervallo l'una dall'altra. Ho lottato quasi un'ora con il demonio.
Sudori e palpitazioni afflittive del cuore parevano quasi uccidermi...
Mi sentivo quella casa dalla porta aperta per cui entrava chi voleva.
Prima ho visto entrare molta gente pazza per il piacere, che tentava
camuffarsi per non farsi conoscere. Poi ho riparato per la famiglia...
Quanto si pecca e quanto si offende Gesù!... (diario, 26-7-1945).
... Gesù mi disse: - Fiore vezzoso del giardiniere divino, va' a
conquistarmi anime. Porta la ricchezza ed i tesori immensi che ti
affidai. Portami le anime, comprale a qualsiasi prezzo; lo scrigno di
queste monete è il tuo cuore insieme al Mio. Va', di', figlia mia, che
ascoltino la voce del pastore universale, di' che il mondo sarà salvo
se cambierà completamente vita. Non si è mai peccato tanto come oggi.
Non vi sono sulla terra giusti a sufficienza per cancellare tanta
iniquità e gravità di peccati... Si faccia penitenza, penitenza...
(diario, 27-7-1945).
Mi sfugge la vita, mi sento morire... Che cosa mi aspetta ancora? Che
altro dovrò affrontare? Ahi, quanto la mia anima è triste, triste fino
alla morte!
Appena uscito dalla camera il mio santo medico, chiesi a Gesù che desse
a lui e a quanti ama il Suo amore, le Sue benedizioni e grazie, come
ricompensa dei sacrifici fatti per me e per tante parole incoraggianti
e piene di fede. Da lui imparo a confidare in Gesù...
Venne di nuovo il demonio... Lottai... mi parve per qualche momento di
essere in pericolo di peccare... Si calmò la tempesta; ma rimasi
triste nel dubbio di avere peccato. Venne Gesù con molta dolcezza e,
piano piano, come una mamma che non vuole svegliare il suo figlio. Con
molta tenerezza mi disse: - Mia figlia, è grande la lotta; è grande la
riparazione perché sono grandi la malizia e la iniquità del mondo. Te
le faccio sentire nell'anima... Ma Io sono sempre con te e avrai sempre
la luce dello Spirito Santo... Non hai peccato: la tua purezza non si è
macchiata... Esigo ancora la riparazione per le famiglie e per un altro
male che va dilagando nel mondo e che mi ferisce gravemente. Ecco
perché ti senti spogliare e divenire corrotta: è l'immodestia, figlia
mia, delle persone provocatrici le quali vanno quasi svestite a
invitare al male; corrompono i loro corpi e, ciò che è peggio, anche
le loro anime... (diario, 9-8-1945).