MaM
Messaggio del 25 novembre 2010:Cari figli, vi guardo e vedo nel vostro cuore la morte senza speranza, l’inquietudine e la fame. Non c’è preghiera né fiducia in Dio perciò l’Altissimo mi permette di portarvi speranza e gioia. Apritevi. Aprite i vostri cuori alla misericordia di Dio e Lui vi darà tutto ciò di cui avete bisogno e riempirà i vostri cuori con la pace perché Lui è la pace e la vostra speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Mi sento casa aperta


... Pareti della mia camera, testimoni di tanto dolore, quan­to avreste da dire se poteste parlare! Sia benedetto il Signore e benedetta la mia croce! Il mio cuore vola verso la grandezza del Cielo, fugge col­mo di amarezze, molto oppresso dal dolore. Ma, nel vedere chiaramente tanta grandezza e tanto amore, dimentica tutto; tenta di non ricordare il dolore per perdersi in quell'oceano infinito di meraviglie del Signore. Con quale impegno si innalza per non macchiarsi nella pol­vere immonda della umanità! Voglio e non posso; non voglio la polvere ma me ne sento intaccata. Come sono sporca e ba­gnata dal fango immondo! Che vergogna io sento davanti a Gesù! E che spavento io sento per la giustizia divina! Mi pare che si squarcino le nubi, scoppino tuoni, e lampi enormi di fuoco vengano a distruggere un corpo. Gesù mi ha preavvisata ed è verità. Quante amarezze nell'anima: non so dirle; è impossibile. Talvolta mi pare di non poterne più.

Non so dire altro a Gesù se non questo: - Per Tuo amore e per le anime; sono la tua vittima. Fa' come vuoi. Fa' che io Ti ami quanto lo desidera il tuo Cuore divino. -

Gesù dentro di me continua ad offrire al cielo il calice dell'amarezza. Povero Gesù! Chi soffre è Lui. L'amarezza che offre appartiene soltanto a Lui, anche se sono io sempre ama­reggiata. È Lui che soffre, non io. Sento nella mia anima che continuano i cattivi giudizi e i falsi apprezzamenti a mio riguardo e a riguardo del mio primo direttore.

Sento che molti cuori sono induriti e ciechi alla luce della verità. Benedetta croce!

Ho detto « falsi apprezzamenti »; non sono falsi, perché, povera gente, non comprende di più. Non sa il dolore di un'a­nima abbandonata fra le lotte e le tenebre. Sofferenza amata! Sono così pochi quelli che ti conoscono e ti comprendono!

Da alcuni giorni sento che il mio corpo è una casa aperta a chi vuole entrare: mi costa tanto questa nuova sofferenza! Oggi, in momenti di amarezze quasi insopportabili, in cui il demonio voleva spingermi alla disperazione, insinuandomi che la mia vita è di inganni e false illusioni, forzandomi a non confidare in Gesù... io vedevo crollare tutto.

Avrei voluto dire a quelli che mi amano, anche se io non sento di essere da loro amata, di dimenticarsi di me, di abbandonarmi pure; così non sarei per loro di grande umiliazione, così non soffrirebbero tanto nel timore che la mia vita si ri­veli falsa.

Con gli occhi rivolti a Gesù e a Mammina, giuravo di non perdere la fiducia in Loro.

Il demonio, più rabbioso, venne come un ladro: ebbi la sensazione che mi portasse via il cuore... Fu allora che io sentii più al vivo di essere quella casa di cui ho parlato. In essa entravano quanti volevano: era la casa del peccato ed il pec­cato stesso: disposta a tutto.

Mio Dio, che orrore! Quanti peccati, quanti crimini! Lottai molto e il demonio si mostrava contentissimo di fare di me tutto quel che voleva. Dissi a Gesù ripetutamente che ero la sua vittima e che non volevo peccare… La mia vita, Gesù mio! Cosa è mai la mia vita! Sia Gesù la mia forza per poter resistere a tutto. Sia Lui la guida nelle mie tenebre!... (diario, 23-7-1945).

... Gesù oggi mi ha chiesto due riparazioni dolorose, a breve intervallo l'una dall'altra. Ho lottato quasi un'ora con il de­monio. Sudori e palpitazioni afflittive del cuore parevano quasi uccidermi... Mi sentivo quella casa dalla porta aperta per cui entrava chi voleva. Prima ho visto entrare molta gente pazza per il piacere, che tentava camuffarsi per non farsi conoscere. Poi ho riparato per la famiglia... Quanto si pecca e quanto si of­fende Gesù!... (diario, 26-7-1945).

... Gesù mi disse: - Fiore vezzoso del giardiniere divino, va' a conquistarmi anime. Porta la ricchezza ed i tesori im­mensi che ti affidai. Portami le anime, comprale a qualsiasi prezzo; lo scrigno di queste monete è il tuo cuore insieme al Mio. Va', di', figlia mia, che ascoltino la voce del pastore uni­versale, di' che il mondo sarà salvo se cambierà completamente vita. Non si è mai peccato tanto come oggi. Non vi sono sulla terra giusti a sufficienza per cancellare tanta iniquità e gravità di peccati... Si faccia penitenza, penitenza... (diario, 27-7-1945).

Mi sfugge la vita, mi sento morire... Che cosa mi aspetta ancora? Che altro dovrò affrontare? Ahi, quanto la mia anima è triste, triste fino alla morte!

Appena uscito dalla camera il mio santo medico, chiesi a Gesù che desse a lui e a quanti ama il Suo amore, le Sue benedizioni e grazie, come ricompensa dei sacrifici fatti per me e per tante parole incoraggianti e piene di fede. Da lui imparo a confidare in Gesù...

Venne di nuovo il demonio... Lottai... mi parve per qualche momento di essere in pericolo di peccare... Si calmò la tem­pesta; ma rimasi triste nel dubbio di avere peccato. Venne Gesù con molta dolcezza e, piano piano, come una mamma che non vuole svegliare il suo figlio. Con molta te­nerezza mi disse: - Mia figlia, è grande la lotta; è grande la riparazione perché sono grandi la malizia e la iniquità del mondo. Te le faccio sentire nell'anima... Ma Io sono sempre con te e avrai sempre la luce dello Spirito Santo... Non hai peccato: la tua purezza non si è macchiata... Esigo ancora la riparazione per le famiglie e per un altro male che va dilagando nel mondo e che mi ferisce gravemente. Ecco perché ti senti spogliare e divenire corrotta: è l'immodestia, figlia mia, delle persone pro­vocatrici le quali vanno quasi svestite a invitare al male; cor­rompono i loro corpi e, ciò che è peggio, anche le loro anime... (diario, 9-8-1945).