MaM
Messaggio del 6 giugno 1985:In ogni preghiera bisogna sentire la voce di Dio, bisogna incontrare Dio. Al mattino cercate veramente di abbandonare a Dio affidandogli tutte le persone e tutte le difficoltà che incontrerete durante la giornata. Così sarete liberi da ogni preoccupazione e vi sentirete leggeri come un bambino.

Beata Alexandrina Maria da Costa - O inferno, inferno! (Momenti della Passione)


Cosa sono io? L'insetto più vile, lo straccio più immondo e inutile.

Mi sono perduta, mi sono perduta! La mia vita è inferno, il mio letto è inferno, la mia morte è inferno, la mia eternità è inferno. Mi sento bruciare in esso, tormentata in tutti i sensi dal demonio. Che antri spaventosi! Odori nauseanti tormen­tano perfino l'anima!

E la perdita di Dio! Non più vedere quella Perfezione che affascina cielo e terra! E perderla per sempre! Solamente la sua Potenza, solamente la sua Giustizia sono presenti anche nell'inferno e mi annientano. E la mia rivolta contro di esse è disperata. Non ho parole che mi soddisfino per poter ma­ledire tutto... Sento, molto frequentemente, che un Cuore dentro al mio è ferito, pugnalato: so che è il Cuore del mio Gesù. Questo mi tormenta tanto! Come si può aver l'ospite più amato dentro di sé e avere il coraggio: di trattarlo in questo modo? Coprirlo di spine, farlo sanguinare?

Queste spine... dal Cuore di Gesù penetrano nel mio e lo trasformano in una massa di sangue. E così resta questo dolore unito in un solo cuore. Il Cielo scende e presso di me si apre un vulcano di fuoco: scende come bomba distruggitrice che incendia tutto. E’ la giu­stizia dell'Eterno Padre, che non può sopportare di vedere Suo Figlio così ferito.

Ho paura perché sono sola; mi hanno abbandonata: mi odiano i nemici e gli amici mi abbandonano... Il calice della mia amarezza, nella notte silenziosa dell'Orto è offerto all'Eterno Padre, mentre, incuranti, gli amati del mio cuore dormono. Io soffro, Gesù soffre... O passione, o dolore e amore di Gesù che non siete conosciuti!... (diario, 6-9-1945). Che paura di Gesù, che pena per Gesù, che nostalgia di Gesù! Paura perché sento avvicinarsi la morte e temo nel do­vergli dare i conti; sento di offenderlo e pena di vederlo offeso; nostalgia di vederlo e goderlo eternamente... Soffro nel sof­frire e soffro sorridendo... Continuai a vedere Gesù camminare con la croce sulle spalle; con quale compassione Lo contemplai!... Ad ogni mo­mento Gesù cadeva, ma questa volta cadeva in me, perché il cammino del Calvario ero io stessa. Quando asciugarono il suo Volto Santissimo, lo lasciò im­presso in modo tanto vivo; io sentivo che quel Volto, quel ritratto senza pari, doveva essere contemplato sino alla fine del mondo.

Avesse il mio cuore la generosità di quella donna che si avvicinò a Gesù! Fu grande la ricompensa che da Lui ricevette. Stavo sul Calvario, nell'agonia della croce e mi sentivo an­che nell'inferno con demoni e fiamme su di me. Le fiamme salivano, ma non consumavano né distruggevano la croce su cui ero inchiodata; non facevano scomparire le sofferenze della Passione; anzi facevano splendere la Croce...

Continuai a restare in croce in un abbandono irresistibile... Vengo, figlia mia,... vengo con sete; lasciami bere al tuo cuore... bere al tuo cuore perché nel mondo non posso bere. Vado di cuore in cuore chiedendo di entrare, come in grembo a mia Madre andai di casa in casa per la città di Be­tlemme; quasi nessun cuore, come allora, mi vuole accettare. In te lo sazio la mia sete... - (diario, 7-9-1945).