... Coperta di insulti e scherni presi la croce e camminai verso il
Calvario. Soffrivo tutti i tormenti della Passione e il tormento
dell'inferno. Il mio calvario si svolgeva attraverso l'inferno: tra il
fuoco, le disperazioni e le maledizioni, senza rassegnazione per la
perdita di Gesù e sotto il peso di tutta la giustizia divina. Arrivai
alla cima: il mio corpo non era corpo: era uno scheletro macchiato di
sangue, coperto di polvere e sputi. Così fui inchiodata sulla croce:
croce di tenebre, morte di tenebre, feretro e sepoltura di tenebre.
... - Mio Gesù, come può esservi ancora nel sepolcro l'inferno e il
peso della giustizia divina? Non abbandonarmi, o Gesù; vedi che senza
di Te non resisto. -
In queste sofferenze la mia anima fu ferita da violente spine che, come
bombe micidiali, rapidamente distrussero tutto. Scomparve lo scheletro
del mio corpo insanguinato: rimase il dolore, rimasero un cuore che
soffriva tutto e occhi che versavano molte lacrime. E’ impossibile
dire la mia amarezza... Le lacrime scorrevano lungo le guance ed io le
offrivo a Gesù mentre pensavo: saranno perfette le mie lacrime? Saranno
lacrime dovute a colpa mia? Esaminavo la mia coscienza, la quale non mi
dava segno di accusa. Mio Dio, forse che non so esaminarmi? Solo una
cosa mi pesava: il tono da me usato in alcune parole che avrà forse
umiliato qualcuno? Mio Gesù, Tu ben sai che non era quello il mio
scopo. Una voce molto dolce mi susurrò: - Procedesti bene, così doveva
esser fatto. - ... In questo prolungato martirio, anche senza veder
nulla, sentii nell'animo una nuova trasformazione: una brezza soave
cancellò ogni dolore. Subito dopo apparve Mammina con Gesù Bambino in
braccio. L'anima mia, per un istante, vide solo tutta la sua
bellezza... Molto sorridente, il Bimbo mi tendeva le braccia tentando
staccarsi da quelle di Mammina. Quasi come volando saltò tra le mie e
subito si nascose nel mio cuore; Mammina sparì. La sua Voce divina si
fece udire dentro di me: - Mia figlia, per ogni tuo dolore, per ogni
tua virtù ti è data una scala: per quelle dei dolori possono salire
continuamente i peccatori, per quelle delle virtù, le anime assetate di
Me. Ripara: vedi come salgono. - Le scale erano tante, tante; era
molto grande il numero delle anime che vi salivano; alcune salivano
tanto rapidamente: la mia anima sorrideva al vederle... Gesù continuò:
- Sono scale sicure, non vi è tempesta che le faccia crollare, non vi è
lama che le tagli, non v'è fuoco che le bruci... Sono scale calamitate
che attraggono... Anche se qualche anima cade, non si stacca e
ricomincia a salire... Sono colombe che ritornano alla loro
colombaia... La calamita sei tu, tu sei la colombaia, sei il palazzo di
amore: là, dall'alto, diffondi l'amore sulle anime... Coraggio! Vedi
quanto valgono i tuoi dolori... - (diario, 17-8-1945).