MaM
Messaggio del 25 dicembre 1981:Amatevi gli uni gli altri! Siate fratelli tra di voi ed evitate ogni litigio! Rendete gloria a Dio, angeli miei, glorificatelo e cantate!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Un cuore mondiale di pietra (Momenti della Passione)


Durante la notte ho sofferto molto, ma in unione con Gesù. Anche Lui soffriva molto: prigione, scherni, schiaffi. In Lui, con Lui iniziai al mattino il viaggio al Calvario. Nelle mie mani sentivo le Sue; con i miei piedi Egli cammi­nava, stava in tutto il mio corpo e soffriva. Ma in me e fuori di Lui vi era un cuore di pietra. Questo cuore era il mondo; vedeva tutte le sofferenze di Gesù: la flagellazione, la coronazione di spine, i capelli intrisi di sangue e tutta la tragedia lungo il cammino della montagna; nulla lo rattristava, nulla lo commoveva. Le corde che mi trascinavano con Gesù continuarono lungo il Calvario a lacerare il mio corpo come già i flagelli. Gesù fu con me inchiodato sulla croce ed in me piangeva nel vedere la durezza di quel cuore che era in me. Soffersi tanto nell'avere in me contemporaneamente Gesù e quel cuore indurito che non aveva compassione per nessuna sofferenza. Sentii che il peso schiacciante della giustizia del Padre ca­deva su Gesù e non su quel cuore indurito. Gesù era colmo di vergogna, schiacciato; e quel cuore mondiale non dava se­gno di compassione... (diario, 10-8-1945).

Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all'inferno. L'anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhi vedono i demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta quella disperazione infernale... - Mio Dio, condannata all'inferno! Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. - Quando mi sento in quella disperazione eterna, mi schiac­cia il peso della giustizia divina. Volere vedere Dio e non po­tere! È di gran lunga il più doloroso tormento dell'inferno. L'anima mia trema sgomenta per la paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!... Il mio stato mi porta a pensare che sto per morire... (dia­rio, 13-8-1945).

... Oggi ho cominciato a sentire come se nella mia anima si svolgessero danze mondane, eseguite con tanta malizia e che da esse si passava a peccati orribili...

Dopo un po' di tempo venne il demonio: inviti al peccato seguiti da scene e da parole turpi... Mi sono offerta vittima a Gesù e sono rimasta triste nelle mie tenebre, nel mio penare... (diario, 14-8-1945).

... Che sarebbe di me se per un solo momento perdessi la fede e la fiducia? « Perdere Dio, non vederlo mai! » E’ questo il grido che esce dalla mia anima di tanto in tanto, sponta­neamente. ... Continuo a sentirmi condannata all'inferno. Ieri, giorno di Mammina [Assunzione], questa sofferenza fu molto dolorosa. Mi sentivo in quel carcere infernale e legata con catene di ferro... Senza potermi rassegnare alla perdita di Dio, sentivo tale disperazione, ma non ero io ad essere disperata, che mi ob­bligava a rivoltarmi contro Dio stesso, a maledire Lui, il mio angelo custode, genitori e compagni di peccato e le strade che mi condussero a peccare; maledicevo me stessa, tutto il cielo e tutta la terra. Che orrore continuo! Sapevo di essere degna soltanto dell'inferno, ma non mi adattavo a quel luogo e alla perdita di Dio. Coprivo il più possibile tutta questa sofferenza con il sor­riso che contrastava con ciò che avveniva nell'anima mia; perciò il mio sorriso mi pareva falso, bugiardo, molto bugiardo. O triste giorno dell'assunzione di Mammina!...

Sola, nelle tenebre dell'anima, nell'oscurità della cameretta, nel sentirmi assalita dal demonio ed abbandonata completa­mente non potei trattenere le lacrime: piansi a lungo. Chiesi a Mammina di portare le mie lacrime a tutti i tabernacoli del mondo per consolare Gesù... Venne Gesù: - ...Non temere, figlia mia, non sei con­dannata! La tua sofferenza è per evitare che si condannino le anime... Coraggio, coraggio!... - (diario, 16-8-1945).