Durante la notte ho sofferto molto, ma in unione con Gesù. Anche Lui
soffriva molto: prigione, scherni, schiaffi. In Lui, con Lui iniziai al
mattino il viaggio al Calvario. Nelle mie mani sentivo le Sue; con i
miei piedi Egli camminava, stava in tutto il mio corpo e soffriva. Ma
in me e fuori di Lui vi era un cuore di pietra. Questo cuore era il
mondo; vedeva tutte le sofferenze di Gesù: la flagellazione, la
coronazione di spine, i capelli intrisi di sangue e tutta la tragedia
lungo il cammino della montagna; nulla lo rattristava, nulla lo
commoveva. Le corde che mi trascinavano con Gesù continuarono lungo il
Calvario a lacerare il mio corpo come già i flagelli. Gesù fu con me
inchiodato sulla croce ed in me piangeva nel vedere la durezza di quel
cuore che era in me. Soffersi tanto nell'avere in me contemporaneamente
Gesù e quel cuore indurito che non aveva compassione per nessuna
sofferenza. Sentii che il peso schiacciante della giustizia del Padre
cadeva su Gesù e non su quel cuore indurito. Gesù era colmo di
vergogna, schiacciato; e quel cuore mondiale non dava segno di
compassione... (diario, 10-8-1945).
Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all'inferno.
L'anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhi vedono i
demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco
nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta
quella disperazione infernale... - Mio Dio, condannata all'inferno!
Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. - Quando mi sento in
quella disperazione eterna, mi schiaccia il peso della giustizia
divina. Volere vedere Dio e non potere! È di gran lunga il più
doloroso tormento dell'inferno. L'anima mia trema sgomenta per la
paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!... Il mio stato mi
porta a pensare che sto per morire... (diario, 13-8-1945).
... Oggi ho cominciato a sentire come se nella mia anima si svolgessero
danze mondane, eseguite con tanta malizia e che da esse si passava a
peccati orribili...
Dopo un po' di tempo venne il demonio: inviti al peccato seguiti da
scene e da parole turpi... Mi sono offerta vittima a Gesù e sono
rimasta triste nelle mie tenebre, nel mio penare... (diario, 14-8-1945).
... Che sarebbe di me se per un solo momento perdessi la fede e la
fiducia? « Perdere Dio, non vederlo mai! » E’ questo il grido che esce
dalla mia anima di tanto in tanto, spontaneamente. ... Continuo a
sentirmi condannata all'inferno. Ieri, giorno di Mammina [Assunzione],
questa sofferenza fu molto dolorosa. Mi sentivo in quel carcere
infernale e legata con catene di ferro... Senza potermi rassegnare alla
perdita di Dio, sentivo tale disperazione, ma non ero io ad essere
disperata, che mi obbligava a rivoltarmi contro Dio stesso, a maledire
Lui, il mio angelo custode, genitori e compagni di peccato e le strade
che mi condussero a peccare; maledicevo me stessa, tutto il cielo e
tutta la terra. Che orrore continuo! Sapevo di essere degna soltanto
dell'inferno, ma non mi adattavo a quel luogo e alla perdita di Dio.
Coprivo il più possibile tutta questa sofferenza con il sorriso che
contrastava con ciò che avveniva nell'anima mia; perciò il mio sorriso
mi pareva falso, bugiardo, molto bugiardo. O triste giorno
dell'assunzione di Mammina!...
Sola, nelle tenebre dell'anima, nell'oscurità della cameretta, nel
sentirmi assalita dal demonio ed abbandonata completamente non potei
trattenere le lacrime: piansi a lungo. Chiesi a Mammina di portare le
mie lacrime a tutti i tabernacoli del mondo per consolare Gesù... Venne
Gesù: - ...Non temere, figlia mia, non sei condannata! La tua
sofferenza è per evitare che si condannino le anime... Coraggio,
coraggio!... - (diario, 16-8-1945).