MaM
Messaggio del 2 marzo 2009:Cari figli ! Sono qui in mezzo a voi. Guardo nei vostri cuori feriti e inquieti. Vi siete persi, figli miei. Le vostre ferite del peccato diventano sempre più grandi e sempre di più vi allontanano dalla vera verità. Cercate la speranza e la consolazione nei posti sbagliati, invece io vi offro la sincera devozione che si nutre di amore, di sacrificio e di verità. Io vi dò mio Figlio.La Madonna era triste.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa

Convertitevi, convertitevi, peccatori!


... Sono stanca per tanta sofferenza; il corpo vien meno, ma la volontà è pronta: brama e vuole solamente la volontà divina. In questi ultimi giorni cominciai a sentire più che mai, e oggi in modo quasi insopportabile, le ansie di salvare il mondo... Voglio tutto il sacrificio e di buona volontà mi lascio im­molare per salvarlo. Vorrei avere in mano un pugnale per aprirmi nel cuore una piaga tanto profonda che mi desse sangue a sufficienza per scrivere su tutta la terra: « converti­tevi, o peccatori, non offendete più Gesù! Il cielo è tanto bello! Ed Egli creò tutti per il cielo ». Vorrei andare in ginocchio, bocconi, in tutte le parti del mondo, per lasciare ben visibili, in ogni palmo di terra, scritte da me e con il mio sangue queste parole: « Peccatori, con­vertitevi, convertitevi! ».

Non so che cosa devo fare di più, mio Gesù, per Te e per le anime. Durante la notte subii gli assalti del demonio... Vidi abissi senza fine. In mezzo a sporchi detriti stavano grandi serpenti ed enormi coccodrilli che tormentavano e terrorizzavano una moltitudine che penso fossero le anime cadute laggiù. Stanca per la lotta, e timorosa di cadervi dentro, non potevo invocare Gesù. E il demonio mi diceva: - Invoca me, di' che vuoi me, che non vuoi Dio, che vuoi il peccato e il piacere. - ... Solo nei momenti più tremendi, verso la fine della lotta, potei invocare il Cielo... Nello stesso luogo dove erano gli abissi mi apparve un bel giardino pieno di fiori, di varie qualità. Che belli! Fra di essi cadevano raggi molto brillanti, più brillanti dell'oro. Contem­plai tutto senza saperne il significato.

Nel medesimo istante, Gesù mi disse: - I fiori di questo bel giardino sono le tue eroiche virtù. I loro petali sono fini, delicati, il loro profumo è attraente; i raggi sono del mio divino amore. Non piangere, figliolina; la tua purezza non si macchia nei combattimenti contro il demonio; tu ne esci ogni volta più pura e piena di fascino. È la riparazione che Io esigo da te. Se non vi fosse questa riparazione, cadrebbero negli abissi che hai visto ora tante e tante anime, rimanendovi là eternamente... - (diario, 11-12-1944).

Un nuovo tormento per l'anima mia, che mi fa soffrire e non mi lascia tranquilla: vorrei nascondermi in uno scrigno, che nessuno sapesse né potesse aprire; vorrei stringermi le brac­cia sul cuore con una stretta che nessuno potesse svincolare, perché voglio difendere non so che cosa che mi è stato con­segnato e che devo vegliare e custodire. - Mio Dio, non so come riuscire a difenderlo, conservarlo bene e conservarlo tutto. Mi rifugio, o Gesù, nel tuo divin Cuore; sia esso lo scrigno benedetto che conservi me per sem­pre e questa consegna che mi è stata fatta e mi dà tante pre­occupazioni. Lì, starò bene, sarò sicura. Non correrò pericoli; né io né ciò che devo custodire. Custodiscimi per sempre. -

« Chi soffre con Me, con Me vince » (Momenti della Passione)


È giovedì, è già notte. Grande tormento. Ogni venerdì che si avvicina è per me una morte. Sento come se mi trovassi in un banchetto di gioia ed io parlassi con chi parla e sorridessi con chi sorride. E la mia anima, in grande agonia, lascia la terra, sale al cielo per esclamare: - O mio Dio, che cosa mi attende! - Mentre perdura quel banchetto di gioia, il cuore, là fuori è schiacciato, maltrattato, schernito e disprezzato. Tutti sor­ridono con sarcasmo in attesa di nuovi avvenimenti. - Gesù, sono la tua vittima e nulla più. - (diario, 14-12-1944).

Prima dell'aurora mi svegliai da un leggero sonno. Mio Dio, è venerdì. Cadde su di me una notte oscura. Ad ogni momento che passava mi pareva di camminare verso la morte; non come chi cammina con amore e gioia, ma come chi, per la morte, sente il più grande orrore e la maggiore ripugnanza. Immersa in questo dolore, giunse l'ora della Comunione. Feci le mie richieste a Gesù. Mi parlò. Ricevetti forza per resistere al dolore e sopportare gli spintoni, le beffe, gli scherni che ricevevo. Dovevo soffrire tutto in silenzio, senza aprire bocca. Sentivo il dolore di Qualcuno che piangeva nel vedere quanto io soffrivo. E questo Qualcuno era amore di Madre. In silenzio unii il mio dolore a quel dolore. Venne Gesù e con tenera e dolce voce mi disse: - Figlia mia, unisci il tuo dolore al mio; addolciscilo nell'amore del mio Cuore divino; Io addolcisco il mio nel tuo. Tu mi ami; da Me sei amata; sei scrigno di ricchezza, depositaria dei doni divini. Figlia mia, angelo caro, il tuo dolore servì per ador­nare il manto e la corona che la tua Mammina ti ha conse­gnato... È dolore di gloria, è dolore di salvezza. È un mare di martirio; è un mare di immolazione. Figlia mia, giardino ce­leste di fiori divini, prato verdeggiante che alimenti i peccatori; alimentali di grazia, di purezza e amore; custodiscili, guidali, pastorella divina, pastorella scelta da Gesù. Purificali per Me! Guidali, dirigili al mio divin Cuore. Figlia mia, maestra di scienze divine, conserva ciò che, otto giorni or sono, fu depo­sitato nel tuo cuore da Me e dalla Madre mia benedetta: è il mondo, sono i peccatori... Mia figlia, in te è scritto tutto ciò che è divino. In te impareranno ad amare; in te impareranno a soffrire; in te apprenderanno a conoscere come Io mi comu­nico alle anime. Non lo sanno, non lo studiano e fanno, con ciò, soffrire tanto il mio divino Cuore. Coraggio! Chi soffre con Me, con Me vince. Piangeranno lacrime di pentimento nel vedere che il tuo nome, ora così macchiato, è glorificato con Me e con la mia Madre benedetta, sulla terra e nel cielo...

Quando, anni or sono, ti dicevo che sono Io il tuo diret­tore, mi riferivo a questi tempi. Non era per accantonare il tuo direttore. Sì, avevo bisogno di lui, unito a Me, per guidarti e portarti alle altezze che il mio divino amore esige. Io già vedevo la crudeltà e le persecuzioni degli uomini. Coraggio! Il tuo nome, che senti macchiato, tra poco sarà nominato con rispetto e con Me lodato. - ... (diario, 15-12-1944).

Tentano di rubarmi ciò che ho nel cuore


... Non so vivere. Sono stanca per lo sforzo di conservare in me ciò che Gesù e Mammina mi consegnò. Sento come se fossi sempre con le braccia incrociate sul petto, molto strette per difendere e custodire [quel tesoro].

Altre volte corro pazza, per sfuggire ad un grande assalto. Viene su di me non so chi. Una moltitudine innumerevole vuole rubarmi ciò che ho nel cuore, e io sfuggo all'impazzata per nascondere tutto. Voglio avvolgere attorno a me catene ro­buste, grosse catene, perché nulla mi sia rubato. Duro tormento per la mia anima: nulla ottengo.

In quelle ore di sofferenza ebbi un terribile assalto del de­monio. Sentii come se mi avesse rubato tutto: rimasi senza cuore, senza petto, senza nulla. Ero come un semplice guscio d'uovo che dentro non ha più nulla. Sentivo che quella refur­tiva era stata portata molto lontano. Il demonio voleva obbligarmi a dire: - Non voglio custo­dire nulla dentro di me; voglio peccare, voglio godere! - E mi affermava che io peccavo...

Rare volte riuscii a chiedere soccorso al Cielo... Ero in un bagno di sudore, con una stanchezza da non potersi dire. Infine riuscii ad esclamare: - Mio Gesù, non ne pos­so più! - Cessò l'assalto, ma io non potevo muovermi.

Tristissima nel vedermi privata di quel tesoro immenso che avevo posseduto in me, e con il timore di aver peccato, mor­moravo: - Mio Dio, mio Dio! E io sono senza luce, senza guida, senza un sacerdote cui confidare tutto! O Cielo, o Gesù, o Mammina! -

E Gesù venne: - Non hai peccato! Io sono con te! - ­Dopo alcuni istanti incominciai a sentire che avevo ancora in me quel ricco tesoro che il demonio mi aveva fatto sparire. La mia anima ne sentì molta gioia e io volevo abbracciare e baciare quella ricchezza: provavo il gaudio di una madre che, avendo perduto il figlio, lo ha ritrovato.

Non so dire la preoccupazione che questo mi dà: timorosa sempre che qualcuno possa rubarmelo... » (diario, 18-12-1944). « ... Vive il dolore; il dolore torturante del mio corpo e della mia anima. Il corpo soffre molto, ma assai più l'anima. Non so dire nulla, ne do solo una pallida idea: l'anima soffoca nell'essere tanto crudelmente oppressa e spremuta; le mie colpe, la mia ingratitudine verso Gesù mi stanno sempre davanti; il timore di ingannarmi e di ingannare gli altri sa, la paura di peccare nelle lotte contro il demonio... Che triste vita! Voglio vincermi. Voglio credere alle parole di Gesù e mi costa tanto! Come può essere che io non mi bruci in mezzo a tanto fuoco? Ed ora, il nuovo tormento di voler custodire in me ciò che Gesù con Mammina mi consegnò il giorno otto. Mi pare di essere continuamente assalita. Vorrei nascondermi sotto terra, ove nessuno sapesse, perché non mi rubino ciò che il Cielo mi donò e che sento essere una ricchezza senza uguale. Gesù sia con me! Passano i giorni e non ho un sacerdote che mi tranquil­lizzi, che mi animi nel cammino. Povera me! Sono nata per questo. Fossi nata anche per amare il mio Gesù e la mia cara Mammina come vorrei e come Essi sono degni di essere amati!... Mi pare di essere nata soltanto per vivere morta. Non so dire altro. Il dottore e la sua signora hanno passato qui ieri alcune ore per farci compagnia e coraggio. Oh, quanto devo al mio santo medico!... » (lettera a d. Umberto, 20-12-1944).

“Sei la mia Alexandrina trasformata in Cristo”


... Il demonio fa tremendi assalti al mio cuore: vuole en­trarvi per rubare la ricchezza che gli fu consegnata... sento una stanchezza tale che rimango prostrata... - Gesù, tutto per tuo amore: non ho forza per respirare; a poco a poco ho perduto tutto il sangue; mi pare di esser moribonda. - Cominciai a sentire nella mia anima una pace dolce e soave: era pace celeste, mi pareva di lasciare il mondo, di andare a godere il cielo. Rimasi per molto tempo come chi dorme soa­vemente ab, riscaldata da un calore che mi ardeva nel cuore e mi irradiava tutta. Gesù cominciò a parlarmi: - Figlia mia, non vivi la vita del mondo: tu sei staccata da tutto quanto gli appartiene. Vivi del cielo, vivi di ciò che è divino. I tuoi sentieri sono i sen­tieri di Cristo: è per questo che non sei compresa. È sublime la tua missione, angelo mio: è la più ricca delle missioni. E’ questo il motivo dell'odio e della persecuzione: odio del de­monio per le anime che gli rubí, persecuzione del mondo perché non comprende la vita che vivi, cioè la mia Vita nelle anime...

È dolore per il mio Cuore divino vedere il tuo dolore. È necessario che gli uomini studino profondamente per com­prendere la vita di Cristo nelle anime.

Quando ti creai, ti ho fatta con la perfezione necessaria a compiere la missione più sublime. Così destinai già le anime che ti dovevano guidare, anime che comprendono, anime che vivono soltanto la mia vita, la vita intima con Me. Chi si pren­de cura di te, si prende cura di Me. Sarebbe mio desiderio che tutti i miei discepoli [i sacerdoti] studiassero queste scienze divine: non le studiano, non le comprendono; do loro le luci necessarie e tentano di spegnerle; ma invano! In tutti i tempi ebbi bisogno di vittime, ma ora più che mai. Ti destinai ad essere immolata in questa epoca in cui l'umanità si è immersa in un mare immenso di fango, di vizi. È questo che senti rubarti: il mondo. È il vizio che può più dell'uomo; è il vizio il ladro di tutto ciò che è mio.

O pastorella, regina del mondo, sono Io, Gesù, che ti ho scelta e ti elevo a tanta altezza... - Ascoltai tutto senza dire parola. Egli parlava ed io ardevo in un fuoco consolatore che mi univa di più al suo divin Cuore. - O mio Gesù, che cosa Ti darò mai? Quanto più dici, tanto più si impossessa di me la coscienza della mia piccolezza. Mi umilio, mi umilio, o Gesù! Ho vergogna della mia miseria e che Tu possa utilizzare me per fini così alti. Sei Tu che la­vori, Ti fai conoscere, parli delle tue grandezze. Tutto Ti ap­partiene. -

- Violetta amata, asilo puro ove abito! Abito in te qui in terra come in cielo tu abiterai con il mio eterno Padre: sei la mia Alexandrina trasformata in Cristo, solo in Cristo. -

Grazie, mio Gesù, mio Re d'amore! (diario, 22-12-1944).

Con tale stanchezza, con tale sofferenza potrò rimanere mol­to tempo in questo esilio?

Mio Dio, se vuoi, resisto a tutto. La mia stanchezza è dovuta alla sofferenza, al volere ab­bracciare il mondo, abbracciarlo in una stretta eterna. Vorrei vederlo tutto in un inno di lode a Gesù, in un in­cendio di amore divino. Non so cosa desiderare di più; non so dove nascondermi con esso. Vorrei volare al cielo e portare con me il mondo, tutto il mondo; non lasciare qui nessuna creatura. Voglio salire con lui e una forza invincibile, o così mi pare, mi trascina in basso, tentando di rubarmelo: non so cosa sia... In queste ansie dolorose di volere purificarmi e purificare il mondo, di amare il mio Gesù e fare di tutto perché il mondo Lo ami, e nel non sapere come riuscirvi per me e più ancora per l'umanità intera, cominciai a piangere lacrime amare, viste solo dal cielo. Offersi di nuovo a Gesù il mio cuore e Gli chiesi che ve­nisse a nascere in esso... (diario, 24-12-1944).

“Sono nato nel presepio dei tuo cuore”


I giorni di festa sono tutti per me di profonda tristezza. Mi sforzo sempre, per consolare chi mi attornia, di mostrarmi contenta: la mia gioia è finta. Guardo a Gesù e a Mammina, innalzo il mio pensiero al cielo e per amore accetto il dolore. È per l'amore che la tristezza diventa gioia per me. Non guardo alla terra, mi tengo fissa al cielo: soltanto con il cielo le spine sono rose, il dolore è dolcezza. A mezzanotte di Natale, oltre alla notte che avevo nell'a­nima, dolori acutissimi straziavano il mio corpo: non piangevo, ma gemevo. Soltanto Gesù sa quanto soffrivo. Udii i mortaretti ed i rintocchi delle campane. Chiesi di portarmi la statuetta di Gesù Bambino: accostatala al mio petto, volevo riscaldarla. Il calore che riuscii a dargli non era quello che avrei voluto: avrei voluto bruciarla con fuoco di amore. Desideravo dirgli molte cose, ma non sapevo. Lo strinsi al mio petto dolcemente e continuai i miei gemiti. Sono certa che Gesù li accettò e non rimase triste. Nessuno come Lui vedeva quanto soffrivo; nessuno come Lui sa che se gemo è per amore; che gemo ma solo quando non ne posso più.. Non so quanto tempo trascorse. So che passai ad un'altra vita e udii Gesù nel mio cuore: - Sono nato nel presepio del tuo cuore, mia figlia. È lo sposo che viene alla sua sposa... Regina d'amore, come sto bene qui. Il presepio che mi dai non è rozzo come quello di Betlemme: è soffice delle tue virtù. Nel tuo presepio non sento i rigori del freddo: sono riscaldato con l'amore più puro e bruciante. Sei la mia stella, che guidi il mondo, come la stella guidò allora i Magi sul cammino verso Betlemme. Di' a tutti, figlia mia, a coloro che hanno cura di te, a co­loro che ti sono cari e ti amano e ti attorniano, che do loro l'abbondanza delle mie grazie, un'onda del mio amore divino, un luogo speciale nel mio divino Cuore, con la promessa del cielo. - ... (diario, 25-12-1944).

Nel mondo vedo Gesù

... O mio Dio, corro verso la morte e la morte corre verso di me. Il mio capo è torturato; il mio corpo fatto a pezzi dai terribili martirii: è una piaga viva... Per grazia e grande misericordia del Signore, non sono di­sperata: sento l'effetto della disperazione, ma sono calma e se­rena, assetata di maggiore dolore, di maggior purificazione e amore. Con questo soltanto il mondo sarà salvo; solo con que­ste forti catene lo potrò catturare.

... La vita fugge: fugge per dar vita, cammina pazzamente a salvare il mondo.

- Gesù, dammi il dolore che io amo, dammi la purifica­zione che tanto bramo. Racchiudimi in Te e nella tua e mia cara Mammina. Ascolta la mia anima in questo grido continuo di agonia per il dolore che sente e per le ansie di consegnarti il mondo: lo vorrei nelle mie mani per offrirtelo come il sacerdote vede nelle sue mani l'Ostia consacrata e La offre all'eterno Padre. Gesù, custodiscimi! Guarda le mie ansie angosciose ed im­molami come Ti piace, affinché Ti doni amore e con l'amore l'umanità. Vorrei dirti molto, ma, siccome non so, non dico nulla. - Fra queste ansie, venne Gesù: - Figlia mia, angelo della terra, fiore amabile, fiore candido di paradiso! Vieni, mia figlia, a ricevere un'altra prova dei miei sponsali con te, della mia unione coniugale. - In questo momento Gesù prese la mia mano, mi baciò, mi accarezzò e mi strinse dolcemente a Sé.

Rimasi come immersa in un mare di delizia, in un mare d'amore. Gesù continuò: - Ricevi una effusione del mio divino amore. Ricevila perché è la tua vita e tu sei vita per le anime. Coraggio, ancora un poco: il tuo cielo è vicino. Tra breve la tua anima, staccata dalla terra, volerà al cielo come la bian­ca e pura colomba al suo nido. Il tuo nido è il cielo presso il trono della maestà divina, a fianco della mia Madre benedetta...

Presso di Me, figlia mia, continuerai a vigilare, a governare il tuo possedimento regale della terra... Quanto ti è debitrice l'umanità! Quanto ti deve il Porto­gallo! Il mondo dovrebbe essere distrutto... Chiedi, chiedi di nuovo preghiera e penitenza... - Gesù infine aggiunse: - Sarà in un'estasi d'amore spri­gionato dal dolore che volerai in cielo. - ... (diario, 29-12-1944). ... Volendo abbracciare tutta l'umanità giungo ad esclamare: - O mondo, impazzisco per te! Quanto ti amo! In te vedo Gesù. - Vorrei dire tante cose su queste ansie che mi consumano. Come può avvenire questo: amare il mondo, aborrirlo, volerlo possedere, volerlo lasciare? - Mio Gesù, mio Dio, fissa in me il tuo sguardo, custo­discimi: così vincerò. - ... Stava terminando l'anno e io non avevo nulla da dare a Gesù... A mezzanotte lo ringraziai per tutti i benefici dell'anno e per quanto mi aveva fatto soffrire. Chiesi ai miei di recitare con me il « Te Deum »... (diario, 31-12-1944).

« La tua vita è dolore che dà amore » (Momenti della Passione)


... Gesù, quali sono le carezze [= sofferenze] che riceverò da Te in questo nuovo anno? Sono piena di timore, più ancora, di sgomento. Venga ciò che deve venire. Per quanto potrò es­sere ferita ed umiliata, con la tua grazia divina, a tutto dirò: - Benvenuto; si faccia la volontà di Gesù! - ... Vorrei nascere ora, ma conoscerti già, per non macchiare per nulla il mio corpo; vorrei che con me rinascesse il mondo intero e che tutto già ti conoscesse, per non lasciarsi macchiare... (diario, 4-1-1945).

... Sento che tante strade sono bagnate con il mio sangue. Vedo tanta rivolta e indignazione... Il mio corpo è una sola piaga. Il sangue del capo, spillato dalle spine, mi bagna tutto il corpo. A braccia aperte mi consegno alla croce: mi lascio crocifiggere.

Un grido continuo: - Padre, Padre mio, anche Tu mi hai abbandonata! Sono la tua vittima; mi do a Te per le anime. - O mio Dio, se io avessi volontà, preferirei l'inferno a que­sta sofferenza [rivivere la Passione] e ai momenti dei miei colloqui con Te. Sì, perché là, non parlandoti e non ascoltan­doti, non temerei di ingannarmi e di ingannare nessuno e non sarei tanto perseguitata dal mondo. Perdonami lo sfogo: sento orrore all'inganno e alla bugia. Sento timore di me stessa e paura dei venerdì: sparissero e sparissi anch'io nel tuo amore infinito! Venga tutta la sofferenza, venga la croce, venga la morte. Abbraccio tutto: sono la tua vittima, Gesù. - Da queste sofferenze passai ad un profluvio di luce, pace e dolcezza... Gesù mi parlò: - ... È stato un anno di amore, un anno colmo di salvezza. Figlia mia, fiore angelico, benia­mina della divina Trinità, beniamina di Maria e di tutta la corte celeste, il tuo dolore ha arricchito il cielo ed è scritto in lettere d'oro... Ti attende un anno di amarezze ma anche di gioie: le spe­rimenterai come sole che appare e rapidamente si nasconde tra le nubi. Ma non temere: questa è la tua vita. È vita che dà vita; è dolore che dà amore... - (diario, 5-1-1945).

La gratitudine di Alexandrina


« ... Ha capito dai miei scritti ciò che Gesù ha chiuso nel mio cuore? Che tormento per me! Non so come custodire e difendere tesoro così prezioso! La mia anima è in continua agonia; la mia vita è sempre piena di timori; il demonio è instancabile nel tormentarmi. Di qui, quanta tortura, amarezza, dolore! Affiora in me ciò che è cattivo: debolezza e miseria. Ciò che è di Gesù non arriva a vivere: appare e fugge tosto verso di Lui. Oh, se mi facessi comprendere, se avessi un po' di luce, se amassi un po' Gesù e le anime! Allora sarei felice; la mia gioia sarebbe piena! Mio buon padre, se mi conoscesse, non avrebbe di me così santa stima. Non arriverà l'ora in cui lei potrà venire qui? Ho tanto bisogno di luce e di guida! Come resisterò a questi furti [dei due direttori spirituali] che mi hanno fatto? Mio Dio, perdono a tutti! Ho ricevuto quanto mi ha mandato i. Molte grazie come prova della mia gratitudine per tanti benefici. Sono certa che Gesù ne è contento: Egli ama la gratitudine per ciò che da Lui riceviamo e le promette perfino nuovi benefici e grazie. Si degni Lui di ripagarle tutto. Per favore, ringrazi i padri e tutti di codesta Casa per le preghiere e gli auguri inviatimi... » (lettera a d. Umberto, 5-1-1945).

« ... Mi spiace di non avere istruzione: in primo luogo, per non sapere parlare a Gesù, amarlo, ringraziarlo, lodarlo come merita; anche se rimanessi in ginocchio tutta l'eternità non gli pagherei mai quanto ho ricevuto da Lui; in secondo luogo, per ringraziare il mio caro medico con quelle parole di lode e di riconoscenza che merita.

Gesù, con la sua bontà infinita, supplisca come soltanto Lui sa e può fare. Da parte mia so dire soltanto « grazie » per quanto fa per questa poveretta che nulla può, nulla sa, nulla vale. Che sarebbe di me se Gesù non l'avesse posto al mio fianco in questi tristi giorni della mia vita, in tutto è rivolta, disprezzo, calunnia e umiliazione? Che mare di dolore! E io tanto sola, senza luce, senza guida nel mio cammino orribile!

Tenteranno di rubarmi anche il mio santo medico, che tante volte mi è stato di appoggio con parole di grande conforto e con sante attenzioni? Avverrà come hanno fatto con coloro che erano luce e sostegno alla mia anima?

Sia lodato Dio in tutti; con tutto sia amato e riparato; di tutto si serva per salvare il mondo intero. Se mi lasceranno sola, rimarrà Gesù con me! Che io muoia di dolore, di abban­dono, di disprezzo, purché nel mio cuore rimanga sempre Gesù, che gli uomini non mi possono rubare! Soltanto il peccato, sol­tanto il demonio lo possono.

Ma costa tanto questa vita amara! Solo con lo sguardo in Gesù crocifisso, solo per suo amore e per le anime la si può sopportare... » (lettera al dott. Azevedo, 8-1-1945).

Insidie violente e persistenti


... Come sono tremende le insidie del demonio! Soffro tanto per questi assalti! Se il mondo sapesse che cosa è l'inferno, cos'è la perversità e la furia del demonio, certamente non pec­cherebbe tanto! Stanotte venne contro di me con una violenza che pareva voler tutto distruggere. Malizie, parole e lezioni sconce. Il mio corpo pareva già disfatto per tanta stanchezza... - Non voglio peccare, mio Gesù, voglio l'inferno piuttosto che il piacere. Ciò che io voglio, o Gesù, è non perdere un momento di consolazione e di riparazione per Te e di salvezza per le anime... - Bastarono queste parole perché il demonio aumentasse la sua furia... Fuggì soltanto alla voce di Gesù che disse: - Se tu potessi vedere, figlia mia, come sono offeso in quest'ora contro la virtù della purezza, moriresti di orrore e di dolore. Ma la tua ripa­razione mi fa dimenticare le molte offese. Questa consolazione posso averla soltanto da una vergine di purezza angelica. - ... - Eccomi pronta per tutto, mio Signore!... La purezza è la virtù che maggiormente amo e per cui soffro di più: solo per Tua grazia e misericordia non Ti ho offeso gravemente... - (diario, 8-1-1945). ... [Il demonio mi dice]: - Dónati a me, come ti sei do­nata a Dio; bacia me con amore come baci il crocifisso. Guarda che io non ti faccio soffrire...; bada che Dio non ha cielo da darti. Godi con me, godi i piaceri del mondo. -

Egli mi impedisce di invocare Gesù. Si colloca fra me e Lui perché non mi oda e danza davanti a me. Mi dà i suoi ordini delittuosi e, siccome non cedo, si arrabbia e sento come se mi torcesse e pestasse tutta. Il mio corpo sembra rimanere infranto da lui. Sono soltanto gli effetti perché non si avvicina fino a toccarmi. Le palpitazioni del cuore si accavallano, fanno un grande rumore. Dopo le lotte, a volte, sento una brezza che mi rialza e mi ricolloca nella mia posizione. Questa notte non fu così. Ca­duta di fianco ai cuscini, senza potermi sollevare e nemmeno fare un minimo movimento, non resistevo più in quella posizione. Molto triste, ripetevo: - Soccorrimi, soccorrimi, Gesù! - Sentii Gesù al mio fianco: - Figlia mia, amore dell'A­more, il mio divino soffio basta ad elevarti spiritualmente ed anche a rimetterti al tuo posto. - Sentii il soffio di Gesù e, nello stesso istante, mi trovai sui miei cuscini. Gesù continuò: - Dimmi, figlia mia, che vuoi da Me? - Il tuo amore! - - Che vuoi che lo faccia? - La tua divina Volontà. -

Gesù mi strinse dolcemente al suo divin Cuore e aggiunse: - La mia volontà è che tu abbia coraggio nelle sofferenze che ti chiedo e che tu ripari in questa forma. Ripara, ripara, mia vergine pura, vergine pazza di amore per Me. - Poco dopo mi addormentai in un leggero e breve sonno... (diario, 11-1-1945).

«Dolore che salva, amore che tutto vince» (Momenti della Passione)


... Che orrore per le sofferenze e le estasi dei venerdì, che orrore per gli assalti del demonio! Oggi ho avuto dei momenti nei quali mi pareva che avrei quasi detto di no a Gesù per tutto. Mi sentii sola in una prigione con le mani legate, gli occhi chiusi nella tristezza più profonda, le labbra mute che non ri­spondevano a nulla. Sentivo il mio corpo lacerato da flagelli e preso a calci. In tale stato, mi venne in mente la sofferenza di quando Gesù permetteva la mia crocifissione [fisica]. Sen­tivo anche il mio sangue scorrere e il cuore come calpestato. Nella mia anima avevo sguardi di tenera compassione per co­loro che mi facevano soffrire. Mi terrorizzavano talmente l'in­ferno e la perdita irreparabile delle anime che amavo quegli orrori invece di aborrirli: li amavo per salvare le anime, con­vinta che solo il dolore le poteva salvare.

Venne il demonio durante queste terribili sofferenze. Com­battei e rimasi in un bagno di sudore. Quando tentava di istruir­mi sul peccato, mi chiedeva che gli dessi il mio cuore con amore... Orrore, orrore! Momenti di tanto pericolo. Alzai gli occhi al cielo e chiesi soccorso e la lotta cessò... Rimasi con lo sguardo fisso al cielo dicendo a Gesù che non volevo peccare... - Mio Gesù, sono la tua vittima, ma con questo aumento di dolore, di orrore e di paura, non potrò vincere: non resisto a tanto. Devi soffrire e resistere Tu: lo sai che da me non pos­so nulla! - Venne Gesù e mi parlò tanto affettuosamente: - Figlia mia, fiore solitario, gioiello dell'umanità, dolore che salva, amo­re che tutto vince, giardino del paradiso, Io ho seminato in te ed il mondo viene a te per raccogliere fiori di virtù, fiori di amore. Figlia mia, tesoro nascosto, in te si racchiudono ricchezze divine. Tesoro nascosto, perché quasi tutto ciò che Io ho de­positato in te resta misconosciuto. Figlia mia, bianca colomba, colomba angelica, la tua vita è un gorgheggio di lode a Gesù, alla Trinità divina e alla mia Madre santissima. Vengo a te, sono in te... Sei porto di asilo, sei porto di salvezza, sei ri­fugio dei peccatori, salvezza della umanità.

È terrorizzante il combattimento? Non temere... - - O mio Gesù, sono tanto piccolina, come puoi trovarmi? Sono soltanto miseria, come puoi fissare in me i tuoi sguardi divini? Ho vergogna, non posso alzare i miei occhi a guardarti. Abbi compassione! Sono fiore, sono giardino, sono tutto ciò che mi dici perché Tu hai seminato, Tu hai coltivato. Sei Tu il giardiniere, sei Tu il fiore, sei tutto, tutto, mio Gesù! Sei il porto di salvezza perché la salvezza stessa sei Tu. Osserva e vedi il mio dolore, abbi compassione. Voglio amarti e non so come; voglio soffrire per salvare il mondo e non so soffrire. Temo di venire meno, temo di cadere e di non rialzarmi più... - ... Sei la piccola di Gesù, sei la piccola di Maria. Con Lei salverai il mondo che ti fu affidato, che devi salvare. Te l'ho dato; è tuo; non temere; non ti sarà rubato... Ricevi il mio amore: distribuiscilo abbondantemente a tutta l'umanità. Fra poco sarà ovunque conosciuto il tuo dolore, sarà dif­fuso il tuo amore ineguagliabile. (diario, 12-1-1945).