MaM
Messaggio del 2 dicembre 2007:La Madonna era molto triste. Per tutto il tempo aveva le lacrime negli occhi. Cari figli, mentre guardo nei vostri cuori, il mio cuore si riempie di dolore e fremito. Figli miei fermatevi per un attimo e guardate nei vostri cuori. Il mio Figlio, vostro Dio, è veramente al primo posto? Sono veramente le sue leggi la misura della vostra vita? Vi avverto di nuovo. Senza fede non c'è la vicinanza di Dio, non c'è la parola di Dio che è la luce della salvezza e la luce del buon senso. Mirjana ha aggiunto: io con dolore ho pregato la Madonna di non lasciarci, di non togliere le mani da noi. Alla mi richiesta, Lei ha fatto un sorriso doloroso e se ne è andata. Questa volta non ha detto "Vi ringrazio". Ha benedetto tutti noi e tutti gli oggetti sacri.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa

« Molto presto termineranno i Miei colloqui parlati »


Il mio dolore è eterno. Sento che è eterno e sento di non poterlo sopportare senza bestemmiare e odiare eternamente Dio... Che odio, che rancore contro il mio Creatore! Mi pare di spu­tacchiarlo e crocifiggerlo continuamente.

Quanto soffrono il mio povero corpo e la mia anima! Mi pare di soffrire senza speranza e senza alcuna fiducia in Dio. Tutto il mio essere si disfa e bagna la terra con il sangue. Questa mia eternità non ha fine; non ha fine il mio dolore. Da ogni parte vengono a me le più tremende umiliazioni... Devo occultare il mio dolore soffrendo in silenzio e senza sfogo. Nei momenti più angosciosi dico alla cara Mammina del cielo: - Mostra che mi sei Madre; io Ti proverò di esserti figlia. Mi lancio nel tuo Cuore santissimo; per mezzo Suo vo­glio andare a quello di Gesù e rimanere in ambedue allo stes­so tempo. -

... Nell'estasi dopo la Passione Gesù mi ha detto: Co­raggio! Coraggio, figlia cara. Chi ti perseguita, chi ti odia, chi ti calunnia sono i nemici di Dio, sono i nemici della mia Chiesa. Coraggio! Presto, molto presto termineranno i miei colloqui par­lati, eccetto di tanto in tanto quando sarà necessario... I miei colloqui, l'ho già detto e lo ripeto, non sono per te, sono per le anime... - (diario, 25-9-1953).

... Sprecai l'Orto ed il Calvario. Persi Gesù e i Suoi me­riti. Il mio cuore, colmo di odio, calpestava il suolo dell'Orto dicendo: « Non ti voglio, ti disprezzo, ti aborrisco completa­mente ». Tenebre spaventose bendavano i miei occhi; così ben­data, nella stessa eternità disperata, salivo la costa del Calvario ripetendo: « Non ti voglio! Ti odio! ».

Contemporaneamente un Cuore dentro di me sanguinava, soffriva infinitamente ed infinitamente amava. Sulla cima della montagna questo Cuore si elevò sulla croce. Nel mio odio eterno continuai a odiarlo, mentre, pazzo di amo­re, nello stesso dolore grande come la terra, grande come il cielo, continuava a stillare Sangue e a soffrire tanto che pa­reva disfarsi tutto per me. Voleva possedermi, non poteva ab­bandonarmi. Quanto mi ha amata Gesù! Quanto L'ho offeso! Spirai così rivoltata contro di Lui provando il Suo amore. Passarono momenti silenziosi, momenti di separazione e di morte.

Gesù venne di nuovo, entrò in me... e mi parlò: - Il cielo, il cielo! È qui Gesù con i suoi angeli. Figlia mia, sono disceso dal Cielo al tuo cuore... Vengo con gli angeli a festeggiare il mio giorno, il tuo giorno: sono oggi 15 anni: data felice, data santa.

Il mio giorno, il tuo giorno: il giorno della tua donazione, della tua generosità illimitata, il giorno della mia riparazione, il giorno di inizio della salvezza per milioni di anime. -

- O Gesù, soffro tanto per questo anniversario: è segno, un grande segno della mia imperfezione. Non è vero? Quanto soffersi in quel giorno di tanti anni fa ignorando ciò che mi avresti chiesto; ed anche il giorno dopo ignorando ciò che avrei sofferto... Per me era come se nulla esistesse e nulla compren­dessi! Me ne diedi conto e compresi durante lo svolgersi delle sofferenze. Sii benedetto! Oh cosa mi attendeva mai!... E che mi attende ancora?... Venga ciò che vuole. Con la tua grazia dirò sempre « sì »: il « sì » della mia accettazione... ... O mio Gesù, quando anch'io, come gli angeli, potrò vo­lare alla mia Patria? Ho tanta nostalgia, Gesù! - - Coraggio! Fra poco, molto presto... Ricevi, figlia mia, la goccia del mio Sangue divino... È l'alimento che ti fa vivere; è l'alimento cui gli increduli non prestano fede... Non posso lo far vivere le mie vittime nel modo che voglio, con la vita divina?

Coraggio! Rimani nella tua croce. Parla alle anime in que­sto poco tempo che ti rimane; invitale tutte a venire a Me; invita l'umanità intera alla preghiera, alla penitenza, al cam­biamento di vita. - ... (diario, 2-10-1953).

Termineranno i colloqui dei primi sabati (Momenti della Passione)


... Ho venduto il mio Orto ed il mio Calvario! Sono sta­ti questi i miei sentimenti di ieri, quando ero prostrata sul suolo dell'Orto. Ho venduto i meriti ed il Sangue di Cristo. Ho venduto la mia salvezza e sono fuggita verso la perdizione.

Ho sudato sangue ed ho irrigato la terra. Più tardi, mi sono strappata i vestiti e, con questo gesto, ad Uno che era in me ho lacerato il Cuore. Oggi, durante il viaggio al Calvario, mi sono comportata alla stessa maniera fuggendo da Cristo e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

« I tuoi ultimi colloqui parlati lasceranno rimorsi »


... Sulla terra non trovo appoggio; non so chi mi deve soc­correre. In cielo so a Chi devo dirigermi e so che è di là che mi viene la forza per sopportare la croce. Si parla tanto di dolore, si predica meravigliosamente sul dolore, ma è così poco, proprio tanto poco compreso, sentito e vissuto, mio Gesù!... Non so dove fuggire. Se fuggo verso il cielo, verso il ta­bernacolo, verso il divin Cuore di Gesù, verso la cara Mammina, trovo tutto chiuso. Vado verso di Loro con gli occhi della fede; la cecità non mi lascia vedere nulla, l'inutilità mi ruba tutto, l'eternità non passa: sono legata, incatenata ad essa e la mia lingua maledetta, di fuoco, continua la sua eternità di maledizione. Mio Dio, che orrore!... Gesù mi ha parlato così: - È qui Gesù, Gesù delle ani­me, Gesù dei peccatori. Viene a questo tuo calvario e fra poco fingerà di lasciarti. Quanti colloqui ci sono stati per i peccatori! Quanti inse­gnamenti, quante prove di amore! Figli miei, venite a Me; è il mio divin Cuore che vi chia­ma; è il mio Cuore amoroso che vi vuole! Ho scelta questa vittima vittoriosa per la vostra salvezza. Calvario fortunato delle meraviglie del Signore: calvario di lu­ce, di insegnamenti, di appelli e di avvisi accorati. Venite a Me, figli miei, venite presto! Gesù vi chiama, Gesù vi vuole. Cambiate strada! Venite presto a riparare la giustizia del Padre. All'erta! In fretta! È urgente! Convertitevi! Ascoltate la voce del vostro Dio... Sono morto per voi, per tutti voi, figli miei! Voglio salvarvi e perciò ho scelto vittime, alcune vittime. Ma sono poche quelle che vogliono soffrire! Sono poche quelle che perseverano sino alla fine. Ho scelto la vittima di questo calvario, la vittima del Portogallo, la vittima del mondo intero... ... Mia figlia amata, i tuoi ultimi colloqui parlati lasceranno nostalgie, lasceranno rimorsi a molte molte anime... Fra poco la tua missione continuerà in cielo: qui sulla terra, dolore e amore; in paradiso, gaudio e amore infinito... - ... Pietà di me, Gesù! Mi fugge l'appoggio della terra; mi fugge l'appoggio del Cielo... Ricordati, Gesù, di tutte le mie intenzioni... Ricordati, Signore, della umanità intera: sono tutti figli tuoi. Sono la tua vittima, mio Gesù... - ... (diario, 6-11-1953).

... Il mio cuore è come attorniato di altoparlanti che fanno sentire in tutto il mondo quanto contiene. Mio Dio, quanto avrei bisogno di potere e sapere parlare, perché tutto quanto il cuore contiene andasse da un polo all'altro del mondo! Perché que-

sta voce e queste ansietà infinite penetrassero in tutti i cuori; affinché il bagliore che il cuore ha, e non è mio, il sole infi­nitamente più splendente di quello della terra brillasse, riscal­dasse e illuminasse tutta l'umanità; affinché sorgesse in tutti i cuori una rivoluzione totale di amore puro e massimo per Gesù. Mio Dio, non ho parole: tutto questo è infinito, tutto questo è Tuo! Che dolore, che tormento insopportabile! Vi è anche in me, ma non è mio, il dolore infinito: è Tuo, mio sommo Bene! Oh, quanto scompaio, quanto sento il mio nulla di fronte a tanta grandezza! Già non vivo, ma vive la mia inutilità, la mia eternità che è un mondo di terrore, un odio infernale, disperato e bestemmiatore contro il Cielo. O Gesù, soccorrimi! O Mammina, aiutami e mostrami che mi sei Madre!... (diario, 20-11-1953).

Fede pura


Non posso neppur dire, se non per fede, « non sono più io a vivere, è Gesù che vive in me; credo, mio Dio »; ma è un credere forzato. Sento che io non vivo e sento che Gesù non vive in me; però la fede mi obbliga a credere che Gesù vive, regna, trion­fa in me. La mia fiducia deve andare lontano, tanto lontano per poter credere, per dover confidare che vivo perché Gesù vive in me, anche senza che io senta gli effetti del Suo amore e della Sua presenza. Povera me, senza Dio! lo vado come trascinata, obbligata dalla fede...

Gesù, fa' che la mia fiducia sia grande come Dio! Voglio credere che non sono sola: è una forza infinita venuta non so da dove, che mi obbliga a credere in Te, nella Tua presenza in me. Devo vivere senza vita... Devo amare senza amore... Mio Dio, come può avvenire questo? Soccorrimi, Signore! Fa' che la mia fiducia arrivi sino a Te. Anche se vedessi tutto contro di me, anche fossi total­mente abbandonata da tutti, anche vedessi sfasciarsi la terra ed il firmamento, non cesserei di confidare in Te... (diario, 27-11-1953). Questa settimana fu per me di grande, molto grande sof­ferenza del corpo, non alleviata dall'anima. Fu una settimana con notti di veglia quasi continua...

Dissi a Gesù: - Io sono un ceppo o una incudine da fabbro, la chiamino come vogliono. Sto nel posto in cui mi hanno collocata. Accetto tutti i colpi che vogliono darmi. Gesù, Tu sei l'artista. Fa' ogni qualità di strumenti e distribuiscili all'umanità intera. Tu sai quello che conviene a ciascuno. La­vora, Gesù, lavora! Batti, Gesù, sulla tua « incudine ». La fu­cina è il tuo divin Cuore; il fuoco è il tuo amore. È tutto per Te e per le anime; soltanto per Te so soffrire e per le anime. - Detto questo al Signore, nonostante fossi « incudine » ed in me sentissi l'inutilità, mi pareva di vedere Gesù compiere il mestiere che gli avevo affidato: batteva, batteva fortemente, come se non avesse il cuore per compatire. Ma, essendo « in­cudine », e l'incudine non soffre, nel vedere Gesù lavorare, l'anima mia si confortò... (diario, 4-12-1953).

« Vado e rimango! Tu resta nella Mia pace! »


Ho passata la notte in ansietà e timore: ansietà di ricevere Gesù e timore sapendo che era l'ultimo sabato di colloquio con Gesù e Mammina. Ciò mi causava dolore e sgomento: senza Gesù, senza Mammina! Momento per momento mi sento più inutile.

Ho ricevuto Gesù [Eucaristico]. Non ha tardato a riordi­nare la sala del mio cuore con la Sua precisione, a illumi­narla con la Sua luce e mi ha parlato così: - Figlia mia, mia gioia, pupilla dei miei occhi, nel tuo cuore c'è lo Sposo fedele, fedelissimo. Sono qui a legare, con più forti catene di amore, il mio divin Cuore al tuo. Vado e rimango, figlia mia. Mi assento e resto presente. Ti lascio e non ti abbandono un momento.

Mi costa agire in questo modo. Ma le anime, i peccatori, hanno bisogno del tuo martirio. Mi costa tanto questa finta separazione, ma dico a te ciò che ho detto ai miei discepoli: « Vado e rimango ». Sono partito per il cielo ma sono rima­sto nella Eucarestia...

Vado e rimango nel tabernacolo del tuo cuore. Ricordati sempre le parole, le richieste, le esigenze di Gesù... - È venuta poi Mammina: - Figlioletta, prediletta di Gesù, vieni; sono la Madre del Rosario, sono la Madre del Carmelo. Seduta nel mio,grembo, stretta al mio Cuore, ricevi nelle tue mani il Rosario che pende dalle Mie; sul Rosario colloco lo scapolare. Come ti ha definita Gesù, sei madre dei peccatori. Rac­comanda a loro sempre il mio Rosario. Voglio farti anche madre delle anime del Purgatorio. Offri per loro, per i pec­catori, offri come premio per quelli che ti sono più cari, per quelli che ti hanno sostenuta tanto e hanno vigilato su di te, offri questo sacrificio, questa dura e dolorosa assenza, questa triste separazione. Non ti venga mai in mente che sei sola e che Gesù e Mammina ti hanno abbandonata; no, no, questo no! Siamo in te più presenti, perché, ora come non mai, hai bisogno di sostegno del cielo e della terra; hai bisogno di ogni prova di amore. - O Mammina, o Gesù, io sento una separazione di morte. Voglio che i Vostri Cuori accettino un eterno abbraccio e un eterno ringraziamento per quanto fate per me, per la predi­lezione usata al mio povero cuore. - Coraggio, figliolina, fiore eucaristico; confida: Gesù è con te; è con te la Mamma del cielo. Veglieremo su te. - Grazie, Gesù, grazie, Mammina, anche per questa pro­messa. - Ed ora ascolta il tuo Gesù: l'ultimo colloquio per le anime, l'ultimo colloquio per i peccatori sarà il 25 prossimo, in cui si commemora la mia nascita... Ma voglio dire di più: voglio che gli uomini sappiano e comprendano che lo voglio lo studio dei cuori e delle anime; non cerco la grandezza né la conoscenza delle lingue, ma la grandezza e la sapienza del­l'amore dei cuori. Ecco tutto... Ricevi amore, amore, e rimani nella pace. - Addio, Gesù; addio, Mammina! Sono la Vostra vittima; la vittima dei vostri Cuori divini, la vittima di tutto ciò che vorrete.

Prima della separazione Vi chiedo con dolore tutto, tutto, Vi chiedo tutto per coloro che mi sono più cari, tutto per la mia famiglia, per i peccatori, per i sacerdoti, per coloro che vengono a me a chiedere grazie e per l'umanità intera. Addio Gesù, addio Mammina; grazie, grazie. - (diario, 5-12-1953, 1° sabato).

Scava il suo sepolcro


... Dal primo sabato cominciai io stessa a scavare il mio sepolcro... Esisteva l'eternità prima del sepolcro, esiste nel se­polcro ed esisterà dopo. È nel sepolcro che ora lavoro come uno scavatore e sto seppellendo me stessa. Sento come se dessi una zappata ogni 100 anni od anche più e con uno sforzo tale da bagnare di sudore il sepolcro, la terra in cui mi sto sep­pellendo; mi seppellisco, ma tanto lentamente. Come scavare la sepoltura con zappate a tanta intermittenza, anche se ho l'attrezzo sempre in mano, bagnata di sudore come se lavo­rassi incessantemente giorno e notte? Che sforzo, quello della mia anima! Mio Dio, che duro e penoso martirio! Solo per Te e per le anime... Oggi ho avuto la Messa nella mia cameretta... Mentre si svolgeva il santo Sacrificio, con i sudori dell'anima, non ho cessato di lavorare nel mio sepolcro; in questa fatica inces­sante, in un dolore, tristezza ed agonia mortali, sono giunta sulla cima della montagna del Calvario. Ho continuato il mio lavoro durante tutta l'agonia di Gesù. Gli sfuggivo sempre e sempre Gli ho offerto le mie grandi umiliazioni, la grande sof­ferenza causatami dagli sguardi dei presenti... Gesù mi ha detto: - ...Venite a Me peccatori! Io sono il buon Pastore. Il pastore ama le sue pecore. Io sono il buon Pastore ed il buon Pastore raduna le sue pecore. Convertitevi, convertitevi! Venite al mio divin Cuore... Voglio essere amato; voglio che sia amata la mia Madre benedetta... - ... (diario, 11-12-1953).

... Se fosse possibile, anche dopo la mia morte, che il mio corpo venisse trascinato di strada in strada, ovunque, fino a distruggersi senza lasciare traccia della sua esistenza per com­prare le anime di tutti i peccatori e fare sì che tutti i cuori amassero Gesù e Mammina, farei volentieri testamento, facen­do dono di me stessa per questo fine.

... Continuo ad essere lo scavatore lento per scavare e pre­parare il mio sepolcro. Mi sto interrando sempre più; qualche volta mi manca il respiro. Quanto tempo per interrarmi più in profondità! Mi pare che già mi stia scarnificando, che i miei vestiti imputridiscano. Nonostante la lentezza di questi colpi di zappa da secolo a secolo, i sudori dell'anima non pas­sano: è una fatica incessante. Siano lodi al Signore; sia fatta la Sua volontà!... (diario, 18-12-1953).

L'ultima estasi pubblica


... Mi preparai alla nascita di Gesù con un atto di contri­zione; non ho potuto confessarmi.

A mezzanotte Gli ho chiesto di nascere nel mio cuore e in tutti i cuori. Gli ho fatto molte richieste, ma tutto nella inutilità e nella eternità. Gli ho fatto compagnia nel presepio, nell'Orto e nel Calvario; ma tutto inutilmente, in una agonia e tristezza mortali.

La mia vita era del cielo, ma penetrava in ogni essere umano, in ogni essere miserabile.

Mentre Gesù agonizzava, quella vita svolazzava sui bracci della croce; fissava Gesù crocifisso e si dirigeva verso il suo divin Cuore. Un'altra vita, la vita della terra, si lanciava verso Gesù per schernirlo e sputacchiarlo. Egli diede la vita, si consegnò al Padre ed io rimasi senza alcuna vita né di rivolta né di amore...

Gesù, quando venne, mi illuminò e mi parlò: - Sono sceso dal cielo e per l'ultima volta sono nel cuore della mia sposa per parlare attraverso le sue labbra. Sono sceso e venuto a questo cuore per lasciarlo nel dolore, nel massimo dolore per il bene dei peccatori. Grande, massima sapienza ha quell'anima che sa soffrire per Gesù. Grande sapienza, la massima sapienza è amare molto e soffrire molto. È questa sapienza che Io cerco e bramo. È tanto rara; non la incontro quasi mai. Colloqui per le anime, colloqui per i peccatori; l'ultimo colloquio per le anime, l'ultimo colloquio per i peccatori! Co­raggio, figlia mia! Vengo a darti il mio Sangue divino; vengo a darti l'alimento che ti fa vivere; vivi di fede, soltanto di fede. Io non tralascerò di confortarti quando sarà necessario. Di tanto in tanto udirai, sposa mia, le parole del tuo Gesù... Benedico con il Padre e lo Spirito Santo coloro che hanno sostenuto la tua anima, coloro che hanno avuto cura del tuo corpo; coloro che hanno difeso, come nessuno, la mia divina causa. La benedizione della Trinità divina per tutti coloro che ti sono cari... - (diario, 25-12-1953).

L'azione dello Spirito Santo


Ho perduto il mio maggior tesoro. Ho perduto Gesù, ho perduto Mammina. Pare, sento come se per me fossero morti. Mi costa pensare alla triste e dolorosissima separazione di ve­nerdì. Questo sentimento mi è costato infinitamente di più di quello che si prova quando si perde e ci si separa da una persona cara. Mio Dio, questo dolore può essere compreso solo da chi lo sperimenta e dal cielo; alzo soltanto un lembo del velo e nulla più... Ahimè! Ho perduto i miei Amori; ma subito la mia fi­ducia obbligava il mio cuore a dire: « Credo, credo che non Li ho perduti. Tutto il mio martirio sia a favore delle anime. Sono la Vostra vittima. Credo, confido di non essere sola ». Ahi, quanto costa dire « credo » senza credere e « confido » senza fiducia!... Mi giunsero varie lettere in cui mi si diceva che il vescovo di Aveiro aveva proibito ai sacerdoti di venire quiz. Che pu­gnalate dolorose! La mia anima ha avuto la visione chiara delle conseguenze di questo ordine. Che umiliazione! Potessi riparare il grande scandalo, tante cattive interpretazioni! La mia offerta di vittima non viene meno davanti al Signore. Tutto per Tuo amore! Sia fatta la Tua volontà. Continua il mio compito di scavatore del sepolcro. Mi sono coperta io stessa con la terra del mio sepolcro. Sono stata io a coprirmi, a sparire, a sotterrarmi. Sono tanto in fondo! Mi pare che mi copra tutta la terra della umanità; i sudori del­l'anima continuano, come pure l'inutilità e la eternità...

Le mie ansie, tanto infinite, non le posso far comprendere. Voglio nel mio cuore il mondo. Voglio lavare tutti i cuori e le anime con il mio sangue. Voglio amare Gesù per il mondo intero. Vorrei morire ad ogni istante sino alla fine dei secoli e ad ogni momento dare il mio sangue fino all'ultima goccia perché nessun'anima si perdesse e nessun cuore cessare di ama­re Gesù. Vorrei, sì, dare sangue e vita sino alla fine dei secoli per evitare anche un solo peccato... Non ho sofferto l'Orto. Dirò il meglio possibile ciò che ho sentito. Sul suolo dell'Orto svolazzava una Colomba; aveva sempre nel suo becco una goccia che, lasciata cadere a terra, si trasformava in rugiada fecondatrice. Caduta una goccia, ne appariva un'altra. La rugiada era del cielo: era una manna che alimentava, dava vita, luce e sapienza. Una vita in alto, un'altra sulla terra.

La mia anima diventava sapiente, comprendeva tutto que­sto, tutto ciò che era del Cielo. Vivevo il mio dolore umano e lo sentivo nel modo più doloroso possibile.

Nel Calvario di oggi, la stessa Colomba continuava a vo­lare, a lasciar cadere le stesse gocce che si trasformavano in rugiada, rugiada celeste, e a dare la stessa luce, la stessa vita di sapienza. Io, qui in basso, portavo la croce della mia vita di un martirio indicibile. Non ho visto Gesù, non L'ho sentito; non ho saputo che è spirato. È venuto Uno che ha unito al mio cuore, alla mia vita terrena, la vita divina. Quella stessa vita mi era comunicata, come la iniettasse. È scomparsa la mia vita terrena per vivere l'altra. Il cuore e l'anima si sono for­tificati di più: nel mio intimo avevo più luce. Gesù allora mi ha detto: - Sono il Signore del mondo, il Signore della pace, il Signore della fede e della fiducia. Credi! Vivi di fede: è colloquio di fede. - Credo, credo, Gesù! - Coraggio! Vivi per le anime. Ricevi le carezze della Madre mia: te le trasmetto perché domani non verrà a parlarti. - Grazie, Gesù. Da' il mio grazie a Mammina... - ... (diario, 1-1-1954).

... Nel 1° sabato non ho avuto la visita di Mammina. Ho sentito nostalgie molto intense, anche se la Comunione di quel giorno è stata più intima e confortatrice: povera me se Gesù non vigilasse! Il mio Orto non è quello di altri tempi. La mia vita umana quaggiù rifugge sempre dall'Orto. Là, a grande altezza, la stes­sa Colomba lascia sempre cadere molte gocce che si spandono in rugiada, ma non si accontenta di questo: porta quelle goc­ce ai cuori;... va pure alle intelligenze e le riempie di luce. Come sono grandi la vita ed il lavoro di quella Colomba!... Oggi svolazzava sul Calvario, come già sull'Orto...

La mia vita umana era morta; ma vi era quella Colomba che le dava la vita del cielo... (diario, 8-1-1954).

In un bosco incontrai Colui che cercavo


Non so se la mia vita è tramonto del sole, è calar della notte, o se è notte completa. Io grido. In questa vita senza vita, in questa notte senza stelle, in queste tenebre spaventose, il mio cuore e la mia anima gridano al Cielo. Il mio stato è tale che talvolta non so se vivo, se sono sulla terra o dove mi trovo. Credo, Gesù, nel Tuo amore! Credo nelle Tue parole! Credo nelle Tue promesse! Credo che non mi lasci sola! Non mi interessa di non vivere: la mia brama è di morire a me stessa e a tutto; ma voglio che Tu viva in me e in tutte le mie cose. Povera anima, smarrita nel bosco senza che sia udito il suo grido! Povera anima che grida al Cielo con il dubbio che non esista, con il dubbio che non vi sia un Creatore... Credo, credo, Gesù! Questo mio « credo » dell'anima e del cuore non cesserà mai. Credo in Te, credo nelle Tue promesse... (diario, 15-1-1954).

... Sul mio Orto, sul mio Calvario non è mancata la bianca Colomba in volo. Le gocce di rugiada che emanavano dal suo becco si spargevano. Ancora una volta ha fatto il suo nido in me. Ma non pos­so né potrò dimenticare gli sguardi penetranti che scrutavano tutta la terra e ogni essere. Questi sguardi vedevano l'inutilità dell'Orto, del Calvario, lo spreco del Sangue redentore. Erano sguardi divini che producevano in me indicibile tormento, do­lore veramente infinito. Non potendone più, ho chiesto conforto al Cielo. Gesù è venuto: ha fatto luce dentro di me e si è ritirato. ... Animata da quella luce, ripetevo: « credo, credo, Gesù; la mia fede mi dice che sei con me ». Pazza per trovare il mio Amato perduto, camminavo sem­pre chiamando: Gesù, Gesù, dove sei?

Mi trovai in un bosco nel quale incontrai Colui che cer­cavo. Vi erano tutti alberi spinosi e siepi con spine penetranti. Tutto il mio essere era sangue e in sangue trovai tutto l'essere di Gesù. Camminando davanti a me mi diceva: - Sono qui, sono qui. Vieni qui, figlia mia, sono qui. - Si sedette come in un eccesso di stanchezza: i rami spinosi lo trapassavano, il sangue scorreva. - I peccatori mi perseguitano; non ascoltano la mia Voce. Guarda come mi feriscono! Infelici se non accolgono la mia chiamata! Infelici se non si convertono! Salvali, sono tuoi... - Dimenticai me stessa e le spine che mi ferivano; con molta cura cominciai a liberarlo dai rami spinosi che ferivano Lui e Lo laceravano. Quando Lo vidi senza spine, mi trovai sola: era scomparso.

Continuai a cercarlo ripetendo « Gesù, credo, credo! ». Egli venne allora incontro a me: - Colloquio di fede, col­loquio di dolore. Coraggio, mia figlia. Il mondo è tuo perché

lo salvi. Consolami e ricevi la goccia del mio Sangue... - ... (diario, 22-1-1954).

Non dettai nulla il 29 gennaio né il 5 febbraio perché non potei. Quanto soffersi in quei giorni!... Il giorno 29 venne Gesù e mi disse: - Coraggio, figlia mia, nelle tue sofferenze... Questo martirio doloroso che ti chie­do è per alcuni sacerdoti... -

Il giorno 5, io stavo sfinita tanto avevo lottato contro il dolore, Gesù mi apparve come « ecce Homo » con un volto orribilmente agonizzante: - Mia figlia, coraggio! E' con te il Signore del Cielo e della terra, il Gesù che è tua vita. - Vuoi che prenda animo nel vederti così? Non posso. A che è servita tanta mia sofferenza? - Il suo Volto divenne tosto naturale e, con il sorriso sulle labbra, accarezzandomi, mi disse: - Mia innamorata, hai sof­ferto affinché lo non soffrissi; il mondo non ascolta la mia voce... Ricevi la goccia del mio Sangue, goccia potente perché fortissimo è stato il dolore che ti ha consumata. Ricevi le tenerezze della Madre mia benedetta: te le porto per domani, 1° sabato. Ella vuole con Me colmarti in questo anno mariano'... - (diario, 12-2-1954).

Ha fatto invecchiare la mia pelle e la mia carne ...


Mio Dio, abbi compassione di questa povera anima che si trova nel più grande abbandono e senza una guida! Nel mio scavare incessante, madida di sudore, sono nel mio sepolcro ad una profondità tale che occhio umano non può sondare. Non so cosa faccio, né dove giungerò. Povera me, dove vado! Che spavento!

Sulla superficie della terra sono come sola al mondo: è un mondo senza luce, senza un soffio di vita. Sento come una vecchiaia, come non vi fu né vi sarà mai. È vecchiaia nel corpo e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)