MaM
Messaggio del 28 febbraio 1986:L’onestà, l’amore, l’umiltà e la sincerità vi porteranno a me.

Beata Alexandrina Maria da Costa - L'azione dello Spirito Santo


Ho perduto il mio maggior tesoro. Ho perduto Gesù, ho perduto Mammina. Pare, sento come se per me fossero morti. Mi costa pensare alla triste e dolorosissima separazione di ve­nerdì. Questo sentimento mi è costato infinitamente di più di quello che si prova quando si perde e ci si separa da una persona cara. Mio Dio, questo dolore può essere compreso solo da chi lo sperimenta e dal cielo; alzo soltanto un lembo del velo e nulla più... Ahimè! Ho perduto i miei Amori; ma subito la mia fi­ducia obbligava il mio cuore a dire: « Credo, credo che non Li ho perduti. Tutto il mio martirio sia a favore delle anime. Sono la Vostra vittima. Credo, confido di non essere sola ». Ahi, quanto costa dire « credo » senza credere e « confido » senza fiducia!... Mi giunsero varie lettere in cui mi si diceva che il vescovo di Aveiro aveva proibito ai sacerdoti di venire quiz. Che pu­gnalate dolorose! La mia anima ha avuto la visione chiara delle conseguenze di questo ordine. Che umiliazione! Potessi riparare il grande scandalo, tante cattive interpretazioni! La mia offerta di vittima non viene meno davanti al Signore. Tutto per Tuo amore! Sia fatta la Tua volontà. Continua il mio compito di scavatore del sepolcro. Mi sono coperta io stessa con la terra del mio sepolcro. Sono stata io a coprirmi, a sparire, a sotterrarmi. Sono tanto in fondo! Mi pare che mi copra tutta la terra della umanità; i sudori del­l'anima continuano, come pure l'inutilità e la eternità...

Le mie ansie, tanto infinite, non le posso far comprendere. Voglio nel mio cuore il mondo. Voglio lavare tutti i cuori e le anime con il mio sangue. Voglio amare Gesù per il mondo intero. Vorrei morire ad ogni istante sino alla fine dei secoli e ad ogni momento dare il mio sangue fino all'ultima goccia perché nessun'anima si perdesse e nessun cuore cessare di ama­re Gesù. Vorrei, sì, dare sangue e vita sino alla fine dei secoli per evitare anche un solo peccato... Non ho sofferto l'Orto. Dirò il meglio possibile ciò che ho sentito. Sul suolo dell'Orto svolazzava una Colomba; aveva sempre nel suo becco una goccia che, lasciata cadere a terra, si trasformava in rugiada fecondatrice. Caduta una goccia, ne appariva un'altra. La rugiada era del cielo: era una manna che alimentava, dava vita, luce e sapienza. Una vita in alto, un'altra sulla terra.

La mia anima diventava sapiente, comprendeva tutto que­sto, tutto ciò che era del Cielo. Vivevo il mio dolore umano e lo sentivo nel modo più doloroso possibile.

Nel Calvario di oggi, la stessa Colomba continuava a vo­lare, a lasciar cadere le stesse gocce che si trasformavano in rugiada, rugiada celeste, e a dare la stessa luce, la stessa vita di sapienza. Io, qui in basso, portavo la croce della mia vita di un martirio indicibile. Non ho visto Gesù, non L'ho sentito; non ho saputo che è spirato. È venuto Uno che ha unito al mio cuore, alla mia vita terrena, la vita divina. Quella stessa vita mi era comunicata, come la iniettasse. È scomparsa la mia vita terrena per vivere l'altra. Il cuore e l'anima si sono for­tificati di più: nel mio intimo avevo più luce. Gesù allora mi ha detto: - Sono il Signore del mondo, il Signore della pace, il Signore della fede e della fiducia. Credi! Vivi di fede: è colloquio di fede. - Credo, credo, Gesù! - Coraggio! Vivi per le anime. Ricevi le carezze della Madre mia: te le trasmetto perché domani non verrà a parlarti. - Grazie, Gesù. Da' il mio grazie a Mammina... - ... (diario, 1-1-1954).

... Nel 1° sabato non ho avuto la visita di Mammina. Ho sentito nostalgie molto intense, anche se la Comunione di quel giorno è stata più intima e confortatrice: povera me se Gesù non vigilasse! Il mio Orto non è quello di altri tempi. La mia vita umana quaggiù rifugge sempre dall'Orto. Là, a grande altezza, la stes­sa Colomba lascia sempre cadere molte gocce che si spandono in rugiada, ma non si accontenta di questo: porta quelle goc­ce ai cuori;... va pure alle intelligenze e le riempie di luce. Come sono grandi la vita ed il lavoro di quella Colomba!... Oggi svolazzava sul Calvario, come già sull'Orto...

La mia vita umana era morta; ma vi era quella Colomba che le dava la vita del cielo... (diario, 8-1-1954).