Ho perduto il mio maggior tesoro. Ho perduto Gesù, ho perduto Mammina.
Pare, sento come se per me fossero morti. Mi costa pensare alla triste
e dolorosissima separazione di venerdì. Questo sentimento mi è costato
infinitamente di più di quello che si prova quando si perde e ci si
separa da una persona cara. Mio Dio, questo dolore può essere compreso
solo da chi lo sperimenta e dal cielo; alzo soltanto un lembo del velo
e nulla più... Ahimè! Ho perduto i miei Amori; ma subito la mia
fiducia obbligava il mio cuore a dire: « Credo, credo che non Li ho
perduti. Tutto il mio martirio sia a favore delle anime. Sono la Vostra
vittima. Credo, confido di non essere sola ». Ahi, quanto costa dire «
credo » senza credere e « confido » senza fiducia!... Mi giunsero varie
lettere in cui mi si diceva che il vescovo di Aveiro aveva proibito ai
sacerdoti di venire quiz. Che pugnalate dolorose! La mia anima ha
avuto la visione chiara delle conseguenze di questo ordine. Che
umiliazione! Potessi riparare il grande scandalo, tante cattive
interpretazioni! La mia offerta di vittima non viene meno davanti al
Signore. Tutto per Tuo amore! Sia fatta la Tua volontà. Continua il mio
compito di scavatore del sepolcro. Mi sono coperta io stessa con la
terra del mio sepolcro. Sono stata io a coprirmi, a sparire, a
sotterrarmi. Sono tanto in fondo! Mi pare che mi copra tutta la terra
della umanità; i sudori dell'anima continuano, come pure l'inutilità e
la eternità...
Le mie ansie, tanto infinite, non le posso far comprendere. Voglio nel
mio cuore il mondo. Voglio lavare tutti i cuori e le anime con il mio
sangue. Voglio amare Gesù per il mondo intero. Vorrei morire ad ogni
istante sino alla fine dei secoli e ad ogni momento dare il mio sangue
fino all'ultima goccia perché nessun'anima si perdesse e nessun cuore
cessare di amare Gesù. Vorrei, sì, dare sangue e vita sino alla fine
dei secoli per evitare anche un solo peccato... Non ho sofferto l'Orto.
Dirò il meglio possibile ciò che ho sentito. Sul suolo dell'Orto
svolazzava una Colomba; aveva sempre nel suo becco una goccia che,
lasciata cadere a terra, si trasformava in rugiada fecondatrice. Caduta
una goccia, ne appariva un'altra. La rugiada era del cielo: era una
manna che alimentava, dava vita, luce e sapienza. Una vita in alto,
un'altra sulla terra.
La mia anima diventava sapiente, comprendeva tutto questo, tutto ciò
che era del Cielo. Vivevo il mio dolore umano e lo sentivo nel modo più
doloroso possibile.
Nel Calvario di oggi, la stessa Colomba continuava a volare, a lasciar
cadere le stesse gocce che si trasformavano in rugiada, rugiada
celeste, e a dare la stessa luce, la stessa vita di sapienza. Io, qui
in basso, portavo la croce della mia vita di un martirio indicibile.
Non ho visto Gesù, non L'ho sentito; non ho saputo che è spirato. È
venuto Uno che ha unito al mio cuore, alla mia vita terrena, la vita
divina. Quella stessa vita mi era comunicata, come la iniettasse. È
scomparsa la mia vita terrena per vivere l'altra. Il cuore e l'anima si
sono fortificati di più: nel mio intimo avevo più luce. Gesù allora mi
ha detto: - Sono il Signore del mondo, il Signore della pace, il
Signore della fede e della fiducia. Credi! Vivi di fede: è colloquio di
fede. - Credo, credo, Gesù! - Coraggio! Vivi per le anime. Ricevi le
carezze della Madre mia: te le trasmetto perché domani non verrà a
parlarti. - Grazie, Gesù. Da' il mio grazie a Mammina... - ... (diario,
1-1-1954).
... Nel 1° sabato non ho avuto la visita di Mammina. Ho sentito
nostalgie molto intense, anche se la Comunione di quel giorno è stata
più intima e confortatrice: povera me se Gesù non vigilasse! Il mio
Orto non è quello di altri tempi. La mia vita umana quaggiù rifugge
sempre dall'Orto. Là, a grande altezza, la stessa Colomba lascia
sempre cadere molte gocce che si spandono in rugiada, ma non si
accontenta di questo: porta quelle gocce ai cuori;... va pure alle
intelligenze e le riempie di luce. Come sono grandi la vita ed il
lavoro di quella Colomba!... Oggi svolazzava sul Calvario, come già
sull'Orto...
La mia vita umana era morta; ma vi era quella Colomba che le dava la vita del cielo... (diario, 8-1-1954).