MaM
Messaggio del 5 gennaio 1985:Vi ringrazio perché la vostra preghiera stasera ha reso felice il mio cuore. Ringrazio tutti quelli tra voi che si sono sacrificati per mio figlio Gesù durante questi giorni. Continuate così!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ha fatto invecchiare la mia pelle e la mia carne ...


Mio Dio, abbi compassione di questa povera anima che si trova nel più grande abbandono e senza una guida! Nel mio scavare incessante, madida di sudore, sono nel mio sepolcro ad una profondità tale che occhio umano non può sondare. Non so cosa faccio, né dove giungerò. Povera me, dove vado! Che spavento!

Sulla superficie della terra sono come sola al mondo: è un mondo senza luce, senza un soffio di vita. Sento come una vecchiaia, come non vi fu né vi sarà mai. È vecchiaia nel corpo e nell'anima. È una vecchiaia: unisco quasi la testa ai piedi e spazzo la terra con il volto'. $ stato il corpo ad invecchiare l'anima e a renderla brutta. Ho lasciato il mondo soltanto quando egli mi ha lasciata; quando mi ha schernita e sputato in faccia, quando con schia­mazzi e maltrattamenti ha tentato di togliermi la vita. Tutto è passato, solamente io sono rimasta in questa vec­chiaia morta e imputridita. Non ho quasi pregato per causa delle mie sofferenze, per il mio doloroso martirio. Sono rimasta quasi completamente dimentica delle cose del Cielo. Ho detto a Gesù e a Mammina che non era segno del mio diminuito amore, ma causa del mio molto soffrire. Faccio frequenti atti di fede: « Credo, Gesù, io credo ». Perdere Gesù e Mammina fu perdere l'Orto, il Calvario, fu perdere tutto. Cammino di qui e di là; guardo in un posto e in un altro senza vantaggio e senza incontrare nessuno. In questo stato dell'anima, sono arrivate le ore 15 di oggi. Improvvisamente sono rimasta in un mare immenso di naufra­gio; ho lottato energicamente con le onde, lanciata nel mare immenso, per afferrare e portare con me i naufraghi. Avevo bisogno di conforto; ero sfinita per tanto lottare. È venuto Gesù e mi ha detto in mezzo al naufragio: - Figlia mia, mare di dolore, mare di sangue, però mare di salvezza per innumerevoli anime... Esigo da te molto dolore perché i crimini della umanità esigono molta riparazione... - Detto ciò, Gesù è scomparso ed io sono rimasta in quel mare in mezzo a tenebre spaventose... (diario, 19-2-1954). Sono ancora grave e, non potendo parlare, detterò soltanto alcune parole come segno della mia obbedienza. Mio Dio, che ubbidienza difficile! Sento il dolore, vivo il dolore, ma non so parlare; sono la più grande ignorante. Sulla terra non riuscirò mai a far comprendere ciò che soffrono il mio corpo e la mia anima. Vorrei parlarne soltanto per onore e gloria del Signore e per il bene delle anime. Nella mia tremenda inutilità e nelle tenebre dense e pau­rose, io vedo i miei cammini percorsi, ma tutti segnati di san­gue; vi scorre a rigagnoli. È questo sangue che brilla, è questo sangue che indica la terra che ho battuta, le spine che ho cal­cato. La mia vita fu ed è dolore e sangue; ma la inutilità non mi ha lasciato nulla per il mio Gesù né per le anime che amo tanto per amor Suo. Sono poverissima, senza nulla. Ho sofferto molto, molto per ciò che è uscito sul giornale « A voz do Pastor »'. È un tormento inesprimibile che solo sofferto si potrebbe comprendere. Mio Dio, almeno soffrissi sola e non soffrissero coloro che mi attorniano!

Quanto Ti devo, Gesù mio, perché mi hai sostenuta! Ho sofferto, ma senza un momento di rivolta, senza malanimo con­tro nessuno, con gli occhi fissi in Te. Grazie, Gesù! Ciò che vorrei è che non offendessero Te e che non ci fosse scandalo... (diario, 26-2-1954).

...Ieri pomeriggio si impossessò della mia anima uno sgo­mento molto grande al pensiero dell'Orto e del Calvario, nel sentire come mai avevo provato che tutto era inutile, e perduto per me. Era uno sgomento infernale. Oggi, verso le 15, si è rinnovata questa sofferenza; gli atti di fede che facevo non giovavano. Ero nel profondo abisso dell'inferno e soffrivo tutti i tormenti. L'anima guardava verso l'Alto tentando di vedere Dio: non si rassegnava di averlo perduto. Che sgomento senza pari!

« Ho perduto Dio per sempre », gridava il mio cuore! È venuto Gesù, mi ha preso per mano...: - Non hai per­duto Dio, figlia mia, né Lo perderai mai. Riposati qui per tua pace e conforto. Oh, grande scienza e sapienza di Dio! Sta tutto qui: tu ripari per ogni qualità di crimini. Sei vittima scelta da Me. Soffri le pene che dovrebbero soffrire le anime, se tu non le salvassi. La vecchiaia che hai sentito è quella del mio eterno Padre. Ho agito così per fartelo comprendere. È il motivo che non vi era sulla terra vecchiaia come la tua. Egli era in te. Ho vo­luto che partecipassi di Lui, come di Me e dello Spirito Santo. Egli si posò su di te con tutta la sua giustizia, obbligandoti a unire la faccia alla terra, a baciarla per riparare per tutta la sua materia. Scienza, scienza grande: è solo così la sapien­za di Dio. - Scomparve. Mi rimasero alcuni tenui raggi di luce e la seguii nell'ansia di ritornare a vederlo. Volevo il mio Gesù per quanto dolorosi e spinosi fossero i miei cammini (diario, 5-3-1954).