Ricevo tutti per amore di Gesù
« Mio buon Padre [Umberto], le sembrerà che mi sia dimenticata di lei, ma non è vero. Giammai! Sarei ingrata se lo facessi; le prometto di ricordarla sempre: sulla terra e in cielo. Il motivo del nostro ritardo è la nostra vita: le mie sofferenze sono moltissime; le visite sono sempre la mia, la nostra croce, il mio tormento. Padre buono, se non fosse per amore di Gesù, della cara Mammina e delle anime, non so cosa avrei già fatto: mi nasconderei ove non potessi più essere veduta. Non so dirle
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« Mio buon Padre [Umberto], le sembrerà che mi sia dimenticata di lei, ma non è vero. Giammai! Sarei ingrata se lo facessi; le prometto di ricordarla sempre: sulla terra e in cielo. Il motivo del nostro ritardo è la nostra vita: le mie sofferenze sono moltissime; le visite sono sempre la mia, la nostra croce, il mio tormento. Padre buono, se non fosse per amore di Gesù, della cara Mammina e delle anime, non so cosa avrei già fatto: mi nasconderei ove non potessi più essere veduta. Non so dirle lo stato della mia anima: è dolorosissimo. Ansie, sete insaziabile di amore, ma senza amare; è una morte completa, totale di tutte le cose. Sento l'abbandono di tutti, anche se non è vero. Cammino in questa oscurità mortale senza appoggio, senza guida. Vado fidente nelle braccia di Gesù e di Mammina senza sentire che mi portano. La mia speranza è questa: non posso essere abbandonata dal Cielo, perché confido solo nel Cielo.
Accetto tutto ciò che il Signore mi dà, a qualsiasi prezzo, con l'unico fine di compiere con perfezione la Sua volontà; ma non so dove sia questa perfezione che bramo tanto. Mi sento la più imperfetta che si possa immaginare. Preghi per me, padre mio; io faccio altrettanto per lei. Deolinda ed io non possiamo dimenticare le ore che passò qui con noi. Ore tanto amare, ma che lei ha cercato di addolcire. Andrà in Brasile, verrà in Portogallo, rimarrà costì? Vi sono tanti che la desiderano qui. Mio Dio, cosa è mai il mondo! Tutti la salutano, specialmente Deolinda. Ella è sempre la « brontolona dei tempi ormai passati... » (lettera a d. Umberto, 6-5-1949).
È tale il rigore della giustizia di Dio, è tale il suo peso che mi schiaccia, da spremermi dagli occhi e da tutti i sensi il veleno nauseante e vergognoso che avvelena tutta l'umanità. È da me che esce: è un veleno che racchiude tutte le malizie ed è su di me che piomba il castigo di tutte le iniquità... La culla mortale che mi serve da letto dondola di tanto in tanto. La terra morta su cui si trova è aperta da vulcani dai quali pare escano fuoco e tormenti infernali. Presso la bocca di quei vulcani si odono gemiti di anime, ruggiti di demoni che pare mi strappino il cuore [per portarlo] là. O mio Dio, in che pericolo mi trovo! Il mio corpo è morte e nello stesso tempo è un inferno. Quanto è spaventosa la giustizia divina, e io non posso sfuggirle! ... In mattinata ho camminato verso il Calvario in un silenzio indicibile. Nel mio cuore le labbra di Gesù erano serrate... Il silenzio di Gesù diceva tutto: parlava il suo Cuore pieno di amore; era come un libro che quanto più si sfoglia tanto più vi si trova da leggere. Era un libro d'amore: solo in cielo, alla luce divina potrà essere letto e compreso. Sulla cima del Calvario ho continuato ad accompagnare spiritualmente i riti di Fatima anche senza volerlo: volevo con tutta la volontà soffrire con il mio Gesù... ... Nel pomeriggio di oggi sono stata sorpresa nell'apprendere che la mia mamma è molto ammalata. È venuto il medico; dopo averla visitata, egli mi ha ordinato di chiedere al Signore di migliorarla in salute almeno fino a domani perché io potessi dettare e mia sorella scrivere ciò che Gesù mi aveva detto. Mi è costato assai: l'ho fatto per obbedienza... Ho detto a Gesù: - Io Ti dico tutto quello che il medico mi ha ordinato. Lo faccio per obbedire. Fa' ciò che Ti darà maggiore onore e gloria, qualsiasi cosa mi costi. - Grazie al Signore, il giorno dopo mia madre stava già molto meglio. Sia benedetto! Ma soltanto oggi, martedì, possiamo terminare lo scritto. Questo sacrificio sia per amore di Gesù e di Mammina e tutto in favore delle anime... (diario, 13-5-1949).
« Mio buon padre [Pinho], ...ogni giorno pensavo di darle notizie, ma la mia croce è tanto grande che non posso disporre di me per niente. Il Signore va sempre contro i miei desideri. Per consolarlo mi sottometto a tutto. Mi piacerebbe star sola e in silenzio, ma mi è impossibile per la maggior parte del tempo: è moltissima la gente che viene a trovarmi e le mie sofferenze sono enormi. Ecco il motivo del mio ritardo...
Io non voglio sfuggire alla croce, diversamente mi nasconderei in un buco per vivere sola con Gesù; so che Egli vuole questa sofferenza e, fiduciosa nelle sue promesse circa la salvezza delle anime, con il sorriso sulle labbra ed il cuore sanguinante, ricevo e consiglio, secondo la mia ignoranza, tutti quelli che vengono a me. Non sto qui per soddisfare i miei desideri ma quelli di Gesù. Cerco di non perdere la mia unione con Lui nella Eucarestia e con i miei tre Amori: il Padre, Figlio e Spirito Santo...
... Il 17 maggio ci fu la visita pastorale in parrocchia. Mentre l'arcivescovo somministrava la Cresima, l'arciprete di Póvoa che l'accompagnava venne a visitarmi Parlammo lungamente. Nel congedarsi mi domandò cosa poteva fare per me. Ignorando cosa intendesse, gli domandai se per l'anima o per il corpo. Egli mi rispose: - Per il corpo. - Gli aggiunsi che non mi manca nulla ecc.
- E per l'anima vuole qualcosa? - Vorrei il mio direttore. - Quale? - Padre Pinho. -
- E ne ha bisogno, ne ha bisogno! Il Signore glielo darà. - Gli chiesi di baciare per me la mano dell'arcivescovo. Mi ha scritto di aver trasmesso le mie richieste. Ma quelli di Braga ritardano tanto. È martirio per noi tutti, nevvero, caro padre? Speriamo fiduciosi... » (lettera a p. Pinho, 24-5-1949).
L'anima mia è triste fino a morirne (Momenti della Passione)
... Mi pare che il Cuore di Gesù sia nel mio e dal Suo si riversi al mio l'immensità del suo dolore, il suo martirio infinito. Posso sopportare a stento il raro ma tanto pesante dondolio di quella culla morta: pare che scuota il mondo. È un segnale per risvegliarlo, ma esso non si sveglia, non si alza dal sonno, dalla morte del peccato. Ogni scossa è come tromba per avvisarlo. Potessi almeno bussare alla porta di tutti i cuori, gridare a tutte le anime di risuscitare alla Grazia e all'amore
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... Mi pare che il Cuore di Gesù sia nel mio e dal Suo si riversi al mio l'immensità del suo dolore, il suo martirio infinito. Posso sopportare a stento il raro ma tanto pesante dondolio di quella culla morta: pare che scuota il mondo. È un segnale per risvegliarlo, ma esso non si sveglia, non si alza dal sonno, dalla morte del peccato. Ogni scossa è come tromba per avvisarlo. Potessi almeno bussare alla porta di tutti i cuori, gridare a tutte le anime di risuscitare alla Grazia e all'amore di Gesù! Ma chi sono io? Sono niente, non posso fare niente. Devo soffrire questo martirio, felice se lo saprò sopportare. Devo soffrire questo fuoco divoratore nell'interno delle mie torri e l'oppressione di essere una cosa sola con quella massa, quelle pietre, quel fuoco... Ieri, giorno dell'Ascensione, questa vita che passa attraverso di me come soffio soave visse maggiormente del Cielo, unendosi a tutte le lodi di gloria, tutta immersa in un solo amore: quello di Dio. Ma io mi mantenni nella stessa morte, non mi mossi verso l'alto; sapevo che quel soffio di vita che mi compenetrava ed era mio si trovava con tutta la corte celeste immersa nello stesso amore celeste: un gaudio infinito, un mare infinito. Non fui capace di seguire quella vita, di uscire dalla mia morte... (diario, 27-5-1949).
... Nel pomeriggio di ieri mi pareva di avere due cuori: uno sentiva le ingratitudini usate contro Gesù; l'altro quelle usate verso di me; le mie mi facevano sentire di più quelle di Gesù: quanto più sentivo le mie, tanto più a fondo comprendevo la ingratitudine che soffriva il Cuore di Gesù traboccante di bontà. Mi appariva come un grande libro; per quanto mi affannassi a sfogliarlo, non giungevo alla fine delle sue pagine.
Più tardi sentii i maltrattamenti contro il Cuore e tutto il Corpo santissimo di Gesù: il Cuore era tagliato da spade, il Corpo calpestato da piedi malvagi e immondi.
Rimasi nell'Orto; si avvicinò Giuda con i soldati e per baciare Gesù, per catturarlo. Gesù stette muto durante tutto il triste tragitto. Ma il suo divin Cuore parlò sempre: era un libro eterno, il libro dell'amore. Io non lo leggevo ma lo comprendevo. Il mio divin Maestro in quel momento mi fece comprendere tutto, tutta la grandezza del Suo infinito amore. Stamattina ho fatto subito compagnia a Gesù, ma una compagnia morta: non ho potuto parlargli né provargli che Lo amavo. Come morta, ho percorso con Lui il cammino del Calvario. Ma la sua lezione di amore, la comprensione che mi ha data, mi ha servito lungo questo viaggio. Mi pareva che il suo divin Sangue scorresse per tutta la terra e in ogni luogo lasciasse scritta la parola « Amore ». Vorrei che Mammina, che gli angeli parlassero per me e mostrassero la grandezza di questo amore. Sì, è stato l'amore che si è esteso da un polo all'altro del mondo. È stato l'amore che ha obbligato Gesù a prendere la croce, a salire al Calvario sotto una scarica di battiture con tutte le carni lacerate... (diario, 17-6-1949).
I miei giorni sono terribili. Quante volte sono ricorsa al Cielo! Quante volte, abbracciata al mio crocifisso, ho invocato il dolce nome di Gesù, della cara Mammina! Che settimana di lotta! Non so come si possa soffrire tanto. Dico di non sapere, ma so: è Gesù che continua a soffrire in me la sua Vita, la sua Passione santa. Non lo dubito.
La mia tristezza era molto dolorosa, profonda. Non erano le mie labbra che parlavano; non so chi parlava nel mio cuore ripetendo « l'anima mia è triste fino a morirne ». Quando udivo questo, non ero io a dirlo, sentivo veramente la tristezza, ma tristezza mortale. Mi richiamava la tristezza di Gesù, ciò che ha sofferto e soffre e Gli dicevo: - Accetta, mio Gesù, la mia tristezza per allietarti; accetta il mio dolore per addolcire il Tuo. - Sento di avere un letto di spine per il mio corpo e un altro uguale per il cuore; né l'uno né l'altro si possono liberare dalle spine. Sono spine che mi servono da letto e spine che mi coprono. Sono tanto ferita e tanto impigliata in esse; sono come inchiodata sulla croce, senza possibilità del minimo movimento. Mi trovo come un uccello che volava e glielo hanno impedito: tra queste spine, non posso volare neppure verso Gesù. Tutto il mondo è tenebre, e tenebre sono fuori del mondo. Che terribile abisso! Le onde agitatissime di un mare immenso di tenebre cadono su di me con la furia della più terrificante tempesta. Queste onde vengono verso le mie torri, si scagliano con violenza, sia dentro che all'esterno di esse, da una parte e dall'altra, minacciano distruzione. Sono onde, ma non spengono il fuoco in cui ardono...
Ieri, a misura che le ore passavano, la stessa voce degli altri giorni ripeteva, sempre dentro di me: « l'anima mia è triste fino a morirne »... L'anima piangeva assai, ma bramava la morte: solo morendo avrebbe dato la vita a tutta l'umanità. ... - Figlia mia, mia cara figlia,... alla superficie del tuo cuore vivi tu, nell'intimo vivo Io. Il mio Cuore è fuso con il tuo. Io vivo la vita divina, la vita di amore; ma la ferita, il dolore causatomi dai peccatori è là nell'intimo e traspare nell'amore. Per questo tu senti la grandezza del mio amore divino, la gravità delle offese, le ansie e le tenerezze del mio amore infinito; provi nausea per tante miserie e allo stesso tempo senti di essere la miseria stessa, il veleno di tutto. Sei vittima; possiedi il mio divin Cuore; senti ciò che Esso sente; senti la tua miseria e la miseria umana. E perché abbia questi sentimenti e tale martirio, ho fuso nel tuo il Mio Cuore. Non meravigliarti di non saper vivere: questa vita non è tua; non ti ho scelto se non per necessità urgente della umanità... (diario, 24-6-1949).
« Metti la mano nella piaga del mio Cuore »
Il mio letto, il mio letto di spine è stato anche letto di fuoco. Queste spine penetrano, feriscono e bruciano al tempo stesso... Che spine, che fuoco è questo, mio Gesù? Oh, che sofferenza! E' il tuo divino amore che trionfa, è lui che mi obbliga a cercare nella croce la mia delizia: solo soffrendo sto bene... Talvolta sono indicibili, insopportabili le ansie di amore, le nostalgie per il Cielo... Vorrei veder tutto il mondo ardere in vive fiamme di amore che arrivassero sino al cielo... ... - Mi
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Il mio letto, il mio letto di spine è stato anche letto di fuoco. Queste spine penetrano, feriscono e bruciano al tempo stesso... Che spine, che fuoco è questo, mio Gesù? Oh, che sofferenza! E' il tuo divino amore che trionfa, è lui che mi obbliga a cercare nella croce la mia delizia: solo soffrendo sto bene... Talvolta sono indicibili, insopportabili le ansie di amore, le nostalgie per il Cielo... Vorrei veder tutto il mondo ardere in vive fiamme di amore che arrivassero sino al cielo... ... - Mi consoli con le tue ansie. ... Ricevi, figlia mia, il tuo alimento, la goccia del mio Sangue divino,... Fiore eucaristico, bianca colomba, compagna dei miei sacrifici, confida... Fortunata l'anima che accetta la croce e l'abbraccia; ... fortunata la vittima scelta per accogliere il Sangue del suo Signore; fosti scelta da Me perché Lo custodissi in te, perché attraverso a te fosse dato alle anime... - (diario, 15-7-1949).
... Il letto delle mie spine arde sempre: il fuoco penetra fin dove esse arrivano. Mi sento tutta ferita... Non vi è nulla del mio essere che non sia consumato dal fuoco... Tutti i miei sensi continuano ad essere il veleno della umanità... Le mie torri continuano ad essere incendiate da fuoco distruggitore; solo di tanto in tanto mi fanno sentire il loro vigore; esse sono come un corpo che va perdendo la vita di momento in momento... - Figlia mia, sai chi ti chiama e perché? È il tuo Gesù che ti invita a mettere la mano nella piaga del suo Cuore divino. Vieni e contempla le mie divine piaghe. - Forzata, non so come, fui obbligata a mettere la mia destra nel costato di Gesù e di lì nella piaga profonda del suo divin Cuore. Vidi che era grande, immensamente grande: era proprio un mondo.
Questo invito di Gesù mi intimorì e Gli dissi: - Tu mi inviti a mettere la mano nel Tuo divin Cuore come hai fatto con l'apostolo Tommaso? Questo mi rattrista: è forse perché dubito di Te?... Ma io credo, credo che sei il mio Gesù, credo anche nelle tenebre e nel dolore; non permettere che io dubiti; non voglio darti dispiacere. - Mi soffermai con la mano in quella piaga mondiale; da essa usciva verso il mio petto un sole dai raggi dorati; dalle piaghedei piedi salivano e da quelle delle mani scendevano verso di me altri raggi uguali, ma meno numerosi. Al di sopra di Gesù vi era una colomba bianca, con le ali distese che lasciava cadere su di noi una pioggia di raggi di luce. Così io potevo vedere meglio le piaghe del mio Gesù. Era tanto bello! Su Gesù e su di me pareva vi fosse il cielo; ma Gesù era il Cielo stesso: tutto luce, tutto amore. - Non ti deve rattristare, figlia mia, il mio invito a mettere la tua mano nel mio divin Cuore: è perché tu veda che in questa piaga immensa vi è posto per tutta l'umanità. Voglio che tu faccia entrare qui tutte le anime... Sei signora di questa piaga, di questo Cuore, con tutte le sue ricchezze: distribuiscile, arricchisci le anime; le amo tanto! Questo amore tanto intenso è così poco corrisposto! Consolami, vittima e sposa mia. - Io volevo consolarlo e non sapevo come: il mio dolore era profondo; Glielo offersi... (diario, 22-7-1949).
... Non cerco di comprendere la mia vita, ma, mio Dio, cerco e voglio fare solo in tutto la tua volontà. Mi sento trascinata e calpestata da tutta l'umanità; sento la giustizia del Signore su di me; sento il mio letto di spine che brucia, tra fiamme di cui non vedo la fine. Tutto il mio essere è compenetrato da questo fuoco e, nonostante sia così bruciata, i miei sensi hanno sempre tanto veleno che non contagia solo l'umanità intera ma, se esistessero, potrebbe avvelenare milioni di mondi. Che veleno, mio Dio! Che veleno di morte eterna! Le mie torri sono là diritte, ardono nel fuoco che nulla risparmia; hanno perduto ogni vigore; esistono, ma pare diano segno della loro esistenza soltanto di secolo in secolo. Mio Gesù, non so dire altro, tanto grandi sono la mia oscurità ed ignoranza...
... Passai all'Orto, ma un orto mondiale. Dovetti associarmi a Mammina: attirava a Sè il mio cuore. Questo intuiva e sentiva il Suo dolore, come Ella intuiva e sentiva tutto il dolore del Suo Gesù. Il Suo Cuore mormorava tra profondi sospiri: - Figlio mio caro, quanto soffri! - Lacrime copiose scendevano sulle Sue guance santissime.
Gesù soffriva in grande agonia per le sofferenze che lo attendevano e per quelle di Mammina. Cuori tanto uniti! Dolori in un solo dolore!... (diario, 29-7-1949).
« Quanto belle tu fai molte anime! »
... Sono piena di paure: sono i visitatori che mi causano questo martirio; mi si avvicinano come se venissero da tutto il mondo. La mia natura non li può sopportare. Devo riceverli: voglio compiere la volontà del Signore. A Sua imitazione voglio amarli, consolarli; vorrei perfino abbracciarli e accoglierli nel mio cuore. Ma non posso, mi nauseano. Ciononostante, li voglio, li amo tanto come se fossero miei...
Sono ben lontana dall'essere perfetta, dall'usare con tutti la carità di Gesù. Aiutami, o Signore, convertimi, fa' che assomigli al Tuo
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... Sono piena di paure: sono i visitatori che mi causano questo martirio; mi si avvicinano come se venissero da tutto il mondo. La mia natura non li può sopportare. Devo riceverli: voglio compiere la volontà del Signore. A Sua imitazione voglio amarli, consolarli; vorrei perfino abbracciarli e accoglierli nel mio cuore. Ma non posso, mi nauseano. Ciononostante, li voglio, li amo tanto come se fossero miei...
Sono ben lontana dall'essere perfetta, dall'usare con tutti la carità di Gesù. Aiutami, o Signore, convertimi, fa' che assomigli al Tuo divin Cuore! Bramo di amarti e di amare il mio prossimo... - Mio Gesù, sei certamente triste per me: ho tanti e grandi difetti. Non leggi nel mio cuore? Senza volerlo aborrisco le visite e al tempo stesso le amo.
Vorrei chiederti il permesso di non dettare più nulla: sono satura di tanti scritti. -
- Confida! Tutto questo è vita mia in te. Per causa del peccato dovrei aborrire le anime; ma no, le voglio per Me; voglio salvarle.
Ti ho messa sui miei sentieri perché le conduca a Me. Scrivi ancora per qualche tempo. Non chiedere; aspetta odini. Tutto nella tua vita è mezzo di salvezza... (diario, 5-8-1949). ... Io soffro molto ed ancor più per non poter soffrire maggiormente. Ciò che soffro non mi basta; non mi soddisfa... Mio Dio, come riparare la tua Giustizia divina? Accetta i meriti infiniti di Gesù, la Sua Passione e Morte uniti ai dolori e alle lacrime della cara Mammina... io non ho nulla da darti: soffro e non soffro nulla. Vorrei avere sofferenze infinite per riparare un Dio infinito. Guarda, o Gesù che tutto comprendi, il dolore e l'agonia della mia anima... Ieri pomeriggio... ho sentito come se l'anima piangesse nella massima tristezza ed amarezza, non solo su una città, ma sul mondo intero. Mentre l'anima piangeva, le lacrime tentarono uscire dagli occhi del corpo e scendermi sulle gote; mio Dio, che dolore! Mi sono vinta, ho nascosto le lacrime e non ho pianto. La mia agonia non era soltanto sul terreno dell'Orto: agonizzavo in tutta l'umanità. Durante la notte mi unii il più possibile a Gesù; in questa unione ho percorso il cammino del Calvario... - Figlia mia, per un mondo di dolore un mondo di amore; il tuo dolore è mondiale, si estende a tutta l'umanità. Per essa soffri ma per mezzo tuo il povero e ingrato mondo riceve il mio amore: è attraverso a te che glielo do. Ti do amore per le anime; pace, conforto e luce per il tuo cuore. Dovrei cessare di essere Dio, mia sposa cara, se non ti dessi la mia grazia, la mia forza, tutte le mie ricchezze, tutto il mio amore per il tuo così grande martirio... Coraggio!... Quanto è bella la tua anima e quanto belle tu fai molte anime! - O mio Gesù, vedi come sono piccola, vedi il mio dolore; vedi che io sono niente e Tu sei tutto... Io vorrei piangere ai Tuoi piedi le mie miserie e colpe. Perdonami, Gesù, e perdona al mondo! - Vi è motivo per le lacrime: tu sei vittima; l'ora è grave. Le famiglie, le spiagge, i casinò, i cinema sono nella febbre di crimini innominabili. Le mie chiese sono vuote, le anime fuggono da Me; non si avvicinano ai miei tabernacoli e, tra quelle che lo fanno, poche ci vanno con le debite disposizioni, poche Mi amano. Dammi dolore, dammi riparazione... - ... (diario. 26-8-1949).
... Passai il giorno 7 [settembre] senza Comunione: sentii con molta sofferenza la mancanza di Gesù. Giunse il giorno 8, festa della Natività di Mammina: da dodici giorni Le preparavo un mazzo spirituale di piccole cose, mortificando me stessa e i miei desideri. Pensavo di presentarglielo per mezzo di Gesù, perché soltanto Lui sa e può darle cosa degna di Lei. Mentre facevo questi piccoli sacrifici fissavo il Cuore di Gesù dicendogli: - Te li consegno. - Ero certa che Egli, con la Sua sapienza e con il suo valore infinito, Le avrebbe preparato un mazzo molto bello. Fin dal mattino L'ho cercata e Le ho fatto gli auguri; mi sono consacrata a Lei e Le ho detto: - Mammina, mostra che mi sei Madre. Non lasciarmi senza Comunione in questa tua festa. - Umanamente, nulla mi rallegrò quel giorno: in ogni istante vi fu in me la morte. Era già tardi quando venne un sacerdote che mi confessò e andò a prendermi Gesù. Il mio corpo soffriva orribilmente. Appena Gesù scese nel mio povero cuore, l'anima visse una vita nuova, non di godimento completo, ma di maggior luce e conforto. Chiesi allora a Gesù di dire tutto a Mammina; soltanto Lui sapeva darle ciò che il mio cuore desiderava. Il corpo continuò a soffrire il doloroso martirio, ma l'anima poté godere di maggiore amore, soavità e pace... (diario, 9-9-'49). ... Mio Dio, mio Gesù, mi pare che sono un essere inutile. Ecco la Tua schiava, la Tua vittima. Non sono capace di bene e sono capace di tutto il male... A Gesù, ai miei Amori tanto cari, che darò? Nulla, all'infuori di ansie di amarli: essere pura e perfetta in tutti i miei atti, avere nel cuore soltanto la carità di Gesù verso tutti; ma anche questo non è mio, è soltanto Suo. Povera me, sono nulla, non esisto.
Mi piacerebbe essere medicina per tutti i mali, soccorso per tutte le afflizioni, gioia per tutte le tristezze; tutto questo per amore di Gesù e delle anime; e non posso fare nulla! Sono convinta che Gesù lo fa per me in tutto quello che sarà di onore e gloria per il bene delle anime stesse... (diario, 16-9-1949).
« Avvolgi col mio Rosario il mondo intero »
Notte angosciosa, notte di martirio per me. Soffrii contenta: quanto più dolore, tanto più unione con Gesù... Dopo la Comunione... udii Gesù: - L'anima che desidera amare Me sopra ogni cosa, che vuole seguire Me, non cerca altri cammini se non quelli che conducono a Me, per quanto dolorosi e spinosi essi siano; è un'anima pura, innamorata, è un cuore ardente che non ha altre ansie se non amare Me e compiere la mia divina volontà. Confida, figlia mia: sei tu quest'anima innamorata, pura, questo cuore ardente che vuole solo ciò che lo voglio... L'umanità è pazza nei piaceri: che cumulo di iniquità! I sacerdoti, i miei discepoli, tanto indegni discepoli dai quali Io tutto speravo, Mi offendono sacrilegamente. Dammi riparazione per le anime. Tu pure conosci alcuni di coloro che sono sull'orlo dell'inferno; ti dico chi sono. - Pietà di me, pietà per loro, o Gesù! Consentimi di dirti, se non Ti dispiaccio, che non vorrei sapere chi sono: soffro con la stessa volontà, Ti do tutta la sofferenza che esigi da me, ma preferirei dartela senza sapere per chi... Ti rattristo forse? - Non rimango triste, anzi con ciò Mi consolo. Questo tuo atto eroico e puro è già grande riparazione per quegli infelici. - ... Venne poi Mammina: aveva un manto bianco e dorato. Mi prese tra le braccia, mi accarezzò, avvolse attorno alle mie mani il Rosario che pendeva dalle Sue e così pure la croce del Rosario, dopo averla baciata: - Figlia mia, Io sono la Vergine del Rosario: gioisco quando vedo che tu ne consigli la recita di almeno una terza parte, per onorarmi. Continua a farlo: è devozione di salvezza. Il mondo agonizza e muore nel peccato. Voglio preghiera e penitenza. Avvolgi, figlia mia, in questo Rosario coloro che ami e che sono tuoi: anch'Io li amo e Gesù pure; avvolgi chi si raccomanda alle tue preghiere; avvolgi il mondo intero, in un mazzo, come Io ho avvolto te; stringilo al tuo cuore come Io ti ho stretta fra le braccia... - ... (diario, 1-10-1949) (primo sabato).
Quanta innocenza perduta! (Momenti della Passione)
... Ieri, con l'anima più schiarita ed il dolore più addolcito, cominciai a sentire e a vedere, con gli occhi dell'anima, i preparativi per la Cena di Gesù. Sentivo che si eseguivano i miei ordini. Io stessa dovevo essere la vittima, l'agnello immolato, l'unico e vero cibo di quella cena. A notte rimasi a tavola con Gesù e gli apostoli nel grande locale. Come Giovanni sentii che appoggiai il mio capo sul petto di Gesù; sentii quella unione, quell'amore che Gesù e Giovanni sentirono in quell'ora. In un istante fui come trasportata nell'Orto. Il cumulo delle sofferenze formò nel mio petto una grande montagna: era tanto alta da toccare il cielo. Il cuore si aprì, la incendiò, la coprì di amore... Questa mattina... ho presa la croce, l'ho abbracciata, sono andata verso il Calvario. Quella tremenda montagna, grande come se fosse l'intero mondo, è caduta su di me e io, oppressa da questa, ho proseguito il cammino, marcandola con il mio sangue.
Dopo due ore di croce ho sfondata, ho spezzata la montagna: mi pareva di trionfare su di essa... Gesù è spirato; ha regnato la morte, la morte che ha dato ogni vita...
Alcuni momenti dopo L'ho visto trascinato per strade oscure da una enorme moltitudine di sconosciuti... ... - Sai chi Mi maltratta e ferisce? Sono i peccatori, con tanti modi di peccare... Mi trascinano vecchi e giovani, grandi e piccoli. I fanciulli, i fanciulli, le pupille dei Miei occhi, oh, quanto sono trascinati al male! Quanta innocenza perduta! Come sono offeso dai piccoli con malizia e cattiveria! Chiedi, chiedi che si raccomandino in mio nome tutta la cura e la vigilanza per i fanciulli. Oh, il mondo, dove è incamminato, povero mondo, che cosa lo aspetta!
Gesù parlava e singhiozzava... Rimanemmo noi due uniti in profondo silenzio, ma io con un dolore di morte nel cuore... (diario, 7-10-1949).
... A volte sento necessità di gridare tanto forte affinché il mio grido echeggi nel mondo intero. Questo grido è tanto doloroso che sento come se piangessero tutto il mio corpo e tutta la mia anima. È un grido di avviso all'umanità. Io vorrei salvare il mondo intero...
Ieri passai la giornata con poche ore di sollievo: tutto era dolore; in me tutto piangeva ed io pure volevo piangere sul mondo. Non avevo vita, ma ero unita ad un'altra vita che è sempre vissuta, vive e vivrà eternamente. Il mondo impazzito, nella massima agitazione e nell'onda delle sue passioni, si rivolta contro questa vita. Io tremo e mi pare che con me tremi tutta la terra. Ero nell'Orto, bagnata di sangue, bevevo tutto il calice dell'amarezza e, senza volerlo, ripetevo in me: « la mia anima è triste fino a morirne »...
... In tutto il viaggio del Calvario non ho sentito la presenza di Gesù. Ma lassù, già issata sulla croce, ho sentito come se Gesù si rivestisse del mio corpo: Egli mi comunicava le Sue piaghe, spine e lacrime. E Mammina, presso la croce, univa le Sue alle lacrime di Gesù. Nei Loro Cuori lo stesso dolore, le stesse ansie di accogliervi il mondo intero, rivoltato e crudele. Quanto amavano! ... Che amore infinito!... (diario, 14-10-1949).
« Quanto il mondo è beneficato da te! »
...Ieri pomeriggio sentivo che andavo attorno al mondo: volevo entrare in esso... Piangevo sopra di lui; le mie lacrime erano soltanto di amore e compassione...
- Figlia mia, l'altare della vittima è di dolore e di amore: ti consuma il dolore e ti consuma l'amore. Non pensare che Io ti chieda soltanto dolore: lo voglio accompagnato dall'amore... Come è grande la tua missione, come è bella e sublime la missione delle anime, dell'amore al mio divin Cuore, all'Eucarestia! Figlia mia, quanto il mondo è beneficato da te! - O mio Gesù, quale ripugnanza io ho per coloro che vengono a farmi visita... Che stanchezza! Mi pare di non poterne più. - Figlia mia, forse che Io non avrei ragione di aborrire la maggior parte dei miei figli? E tuttavia li amo come di più non si può amare. Se tu non avessi ripugnanza, non avrebbe valore il tuo vivere. Non vedi che facendo solo ciò che piace non saresti vittima, vittima grande, vittima amata? Coraggio! Confida in Me: tu stai facendo tutta la mia divina volontà. Il tuo vivere è la fase più difficile di una vittima... - ... (diario, 21-10-1949).
... - ... Figlia mia, ripeti sempre la preghiera che ti ho insegnato tanti anni or sono: « O mio Gesù, io credo che sei presente in me; io Ti adoro e confido che non mi abbandoni un solo istante ». ... Ripetila con tutto il cuore... È un atto di fede e di fiducia. Sono con te, sempre con te. Quando te la insegnai sapevo già la fase dolorosa, la più dolorosa che avresti dovuto attraversare. Coraggio. Ti ho già detto che l'altare della vittima è altare di dolore e di amore... - ... (diario, 28-10-1949).
«Voglio anime eucaristiche»
... Desideravo fare la Comunione: soltanto la venuta di Gesù nel mio cuore tanto indegno e vuoto poteva tranquillizzarmi e soddisfarmi. Venne infine e scese subito nella mia indegna abitazione. Poco dopo trasformò la mia anima in luce, incendiò il mio cuore e mi disse con dolcezza: - Figlia mia, perla preziosa che adorni le pissidi della mia Eucarestia! Io voglio cuori ardenti, anime eucaristiche che Mi diano riparazione e consolazione nelle mie prigioni di amore. Ne ho poche che si avvicinano a Me con la purezza e i sentimenti di cui sono degno. Oh, quanto soffro! Mio fiore eucaristico, tu mi ami e mi consoli... - (diario, 5-11-1949).
... - Confido, mio dolcissimo Gesù, che invisibilmente Tu mi aiuti. -
Voglio che la mia fiducia giunga fino a questo: non temere nulla, nulla; tutta la mia vita, tutto il mio soffrire riguarda Gesù e non me... Sul Calvario non L'ho veduto spirare ma ho sentito la morte nella mia anima... Poco dopo ho udito la voce di Gesù: -
Figlia mia, ... è il Crocifisso del Golgota che ti ama tanto; e perché ti ha tanto amata ti ha resa simile a Sé con la crocifissione reale... Ha fatto di questo tuo calvario un altro calvario di salvezza. Sei contenta di questa prova di amore del tuo Gesù? - ... - Sì, Gesù, sono contenta con la tua divina volontà; solo essa mi dà gioia. Ma temo di me stessa, sempre timorosa di me. Che Tu mi lasciassi avvicinare a Te per riceverti nella sacra Eucarestia, sarebbe già molto, tutto... ma comunicare con me e parlarmi,... arricchirmi di tante altre grazie, o Gesù perdonami, mi costa credere che Tu possa fare questo in me, tanto povera, tanto nulla, solo piena di miserie. - È proprio dell'anima pura, piccola, umile l'essere vera sposa di Gesù... - ... (diario, 11-11-1949).
«Se ti chiedessi la mamma, me la daresti?»
... Ho passato la giornata di ieri come se dormissi sul suolo dell'Orto. La mia giornata non rappresentava un giorno, ma una vita di molti anni; ma ero là senza lasciarlo trasparire. Verso sera vidi la croce che doveva essere mia e su di essa non vi ero crocifissa ma nell'incrocio dei due bracci vi era il mio cuore: lo vidi solo per un momento, ma sentii che visse in croce dal momento che ebbe vita. Ardeva d'amore per la terra; sembrava che la riscaldasse con quell'amore; e con tutta dolcezza la chiamava a sé. Si alzò una tempesta furiosa contro quel cuore che io sentivo essere mio e fu tale la sua violenza che il mio corpo dalla testa ai piedi fu come investito di spine che lacerarono tutto il mio essere fino all'anima. Rimasi tutta in sangue, in profonda agonia: fu questo il mio Orto... Questa mattina, quando mi preparavo alla Comunione, Gesù nella sua bontà mi ha preparato un nuovo calvario: il peggioramento di mia madre, che mi ha sorpreso. Temendo di restare senza di lei, per quanto rassegnata, ho pianto molte lacrime; il cuore ha sanguinato: per tutto ho lodato il Signore. Camminavo verso il Calvario e sentivo che Gesù camminava dentro di me e nel suo divin Cuore portava anche Mammina... Ho visto Gesù morto nelle braccia di Mammina; ho sentito la tenerezza con la quale Ella Lo stringeva al Suo petto. In questo dolore di morte ho sentito che io pure morivo. Alcuni momenti dopo è venuto Gesù, mi ha dato nuova vita: - Figlia mia, è qui Gesù che viene a prendere per Sé il tuo dolore, il frutto della tua sofferenza per offrirlo all'Eterno Padre. Abbi coraggio... - Mio Gesù, mi sento un'altra... Mi sento avere l'amore e la grandezza del Cielo; il dolore è scomparso. - Figlia mia cara, è stato l'amore che ti ha curato. Tu hai la grandezza del Cielo in te, non soltanto in questo momento, ma sempre. - Però, Gesù mio, non la sento sempre; se la sentissi come ora, non mi costerebbe soffrire; non avrei paura della sofferenza perché saprei cosa darti e saprei di soffrire con perfezione... Ma io non so soffrire, nevvero? Tu sei triste perché piango? - No, figlia mia! Anch'Io ho pianto; mia Madre pure. So tutto. Dimmi, se ti chiedessi la tua mamma, me la daresti volentieri? - Do, do, mio Gesù; ma non Te la do senza lacrime; non posso; questo non lo prometto. - Nel chiedere la guarigione di mia mamma mi sentii costretta, non so come, a dire: - O Gesù, se non nuoce alla salvezza della sua anima, lasciamela ancora un po'; dammi più sofferenze; scaricale su di me e alleggerisci lei; se [questo] non è per il bene della sua anima, sono disposta a perder tutto [anche lei], ma che sia salva la sua anima. Ciò che voglio, o Gesù, è che Tu la porti direttamente in cielo: su questo non transigo. - Chiedi, chiedi, figlia mia, nulla ti sarà negato, purché non pregiudichi le anime. Ti prometto che quando chiamerò tua madre a Me la porterò direttamente in cielo. (diario, 2-12-1949).