MaM
Messaggio del 17 aprile 1984:Preparatevi in modo particolare per il sabato santo. Non chiedetemi perché proprio per il sabato santo. Ma ascoltatemi: preparatevi bene per quel giorno.

Beata Alexandrina Maria da Costa - « Metti la mano nella piaga del mio Cuore »


Il mio letto, il mio letto di spine è stato anche letto di fuoco. Queste spine penetrano, feriscono e bruciano al tempo stesso... Che spine, che fuoco è questo, mio Gesù? Oh, che sofferenza! E' il tuo divino amore che trionfa, è lui che mi obbliga a cer­care nella croce la mia delizia: solo soffrendo sto bene... Tal­volta sono indicibili, insopportabili le ansie di amore, le no­stalgie per il Cielo... Vorrei veder tutto il mondo ardere in vive fiamme di amore che arrivassero sino al cielo... ... - Mi consoli con le tue ansie. ... Ricevi, figlia mia, il tuo alimento, la goccia del mio Sangue divino,... Fiore eucaristi­co, bianca colomba, compagna dei miei sacrifici, confida... Fortunata l'anima che accetta la croce e l'abbraccia; ... for­tunata la vittima scelta per accogliere il Sangue del suo Signore; fosti scelta da Me perché Lo custodissi in te, perché attraverso a te fosse dato alle anime... - (diario, 15-7-1949).

... Il letto delle mie spine arde sempre: il fuoco penetra fin dove esse arrivano. Mi sento tutta ferita... Non vi è nulla del mio essere che non sia consumato dal fuoco... Tutti i miei sensi continuano ad essere il veleno della uma­nità... Le mie torri continuano ad essere incendiate da fuoco di­struggitore; solo di tanto in tanto mi fanno sentire il loro vi­gore; esse sono come un corpo che va perdendo la vita di mo­mento in momento... - Figlia mia, sai chi ti chiama e perché? È il tuo Gesù che ti invita a mettere la mano nella piaga del suo Cuore divino. Vieni e contempla le mie divine piaghe. - Forzata, non so come, fui obbligata a mettere la mia destra nel costato di Gesù e di lì nella piaga profonda del suo divin Cuore. Vidi che era grande, immensamente grande: era pro­prio un mondo.

Questo invito di Gesù mi intimorì e Gli dissi: - Tu mi inviti a mettere la mano nel Tuo divin Cuore come hai fatto con l'apostolo Tommaso? Questo mi rattrista: è forse perché dubito di Te?... Ma io credo, credo che sei il mio Gesù, credo anche nelle tenebre e nel dolore; non permettere che io dubiti; non voglio darti dispiacere. - Mi soffermai con la mano in quella piaga mondiale; da essa usciva verso il mio petto un sole dai raggi dorati; dalle piaghe­dei piedi salivano e da quelle delle mani scendevano verso di me altri raggi uguali, ma meno numerosi. Al di sopra di Gesù vi era una colomba bianca, con le ali distese che lasciava ca­dere su di noi una pioggia di raggi di luce. Così io potevo vedere meglio le piaghe del mio Gesù. Era tanto bello! Su Gesù e su di me pareva vi fosse il cielo; ma Gesù era il Cielo stesso: tutto luce, tutto amore. - Non ti deve rattristare, figlia mia, il mio invito a mettere la tua mano nel mio divin Cuore: è perché tu veda che in questa piaga immensa vi è posto per tutta l'umanità. Voglio che tu faccia entrare qui tutte le anime... Sei signora di questa piaga, di questo Cuore, con tutte le sue ricchezze: distribui­scile, arricchisci le anime; le amo tanto! Questo amore tanto intenso è così poco corrisposto! Consolami, vittima e sposa mia. - Io volevo consolarlo e non sapevo come: il mio dolore era profondo; Glielo offersi... (diario, 22-7-1949).

... Non cerco di comprendere la mia vita, ma, mio Dio, cerco e voglio fare solo in tutto la tua volontà. Mi sento trascinata e calpestata da tutta l'umanità; sento la giustizia del Signore su di me; sento il mio letto di spine che brucia, tra fiamme di cui non vedo la fine. Tutto il mio essere è compenetrato da questo fuoco e, nonostante sia così bruciata, i miei sensi hanno sempre tanto veleno che non con­tagia solo l'umanità intera ma, se esistessero, potrebbe avvele­nare milioni di mondi. Che veleno, mio Dio! Che veleno di morte eterna! Le mie torri sono là diritte, ardono nel fuoco che nulla ri­sparmia; hanno perduto ogni vigore; esistono, ma pare diano segno della loro esistenza soltanto di secolo in secolo. Mio Gesù, non so dire altro, tanto grandi sono la mia oscurità ed ignoranza...

... Passai all'Orto, ma un orto mondiale. Dovetti associarmi a Mammina: attirava a Sè il mio cuore. Questo intuiva e sen­tiva il Suo dolore, come Ella intuiva e sentiva tutto il dolore del Suo Gesù. Il Suo Cuore mormorava tra profondi sospiri: - Figlio mio caro, quanto soffri! - Lacrime copiose scendevano sulle Sue guance santissime.

Gesù soffriva in grande agonia per le sofferenze che lo attendevano e per quelle di Mammina. Cuori tanto uniti! Do­lori in un solo dolore!... (diario, 29-7-1949).