MaM
Messaggio del 12 gennaio 1985:Grazie a tutti quelli che stasera sono venuti a pregare e grazie anche a quelli che non sono potuti venire.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ricevo tutti per amore di Gesù


« Mio buon Padre [Umberto], le sembrerà che mi sia dimenticata di lei, ma non è vero. Giammai! Sarei ingrata se lo facessi; le prometto di ricor­darla sempre: sulla terra e in cielo. Il motivo del nostro ritardo è la nostra vita: le mie soffe­renze sono moltissime; le visite sono sempre la mia, la nostra croce, il mio tormento. Padre buono, se non fosse per amore di Gesù, della cara Mammina e delle anime, non so cosa avrei già fatto: mi na­sconderei ove non potessi più essere veduta. Non so dirle lo stato della mia anima: è dolorosissimo. Ansie, sete insaziabile di amore, ma senza amare; è una morte completa, totale di tutte le cose. Sento l'abbandono di tutti, anche se non è vero. Cammino in questa oscurità mortale senza appoggio, senza guida. Vado fidente nelle braccia di Gesù e di Mammina senza sentire che mi portano. La mia speranza è questa: non posso essere abbandonata dal Cielo, perché confido solo nel Cielo.

Accetto tutto ciò che il Signore mi dà, a qualsiasi prezzo, con l'unico fine di compiere con perfezione la Sua volontà; ma non so dove sia questa perfezione che bramo tanto. Mi sento la più imperfetta che si possa immaginare. Preghi per me, padre mio; io faccio altrettanto per lei. Deolinda ed io non possiamo dimenticare le ore che passò qui con noi. Ore tanto amare, ma che lei ha cercato di addolcire. Andrà in Brasile, verrà in Portogallo, rimarrà costì? Vi sono tanti che la desiderano qui. Mio Dio, cosa è mai il mondo! Tutti la salutano, specialmente Deolinda. Ella è sempre la « brontolona dei tempi ormai passati... » (lettera a d. Um­berto, 6-5-1949).

È tale il rigore della giustizia di Dio, è tale il suo peso che mi schiaccia, da spremermi dagli occhi e da tutti i sensi il ve­leno nauseante e vergognoso che avvelena tutta l'umanità. È da me che esce: è un veleno che racchiude tutte le malizie ed è su di me che piomba il castigo di tutte le iniquità... La culla mortale che mi serve da letto dondola di tanto in tanto. La terra morta su cui si trova è aperta da vulcani dai quali pare escano fuoco e tormenti infernali. Presso la bocca di quei vulcani si odono gemiti di anime, ruggiti di demoni che pare mi strappino il cuore [per portarlo] là. O mio Dio, in che pericolo mi trovo! Il mio corpo è morte e nello stesso tempo è un inferno. Quanto è spaventosa la giustizia divina, e io non posso sfuggirle! ... In mattinata ho camminato verso il Calvario in un silenzio indicibile. Nel mio cuore le labbra di Gesù erano serrate... Il silenzio di Gesù diceva tutto: parlava il suo Cuore pieno di amore; era come un libro che quanto più si sfoglia tanto più vi si trova da leggere. Era un libro d'amore: solo in cielo, alla luce divina potrà essere letto e compreso. Sulla cima del Calvario ho continuato ad accompagnare spiritualmente i riti di Fatima anche senza volerlo: volevo con tutta la volontà soffrire con il mio Gesù... ... Nel pomeriggio di oggi sono stata sorpresa nell'apprendere che la mia mamma è molto ammalata. È venuto il medico; dopo averla visitata, egli mi ha ordinato di chiedere al Signore di migliorarla in salute almeno fino a domani perché io potessi dettare e mia sorella scrivere ciò che Gesù mi aveva detto. Mi è costato assai: l'ho fatto per obbedienza... Ho detto a Gesù: - Io Ti dico tutto quello che il medico mi ha ordinato. Lo faccio per obbedire. Fa' ciò che Ti darà maggiore onore e gloria, qualsiasi cosa mi costi. - Grazie al Signore, il giorno dopo mia madre stava già molto meglio. Sia benedetto! Ma soltanto oggi, martedì, possiamo terminare lo scritto. Questo sacrificio sia per amore di Gesù e di Mammina e tutto in favore delle anime... (diario, 13-5-1949).

« Mio buon padre [Pinho], ...ogni giorno pensavo di darle notizie, ma la mia croce è tanto grande che non posso disporre di me per niente. Il Signore va sempre contro i miei desideri. Per consolarlo mi sottometto a tutto. Mi piacerebbe star sola e in silenzio, ma mi è impossibile per la maggior parte del tempo: è moltissima la gente che viene a trovarmi e le mie sofferenze sono enormi. Ecco il motivo del mio ritardo...

Io non voglio sfuggire alla croce, diversamente mi nascon­derei in un buco per vivere sola con Gesù; so che Egli vuole questa sofferenza e, fiduciosa nelle sue promesse circa la sal­vezza delle anime, con il sorriso sulle labbra ed il cuore san­guinante, ricevo e consiglio, secondo la mia ignoranza, tutti quelli che vengono a me. Non sto qui per soddisfare i miei desideri ma quelli di Gesù. Cerco di non perdere la mia unione con Lui nella Eucarestia e con i miei tre Amori: il Padre, Figlio e Spirito Santo...

... Il 17 maggio ci fu la visita pastorale in parrocchia. Mentre l'arcivescovo somministrava la Cresima, l'arciprete di Póvoa che l'accompagnava venne a visitarmi Parlammo lungamente. Nel congedarsi mi domandò cosa poteva fare per me. Ignorando cosa intendesse, gli domandai se per l'anima o per il corpo. Egli mi rispose: - Per il corpo. - Gli aggiunsi che non mi manca nulla ecc.

- E per l'anima vuole qualcosa? - Vorrei il mio direttore. - Quale? - Padre Pinho. -

- E ne ha bisogno, ne ha bisogno! Il Signore glielo darà. - Gli chiesi di baciare per me la mano dell'arcivescovo. Mi ha scritto di aver trasmesso le mie richieste. Ma quelli di Braga ritardano tanto. È martirio per noi tutti, nevvero, caro padre? Speriamo fiduciosi... » (lettera a p. Pinho, 24-5-1949).