... [Nell'Orto] vidi i soldati cadere per terra e udii Gesù dire: - Ve
l'ho già detto che sono Io: se cercate Me, eccomi qui. - Fu legato e
condotto ai tribunali. Lo accompagnai. Stamane ho veduto la colonna e
la catena con cui fu legato per essere flagellato.
Dopo la condanna a morte, sono andata con Lui verso il Calvario; con
Lui ho portato la croce. Non so come ho potuto mettere nel cuore il
mondo intero: lo portavo come il maggior tesoro, lo amavo tanto ed egli
era ingrato verso di me; vedevo che mi coronava di spine, mi
flagellava, mi crocifiggeva; era lui a farmi spargere il sangue fino
all'ultima goccia. Ciononostante non cessavo di amarlo, di
abbracciarlo in un abbraccio eterno per consegnarlo all'Eterno Padre.
Il dolore era immenso; le attenzioni e l'amore erano infiniti.
Inchiodata sulla croce, ho continuato o, per meglio dire, Gesù ha
continuato a vigilare su quel tesoro che aveva nel suo Cuore divino. Io
sentivo e vedevo Gesù mentre contemplava il mondo, ansioso di dargli
tutta la grazia e la bellezza: solo con la Sua morte sarebbe stata
completata l'opera. L'agonia di Gesù aumentava, il Sangue scorreva da
tutte le piaghe; Egli fissava sempre il suo tesoro che si abbelliva
ognor più, assetato di farlo più suo e di consegnarlo al Padre sempre
più bello. Il mio Gesù mi ha fatto sentire tutto questo che dico e lo
ha impresso nel mio cuore in modo indelebile. Ho udito la sua Voce
divina che diceva: « Consummatum est, è tutto compiuto. Padre, nelle
Tue mani affido il mio Spirito ». La mia anima, senza Gesù, è rimasta
come in un deserto, nella maggior desolazione. Egli è venuto senza
indugio e mi ha chiamata: - Figlia mia, Io sono la Vita, vivi di Me; Io
sono il cammino, seguimi senza luce, nel dolore, senza vita... -
(diario, 28-4-1950).
... Era già notte avanzata ed io sentii come se Qualcuno mi prendesse
per mano e mi guidasse verso l'Orto. Giunta colà, sentii che Gesù unì
il suo Volto divino al mio, fece sì che con Lui mi prostrassi per terra
e mi disse: - È ben duro questo suolo; però i cuori sono molto più
duri: aiutami a penetrare in essi, soffri con Me. - Lì sudai sangue con
Gesù, ebbi con Lui la visione del grande casco di spine collocato sul
mio capo; con Lui fui messa in croce: sentii che i miei chiodi ci
trapassavano entrambi. Un Cuore, ma non era il mio, ardeva in fiamme;
questo fuoco splendeva nel martirio. Liberata dalla croce, sentii e
vidi con l'anima Gesù morto nelle braccia di Mammina: le braccia inerti
pendevano nel mio grembo. Io parevo Gesù morto e parevo Mammina con
Lui; è ciò che sentii. Terminò il mio Orto con l'anticipo di tutti i
dolori... Questa mattina sono andata al Calvario... Dopo la morte, Gesù
mi ha parlato: - ...Vengo a chiederti ciò che in mio nome venne a
chiedere a Fatima la mia Madre benedetta: penitenza, preghiera,
emendamento di vita... Dammi il tuo dolore... Lo esigono i peccati di
lussuria, le iniquità degli sposi e delle anime pie a Me consacrate, lo
esigono le vanità. Perché tanto sperpero? lo posso dire con tutta
ragione ciò che Giuda disse [circa il profumo versato dalla Maddalena]:
«perché tanto sperpero?». Questo sperpero grida al Cielo: ciò che si
spreca in vanità estinguerebbe la fame a tanti affamati, coprirebbe
tanti ignudi. Diffondi, figlia mia, di' al mondo le mie lamentele. -
Mio Gesù, vuoi che io dica di più di quello che ho detto? Io non ho
volere, se no, non vorrei dire nulla. Vuoi da me qualcosa oltre il
dettare? - No, no, figlia mia; detta ciò che ti dico; lo diffonda chi
ha il diritto di farlo. Abbi coraggio ancora un po': verrai presto in
cielo... - ... (diario, 5-5-1950).