... Non cerco per me onori, lodi, neppure gloria celeste: il mio fine è
Dio, soltanto Dio; è la sua gloria che io cerco; voglio soltanto amarlo
e onorarlo. Ho già detto che, se mi offrissero il mondo con tutti i
suoi onori e ricchezze e con la sottomissione di tutti a me, a patto
che io desistessi un solo momento di amare Gesù, anche riamandolo poi
con maggiore amore, io non cederei; sì, perdere il mondo con i suoi
incanti, perdere gli onori e tutti i poteri, ma amare Gesù
incessantemente. Oggi dico di più: se mi offrissero il cielo per
esserne padrona a patto di desistere un solo momento di amare Gesù,
rinuncerei al cielo eternamente: Gesù, solamente Gesù, questo è l'unico
amore che voglio. Per Lui ogni onore e gloria della terra e del
cielo... Udii la sua voce divina: - Figlia mia, luce del mondo, fiore
eucaristico,... ascolta la voce del tuo Gesù che non si inganna né ti
inganna... Tu vivi della vita divina... - Io ero immersa in un qualcosa
che mi dava una pace soavissima, pur non avendo luce e pure avendo in
cuore un dolore profondo. Al termine delle sue parole, vennero da Lui
verso di me onde di fuoco soave e confortante. - Gesù, Gesù, come sei
buono! ho ricevuto in questo momento la tua luce e con essa è scomparso
tutto il dolore. - Figlia mia,... in Me, per Me e con Me, ogni dolore è
soave, ogni peso è lieve. Saziati, confortati, preparati per altro
dolore. Dammi riparazione, chiedi al mondo riparazione per il mio divin
Cuore e per quello della Mia Madre benedetta. Chiedi al mondo
riparazione per placare la Giustizia divina... - Gesù parlava ancora e
già le mie orecchie udivano tuoni tremendi: il cielo squarciato mandava
lingue di fuoco su tutta la terra. - O Gesù, non ne posso più. Ho
paura; mi pare di morire. Mi ricordo di un sogno avuto giorni fa; non
vedo differenza tra quel sogno e questa visione. - Hai obbedito bene
all'ordine che ti fu dato di dettare tutto senza preoccuparti se è
sogno o realtà? Non fu sogno quello che hai avuto 15 giorni fa: fu la
stessa visione che ti ho fatto vedere ora. Sono messaggi che per mezzo
tuo invio al mondo. Avvisa con i tuoi scritti... Non sei tu che parli,
ma è Gesù che parla per bocca tua e attraverso i tuoi scritti. Non
apparisci tu, non mostri te stessa, ma appare la tua vita messa a
disposizione di Gesù che si diffonderà nel mondo intero, servendosi di
coloro cui è toccata l'alta missione di farlo. - (diario, 19-5-1950).
... Ho teso a Gesù le braccia per accogliere tutto e ad ogni momento
quanto Gli piace mandarmi. Solo così, volendo ciò che Egli vuole e
accettando ciò che manda e permette, la vita, che sarebbe un inferno, è
un paradiso. Dio lo vuole, Dio lo manda: accetto.
Il cuore sanguina, si sgomenta; la volontà sorride e abbraccia tutto
ciò che viene dal cielo come dono di Gesù. Solo così il dolore ed il
timore di quanto avviene ogni momento hanno attrazioni, dànno gioie e
dolcezze. ... Ieri, giovedì, per tutto il giorno la mia anima
piangeva: non erano lacrime di un giorno, ma di una vita intera. Io
sorridevo a tutto, sorridevo alla vita come se ignorassi quelle
lacrime, ma esse cadevano e io le sentivo vivamente cadere. Trattavo
di tutte le cose e il mio pensiero era sempre nell'Orto. Camminavo da
ogni parte e il mio cuore viveva sempre là. Non valeva la pena di
preannunciare [agli apostoli] quelle sofferenze: non sarei stata
compresa. La mia vita era collegata all'Eterno Padre: io ero venuta per
Lui e la mia vita era uguale alla Sua. Questa vita era separata dalla
terra. Sapessi parlare di questo! Sapessi esprimere ciò che sento! Ma
non so; è segno che Gesù non vuole; sono ignorante. Soltanto quando
camminavo verso l'Orto e vi entrai veramente chiamai a me il mondo, me
ne rivestii e ne assunsi tutta la responsabilità. Fu allora che cadde
su di me la giustizia dell'Eterno Padre. Sentii il suo abbandono e
sentii che Egli non era dalla mia parte come lo era stato fino allora.
Vidi l'insieme delle sofferenze: agonizzai e il sangue ruppe le vene,
bagnando la terra... (diario, 26-5-1950).
... In tutta la giornata di ieri non potevo sviare il mio spirito
dall'Orto: ma, in me, una vita suprema mi addolciva il dolore. Questa
vita aveva in sé la visione ed il ricordo di essere disceso alla terra
inviata dal Padre; fu la volontà ferma e totale di compiere la volontà
dell'Altissimo che alleggerì il dolore di quel giorno, che non pareva
di un giorno ma di molti anni. Parlavo, camminavo, lavoravo con il
mondo nel cuore. Soltanto a notte il mondo uscì da me e rimasi
[schiacciata] tra esso ed il suolo dell'Orto, in agonia, a sudar
sangue, trattata crudelmente dal mondo. Fu il mondo intero a
schiacciarmi, a lacerarmi con duri colpi e a ferirmi il cuore. ...
[Dopo la morte sul Calvario,] Gesù mi ha detto: - Figlia mia, quanto
più l'anima si umilia, tanto più Io la amo e scendo fino a lei. È nei
piccoli, nelle anime pure ed umili che lo trovo le mie delizie. Io sono
l'Agricoltore divino; lavoro, semino nelle anime le mie grazie, i
tesori infiniti del mio Cuore. Ma queste sementi germinano in ben
pochi cuori! Quasi nessun terreno dà a Gesù il raccolto desiderato... O
figlia mia, Io voglio essere amato e da te lo sono... Qui [in te] posso
seminare; in questo terreno è abbondante il raccolto: con questo
rendimento si salvano le anime a migliaia, a milioni. - - Ah, mio Gesù,
come potrò far germogliare la tua divina Semente in tutti i cuori
freddi e lontani da Te? Povera me! Solo con la Tua grazia lo potrò. -
Va' a seminare, figlia mia: semina, coltiva, raccogli per Me. Io voglio
le anime; nulla di più posso fare per loro. - Mio Gesù, ma io non so
seminare né raccogliere! Non so portare a Te il frutto del tuo
raccolto. - - Lavora, che Io ti aiuterò: porrò sulle tue labbra le mie
parole, nei tuoi sguardi i miei. Farò sì che il tuo lavoro sia
fecondato e che per mezzo tuo il mio divino Amore sia dato ai cuori e
alle anime. Lavora, mia missionaria, missionaria dei missionari. Il
tuo dolore è potente. Darai luce con la luce di Gesù... - ... (diario,
2-6-1950).