MaM
Messaggio del 9 giugno 2003:Cari figli, in questo tempo pregate per le vocazioni sacerdotali

Beata Alexandrina Maria da Costa - «Ero venuto per il Padre. La mia vita era uguale alla sua» (Momenti della Passione)


... Non cerco per me onori, lodi, neppure gloria celeste: il mio fine è Dio, soltanto Dio; è la sua gloria che io cerco; voglio soltanto amarlo e onorarlo. Ho già detto che, se mi offrissero il mondo con tutti i suoi onori e ricchezze e con la sottomissione di tutti a me, a patto che io desistessi un solo momento di amare Gesù, anche riamandolo poi con maggiore amore, io non cederei; sì, perdere il mondo con i suoi incanti, perdere gli onori e tutti i poteri, ma amare Gesù incessantemente. Oggi dico di più: se mi offrissero il cielo per esserne pa­drona a patto di desistere un solo momento di amare Gesù, rinuncerei al cielo eternamente: Gesù, solamente Gesù, questo è l'unico amore che voglio. Per Lui ogni onore e gloria della terra e del cielo... Udii la sua voce divina: - Figlia mia, luce del mondo, fiore eucaristico,... ascolta la voce del tuo Gesù che non si inganna né ti inganna... Tu vivi della vita divina... - Io ero immersa in un qualcosa che mi dava una pace soa­vissima, pur non avendo luce e pure avendo in cuore un do­lore profondo. Al termine delle sue parole, vennero da Lui verso di me onde di fuoco soave e confortante. - Gesù, Gesù, come sei buono! ho ricevuto in questo momento la tua luce e con essa è scomparso tutto il dolore. - Figlia mia,... in Me, per Me e con Me, ogni dolore è soave, ogni peso è lieve. Saziati, confortati, preparati per altro dolore. Dammi riparazione, chiedi al mondo riparazione per il mio divin Cuore e per quello della Mia Madre benedetta. Chiedi al mondo riparazione per placare la Giustizia divina... - Gesù parlava ancora e già le mie orecchie udivano tuoni tremendi: il cielo squarciato mandava lingue di fuoco su tutta la terra. - O Gesù, non ne posso più. Ho paura; mi pare di mo­rire. Mi ricordo di un sogno avuto giorni fa; non vedo dif­ferenza tra quel sogno e questa visione. - Hai obbedito bene all'ordine che ti fu dato di dettare tutto senza preoccuparti se è sogno o realtà? Non fu sogno quello che hai avuto 15 giorni fa: fu la stessa visione che ti ho fatto vedere ora. Sono messaggi che per mezzo tuo invio al mondo. Avvisa con i tuoi scritti... Non sei tu che parli, ma è Gesù che parla per bocca tua e attraverso i tuoi scritti. Non apparisci tu, non mostri te stessa, ma appare la tua vita messa a disposizione di Gesù che si diffonderà nel mondo intero, servendosi di coloro cui è toccata l'alta missione di farlo. - (diario, 19-5-1950).

... Ho teso a Gesù le braccia per accogliere tutto e ad ogni momento quanto Gli piace mandarmi. Solo così, volendo ciò che Egli vuole e accettando ciò che manda e permette, la vita, che sarebbe un inferno, è un paradiso. Dio lo vuole, Dio lo manda: accetto.

Il cuore sanguina, si sgomenta; la volontà sorride e ab­braccia tutto ciò che viene dal cielo come dono di Gesù. Solo così il dolore ed il timore di quanto avviene ogni momento hanno attrazioni, dànno gioie e dolcezze. ... Ieri, giovedì, per tutto il giorno la mia anima piange­va: non erano lacrime di un giorno, ma di una vita intera. Io sorridevo a tutto, sorridevo alla vita come se ignorassi quelle lacrime, ma esse cadevano e io le sentivo vivamente ca­dere. Trattavo di tutte le cose e il mio pensiero era sempre nell'Orto. Camminavo da ogni parte e il mio cuore viveva sem­pre là. Non valeva la pena di preannunciare [agli apostoli] quelle sofferenze: non sarei stata compresa. La mia vita era collegata all'Eterno Padre: io ero venuta per Lui e la mia vita era uguale alla Sua. Questa vita era separata dalla terra. Sapessi parlare di questo! Sapessi esprimere ciò che sento! Ma non so; è segno che Gesù non vuole; sono ignorante. Soltanto quando camminavo verso l'Orto e vi entrai vera­mente chiamai a me il mondo, me ne rivestii e ne assunsi tutta la responsabilità. Fu allora che cadde su di me la giustizia dell'Eterno Padre. Sentii il suo abbandono e sentii che Egli non era dalla mia parte come lo era stato fino allora. Vidi l'insieme delle sofferenze: agonizzai e il sangue ruppe le vene, bagnando la terra... (diario, 26-5-1950).

... In tutta la giornata di ieri non potevo sviare il mio spirito dall'Orto: ma, in me, una vita suprema mi addolciva il dolore. Questa vita aveva in sé la visione ed il ricordo di essere disceso alla terra inviata dal Padre; fu la volontà ferma e totale di compiere la volontà dell'Altissimo che alleggerì il dolore di quel giorno, che non pareva di un giorno ma di molti anni. Parlavo, camminavo, lavoravo con il mondo nel cuore. Sol­tanto a notte il mondo uscì da me e rimasi [schiacciata] tra esso ed il suolo dell'Orto, in agonia, a sudar sangue, trattata crudelmente dal mondo. Fu il mondo intero a schiacciarmi, a lacerarmi con duri colpi e a ferirmi il cuore. ... [Dopo la morte sul Calvario,] Gesù mi ha detto: - Fi­glia mia, quanto più l'anima si umilia, tanto più Io la amo e scendo fino a lei. È nei piccoli, nelle anime pure ed umili che lo trovo le mie delizie. Io sono l'Agricoltore divino; lavoro, semino nelle anime le mie grazie, i tesori infiniti del mio Cuore. Ma queste se­menti germinano in ben pochi cuori! Quasi nessun terreno dà a Gesù il raccolto desiderato... O figlia mia, Io voglio essere amato e da te lo sono... Qui [in te] posso seminare; in questo terreno è abbondante il rac­colto: con questo rendimento si salvano le anime a migliaia, a milioni. - - Ah, mio Gesù, come potrò far germogliare la tua divina Semente in tutti i cuori freddi e lontani da Te? Povera me! Solo con la Tua grazia lo potrò. - Va' a seminare, figlia mia: semina, coltiva, raccogli per Me. Io voglio le anime; nulla di più posso fare per loro. - Mio Gesù, ma io non so seminare né raccogliere! Non so portare a Te il frutto del tuo raccolto. - - Lavora, che Io ti aiuterò: porrò sulle tue labbra le mie parole, nei tuoi sguardi i miei. Farò sì che il tuo lavoro sia fecondato e che per mezzo tuo il mio divino Amore sia dato ai cuori e alle anime. Lavora, mia missionaria, missio­naria dei missionari. Il tuo dolore è potente. Darai luce con la luce di Gesù... - ... (diario, 2-6-1950).