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Messaggio del 11 ottobre 1983:In tutte le situazioni rimanete nella pace. Ogni agitazione viene da Satana.

Beata Alexandrina Maria da Costa - La croce: albero dei riscatto


... Ieri, verso sera, incominciai a sentire di essere l'albero della vita: ero croce, riscatto, salvezza. Mi vedevo a lavare il mondo con il mio sangue e l'albero della croce fioriva attor­no a me. Ma subito, una sconfitta: la sconfitta provocata dal male sconfiggeva tutto, arrivava fino al tronco dell'albero. Le mie vene erano le radici di quel tronco: affinché il tronco non morisse e continuasse a dare la vita, dovevo continuare a sof­frire e a dare il mio sangue. La sconfitta, la distruzione che la mia anima vide mi portò all'agonia: a rotolarmi sul terreno dell'Orto per l'afflizione e a sudare sangue per offrire così all'Eterno Padre il calice del­la maggiore amarezza... Questa mattina, portata da una forza inspiegabile, sono andata al Calvario... Nella mia croce sentivo un indicibile ab­bandono: solo il mio sangue scorreva. Al momento di spirare, ho sentito di nuovo la presenza di Gesù in me: fu Lui a spirare... In questo momento è uscita da Lui una luce che ha illuminato il mondo e ha dato vita all'umanità... - Figlia mia, il mio divino Cuore è fuoco, fuoco che brucia, che consuma; il mio divino Cuore è amore, ama e non è amato, ama e chiede amore... Voglio amore da presentare al Mio Eterno Padre e dirgli: «Padre, se molti peccatori Mi offendono gravemente, molti cuo­ri Mi amano con amore generoso, puro, forte e ardente». Voglio dolore da offrire al Padre e dirgli: « Padre Mio, ho la riparazione di molte anime vittime per riparare tutti i crimini... Accetta, o Padre, da' ai figli del mio Sangue la tua misericordia e il tuo perdono... ». I rappresentanti della mia Chiesa non conoscono a fondo le insidie che i seguaci di satana preparano loro. I capi delle nazioni ignorano le insidie e gli inganni che gli amici e gli inviati del demonio stanno preparando per in­fliggere loro gravi sconfitte.

Dammi il tuo dolore, figlia mia... - ... (diario, 23-6-1950). La mia anima ha pace, ma è triste fino a morirne. È infi­nita la mia tristezza, così come è infinito il mio dolore. Il mio cuore non ne può più. Possiede un amore infinito che non è ricambiato: per ricompensare tale amore non viene l'amore di cui è degno [ma] viene il dolore infinito causa di tristezza infinita: nera ingratitudine di tutta l'umanità. Chi ama è Gesù, chi soffre è Gesù, chi sente dolore e - tristezza infinita è Gesù: io non sono altro che veleno e morte, io sono e sarò sempre il veleno di tutti i sensi che dà la morte non solo a me ma al mondo intero. Signore, chi potrà resistere a tanto dolore? Sento quanto ci ami e non so esprimere questo amore; sento il Tuo dolore infinito e non pongo termine a tanto male... Se non fossi ignorante, quante cose potrei dire, quante prove potrei dare del grande amore, amore infinito, che Gesù ha per noi! Ma, a vergogna nostra, se non fossi ignorante, quanto potrei dire del dolore pungente, del dolore lacerante del Cuore divino di Gesù e di quello della cara Mammina! Mi dispiace tanto, non saper dire! L'amore di Gesù è grande come Dio: Egli stesso è amore, tutto amore. Il dolore è grande come la terra, ma giunge fina a Lui, potere infinito, grandezza infinita e si trasforma in do­lore infinito... Ecco ciò che io sento: il mondo intero trasformato in un unico pugnale a ferirmi il cuore. Questo dolore passa attra­verso me, attraverso il mio cuore, ma va a Gesù, va al suo divin Cuore. Mio Dio, io non ho forza né coraggio né vita per soffrire. Gesù, è per Tuo amore!... (diario, 7-7-1950).

... Gesù mi ha detto: - I peccatori non accolgono le mie divine chiamate; non vogliono ricevere il perdono e la mise­ricordia del loro Padre. - Alzai le mie indegne mani e pregai: - O Gesù, ricordati che sono figli tuoi; ricorda al Tuo Eterno Padre che sono co­stati tutto il tuo preziosissimo Sangue e la vita. O Gesù, voglia che alle loro anime sia risparmiato l'inferno e ai corpi il ca­stigo. Voglio che Tu li perdoni. Non ho detto bene: voglio che ci perdoni: io sono la più ingrata e la maggiore delle peccatrici.

Però, o Gesù, se io potessi inventare nuove penitenze per il mio corpo, nuovi flagelli per riparare tutti i crimini e per tutti coloro che consegnano il loro corpo ai piaceri! Potresti autorizzarmi, o Gesù! Sono la tua vittima: voglio consolarti! - - Non ti autorizzo, figlia mia! Bastano le sofferenze tor­turanti che Io consento al tuo corpo e alla tua anima! Non puoi soffrire di più, mia sposa e vittima amata; il tuo martirio ha raggiunto il culmine... - (diario, 14-7-1950).