MaM
Messaggio del 2 febbraio 1990: Figli cari! Sono con voi da nove anni e da nove anni vi ripeto che Dio Padre è l’unica via, la sola verità e la vera vita. Io desidero mostrarvi il cammino verso la vita eterna. Desidero essere il vostro legame per una fede profonda. Prendete il rosario e riunite i vostri figli, la vostra famiglia intorno a voi. Questo è il cammino per ottenere la salvezza. Date il buon esempio ai vostri figli. Date il buon esempio anche a coloro che non credono. Non conoscerete la felicità su questa terra e non andrete in cielo se i vostri cuori non sono puri ed umili e se non seguite la legge di Dio. Vengo a chiedere il vostro aiuto: unitevi a me per pregare per quelli che non credono. Mi aiutate molto poco. Avete poca carità, poco amore verso il prossimo. Dio vi dato l’amore, vi ha mostrato come perdonare e amare gli altri. Perciò riconciliatevi e purificate la vostra anima. Prendete il rosario e pregatelo. Accettate con pazienza tutte le vostre sofferenze ricordando che Gesù ha sofferto con pazienza per voi. Lasciatemi essere vostra madre, il vostro legame con Dio e con la vita eterna. Non imponete la vostra fede a coloro che non credono. Mostratela loro con l’esempio e pregate per loro. Figli miei, pregate!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Mio caro dolore! Non ne posso più, ma ti voglio!


...O mio Dio, voglio fare la tua divina Volontà, ma con quale sacrificio detto queste parole! Sento come se il mio sangue fosse l'inchiostro ed il cuore la penna; il grande sforzo che io faccio pare strapparmi tutte le vene del corpo. L'ob­bedienza, l'amore a Gesù, sono superiori a tutto questo. Ma la morte regna e l'ignoranza tace: non so parlare.

Il cuore, l'anima piangono, sono dilacerati: il dolore è pun­gente. Mio Gesù, come si può soffrire tanto, e per di più una sofferenza morta, senza valore, almeno secondo me? È ciò che io sento: in me nulla ha valore, né vita. Io non posso sostenere la vita, questa vita che non è mia, né sopportare il mondo. Non so cosa sento: ho in me un potere superiore al mondo: può punirlo e castigarlo. Sembra che stia per farlo ad ogni momento; non so quale forza trat­tiene questo potere: non castiga, indietreggia, rimane come se gli cadessero le braccia senza potersi muovere per castigarlo. Questo potere ha occhi tenerissimi, guarda il mondo con com­passione. Ed io sono sempre il veleno, la rovina di tutta l'umanità. Mio Dio, mio Dio, che sentimenti tanto differenti; e tutto questo avviene in me!... (diario, 13-1-1950).

... Tutto il mondo è caduto su di me: che peso schiac­ciante! La giustizia divina è caduta sul mondo, ed insieme al mondo mi annienta e sgomenta. Sono come nel più profon­do della terra con tutto questo peso su di me. I miei gemiti e tutto il mio dolore si immergono nelle te­nebre e nel silenzio della morte; e lì finisce tutto; non ho nulla da offrire a Gesù. Che tormento!... Ma queste tenebre mi mostrano tanta corruzione, tanti vizi, tanti crimini... Questa immensità di crimini andò a ferire ciò che vi è di più delicato, di più puro e santo: il Cuore di Gesù. È un tormento insopportabile; non posso consentire una cosa simile e non posso impedire il peccato, offesa contro il Cielo. Che fare, o Gesù? Che fare se non confidare in Te e ripeterti sempre: - Sono la Tua vittima - ? ... - Invita, figlia mia, le anime ad amare il mio divin Cuore, ad avvicinarsi con amore all'Eucarestia e ad amare il Cuore della Madre mia benedetta; chi lo farà con retta inten­zione, con amore puro, non corre pericolo di perdersi: pro­metto loro la salvezza... - ... (diario, 20-1-1950).

... Vorrei dire tante e svariate cose, ma non so. Sono la più grande ignorante che il mondo ha veduto. Parlate voi, Angeli e Cherubini, parlate della grandezza dell'amore di Gesù e di Mammina; mostrate quanto i Loro divini Cuori ci amano e desiderano essere da noi corrisposti! L'amore, l'amore! Quanto amore vorrei avere per amare! Parlate voi, o martiri, per me! Mostrate quanto costa la sofferenza, ma quanto valore ha per Gesù se sopportata con rassegnazione ed amore! O dolore, mio caro dolore! Io non ne posso più, ma ti voglio; non posso lasciarti! Senza di te non avrei vita, non saprei vivere sulla terra... (diario, 3-2-1950).

Mi sento continuamente battuta come la castagna nel riccio e le olive sull'ulivo [quando vengono bacchiate]. Mio Dio, che spaventose sofferenze, e quanto ancora più spaventoso è per me il doverne parlare! Mi piacerebbe sì soffrire, ma tanto in silenzio, tanto nascosta che nessuno lo potesse scoprire: soffrire per Gesù, per le anime, ma che proprio solo Gesù fosse a conoscenza del mio martirio. Mi vergogno di parlare tanto del mio soffrire, benché non sia un lamento, essendo causato dall'obbedienza. Sono tanto piena di sofferenza: sento come se il mio dolore sia esteso sul mondo intero e arrivi al Cielo... Mi sento sfinita, proprio sfi­nita. Invoco tutto il Cielo; lo invoco di venirmi in aiuto. La mia stanchezza nella sofferenza mi porta alla morte; io sono già morta e scorgo avvicinarsi un'altra morte: viene a grandi passi cadenzati e viene diritta verso di me a ferirmi come saetta di fuoco. Mio Gesù, cosa è stato del mio passato, di quanto ho sofferto, del poco bene compiuto? Tutto è morto, mio Dio; è morto tutto e morirà sempre; vive solo il dolore e appaiono soltanto le mie tremende malvagità. Che veleno, che male co­munico al mondo! Quale ferita io causo a Gesù!... Le mie forze non mi aiutano; è enorme il sacrificio della obbedienza [a dettare] ... La mia ignoranza mi appare viva­mente, copre la luce del mio spirito e la mia scarsa intelligenza non mi permette di dire nulla; ma voglio amare il mio Gesù... (diario, 10-2-1950).