...O mio Dio, voglio fare la tua divina Volontà, ma con quale
sacrificio detto queste parole! Sento come se il mio sangue fosse
l'inchiostro ed il cuore la penna; il grande sforzo che io faccio pare
strapparmi tutte le vene del corpo. L'obbedienza, l'amore a Gesù, sono
superiori a tutto questo. Ma la morte regna e l'ignoranza tace: non so
parlare.
Il cuore, l'anima piangono, sono dilacerati: il dolore è pungente. Mio
Gesù, come si può soffrire tanto, e per di più una sofferenza morta,
senza valore, almeno secondo me? È ciò che io sento: in me nulla ha
valore, né vita. Io non posso sostenere la vita, questa vita che non è
mia, né sopportare il mondo. Non so cosa sento: ho in me un potere
superiore al mondo: può punirlo e castigarlo. Sembra che stia per farlo
ad ogni momento; non so quale forza trattiene questo potere: non
castiga, indietreggia, rimane come se gli cadessero le braccia senza
potersi muovere per castigarlo. Questo potere ha occhi tenerissimi,
guarda il mondo con compassione. Ed io sono sempre il veleno, la
rovina di tutta l'umanità. Mio Dio, mio Dio, che sentimenti tanto
differenti; e tutto questo avviene in me!... (diario, 13-1-1950).
... Tutto il mondo è caduto su di me: che peso schiacciante! La
giustizia divina è caduta sul mondo, ed insieme al mondo mi annienta e
sgomenta. Sono come nel più profondo della terra con tutto questo peso
su di me. I miei gemiti e tutto il mio dolore si immergono nelle
tenebre e nel silenzio della morte; e lì finisce tutto; non ho nulla
da offrire a Gesù. Che tormento!... Ma queste tenebre mi mostrano tanta
corruzione, tanti vizi, tanti crimini... Questa immensità di crimini
andò a ferire ciò che vi è di più delicato, di più puro e santo: il
Cuore di Gesù. È un tormento insopportabile; non posso consentire una
cosa simile e non posso impedire il peccato, offesa contro il Cielo.
Che fare, o Gesù? Che fare se non confidare in Te e ripeterti sempre: -
Sono la Tua vittima - ? ... - Invita, figlia mia, le anime ad amare il
mio divin Cuore, ad avvicinarsi con amore all'Eucarestia e ad amare il
Cuore della Madre mia benedetta; chi lo farà con retta intenzione, con
amore puro, non corre pericolo di perdersi: prometto loro la
salvezza... - ... (diario, 20-1-1950).
... Vorrei dire tante e svariate cose, ma non so. Sono la più grande
ignorante che il mondo ha veduto. Parlate voi, Angeli e Cherubini,
parlate della grandezza dell'amore di Gesù e di Mammina; mostrate
quanto i Loro divini Cuori ci amano e desiderano essere da noi
corrisposti! L'amore, l'amore! Quanto amore vorrei avere per amare!
Parlate voi, o martiri, per me! Mostrate quanto costa la sofferenza, ma
quanto valore ha per Gesù se sopportata con rassegnazione ed amore! O
dolore, mio caro dolore! Io non ne posso più, ma ti voglio; non posso
lasciarti! Senza di te non avrei vita, non saprei vivere sulla terra...
(diario, 3-2-1950).
Mi sento continuamente battuta come la castagna nel riccio e le olive
sull'ulivo [quando vengono bacchiate]. Mio Dio, che spaventose
sofferenze, e quanto ancora più spaventoso è per me il doverne parlare!
Mi piacerebbe sì soffrire, ma tanto in silenzio, tanto nascosta che
nessuno lo potesse scoprire: soffrire per Gesù, per le anime, ma che
proprio solo Gesù fosse a conoscenza del mio martirio. Mi vergogno di
parlare tanto del mio soffrire, benché non sia un lamento, essendo
causato dall'obbedienza. Sono tanto piena di sofferenza: sento come se
il mio dolore sia esteso sul mondo intero e arrivi al Cielo... Mi sento
sfinita, proprio sfinita. Invoco tutto il Cielo; lo invoco di venirmi
in aiuto. La mia stanchezza nella sofferenza mi porta alla morte; io
sono già morta e scorgo avvicinarsi un'altra morte: viene a grandi
passi cadenzati e viene diritta verso di me a ferirmi come saetta di
fuoco. Mio Gesù, cosa è stato del mio passato, di quanto ho sofferto,
del poco bene compiuto? Tutto è morto, mio Dio; è morto tutto e morirà
sempre; vive solo il dolore e appaiono soltanto le mie tremende
malvagità. Che veleno, che male comunico al mondo! Quale ferita io
causo a Gesù!... Le mie forze non mi aiutano; è enorme il sacrificio
della obbedienza [a dettare] ... La mia ignoranza mi appare vivamente,
copre la luce del mio spirito e la mia scarsa intelligenza non mi
permette di dire nulla; ma voglio amare il mio Gesù... (diario,
10-2-1950).