... Venerdì 15... quando unita alla croce ero già sulla cima della montagna è entrato nella mia camera un santo e degnissimo sacerdote, era la seconda volta che veniva. Sono stata interrogata lungamente in confessione: due calvari in uno solo, due agonie nello stesso tempo. Quanto ho sofferto, sebbene il padre abbia usato verso di me la massima carità!
Ricevendo l'assoluzione sentivo che Gesù mi circuiva l'anima come chi va attorno ad una casa. Il santo sacerdote, dopo molte parole di conforto, ha continuato a parlarmi delle cose di Gesù. Ho cessato di udire lui; ho udito Gesù, gli andai incontro: era al mio fianco, fanciullo dai 10 ai 12 anni. - Mia figlia, abbi coraggio, sono qui. Beato l'uomo che è obbediente al comando di Dio: beato chi riceve la luce che Io gli do. Si sveglino coloro che dormono. Il sonno è lungo; il ritardo è prolungato. Felici coloro che ricevono luce, beati coloro che compiono la mia Volontà! Che premio e gloria splendente! Coraggio, figlia mia! Tra poco canterai gli inni celesti. Porta la tua croce. È tutto per mia gloria; la riparazione, il vantaggio è per le anime, è per il mondo sviato e perduto.
Non so perché ho sentito in me la necessità di abbandonare Gesù. Dopo avergli ripetuto parecchie volte il mio eterno grazie, Gli ho detto: - Gesù, perdonami, debbo lasciarti. -
- Va', figlia mia, siamo come due fanciulli che obbediscono. - Allora ho nuovamente udita la voce del sacerdote che mi diceva: - Cosa c'è, cosa c'è? - Sono io, padre, che sto ringraziando il Signore. - Di nuovo ho cessato di udirlo per ascoltare e vedere Gesù. Non più come fanciullo, ma già come uomo, che mi mostrava il suo divin Cuore dicendomi: - Questo Cuore ti ama intensamente; vieni a ricevere da esso la goccia di Sangue: è il tuo alimento di vita... - ... (diario, 15-12-1950, scritto il 21-12-1950).
... Il conforto ricevuto venerdì 15 dalle affermazioni del padre Carmelitano circa lo stato della mia anima mi costò assai caro. Non so se per permissione di Gesù o per la malvagità del demonio; il conforto scomparve presto e sottentrò una spaventosa sofferenza. Sorsero dapprima dubbi che non era un sacerdote ma il demonio; che le sue parole di conforto le aveva dette affinché io perseverassi nella stessa vita e ne fossi condannata; dopo venne anche il dubbio che era sì un sacerdote, però male intenzionato e che con le cattive impressioni raccolte presso di me avrebbe suscitato disordini e causato grandi sofferenze. Una voce brusca e disperata affermava tutto questo alle mie orecchie e al mio pensiero: che ore e che giorni tormentosi! Offersi tutto a Gesù e a Mammina e reagii offrendomi vittima: - Sia quel che si vuole: ciò che mi interessa è fare la volontà del mio Signore... - ... (diario, 22-12-1950).