MaM
Messaggio del 2 novembre 1983:La maggior parte degli uomini, quando muore, va in Purgatorio. Un numero pure molto grande va all’Inferno. Soltanto un piccolo numero di anime va direttamente in Paradiso. Vi conviene rinunciare a tutto pur di essere portati direttamente in Paradiso al momento della vostra morte.

Beata Alexandrina Maria da Costa - «Tutte le tue sofferenze prendono in Me un valore infinito» (Momenti della Passione)


... In me, dentro il mio cuore, vi è un libro enorme, che non so leggere né comprendere: è scritto a tratti neri; non ne di­stinguo neppure una lettera. Questo libro mi fa tremare e mi impaurisce. Sento però in me una sapienza senza pari, che vede, legge questo libro e lo comprende. Questa sapienza è Gesù: legge e mi fissa con sguardi severi chiedendomi i conti. Devo rispondere per le gravi cose contenute in questo libro immenso che ai miei occhi pare non avere limiti. Che severità, quella di Gesù! Che giustizia porta con sé! Quanto mi sento schiac­ciata! Mi pare di non sopportarne la presenza. Vi fossero almeno montagne, cielo o anche inferno dove potessi nascondermi! Tre­menda la presenza di Dio, cui devo dare i conti! Mio Gesù, sono la Tua vittima: ma che conti Ti debbo dare, che soddisfazioni puoi ricevere da me? Tutto il mio corpo, cuore e anima sono lacerati, disfatti in sangue. Mi feriscono tante spine inflittemi da mani d'uomo. Gesù e Mammina cari, fate che le sappia ricevere e sopportare in modo a Voi gradito. Nelle ultime ore dell'anno, insieme ai miei cari, feci la consacrazione a Gesù e a Maria, ed ho recitato il « Te Deum » in ringraziamento di quanto ricevuto da Gesù: sofferenze o gioie e tutto ciò che volle mandarmi. Chiesi perdono e nuove grazie per me, per quanti sono cari al mio cuore, per quanti si raccomandano alle mie preghiere e per tutta l'umanità. Feci e chiesi quanto seppi; e nulla feci né seppi dire. Vennero le mie tenebre: non soltanto mi avvolsero completamente, ma mi tolsero perfino tutta la vita dell'anima e del corpo per la loro intensità. Mio buon Gesù, tutto per Tuo amore... Ieri vennero le sofferenze dell'Orto: non ero io che le vi­vevo, ma Gesù: io vi dovevo partecipare con Lui.

Sentii che un bagno di sangue emanato da Gesù veniva a lavare le mie iniquità, dava luce a tante tenebre che oscuravano il mondo, riconciliava la terra con il cielo. Ancora nell'Orto, sentii che sarei stata spogliata per essere flagellata: lo spoglia­mento di Gesù rivestiva me, le Sue ferite venivano a guarire le mie. Mentre gli apostoli dormivano, Gesù rimase un po' di tempo seduto presso di loro. Vorrei saper dire quanto Egli amava e, in sì profondo silenzio, quanto la Sua Anima parlava! Con gli occhi al cielo, parlava al Suo Eterno Padre. Le stelle filtravano luce attraverso l'uliveto ed illuminavano l'Orto oscu­ro. Ma per Gesù non brillavano, non davano luce: né gli ri­spondeva l'Eterno Padre. Tuttavia la Sua Anima divina aveva un linguaggio infinito ed infinito era l'amore del Suo Cuore divino. Quanto era grande Gesù! Raggiungeva tutti! Amava infinitamente, infinitamente! Sfinito, con i vestiti inzuppati di sangue, in una tristezza profonda e quasi senza vita, aspettò e vide approssimarsi la soldataglia con il traditore. ... Questa mattina sono stata con Lui ai tribunali; ho sentito la grande, indicibile superbia di coloro che si ritenevano sovrani: ho sentita l'umiltà e la pic­colezza di Gesù. Sapessi assomigliarmi a Lui! Il Re di tutto, annichilirsi! Che grande lezione!… Con Gesù ho percorso il Calvario... Raggiunta la cima, sono rimasta in croce con Lui... È venuto il momento di spirare e Gesù, nella più estrema agonia, ha affidato lo Spirito al Padre: il Suo grido moribondo ha echeggiato nel mio cuore come se echeggiasse nel mondo intero... Sono rimasta come morta per un po' di tempo. Poi è venuto Gesù: - Figlia mia,... voglio incendiarti nel mio divino Amore, voglio vederti consumata in esso. Diffondilo nei cuori e nelle anime, incendia il mondo in una sola fiamma... Molte volte ti ho ripetuto che il mondo è tuo, che te l'ho affidato; ma oggi vengo a rinnovarti la consegna, come feci la prima volta: è il primo venerdì dell'anno... Rendendoti simile a Me e tu essendo mia vittima, non vi­vendo tu, ma Io, tutte le tue sofferenze prendono in Me un valore infinito... (diario, 2-1-1948).

... Sono stata coperta da una grande quantità di miserie, malvagità, crimini vergognosi. Quanta vergogna e quanta re­sponsabilità nel dover rendere conto a Dio!... Quanto pesa su di me la giustizia divina!... Se questi mondi di male gravano su di me fino all'impos­sibile, un altro mondo infinito, con altra vita infinita, superiore, infinitamente superiore, vive, bramando solo di attrarre a sé e trasformare in sé questo mondo di malizie. Io sono malizia e bontà allo stesso tempo e sono anche vita e morte. Questa vita vuol dare vita alla morte; questa morte non accetta la vita. O Gesù, come posso vincere? Mi sento arsa: ho sete del Tuo amore; ho sete di darti anime. Soffro, sento il dolore, ma non come mio... Ho ansie di amore puro, di amore pazzo, ma non sono io che amo; io non vivo, io non esisto; io sono un nulla. Quale dolore logorante! Quanto soffre questo cencio inutile! Quanto soffre questo cuore che vuole appartenere solo a Gesù, quest'anima che solo in Lui vuole riposare! Soffro e non so come resistere... ...Oggi, assetata di dolore, ho preso la croce e con Gesù ho camminato per le strade dell'amarezza: erano stipate da tutta l'umanità a cui Gesù ed io con la croce, ci mescolavamo e che, come un rullo, ci schiacciava continuamente... Quasi sulla cima della montagna, Gesù univa le sue lacrime alle copiose gocce del suo divin Sangue. Non avevo mai sentito né visto Gesù piangere come in questo viaggio. Con rancore si preparavano a spogliarlo e a crocifiggerlo; ho visto uno dei carnefici, con sguardi infernali, alzare il mar­tello e batterlo con tutta forza sul chiodo che fissava la Mano divina di Gesù. Si è ripercosso tutto nel mio cuore: le lacrime di Gesù erano spremute da quella indicibile durezza e ingrati­tudine... (diario, 9-1-1948).

Vorrei trasformarmi in pane, vestiti e conforto per quanti soffrono!

... Voglio praticare il bene; voglio che tutti i miei atti siano, imbevuti di bontà e dolcezza. Mi opprime la conoscenza dei poveri che hanno fame e non hanno vestiti per coprirsi. Non sopporto che i miei simili vivano in afflizione, chiunque essi siano. Il mio povero cuore, benché cattivo, soffre, si sente mancare per non potere trasformarsi in pane, vestiti, conforto, gioia e balsamo per quanti soffrono. Gesù, voglio bene a tutti; voglio consolare tutti per tuo amore... (diario, 16-1-1948).

Mio Dio, cosa deve mai attraversare [l'anima mia] ! Da sola, senza nessuno, fra tenebre tanto dolorose, non vedrà mai luce, non sentirà sollievo od appoggio in nessuna guida... Povera anima, mantieniti salda in Gesù, chiamalo, invocalo in questo viaggio tanto lungo. - Gesù, se non vieni in mio aiuto, lo sgomento mi uccide. Ma, mio Gesù quanto è dolce soffrire e morire per Te! Tutto questo è nulla, è nulla per Chi ci ha amato tanto! -

Viene Qualcuno, non sono io, che, dentro di me, varie volte raccoglie, in un calice, il sangue che sgorga dalla piaga profonda del mio cuore, lo unisce alla amarezza della mia anima e lo alza verso il Padre... ... La morte si sta avvicinando sempre più: viene verso di me e io cammino verso di lei, giorno per giorno, a grandi passi. Porta con sé sofferenze inimmaginabili. Quanto più si avvicina ed io ad essa, tanto più chiaramente vedo il martirio che mi porta. Ma non è a me che viene a togliere la vita: è sempre all'altra vita che vive in me... (diario, 23-1-1948).

Sono tanto lontana da Gesù, tanto lontana! Per quanto io cammini, non riesco a raggiungerlo. Corri, corri, anima mia, corri senza posa, va senza stancarti in cerca del tuo Signore. Corri fiduciosa che è tuo e verrà giorno in cui ti unirai a Lui per sempre in un amore senza fine. - O Gesù, quando verrà il giorno in cui potrò dire: « Gesù mio, ora so che Ti amo e non cesserò più di amarti; non Ti fuggo mai più: ora sei mio e io Tua, solo Tua, o Gesù »? Sono affamata; muoio, muoio soltanto per perdermi in Te e consumarmi solo nel Tuo divino amore. - La mia croce, la mia amata croce! Io so che soffro, che sono crocifissa anche se non so comprendere il mio doloroso martirio. Anima mia, abbracciati a Gesù, abbracciati alla croce e cammina sempre, segui il tuo Amato; non temere la notte, non temere le spine. Come è dolce essere in croce, ferita per Suo amore! - Gesù, la mia gioia sia la croce, la mia dolcezza il do­lore: tutto in Te e per Te. -

Il mondo è morte, morte orribile. Il mondo sono io, e la morte è in me. O morte, come potrà guardarti Gesù? Come potrò dargli conto di te, delle tue stragi? Che orrore, o mio divino Signore! Ahi, il mondo, la morte umana, tutta piena di brutture! Sto nuotando in un mare di ansie e di forti desideri di fare il bene: sono ansie di amare soltanto Gesù e di beneficare il prossimo. O Gesù, vinci nel mio cuore; altrimenti cado e non mi rialzo più.

Questo mare enorme, queste onde agitate tolgono al mio cuore ogni resistenza. Nuotare, nuotare; lottare, lottare, ma sen­za ottenere lo scopo di tanta lotta: l'amore di Gesù... (diario, 30-1-1948).