... In me, dentro il mio cuore, vi è un libro enorme, che non so
leggere né comprendere: è scritto a tratti neri; non ne distinguo
neppure una lettera. Questo libro mi fa tremare e mi impaurisce. Sento
però in me una sapienza senza pari, che vede, legge questo libro e lo
comprende. Questa sapienza è Gesù: legge e mi fissa con sguardi severi
chiedendomi i conti. Devo rispondere per le gravi cose contenute in
questo libro immenso che ai miei occhi pare non avere limiti. Che
severità, quella di Gesù! Che giustizia porta con sé! Quanto mi sento
schiacciata! Mi pare di non sopportarne la presenza. Vi fossero almeno
montagne, cielo o anche inferno dove potessi nascondermi! Tremenda la
presenza di Dio, cui devo dare i conti! Mio Gesù, sono la Tua vittima:
ma che conti Ti debbo dare, che soddisfazioni puoi ricevere da me?
Tutto il mio corpo, cuore e anima sono lacerati, disfatti in sangue. Mi
feriscono tante spine inflittemi da mani d'uomo. Gesù e Mammina cari,
fate che le sappia ricevere e sopportare in modo a Voi gradito. Nelle
ultime ore dell'anno, insieme ai miei cari, feci la consacrazione a
Gesù e a Maria, ed ho recitato il « Te Deum » in ringraziamento di
quanto ricevuto da Gesù: sofferenze o gioie e tutto ciò che volle
mandarmi. Chiesi perdono e nuove grazie per me, per quanti sono cari al
mio cuore, per quanti si raccomandano alle mie preghiere e per tutta
l'umanità. Feci e chiesi quanto seppi; e nulla feci né seppi dire.
Vennero le mie tenebre: non soltanto mi avvolsero completamente, ma mi
tolsero perfino tutta la vita dell'anima e del corpo per la loro
intensità. Mio buon Gesù, tutto per Tuo amore... Ieri vennero le
sofferenze dell'Orto: non ero io che le vivevo, ma Gesù: io vi dovevo
partecipare con Lui.
Sentii che un bagno di sangue emanato da Gesù veniva a lavare le mie
iniquità, dava luce a tante tenebre che oscuravano il mondo,
riconciliava la terra con il cielo. Ancora nell'Orto, sentii che sarei
stata spogliata per essere flagellata: lo spogliamento di Gesù
rivestiva me, le Sue ferite venivano a guarire le mie. Mentre gli
apostoli dormivano, Gesù rimase un po' di tempo seduto presso di loro.
Vorrei saper dire quanto Egli amava e, in sì profondo silenzio, quanto
la Sua Anima parlava! Con gli occhi al cielo, parlava al Suo Eterno
Padre. Le stelle filtravano luce attraverso l'uliveto ed illuminavano
l'Orto oscuro. Ma per Gesù non brillavano, non davano luce: né gli
rispondeva l'Eterno Padre. Tuttavia la Sua Anima divina aveva un
linguaggio infinito ed infinito era l'amore del Suo Cuore divino.
Quanto era grande Gesù! Raggiungeva tutti! Amava infinitamente,
infinitamente! Sfinito, con i vestiti inzuppati di sangue, in una
tristezza profonda e quasi senza vita, aspettò e vide approssimarsi la
soldataglia con il traditore. ... Questa mattina sono stata con Lui ai
tribunali; ho sentito la grande, indicibile superbia di coloro che si
ritenevano sovrani: ho sentita l'umiltà e la piccolezza di Gesù.
Sapessi assomigliarmi a Lui! Il Re di tutto, annichilirsi! Che grande
lezione!… Con Gesù ho percorso il Calvario... Raggiunta la cima, sono
rimasta in croce con Lui... È venuto il momento di spirare e Gesù,
nella più estrema agonia, ha affidato lo Spirito al Padre: il Suo grido
moribondo ha echeggiato nel mio cuore come se echeggiasse nel mondo
intero... Sono rimasta come morta per un po' di tempo. Poi è venuto
Gesù: - Figlia mia,... voglio incendiarti nel mio divino Amore, voglio
vederti consumata in esso. Diffondilo nei cuori e nelle anime, incendia
il mondo in una sola fiamma... Molte volte ti ho ripetuto che il mondo
è tuo, che te l'ho affidato; ma oggi vengo a rinnovarti la consegna,
come feci la prima volta: è il primo venerdì dell'anno... Rendendoti
simile a Me e tu essendo mia vittima, non vivendo tu, ma Io, tutte le
tue sofferenze prendono in Me un valore infinito... (diario, 2-1-1948).
... Sono stata coperta da una grande quantità di miserie, malvagità,
crimini vergognosi. Quanta vergogna e quanta responsabilità nel dover
rendere conto a Dio!... Quanto pesa su di me la giustizia divina!... Se
questi mondi di male gravano su di me fino all'impossibile, un altro
mondo infinito, con altra vita infinita, superiore, infinitamente
superiore, vive, bramando solo di attrarre a sé e trasformare in sé
questo mondo di malizie. Io sono malizia e bontà allo stesso tempo e
sono anche vita e morte. Questa vita vuol dare vita alla morte; questa
morte non accetta la vita. O Gesù, come posso vincere? Mi sento arsa:
ho sete del Tuo amore; ho sete di darti anime. Soffro, sento il dolore,
ma non come mio... Ho ansie di amore puro, di amore pazzo, ma non sono
io che amo; io non vivo, io non esisto; io sono un nulla. Quale dolore
logorante! Quanto soffre questo cencio inutile! Quanto soffre questo
cuore che vuole appartenere solo a Gesù, quest'anima che solo in Lui
vuole riposare! Soffro e non so come resistere... ...Oggi, assetata di
dolore, ho preso la croce e con Gesù ho camminato per le strade
dell'amarezza: erano stipate da tutta l'umanità a cui Gesù ed io con la
croce, ci mescolavamo e che, come un rullo, ci schiacciava
continuamente... Quasi sulla cima della montagna, Gesù univa le sue
lacrime alle copiose gocce del suo divin Sangue. Non avevo mai sentito
né visto Gesù piangere come in questo viaggio. Con rancore si
preparavano a spogliarlo e a crocifiggerlo; ho visto uno dei carnefici,
con sguardi infernali, alzare il martello e batterlo con tutta forza
sul chiodo che fissava la Mano divina di Gesù. Si è ripercosso tutto
nel mio cuore: le lacrime di Gesù erano spremute da quella indicibile
durezza e ingratitudine... (diario, 9-1-1948).
Vorrei trasformarmi in pane, vestiti e conforto per quanti soffrono!
... Voglio praticare il bene; voglio che tutti i miei atti siano,
imbevuti di bontà e dolcezza. Mi opprime la conoscenza dei poveri che
hanno fame e non hanno vestiti per coprirsi. Non sopporto che i miei
simili vivano in afflizione, chiunque essi siano. Il mio povero cuore,
benché cattivo, soffre, si sente mancare per non potere trasformarsi in
pane, vestiti, conforto, gioia e balsamo per quanti soffrono. Gesù,
voglio bene a tutti; voglio consolare tutti per tuo amore... (diario,
16-1-1948).
Mio Dio, cosa deve mai attraversare [l'anima mia] ! Da sola, senza
nessuno, fra tenebre tanto dolorose, non vedrà mai luce, non sentirà
sollievo od appoggio in nessuna guida... Povera anima, mantieniti salda
in Gesù, chiamalo, invocalo in questo viaggio tanto lungo. - Gesù, se
non vieni in mio aiuto, lo sgomento mi uccide. Ma, mio Gesù quanto è
dolce soffrire e morire per Te! Tutto questo è nulla, è nulla per Chi
ci ha amato tanto! -
Viene Qualcuno, non sono io, che, dentro di me, varie volte raccoglie,
in un calice, il sangue che sgorga dalla piaga profonda del mio cuore,
lo unisce alla amarezza della mia anima e lo alza verso il Padre... ...
La morte si sta avvicinando sempre più: viene verso di me e io cammino
verso di lei, giorno per giorno, a grandi passi. Porta con sé
sofferenze inimmaginabili. Quanto più si avvicina ed io ad essa, tanto
più chiaramente vedo il martirio che mi porta. Ma non è a me che viene
a togliere la vita: è sempre all'altra vita che vive in me... (diario,
23-1-1948).
Sono tanto lontana da Gesù, tanto lontana! Per quanto io cammini, non
riesco a raggiungerlo. Corri, corri, anima mia, corri senza posa, va
senza stancarti in cerca del tuo Signore. Corri fiduciosa che è tuo e
verrà giorno in cui ti unirai a Lui per sempre in un amore senza fine.
- O Gesù, quando verrà il giorno in cui potrò dire: « Gesù mio, ora so
che Ti amo e non cesserò più di amarti; non Ti fuggo mai più: ora sei
mio e io Tua, solo Tua, o Gesù »? Sono affamata; muoio, muoio soltanto
per perdermi in Te e consumarmi solo nel Tuo divino amore. - La mia
croce, la mia amata croce! Io so che soffro, che sono crocifissa anche
se non so comprendere il mio doloroso martirio. Anima mia, abbracciati
a Gesù, abbracciati alla croce e cammina sempre, segui il tuo Amato;
non temere la notte, non temere le spine. Come è dolce essere in croce,
ferita per Suo amore! - Gesù, la mia gioia sia la croce, la mia
dolcezza il dolore: tutto in Te e per Te. -
Il mondo è morte, morte orribile. Il mondo sono io, e la morte è in me.
O morte, come potrà guardarti Gesù? Come potrò dargli conto di te,
delle tue stragi? Che orrore, o mio divino Signore! Ahi, il mondo, la
morte umana, tutta piena di brutture! Sto nuotando in un mare di ansie
e di forti desideri di fare il bene: sono ansie di amare soltanto Gesù
e di beneficare il prossimo. O Gesù, vinci nel mio cuore; altrimenti
cado e non mi rialzo più.
Questo mare enorme, queste onde agitate tolgono al mio cuore ogni
resistenza. Nuotare, nuotare; lottare, lottare, ma senza ottenere lo
scopo di tanta lotta: l'amore di Gesù... (diario, 30-1-1948).