La visita di un carmelitano
... Venne un sacerdote ad interrogarmi sulla mia vita. Mi costò molto rispondergli, ma lo feci senza turbarmi. Mi rivolse parole di grande conforto che mi incoraggiarono. Non so come ringraziarne il Signore. Mi sono sentita tanto piccola: piansi; le lacrime non furono di dolore, perché non v'era motivo; ma non furono neppure di gioia, perché Gesù non me la concede: furono lacrime di fortezza; l'anima era forte. Quando il sacerdote si ritirò, io lodai Gesù e Mammina e Li ringraziai. Intanto si levò in me una tremenda tempesta che portò la più fitta nebbia, la notte più nera: tutto sfumò ben presto e io perdetti tutta la fortezza. Quelle parole di tanto conforto rimasero sepolte, sparirono e non affiorarono più alla mia mente. Abbracciai la mia croce. Lo vuole Gesù! Sia benedetto... (diario, 20-12-1946).
« Mio buon padre [Pinho] ... Passò di qui un padre carmelitano' che tre anni fa venne in Portogallo da Roma dove era professore di ascetica e di mistica, cose che io ignoro. Dopo una conversazione di quattro ore e mezza partì dicendomi: - Stia tranquilla; può stare tranquilla: in tutto ciò che mi ha detto non ho colto una parola che sia contro il Vangelo né contro la dottrina di Santa Teresa d'Avila e di San Giovanni della Croce. Conosco la mistica e l'ascetica come il pane quotidiano. Le sono sincero. Sono già stato scelto per esaminare altri di questi casi e mi sono messo contro, ma qui no: sono anzi in suo favore. Viva in molta umiltà, viva sempre come ha vissuto. Le sue sofferenze sono pietre preziose per la corona che l'aspetta. Più tardi parlerò. Dica pure la mia opinione a d. Umberto. - Mi incoraggiò molto. Piansi lacrime di conforto. A prima vista pareva una persona molto austera. La mia vita è colma di umiliazioni e contraddizioni. Tuttavia il numero degli amici non diminuisce, anzi aumenta; ciò nonostante, mi sento sempre più sola: è questa la mia sorte. Tante volte dico a Gesù: - Spogliami di tutto, svuotami di tutto per riempirmi di Te: solo di Te, sempre di Te, eternamente di Te! - Soffrissi sola, non mi costerebbe tanto; ciò che più mi pesa è che soffrono con me coloro che mi circondano. Così vado avanti implorando giorno e notte il Cielo per averne aiuto, abbracciata al mio crocifisso e alla cara Mammina, in attesa di giorni migliori e, infine, il paradiso... » (lettera a p. Pinho, 13-2-1947).
Una lettera a Gesù Bambino
... Procurai di preparare a Gesù Bambino, con i miei atti d'amore, sacrifici, orazioni e tutte le sofferenze più intense, una « culla soffice », degna della Sua nascita... Volli scrivergli di mia mano e fargli l'offerta totale di me stessa... Con quale sacrificio! e' Quale sfinitezza!... Scrissi così: « Al mio caro Gesù Bambino del presepio.
Ti scrive la tua figlioletta Alexandrina, che viene a Te per apprendere le Tue lezioni. Sii il mio Maestro... Dolce e caro Gesù, vengo ad adorarti umilmente prostrata e a consegnarmi interamente a Te per morire qui, in questo momento, a me stessa e al mondo. Lo voglio, Gesù, per vivere interamente di Te, per darti la prova, non dell'amore con cui Ti amo, perché è così poco, ma di quello con cui vorrei amarti. Ascoltami, Gesù, mio Amore. Per ottenere ciò che tanto brama il mio povero e freddo cuore fa' che i miei occhi non vedano se non Te, che le mie orecchie non odano se non le cose del cielo; che la mia lingua e le mie labbra non si muovano se non per parlare di Te, delle Tue cose e delle Tue lodi; che il mio cuore non abbia altri sentimenti che non siano se non amore e dolore: amore per amarti, dolore per consolarti e riparare. Sì, o Gesù, fa' che quanto si dirà di me, sia a lode o disprezzo, io lo consideri come se non detto di me: che io resti come un cadavere che non parla, non ode, non sente. Più ancora; voglio dirti di più: voglio farti un atto di rassegnazione alla morte e un atto di rinuncia. Se i medici con i loro esperimenti abbrevieranno i giorni della mia vita, io accetto contenta e perdono loro di tutto cuore. Rinuncio anche alle ansie e ai desideri circa la realizzazione delle Tue divine promesse [circa il ritorno di p. Pinho `I; non voglio sapere né pensare se si realizzeranno: se il mio direttore verrà o no prima della mia partenza per il cielo.
Voglio ciò che Tu vorrai, o Gesù: la Tua volontà, la Tua gloria, il Tuo amore. Solo Te, mio Gesù! Tu sai quanto costi tutto questo al mio cuore 69; lo sento frantumato. Mi lascio schiacciare, annientare solo per amore. Accetta i brandelli di questo cuore per ornare i tuoi vestitini come fossero oro il più puro, pietre le più preziose. Accetta quanto ho sofferto, sentito e fatto durante la tua novena, come materasso e cuscino soffici al posto della paglia.. Ciò che vorrei darti, chiederti, dirti, Te lo dica il mio cuore! Riempimi di Te: colma di Te coloro che mi sono cari ed il mondo intero. Siimi Amico affinché non mi manchino le forze per compiere fedelmente la donazione che Ti ho fatto. Tu vedi quanto soffro! Per Tuo amore si salvino le anime. Perdonami. Dammi la Tua Grazia, il Tuo Amore con quello di Mammina. Sono la Tua povera Alexandrina, Tua indegna vittima. » (Natale, 1946).
Ho atteso l'ora della Sua nascita: allo scoccare della mezzanotte, ho fatto accendere davanti al presepio due candele in Suo onore e Gli ho letto la lettera: leggevo e piangevo. Poi Gliel'ho collocata sulla paglia ai Suoi piedi». Senza sapere ciò che volevo, senza sapere parlare, Gli ho detto: - Gesù, prendi il mio cuore: che esso Ti dica e chieda tutto senza che io stessa sappia ciò che Ti dice e chiede; che esso Ti ami tanto quanto vuoi, senza che io stessa sappia che Ti ama. Accetta tutte le spine che mi feriscono e trasformale in rose per adornare il Tuo presepio. Rimasi poi molto tempo a contemplare Gesù, quando le lacrime me lo permettevano. Non ho parole per dire la mia oscurità, tristezza e amarezza, ma contemporaneamente la mia tranquillità e pace. In questa pace mi sono addormentata per qualche tempo, fino all'alba... (diario, 27-12-1946).
Una colata di fuoco (Momenti della Passione)
... È passato un altro anno e non distinguo ciò che è stato perché non vedo se non tenebre dietro e davanti a me. Come ho trascorso il mio tempo? Come l'ho usato nel Tuo servizio? Molto male, Gesù mio! O vita che non ho saputo e non so vivere! Sono povera, sono miserabile, non sono nulla... Negli ultimi momenti dell'anno feci accendere alcuni ceri, recitai il « Te Deum »: è stato il mio ringraziamento al Signore per quanto si è degnato di inviarmi di dolore e di gioia. L'ho
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... È passato un altro anno e non distinguo ciò che è stato perché non vedo se non tenebre dietro e davanti a me. Come ho trascorso il mio tempo? Come l'ho usato nel Tuo servizio? Molto male, Gesù mio! O vita che non ho saputo e non so vivere! Sono povera, sono miserabile, non sono nulla... Negli ultimi momenti dell'anno feci accendere alcuni ceri, recitai il « Te Deum »: è stato il mio ringraziamento al Signore per quanto si è degnato di inviarmi di dolore e di gioia. L'ho benedetto per tutto, perché fu tutto prova del suo grande amore. Nella mia ignoranza non ho saputo dirgli altro.
Iniziai il nuovo anno sorteggiando i miei protettori. Mi toccarono San Giuseppe e Santa Teresina: ne rimasi contenta. Siano essi la mia guida nelle tenebre, che tanto sgomento causano all'anima mia. Ho invitato il Cielo a intercedere per me e ad insegnarmi ad amare Gesù e Mammina; vorrei vivere soltanto una vita d'amore.
Il giorno 2 fu il quinto anniversario di quando Gesù mi disse: - Preparati alla lotta che dovrai sostenere, apparentemente sola. - E che lotta, mio Dio! Questa data mi ha ripresentato tra le tenebre i sentieri spinosi che ho percorso. All'inizio dell'anno cominciai a sentire cadere su di me una colata torrenziale di fuoco, che bruciava e decomponeva il mio corpo: lo sento come tra fiamme ardenti che lo riducono in cenere infuocata. Sono stanca di tanto soffrire, ma l'anima è a braccia aperte per ricevere quanto Gesù vorrà darle. Ebbi un combattimento tanto grande con il demonio... Ieri notte, quanto più mi sforzavo di sviare il pensiero dall'Orto, tanto più il cuore gli si avvicinava. Il suolo dell'Orto e la giustizia di Dio erano per me come due pietre da mulino: il mio corpo era il grano di frumento che esse schiacciavano e macinavano. Il cuore, come una nube che si apre per scaricare acqua, si aprì per scaricare amore e ricevere tutto il dolore. Per quel dolore ho sentito il mio corpo in sudore di acqua e sangue. Prostrata, in un antro isolato, sentii, e l'anima mia vide, un angelo che mi rialzava; rimasi più forte per affrontare quanto mi attendeva. Oggi, fin dal mattino, Gesù era nel mio cuore con il suo santo Capo coronato di tante acute spine... Ho sentito che Egli, dall'alto della croce, nella più dolorosa agonia, negli ultimi momenti della Sua vita, diffondeva amore, che si estendeva a tutto il mondo come si diffonde un profumo. Con Lui agonizzavo per Suo amore e per le anime. Sono rimasta come morta un bel po'. Sentivo una vita, venuta da grande altezza, quasi a contemplare la morte del mio corpo; ma era vita che non gli apparteneva. È venuto il mio Gesù: - Figlia mia, non vi è nulla che separi i cuori che si amano di un amore puro e santo. I nostri sono uniti: il Mio e il tuo nel massimo amore, amore divino, amore di Dio. Nulla ci può separare. Ma Io voglio, all'inizio dell'anno, nel primo venerdì, dedicato al mio divin Cuore, unirli e intrecciarli nuovamente; chi viene a legarli è la tua e Mia Madre benedetta... Ho travasato nel tuo cuore tutta la mia ricchezza. E sai perché? Ti ho consegnato il mondo e oggi rinnovo la consegna. E’ per mezzo tuo, grazie al potere e alla missione da Me dati, che questo mondo viene a Me e passa liberamente dal tuo cuore al Mio... Ma non aspettarti consolazioni e gioie: sei la mia vittima. Ma non voglio terminare questo colloquio senza preavvisarti, senza dare al mondo questo avvertimento. Hai sentito cadere una colata di fuoco su di te perché sei la mia vittima; è pioggia che presto cadrà sul mondo se non si convertirà... - (diario, 3-1-1947).
Mi domandano se amo Gesù. Non so se Lo amo, ma so che voglio amarlo. Non so parlargli né so come Gli parlo: so che tutto si immerge nelle tenebre e in esse tutto sparisce e muore. Sono molte le mie sofferenze; e tanta la mia amarezza!... Il mio corpo è come grano che non è mai macinato abbastanza; l'ingranaggio che muove il mulino non si incaglia, non cessa di macinare. Vivo talmente abbandonata, che non trovo conforto sulla terra. Nelle mie confessioni, ch'io faccio frequentemente per fortificare di più la mia anima con la grazia del Sacramento, non trovo sollievo né conforto. Sia con il parroco che con il confessore ordinario, sono sempre timida, piena di paura e sento di non essere compresa. Mio Gesù, sarà colpa mia, o sei Tu a permetterlo?... È da Te e da Mammina che attendo aiuto, conforto e pace... Continuo a sentire il mio corpo disfarsi in cenere di fuoco per quella pioggia bruciante che gli cade sopra; mi stanca al massimo, mi lascia senza vita... ... Sul Calvario tutto era silenzio: si udivano soltanto i sospiri di Gesù; regnava soltanto il dolore, aumentato dal rancore di molti cuori che, soffocati da non so che cosa, non parlavano più. E nel mio cuore sentivo come se tutto il mondo maltrattasse e lapidasse Gesù, pur vedendolo agonizzare in quel modo.
Mi sono unita molto al dolore di Mammina: con Lei desideravo avere Gesù sulle mie braccia per curare il Suo divin corpo molto ferito. Che dolore e compassione per Gesù! Che unione di amore e di agonia! E venuto il mio Gesù ed ha trasformato subito la mia anima: - Figlia mia, la croce è vita, è amore, è segno di redenzione. Io sarò con te, soffro e vinco in te... La tua vita è amore. Come non cessano un istante i crimini del mondo, così non cessa di cadere su te che sei vittima la scarica immolante del sacrificio e del martirio. Abbi coraggio!... Ripara... Vedi questa piaga? Trapassa il mio Cuore da una parte all'altra... Con quale malvagità è stata fatta! Sai chi è stato? - Mio Gesù, se non ti dispiaccio con ciò che voglio dirti, ascoltami. - Parla, figlia mia, dimmi tutto. - Chiedimi la riparazione che vuoi, ma senza che io sappia chi è [quel peccatore]. Non posso riparare in questo modo? - Gesù si è rallegrato tanto e subito il suo Cuore divino si è trasformato in amore, in forti fiamme. Quella ferita che trapassava il Cuore da una parte all'altra è sparita: tutto era luce... - Tu rimarrai come se non avessi intelligenza per capire il dolore, ma non per questo soffrirai di meno: soffrirai amaramente. Sentirai come se mai o quasi mai Mi avessi posseduto; ma non per questo tralascerai di possedermi interamente, quanto più è possibile ad una creatura umana. Farò che molte anime vedranno Me in te, con tutta la mia ricchezza e gli inesauribili tesori del mio divin Cuore. Tu sei e sarai dopo la tua morte, per ogni anima in peccato, un parafulmine che attirerà su di sé il peso della giustizia divina; e per ogni anima in grazia, sarai una calamita che attira e che distribuirà l'amore che Io vi ho depositato... Sarai luce per l'umanità... - ... (diario, 10-1-1947).
Voglio essere grande per amarti e piccolina per me (Momenti della Passione)
Il dolore distrugge il mio corpo il quale ne resta così disfatto che mi pare non esista: vive solo il dolore. Io non sono neppure più un cencio immondo: non sono nulla. Quanto soffro occultamente! Solo Gesù lo sa. È per amor Suo e delle anime che mi nascondo il più possibile; soffro con Lui; basta che Lui lo sappia. Mi lamento e gemo solo quando sento di non poterne più; ma l'anima, la mia povera anima si dilata e la sua sofferenza si estende sempre più. Il dolore l'annienta in modo tale che già non sembra se non una scia di fumo che scompare nell'aria.
O mio Gesù, non ho più vita nell'anima e nel corpo: ho soltanto il dolore; lui solo vive dentro di me. È il compagno inseparabile della vita interiore, della vita intima con Dio.
Dico a Gesù: - Voglio vivere in questo corpo che non esiste; voglio vivere in esso tanto profondamente la vita interiore, la vita intima con Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, che non voglio uscirne a trattare di ciò che è esterno: voglio morire in questa intimità. O mio Gesù, non permettere che il mondo mi separi da Te. - Ma io non so vivere e sento che non imparerò mai a vivere quella vita perfetta, quella vita dell'alto che bramo tanto. Mi perdo alla sua ricerca e non sono capace di impossessarmene. Sono tali le ansie che ho di viverla, che a volte mi pare di immergermi nell'abisso di quella vita che realmente non vivo più qui. Non è vita, pare una nube vagante che mi assorbe e mi porta non so dove. Nulla di questo è visto dagli occhi del corpo, nulla di questo è palpabile; sono cose dell'anima: non so dire altro. Povera me! Sento che non amo e non sono perfetta: quanto più forti le ansie di perfezione, tanto più è la corruzione e miseria! È ciò che mi fa vedere la mia oscurità, talvolta molto spaventosa. Ebbi con il demonio due attacchi violentissimi... Volevo uscire dalla lotta solamente per non peccare, ma volevo essere vittima... Nel pomeriggio di ieri, improvvisamente, sentii cadere sulle mie spalle un peso schiacciante; l'anima vide che era il Cielo, era la Giustizia di Dio... ... Sono stata condotta per una grande scalinata alla presenza dei giudici. Quanto ho sofferto nel sentire Gesù, grandezza senza pari, davanti a loro, fatto tanto piccolo e addirittura un niente! E loro, i veri niente, pieni di orgoglio, vanità, grandezza senza nessun potere! E’ stato abbattuto il Potente e si sono elevati nel loro orgoglio coloro che non avevano nulla. Quanto Gesù soffriva in silenzio!... Quali segreti indicibili la mia anima vedeva in così grande sofferenza! ... Le tenebre nere della notte non impedivano alla mia anima di scrutare quei segreti; segreti che soltanto la sapienza di un Dio può e sa rilevare. Unita a quella Sapienza di cui non so dire nulla, mi sono sentita obbligata a soffrire e ad agonizzare... - Mio Gesù, voglio essere piccolina, per essere grande soltanto nelle Tue cose. Voglio essere vuota, vuota totalmente, perché Tu possa riempirmi. Voglio in me Gesù, soltanto Gesù. Voglio essere grande per amarti e per consolarti, voglio essere grande per salvarti anime; ma in quanto a me voglio essere piccolina, sempre piccolina... - Coraggio, figlia cara! In te tutto è amore, anche se adombrato da imperfezioni, imperfezioni che Io permetto. Quanto più Mi brami, tanto più Mi possiedi; più soffri, più Mi ami e più anime salvi. Quanto più ti senti sparire e morire, tanto più in te appaiono le Mie opere e più vita dai alle anime... - ... (diario, 17-1-1947).
«Sono Io che svuoto tutto, sono Io che riempio tutto»
Passai la notte in grande sofferenza e in molte ansie. Il mio corpo era un mucchio di cenere disfatto dal dolore; il cuore sentiva, in modo orribile, tagli continui di spade affilatissime; allo stesso tempo voleva staccarsi e volare in alto verso Gesù, ma non poteva... Abbracciata al mio crocifisso e alla cara Mammina, non cessavo di chieder Loro amore. I dolori erano quasi insopportabili, ma le ansie di amore li superavano di molto. In questa angoscia non perdevo la mia unione con Dio; mormoravo sempre: - Mio Gesù, mi lancio nelle Tue braccia, Ti stringo per non lasciarti più senza desistere di chiederti amore. Anche se ogni volta che Te lo chiedo Tu mi mandassi via e mi battessi, non Ti lascerei, non tacerei, ma con maggiore coraggio griderei più forte: « Gesù, Ti amo! Dammi amore! Sono la Tua vittima ». - ... Gesù mi disse: - Dov'è la croce, la vera croce, ivi è l'amore. E dove è l'amore, ivi è Cristo. Tu soffri, Mi possiedi e Mi ami; hai tutto il mio Amore... Farò che il tuo dolore sia salvezza per il mondo, che l'amore con cui Mi ami si diffonda e si comunichi alle anime. Il tuo dolore e il tuo amore sono scala, ai peccatori ed ai giusti, per salire al cielo... Ciò che ti dico non è per elogiarti; non parlo per te, parlo per il mondo. È a lui che voglio mostrare che cos'è la mia vita divina nelle anime, che cos'è una vittima generosa e fedelissima... - ... (diario, 2-1-1947).
... Aborrisco il mondo e ciò che racchiude; non perché debba aborrire tutto ma perché voglio e debbo staccarmi da tutto. Sento come se qualcuno dentro di me stia spolverando, lucidando, riordinando l'abitazione del mio cuore, della mia anima. Tutto viene buttato fuori. Mi sento vuota: una casa senza mobili. Questo vuoto deve essere riempito e quando sento che si riempie di una vita di cui non so parlare, vita superiore a questa vita, l'anima vede il cuore tanto pieno da traboccare: dal suo interno escono grandi fiamme che salgono in alto. In questi momenti rimango come assopita in questa vita e come se sparissi dal mondo. Sento di nuovo il vuoto e le ansie divoratrici di amore per Gesù... Te, mio Gesù, solo Te e nulla più. Sento contemporaneamente il distacco da tutte le creature, anche delle più care, mentre io stessa voglio esser loro grata e riconoscente. Non voglio vivere di loro per vivere soltanto di Gesù. Sono tagli dolorosi, sono sofferenze indicibili. Ma se almeno così amassi Gesù! Sapessi di amarlo, cesserei quasi di soffrire... ... Venne Gesù: - Stendi, figlia mia, su tutto il mondo il tuo dolore, come su di esso Io stendo il mio divino amore... Rinnovami molte volte la tua offerta di vittima; moltiplica i tuoi atti di amore... Sai chi è Colui che senti lavorare nella tua anima? Sono Io, il tuo Gesù, il tuo Sposo, il tuo Re. Sono Io che svuoto tutto, sono Io che riempio tutto. Ti posseggo tutta e tu mi possiedi tutto. Io butto fuori da te coloro che ti sono cari, ma senza danno né ingratitudine da parte tua; senza che tu tralasci di amarli. Potrei forse consentire che una mia sposa sia ingrata? So quanto costa l'ingratitudine e la sento tanto quando si mostrano ingrati verso di te! No, non sei ingrata. Ciò che faccio è per togliere da te tutto ciò che è umano e perché tu possegga ciò che è divino, perché ti riempia solo il divino. È così, figlia amata! In te esiste solo l'amore, tutto l'amore di Gesù. Voglio darti ancora la vita di cui vivi: una goccia del mio Sangue divino con la mia Eucarestia: questo è il tuo alimento... - ... (diario, 7-2-1947).
O amare e soffrire, o morire
I tormenti e i dolori non cessano di consumare la mia anima ed il mio corpo. Il mio crocifisso, Gesù e Mammina sono la mia forza. Non mi conosco; non so perché né per chi vivo. Il mio fine, l'unico, è Gesù. Sarà così? Che vita amara, tanto piena di incertezze! ... Il mio cuore brama di amare per donarsi, di nascondersi in: Gesù; brama sparire completamente al mondo perché Gesù solo viva, perché Lui solo appaia...
... Sento che Uno dentro di me va incontro a tutti i malvagi che popolano il mondo intero. Con quale tenerezza e amore chiede loro di non ferirlo! Con che bontà stende le braccia per abbracciare tutti, per prenderli in grembo come agnelli mansueti; con quale bontà apre loro il cuore e li invita ad entrare perché vivano e muoiano in Esso!
Finge di non sapere che Lo vogliono uccidere. Possedessi io tale amore! ... - Figlia mia,... ti invito ad entrare nel mio divin Cuore; vieni ad infiammarti, ad alimentarti, a consumarti in questo fuoco divino. Entra, prendivi dimora: ti voglio immersa nell'amore... Nutriti di questo alimento divino che dà vita alla tua anima. Vivrai nel dolore e nell'amore, e nel dolore e nell'amore morirai: avrai amore in proporzione del dolore... Salirai, salirai... Sarai consumata nelle fiamme del mio amore divino; come farfalla sarai bruciata in queste fiamme: in esse darai la vita. Farò sì che il Mio amore traspaia in te: sarà conosciuto, riflesso in tutto il tuo essere come in uno specchio, cristallino. Il mio divino amore sarà in te cattivante; farò che attraggano le tue parole, i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, tutto il tuo essere. Sei dolore, sei amore, sei salvezza per le anime... - ... (diario, 7-3-1947).
... Il mio crocifisso è il compagno delle mie braccia; non posso separarmene. Gesù e Mammina sono la forza del mio soffrire. Non mi accontento di rinnovare Loro frequentemente la mia offerta di vittima, di dire che Li amo, che appartengo a Loro; voglio di più, molto di più, sempre di più; ed è questo « più » che non ho...
Cado nella sfinitezza, muoio di fame e di sete. Voglio Gesù e non Lo trovo; voglio avere per dare e nulla posseggo. Mio Dio, che dolore di morte!... Sento tutto il mondo in disordine, che si perde. Sento una grande necessità di purificarmi, di essere candida, di santificarmi per soccorrere il mondo, per salvarlo. E non aumento nella grazia né nella virtù. Non faccio un passo per la mia santificazione. Non so vivere la vita del cielo. Non so seguire Gesù. Non ho vista per camminare nelle Sue vie. Anche così la mia anima ha pace e dico a Gesù: - O amare e soffrire, o morire! (diario, 14-3-1947).
Una grande afflizione
... Il giorno 11 ebbi una grande afflizione, una delle maggiori avute in vita mia. Non so se fu permessa dal Signore o causata dal demonio. Lo ignoro ma ho sofferto molto: non sono capace di descrivere quanto. Sopportai rassegnata. Non fui capace di fare alcuna delle mie preghiere giornaliere, essendo stanca per la sofferenza; non ho perduto però la mia unione con Dio. Abbracciata al crocifisso dissi di cuore: - Mia croce, ti abbraccio con Gesù, ti voglio, ti amo. Gesù, sono la tua vittima. - Stringevo al petto l'immagine
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... Il giorno 11 ebbi una grande afflizione, una delle maggiori avute in vita mia. Non so se fu permessa dal Signore o causata dal demonio. Lo ignoro ma ho sofferto molto: non sono capace di descrivere quanto. Sopportai rassegnata. Non fui capace di fare alcuna delle mie preghiere giornaliere, essendo stanca per la sofferenza; non ho perduto però la mia unione con Dio. Abbracciata al crocifisso dissi di cuore: - Mia croce, ti abbraccio con Gesù, ti voglio, ti amo. Gesù, sono la tua vittima. - Stringevo al petto l'immagine della cara Mammina e Le dicevo: - Sei stata Tu, Mammina, a portarmi questo regalo nel Tuo giorno [festa della Madonna di Lourdes]. Soccorrimi, confortami!... - Mio Gesù, accetta parte di queste sofferenze per le seguenti intenzioni (gliele nominai) ed accetta il rimanente da distribuire per il mondo. - Trascorsi 24 ore in questo dolore senza sfogarmi con nessuno. Interrogata, cercai di mascherare e non dissi nulla; tacqui fino a non poterne più. Volevo piangere e non fui capace, così la sofferenza fu più grande.
Il giorno 12 alzai un lembo del velo che copriva tanto dolore; mi confortarono e vollero persuadermi che quella sofferenza non aveva l'origine che io le attribuivo. Rimasi più sollevata... Poi invece ricevetti il colpo: non era immaginazione la mia, ma realtà. Ben lontana dal ribellarmi, lo ricevetti e lo abbracciai. Prego e soffro per chi mi ferisce: perdono come desidero che Gesù perdoni le mie colpe. Non voglio offendere Gesù né cessare di amarlo un solo momento. Se mi offrissero di scegliere l'amore di tutte le creature, gli onori e le lodi, e di farmi padrona del mondo intero, di non essere mai schernita, disprezzata, umiliata, a patto di non amare Gesù per un solo momento, io direi: - No, no! Sempre no! Voglio amare sempre Gesù, oppressa dal dolore e umiliata, sempre umiliata. - Non posso dire che la sofferenza non costi; ma è anche vero che questa vita passa e l'amore di Gesù dura eternamente. Voglio amarlo! Voglio amarlo!
... Gesù mi parlò così: - ...Coraggio, posso dire del tuo caso ciò che dissi [agli Apostoli] : « le porte dell'inferno non prevarranno contro di Me, cioè contro la mia Chiesa »; e ora dico « la rabbia umana, che pare piuttosto infernale, non potrà nulla contro la Mia divina causa ». Fatti animo, sposa cara... - ... (diario, 14-2-1947).
... Aspetto un giorno, poi un altro, sempre in attesa che arrivi un sacerdote di cui possa fidarmi e a cui possa aprire la mia anima perché la guidi a Gesù e la sostenga in questo cammino tanto doloroso e spinoso. Non appare nessuno! Sono sola in questa lotta costante. Voglio amare Gesù e non Lo amo; né so come amarlo; non ho chi mi insegni. Mi rivolgo a San Giuseppe: Gli chiedo dal fondo dell'anima di essere il mio maestro, il mio direttore e che ami per me Gesù, Mammina e la Trinità Santissima (diario, 21-2-1947).
«Mio buon padre [Umberto], chiedo perdono per la grande colpa di non avere ringraziato prima per la lettera che con grande carità mi ha scritto. Lo sa che Gesù non mi lascia provare gioia, anzi, quando ricevo lettere dalle persone più care rimango con paura fino a che le ho lette: temo tutti. Mi pare che tutto il mondo sia contro di me. Non posso però nasconderle che la sua lettera mi è stata di appoggio e di guida: una roccia su cui mi sono consolidata. Ho visto che lei comprende chiaramente la mia anima e, poiché la comprende bene, ha ricevuto uno schiaffo che assomiglia a quello preso dal mio primo padre spirituale, il santo p. Pinho. Mi vengono allontanati coloro che mi comprendono. Che lotta e che paura per confessarmi! Ciò che provo è precisamente quello che lei ha capito. Vorrei sparire. Ed ogni giorno nella Comunione dico a Gesù: - Voglio essere Ostia pura, viva, Ostia in sangue, in ogni Ostia consacrata, in ogni Tabernacolo ove abiti sacramentato. Voglio sparire in Te, voglio apparire soltanto come appari Tu in ogni Ostia; in esse si vedono solo le specie del frumento, appaiono soltanto loro. Nascondimi, Gesù, nascondimi! Riempimi di Te. - Io, mio buon padre, vorrei fuggire, nascondermi da ogni sguardo umano perché mi veda soltanto Gesù, perché è solo per Lui che io voglio vivere. Ma sono certa che se fosse possibile sparire agli occhi della terra, la mia anima non rimarrebbe soddisfatta; avrei ancora paura del mondo: solo il cielo, solo il possesso eterno del mio Dio può colmarmi, può saziare tutto in me.
Sono stanca di tanto soffrire, di tanto bramare. Però, povera me, se tralasciassi di soffrire un solo momento! Non saprei vivere, morirei fatalmente... » (lettera a d. Umberto, 20-3-1947).
Sento in me due vite (Momenti della Passione)
Temo me stessa; ho paura di me stessa; ho paura a vivere nel mondo. Lo vedo tanto crudele verso di me. Tutti mi feriscono, tutti tentano di togliermi la vita: è una rivolta universale; tutti contro uno, cioè tutti contro di me; è ciò che sento i loro maltrattamenti, la crudeltà mi feriscono tanto e riducono il mio corpo in una massa di sangue.
Sento in me, non so se mi esprimo bene, due nature: una viva, l'altra morta. Quella morta è questa massa di sangue e fu causata dalla
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Temo me stessa; ho paura di me stessa; ho paura a vivere nel mondo. Lo vedo tanto crudele verso di me. Tutti mi feriscono, tutti tentano di togliermi la vita: è una rivolta universale; tutti contro uno, cioè tutti contro di me; è ciò che sento i loro maltrattamenti, la crudeltà mi feriscono tanto e riducono il mio corpo in una massa di sangue.
Sento in me, non so se mi esprimo bene, due nature: una viva, l'altra morta. Quella morta è questa massa di sangue e fu causata dalla crudeltà del mondo; quella che vive è immortale, resiste a tutto: è una vita superiore; per quanta crudeltà e cattiveria il mondo usi, non la sopprimerà mai. Ma, Dio mio, che lotta dentro di me! Questa vita si oppone a tante cattiverie, non accetta questa morte tanto crudele del corpo e si prepara a chiederle conti rigorosi. Io guardo a questa morte, a questo corpo disfatto in lebbra, a questa massa di sangue e mi rivolto contro me stessa; non posso guardarmi. Sono stata io, solo io la causa di tanto male. Gesù, sono la Tua vittima: sia per Tuo amore questa moltiplicità di sofferenze. Guarda tutto ciò che avviene in me e dammi la Tua forza. Ho veduto due volte Gesù camminare davanti a me con una grande croce sulle spalle. Andava curvo per il peso ed era tanto sfigurato che quasi non pareva Gesù. Si è voltato verso di me, ma non ha detto nulla e io non Gli ho saputo dire nulla! Non ho saputo provargli il mio amore né consolarlo. Gli dissi solo: « Sono la Tua vittima » ma fu ben poco per chi tanto soffriva.... Quando sento pugnali e spade ritagliarmi il cuore, vorrei saper parlare a Gesù, dirgli molte cose belle e non so. Stringo il crocifisso al mio petto, rinnovo la mia offerta di vittima, Gli dico che Lo amo, che voglio soffrire in Sua vece e resto nel dolore di non saperlo consolare mentre Egli soffre. Poche volte ho visto scendere su di me i raggi di amore del Suo divin Cuore; quando scendevano e penetravano in me, rimanevo più forte e più coraggiosa per un certo tempo. ... Nel pomeriggio di ieri sentivo contorcersi e spremersi la mia anima. Improvvisamente sentii che il mio cuore si è diviso in due parti: una era il Cuore di Gesù e l'altra quello di Mammina. Quello di Gesù andò verso l'Orto e quello di Mammina rimase disfatto dal dolore ed in lacrime: soltanto il Suo amore: accompagnò Gesù. Quanto ho sofferto nel vedere il dolore in cui rimase Mammina! Sempre camminando, restai unita a quel dolore; ed anche Gesù rimase nella stessa unione di dolore. Nell'Orto ho sentito al collo grosse corde che mi stringevano in modo da affondare nelle carni; mediante queste corde fui buttata a terra e il viso rimase pestato e ferito. Di là vidi, lontano, un albero cui era appeso Giuda lo vidi cadere dall'albero al suolo e scoppiare spargendo sul terreno ciò che il suo corpo conteneva. Sono stati la vendita, la consegna di Gesù, il bacio traditore che lo indussero a quell'atto di disperazione... Oggi ho percorso il cammino del Calvario senza un minimo raggio di luce, rivestita di tutta la malvagità umana. Da ogni parte spuntavano rancori, anime senza compassione né pietà di me: mi fissavano con odio e disprezzo. Era tale la sete di amore per ogni sofferenza che si formava come un canale d'amore aperto ad ogni dolore; cancellava tutta la malvagità. Sull'alto della croce questo canale di amore ha continuato ad accogliere tutto in sé: pareva avere braccia per abbracciare... (diario, 21-3-1947).
Viene la morte, arriva presto, ma è una morte che mi lascia viva: muore solo il corpo; sono i peccati, è il mondo intero a uccidermi, ma non può uccidere tutto.
La vita che sento non morire è vita superiore, è vita di trionfo, è vita che fa vivere e governa ogni vita. Sento che essa è in tutto il mondo come soffio di aria diffuso. Sento che a questa Vita appartengono tutto il cielo e tutta la terra. Sento un bisogno immenso di parlare di questa Vita, di farla conoscere e non so; mi limito a dire: è Vita di grazia, è Vita di amore. Ma che amore pazzo, che amore senza pari! Io vorrei ricambiare questa pazzia di amore con altrettanto amore. Ma quanto sono lontana! Sento che si lavora dentro di me. Tutti i mobili della mia casa, sono usciti. Ogni immondizia, tutta la polvere è tolta, ma non in una sola volta: si deve sempre ritornare a pulire di nuovo.
Il mio vuoto è tanto grande: il Cielo soltanto lo può riempire; soltanto Gesù con tutto il Suo amore lo potrà colmare. Non lo riempiono il mondo né milioni di mondi se esistessero... Vado come se fossi un soffio che vaga nell'aria. Voglio andare a Gesù per riempire questo vuoto; ma Egli è tanto lontano! Oh, la mia Patria! Quanto più la bramo, tanto più la vedo fuggire... Vorrei vedere tutta l'umanità vivere la vita intima col Signore; sono certa che il peccato sparirebbe dalla terra... (diario, 28-3-1947).
Risurrezione gloriosa - Discesa agli inferi (Momenti della Passione)
Venga a me l'aiuto del Cielo: senza la forza divina non potrei dire nulla; non posso muovere le labbra per parlare. Ad ogni movimento, ad ogni parola, sento come se mi strappassero il petto e il cuore. Confido: se Gesù vuole, potrò dire qualcosa di ciò che mi avviene nell'anima. Il mio corpo disfatto per il dolore era un mucchio di putridume in fermentazione: questo mucchio mi pareva che fosse l'umanità corrotta, in fermentazione tanto era putrida. La morte correva verso di me: la sentivo venire, mi sentivo, morire.
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Venga a me l'aiuto del Cielo: senza la forza divina non potrei dire nulla; non posso muovere le labbra per parlare. Ad ogni movimento, ad ogni parola, sento come se mi strappassero il petto e il cuore. Confido: se Gesù vuole, potrò dire qualcosa di ciò che mi avviene nell'anima. Il mio corpo disfatto per il dolore era un mucchio di putridume in fermentazione: questo mucchio mi pareva che fosse l'umanità corrotta, in fermentazione tanto era putrida. La morte correva verso di me: la sentivo venire, mi sentivo, morire.
Sentii come mi separassero l'anima dal corpo; ma questa morte non diede al corpo le ceneri per il cimitero Poco dopo la morte e la sepoltura, io lo vidi tutto bellezza, glorioso, trionfare della morte. Quanto costò al corpo separarsi dallo spirito! questi salì, volò verso l'alto; poi vidi che molto presto si riuniva a quel corpo che aveva lasciato freddo, più freddo del ghiaccio, sfigurato, lacerato, quasi senza carne. Quale contrasto, che io non so spiegare! Lo spirito prevedeva che nuovamente si sarebbe unito al corpo, ma fino al momento della separazione, che universo di dolore, che mare di martirio!
Questo corpo che moriva ed era glorioso, questo spirito che si elevava, erano in me, ma non erano miei: io ero soltanto quel mucchio di morte corrotta, nauseante, orribile, che causava la morte a quel corpo glorioso. Io non potevo sopportare tali cose: lo spirito puro che poteva elevarsi col suo corpo glorioso, introdotto, trasformato in questa morte immensa, nel mio corpo mondiale corrotto! Io volevo separare una cosa dall'altra, e non potevo; volevo allontanare il puro dall'immondo e non riuscivo; dovetti morire vedendo il corpo con lo spirito puro coperto del più nero putridume. Sento il bisogno di voler dire molto su questo mio sentire, ma non posso, non so dire meglio. Sentii che dopo questa morte gloriosa scesi come ad un inferno, ma non ad un inferno di fuoco, di maledizioni e tormenti, bensì ad un inferno di tremenda oscurità solamente, dove non entrava né luce né gioia: era un inferno di oscurità e di ansia. Sentii come se il Signore stesse in me, contento a braccia aperte, come chi si libra nell'aria in mezzo ad una moltitudine, come una colomba che sbatte le ali trasmettendo la sua stessa gioia e facendo sì che tutta quella moltitudine volasse. Ma come, mio Dio! Vivo e non vivo; sono io e non sono io; sono nel mondo e ne sono partita. Scesi a quell'inferno e ne uscii nuovamente, guidando innumerevoli colombe bianche che volavano dietro di me; non dico bene: quegli esseri che non erano corpi, volavano dietro quel corpo glorioso. Sentii, vidi tutto, ma rimasi sempre immersa nel dolore, nella oscurità e nella morte. Ciò che soffrì il mio povero corpo in questi giorni, solo Gesù lo sa; le torturanti agonie della mia anima, solo Egli le può comprendere. Questo martirio dell'anima e del corpo mi impedì di pregare e di meditare durante la Passione di Gesù. Lo fissavo in croce e dicevo soltanto: - Quanto soffri Gesù per mio amore; fino a morire per me. Avrei io il coraggio di negarti qualche sofferenza dell'anima o del corpo? Oh, no! mio Gesù; con la Tua grazia io non Ti negherò nulla. Sono la Tua vittima notte e giorno... - All'inizio del pomeriggio di ieri sentii come se la mia anima fosse imprigionata, insultata e maltrattata: era un non finire di martirii; negli altri giovedì avevo sentito o una o un'altra sofferenza; ma ieri ne sentii molte, se non tutte... Oggi ho sentito Gesù moribondo a cammino del Calvario: mi pareva che tutte le ferite del suo santissimo Corpo fossero nel mio... Gesù dentro di me andava tanto bramoso verso la morte, come l'agnellino assetato corre verso un ruscello: voleva morire per dare la vita... Rimasi come se spirassi con Gesù. Passò un po' di tempo in un silenzio mortale. Gesù si risvegliò e fece che io mi svegliassi: - Mia figlia, Io non sono morto, vieni a Me; vieni nel mio amore, nel mio fuoco divino: è per te vita, fuoco che ti purifica, che dà purezza, grazia e splendore alla tua anima... - Gesù tacque ed io rimasi per un po' di tempo ad ardere in quelle fiamme; le sentivo, le vedevo... Stetti in silenzio non sapevo parlare a Gesù. Non sentivo i dolori del corpo e l'anima in quelle fiamme si fortificava. Gesù riprese: - Figlia mia, mia sposa cara, ora Mi riceverai Eucaristico per mezzo del tuo angelo custode... - ... Rimasi immersa nell'amore, nella intimità con Gesù; mi pareva di essere inseparabile da Lui. - Figlia mia, Mi sono dato a te in alimento; sono la tua Vita... Non potevo lasciarti senza il mio cibo dopo che hai consumato tante energie, dopo tante sofferenze. Ti ho promesso di non lasciarti senza Eucarestia al venerdì: non sono venuto meno. Mi hai ricevuto come viatico, e in verità sei inferma; senza un miracolo non avresti resistito al dolore: eri moribonda ... - ... (diario, 4-4-1947, Venerdì Santo). Morii e non risuscitai con Gesù: rimasi nella stessa morte, rimasi in orribile sofferenza. Mi vergogno di me stessa perché parlo soltanto di dolore; ma esso non mi abbandona né di giorno né di notte. Posso soltanto ringraziare il Signore perché viene dalle Sue mani. In un lungo abbraccio al mio crocifisso, con grandi gemiti ma anche con grandi ansie di soffrire per Lui, Gli dissi: - Mio Gesù, conta su di me come Tua vittima, non contare sul mio amore ma sul Tuo, perché è con esso che Ti amo; non contare sulla mia generosità: è la Tua forza che mi porta ad accettare gioiosamente ogni sofferenza. La mia anima vede le spine come fossero rose bellissime: voglio soffrire, voglio amarti... - (diario, 5-4-1947).
O eternità che non arrivi mai!
O eternità che passi tanto in fretta! O eternità che non arriva mai! Passa, vola e io volo con essa senza nulla a mani vuote per dare i conti a Gesù. Non passa mai, non arriva mai la vera eternità che mi darà il Cielo. Chi potrebbe vivere in questo modo, mio Gesù? Dammi la Tua grazia senza la quale la vita in questo esilio è disperazione, è morte.
Voglio volare a Gesù, voglio amarlo e non sono capace ad alzare il volo verso di Lui né di amarlo con quella intensità che il mio cuore esige. Voglio fuggire dal mondo, nascondermi a lui, sparirgli, e non lo ottengo mai. Un momento è una eternità: è un momento che non passa mai, che non ha mai fine. Arriva presto solo il momento di incontrarmi con Gesù che mi chiede i conti e mi trova senza nulla, rivestita unicamente di miseria: tanto presto che non mi lascia il tempo di dirgli: « Chi sei Tu, Signore e chi sono io! Aspetta un poco, dammi almeno tempo di coprirmi con il vestito altrui, sono spoglia di tutto ». Mio Dio, che confusione, la mia: non ho tempo per nulla! Che ne ho fatto della mia vita? Come ho utilizzato il tempo che mi hai concesso? Che orrore, mio Gesù! Ma sei Tu tutto il mio amore: solo per Te voglio soffrire; solo Te voglio amare; solo di Te voglio parlare, solo a Te voglio pensare; non voglio altra vita se non la Tua. Mi sento come se fossi un pozzo da cui neppure per un istante cessano di attingere acqua. Che movimento! Questa acqua attinta arriva fino alla cima del pozzo: ne beve chi vuole. Questo pozzo è inesauribile, non secca mai, ha sempre la stessa acqua.
È in me e non è mio; è in mio potere e non mi appartiene. Ciononostante, sono ansiosissima di distribuirla per dissetare tutti: sento che è acqua di salvezza. Oh, come vorrei darla! Dare ciò che non mi appartiene senza sentirne scrupolo: rubare senza timore di essere castigata dal padrone. O mio Dio, o mio Gesù, vorrei dare tutto, tutta quest'acqua, vorrei immergervi il mondo intero. Muoio, Gesù; muoio di ansie!... ... - Dimmi o Gesù cosa vuoi che io faccia... cosa vuoi, Gesù? Che cosa posso fare io? -
... - Sono così grandi i crimini ed è tanta la malizia del peccato che soltanto con anime che si offrono vittime in ogni nazione il mondo può essere salvo; ma vittime pure, tutte generosità ed amore. Ma non ne trovo... Ve ne sono molte che vogliono soffrire ed essere immolate finché non arrivano le sofferenze e non giunge l'ora della immolazione... Chiedi al Santo Padre - glielo chiede Gesù - che si appelli ai sacerdoti, soprattutto degli Ordini religiosi, tra i quali molti Mi danno tanto, nonostante vi siano molte cose [che non vanno]: aumentino la purezza, il fervore e l'amore nella celebrazione del Santo Sacrificio della Messa. Con questa purezza, questo fervore e amore, in unione alle mie vittime generose, in unione con la mia vittima cui ho affidato l'umanità,... l'umanità può essere salva. E non è questa, sposa cara, la tua ansia, lo scopo di tutta la tua sofferenza? - ... (diario, 2-5-1947).