Temo me stessa; ho paura di me stessa; ho paura a vivere nel mondo. Lo
vedo tanto crudele verso di me. Tutti mi feriscono, tutti tentano di
togliermi la vita: è una rivolta universale; tutti contro uno, cioè
tutti contro di me; è ciò che sento i loro maltrattamenti, la crudeltà
mi feriscono tanto e riducono il mio corpo in una massa di sangue.
Sento in me, non so se mi esprimo bene, due nature: una viva, l'altra
morta. Quella morta è questa massa di sangue e fu causata dalla
crudeltà del mondo; quella che vive è immortale, resiste a tutto: è una
vita superiore; per quanta crudeltà e cattiveria il mondo usi, non la
sopprimerà mai. Ma, Dio mio, che lotta dentro di me! Questa vita si
oppone a tante cattiverie, non accetta questa morte tanto crudele del
corpo e si prepara a chiederle conti rigorosi. Io guardo a questa
morte, a questo corpo disfatto in lebbra, a questa massa di sangue e mi
rivolto contro me stessa; non posso guardarmi. Sono stata io, solo io
la causa di tanto male. Gesù, sono la Tua vittima: sia per Tuo amore
questa moltiplicità di sofferenze. Guarda tutto ciò che avviene in me
e dammi la Tua forza. Ho veduto due volte Gesù camminare davanti a me
con una grande croce sulle spalle. Andava curvo per il peso ed era
tanto sfigurato che quasi non pareva Gesù. Si è voltato verso di me, ma
non ha detto nulla e io non Gli ho saputo dire nulla! Non ho saputo
provargli il mio amore né consolarlo. Gli dissi solo: « Sono la Tua
vittima » ma fu ben poco per chi tanto soffriva.... Quando sento
pugnali e spade ritagliarmi il cuore, vorrei saper parlare a Gesù,
dirgli molte cose belle e non so. Stringo il crocifisso al mio petto,
rinnovo la mia offerta di vittima, Gli dico che Lo amo, che voglio
soffrire in Sua vece e resto nel dolore di non saperlo consolare mentre
Egli soffre. Poche volte ho visto scendere su di me i raggi di amore
del Suo divin Cuore; quando scendevano e penetravano in me, rimanevo
più forte e più coraggiosa per un certo tempo. ... Nel pomeriggio di
ieri sentivo contorcersi e spremersi la mia anima. Improvvisamente
sentii che il mio cuore si è diviso in due parti: una era il Cuore di
Gesù e l'altra quello di Mammina. Quello di Gesù andò verso l'Orto e
quello di Mammina rimase disfatto dal dolore ed in lacrime: soltanto il
Suo amore: accompagnò Gesù. Quanto ho sofferto nel vedere il dolore in
cui rimase Mammina! Sempre camminando, restai unita a quel dolore; ed
anche Gesù rimase nella stessa unione di dolore. Nell'Orto ho sentito
al collo grosse corde che mi stringevano in modo da affondare nelle
carni; mediante queste corde fui buttata a terra e il viso rimase
pestato e ferito. Di là vidi, lontano, un albero cui era appeso Giuda
lo vidi cadere dall'albero al suolo e scoppiare spargendo sul terreno
ciò che il suo corpo conteneva. Sono stati la vendita, la consegna di
Gesù, il bacio traditore che lo indussero a quell'atto di
disperazione... Oggi ho percorso il cammino del Calvario senza un
minimo raggio di luce, rivestita di tutta la malvagità umana. Da ogni
parte spuntavano rancori, anime senza compassione né pietà di me: mi
fissavano con odio e disprezzo. Era tale la sete di amore per ogni
sofferenza che si formava come un canale d'amore aperto ad ogni
dolore; cancellava tutta la malvagità. Sull'alto della croce questo
canale di amore ha continuato ad accogliere tutto in sé: pareva avere
braccia per abbracciare... (diario, 21-3-1947).
Viene la morte, arriva presto, ma è una morte che mi lascia viva: muore
solo il corpo; sono i peccati, è il mondo intero a uccidermi, ma non
può uccidere tutto.
La vita che sento non morire è vita superiore, è vita di trionfo, è
vita che fa vivere e governa ogni vita. Sento che essa è in tutto il
mondo come soffio di aria diffuso. Sento che a questa Vita appartengono
tutto il cielo e tutta la terra. Sento un bisogno immenso di parlare di
questa Vita, di farla conoscere e non so; mi limito a dire: è Vita di
grazia, è Vita di amore. Ma che amore pazzo, che amore senza pari! Io
vorrei ricambiare questa pazzia di amore con altrettanto amore. Ma
quanto sono lontana! Sento che si lavora dentro di me. Tutti i mobili
della mia casa, sono usciti. Ogni immondizia, tutta la polvere è tolta,
ma non in una sola volta: si deve sempre ritornare a pulire di nuovo.
Il mio vuoto è tanto grande: il Cielo soltanto lo può riempire;
soltanto Gesù con tutto il Suo amore lo potrà colmare. Non lo riempiono
il mondo né milioni di mondi se esistessero... Vado come se fossi un
soffio che vaga nell'aria. Voglio andare a Gesù per riempire questo
vuoto; ma Egli è tanto lontano! Oh, la mia Patria! Quanto più la bramo,
tanto più la vedo fuggire... Vorrei vedere tutta l'umanità vivere la
vita intima col Signore; sono certa che il peccato sparirebbe dalla
terra... (diario, 28-3-1947).