MaM
Messaggio del 25 giugno 1994: Cari figli, oggi gioisco nel mio cuore guardandovi tutti qui presenti. Vi benedico e vi invito tutti a decidervi a vivere i miei messaggi che vi do qui. Io desidero, figlioli, guidarvi tutti a Gesù perché egli è la vostra salvezza. Perciò figlioli, quanto più pregate tanto più sarete miei e di mio Figlio Gesù. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna e vi ringrazio per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Sento in me due vite (Momenti della Passione)


Temo me stessa; ho paura di me stessa; ho paura a vivere nel mondo. Lo vedo tanto crudele verso di me. Tutti mi ferisco­no, tutti tentano di togliermi la vita: è una rivolta universale; tutti contro uno, cioè tutti contro di me; è ciò che sento i loro maltrattamenti, la crudeltà mi feriscono tanto e riducono il mio corpo in una massa di sangue.

Sento in me, non so se mi esprimo bene, due nature: una viva, l'altra morta. Quella morta è questa massa di sangue e fu causata dalla crudeltà del mondo; quella che vive è immortale, resiste a tutto: è una vita superiore; per quanta crudeltà e cat­tiveria il mondo usi, non la sopprimerà mai. Ma, Dio mio, che lotta dentro di me! Questa vita si oppone a tante cattiverie, non accetta questa morte tanto crudele del corpo e si prepara a chiederle conti rigorosi. Io guardo a questa morte, a questo corpo disfatto in lebbra, a questa massa di sangue e mi rivolto contro me stessa; non posso guardarmi. Sono stata io, solo io la causa di tanto male. Gesù, sono la Tua vittima: sia per Tuo amore questa molti­plicità di sofferenze. Guarda tutto ciò che avviene in me e dam­mi la Tua forza. Ho veduto due volte Gesù camminare davanti a me con una grande croce sulle spalle. Andava curvo per il peso ed era tanto sfigurato che quasi non pareva Gesù. Si è voltato verso di me, ma non ha detto nulla e io non Gli ho saputo dire nulla! Non ho saputo provargli il mio amore né consolarlo. Gli dissi solo: « Sono la Tua vittima » ma fu ben poco per chi tanto soffriva.... Quando sento pugnali e spade ritagliarmi il cuore, vorrei saper parlare a Gesù, dirgli molte cose belle e non so. Stringo il crocifisso al mio petto, rinnovo la mia offerta di vittima, Gli dico che Lo amo, che voglio soffrire in Sua vece e resto nel dolore di non saperlo consolare mentre Egli soffre. Poche volte ho visto scendere su di me i raggi di amore del Suo divin Cuore; quando scendevano e penetravano in me, ri­manevo più forte e più coraggiosa per un certo tempo. ... Nel pomeriggio di ieri sentivo contorcersi e spremersi la mia anima. Improvvisamente sentii che il mio cuore si è diviso in due parti: una era il Cuore di Gesù e l'altra quello di Mam­mina. Quello di Gesù andò verso l'Orto e quello di Mammina rimase disfatto dal dolore ed in lacrime: soltanto il Suo amore: accompagnò Gesù. Quanto ho sofferto nel vedere il dolore in cui rimase Mam­mina! Sempre camminando, restai unita a quel dolore; ed anche Gesù rimase nella stessa unione di dolore. Nell'Orto ho sentito al collo grosse corde che mi stringe­vano in modo da affondare nelle carni; mediante queste corde fui buttata a terra e il viso rimase pestato e ferito. Di là vidi, lontano, un albero cui era appeso Giuda lo vidi cadere dall'albero al suolo e scoppiare spargendo sul ter­reno ciò che il suo corpo conteneva. Sono stati la vendita, la consegna di Gesù, il bacio traditore che lo indussero a quell'atto di disperazione... Oggi ho percorso il cammino del Calvario senza un minimo raggio di luce, rivestita di tutta la malvagità umana. Da ogni parte spuntavano rancori, anime senza compassione né pietà di me: mi fissavano con odio e disprezzo. Era tale la sete di amore per ogni sofferenza che si forma­va come un canale d'amore aperto ad ogni dolore; cancellava tutta la malvagità. Sull'alto della croce questo canale di amore ha continuato ad accogliere tutto in sé: pareva avere braccia per abbracciare... (diario, 21-3-1947).

Viene la morte, arriva presto, ma è una morte che mi lascia viva: muore solo il corpo; sono i peccati, è il mondo intero a uccidermi, ma non può uccidere tutto.

La vita che sento non morire è vita superiore, è vita di trionfo, è vita che fa vivere e governa ogni vita. Sento che essa è in tutto il mondo come soffio di aria diffuso. Sento che a questa Vita appartengono tutto il cielo e tutta la terra. Sento un bisogno immenso di parlare di questa Vita, di farla conoscere e non so; mi limito a dire: è Vita di grazia, è Vita di amore. Ma che amore pazzo, che amore senza pari! Io vorrei ricambiare questa pazzia di amore con altrettanto amore. Ma quanto sono lontana! Sento che si lavora dentro di me. Tutti i mobili della mia casa, sono usciti. Ogni immondizia, tutta la polvere è tolta, ma non in una sola volta: si deve sempre ritornare a pulire di nuovo.

Il mio vuoto è tanto grande: il Cielo soltanto lo può riem­pire; soltanto Gesù con tutto il Suo amore lo potrà colmare. Non lo riempiono il mondo né milioni di mondi se esistessero... Vado come se fossi un soffio che vaga nell'aria. Voglio an­dare a Gesù per riempire questo vuoto; ma Egli è tanto lontano! Oh, la mia Patria! Quanto più la bramo, tanto più la vedo fuggire... Vorrei vedere tutta l'umanità vivere la vita intima col Si­gnore; sono certa che il peccato sparirebbe dalla terra... (diario, 28-3-1947).